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Autore: Concy    27/06/2003    4 recensioni
Michele sta attraversando un periodo difficile. Riuscira' a superare le sue insicurezze e a chiedere aiuto?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una storia

Capitolo I

Bip…bip…bip…

Il suono ritmico della macchina era ormai consueto per lui, da settimane suo padre era in quel letto, dopo il suo attacco di cuore. Sua madre era appena uscita per prendere un caffe’, dopo una lunga notte di veglia, per mostrarsi fiduciosa e per non dare un ulteriore dolore ai figli non aveva pianto, ma mentre la guardava uscire Michele la vide incurvare le spalle e sciogliersi in silenziosi singhiozzi. Sarebbero usciti i quadri, quella mattina. Non voleva vederli, non voleva nemmeno vedere i suoi compagni che in quel momento stavano festeggiando la fine definitiva della scuola, ormai liberi di godersi l’estate. Non gli importava di niente, volevo solo che suo padre aprisse gli occhi solo per un secondo anche solo per guardarlo, per dirgli quanto fosse importante che lui fosse li’ e per rimediare a quelle parole dette con rabbia e frustrazione solo un mese prima

“Mi vuoi dire per quale motivo non posso andare?” disse il ragazzo con rabbia guardando il padre , mentre il resto della famiglia li guardava ammutoliti, tutti intorno al tavolo, durante il pranzo,

“Ti ho gia’ spiegato il motivo Michele. Devo andare con la mamma, per un affare, a Milano e voglio che voi stiate a casa, insieme, tua sorella ha gli esami di maturita’ e quindi tu e Andrea dovrete occuparvi della casa. “ “Andrea e’ adulto e vaccinato puo’ cavarsela benissimo da solo. Giacomo ha insistito che vada con lui come l‘anno scorso e per me e’ molto importante . Perche’ non mi tieni mai in considerazione? Faccio tutto quello che volete voi, mi sorbisco quelle noiose e inutili vacanze in quel paese del cazzo senza dire niente, sopporto di essere sempre l’ultimo in questa casa, prendo voti alti e ogni volta non siete mai contenti. Sai che ti dico? Mi sono veramente rotto. Mi hai stancato” si alzo’ in piedi gettando il tovagliolo per terra. “E ti diro’ di piu’. Vado da Giacomo stasera e parto con lui per la Sardegna”. Il padre si alzo’ rosso in faccia e lo raggiunse sulla soglia della sala da pranzo, “Michele non ti permetto di usare questo tono! Torna immediatamente a tavola e ricordati che so io qual’e’ il meglio per te e tu non sai nemmeno cosa mi spinge…” “Hai visto sei pure un bugiardo a non dirmi le tue vere motivazioni. Credi che io sia un bambino? Ho diciassette anni. Non mi interessa sapere niente, non mi interessi tu e non m’importa piu’ niente di questa vita del cazzo che mi hai costretto a fare fino ad ora” il padre si porto’ una mano al petto mentre il figlio si allontanava “Michele!” “Vai al diavolo“ rispose il ragazzo girandosi mentre il padre si accasciava a terra. Michele rimase immobile. Sentiva sua madre e sua sorella gridare, poi suo fratello si avvicino’ mollandogli una sberla “Svegliati idiota!! Va’ a chiamare un’ambulanza. Corri” e mentre chiamava aiuto, non sentiva nemmeno la sua voce era come vedere tutto da spettatore … quella non era la sua famiglia, quello non era lui… quel rumore non era il suo cuore che si spezzava in migliaia di frammenti.

Un affare… cosi’ aveva detto, come sapere che invece doveva andare da uno specialista? Cento volte avrebbe voluto essere al suo posto, avrebbe voluto cancellare il dolore dagli occhi di sua madre e l’inconscia accusa dei suoi fratelli per aver dato lui al padre, involontariamente il colpo di grazia.

Una mano gli si poso’ sulla spalla, era Giacomo “Come sta?” disse parlando a bassa voce , “Come al solito” rispose alzandosi, in quel momento rientro’ sua madre, “ Buongiorno signora” “Buongiorno Giacomo. Michele perche’ non andate a farvi un giro? Resto io qui. Ti chiamo se c’e’ qualche novita’ “ Michele annui’ col capo, diede un bacio alla madre e usci’ seguito dall’amico.

Mentre salivano sulla macchinina di Giacomo, il ragazzo gli chiese “Dove andiamo?” “Basta che non ci sia gente” “Ok” , ingranata la marcia parti’.

Il mare era tempestoso, i cavalloni s’infrangevano sulla sabbia sempre piu’ forti, con un unico sordo rumore. I due ragazzi stavano in silenzio. Giacomo si accese una sigaretta, guardano l’amico assorto, “Di’ vuoi fare un tiro?” Michele si volto’ “ Stai scherzando?” disse inarcando un sopracciglio “No. Cosi’ avrai questo con cui scaricarti” “ E quale sarebbe la mia alternativa?” “Il sesso” Michele lo guardo’e poi entrambi scoppiarono in una fragorosa risata, “Capisco perche’ hai cominciato a fumare” disse Michele e i due si lasciarono travolgere da un’altra risata.

Esauritasi quella momentanea allegria, Michele guardo’ di nuovo il mare, “Hai visto gli altri?” disse serio a Giacomo “Ah ah. Venerdi’ alla cena che avevamo organizzato. “Chi c’era?” “Lei non c’era, se e’ questo che vuoi sapere” l’amico si volto’ a guardarlo “Non volevo saperlo. Gli hai detto di me?” “Si. Ancora non mi spiego perche’ tu non abbia voluto dire niente e nemmeno a lei per di piu’” Michele tiro’ un calcio alla sabbia spazientito “Oh smettila. Ok? E poi com’e’ che t’interessa tanto? Sbaglio o non hai fatto che litigare con lei per tutto l’anno, cos’e’ l’ammiri adesso?” Giacomo lo guardo’ storto “No. Non l’ammiro. Pero’ non riesco a capire perche’ l’hai voluta tenere fuori, pensavo foste amici ormai”

“Basta! Ho avuto i miei motivi”.

Certo . I suoi motivi. Come poteva andare da lei e dirle “Sai mio padre, ha avuto un attacco di cuore e io sono a pezzi e ti voglio vicino”. Come poteva andare a raccontare questo a lei o a gli altri? Vedere le loro facce compassionevoli, i loro occhi imbarazzati e tristi per lui cercando di consolarlo con parole inutili e senza senso. Anche lei, lo avrebbe abbracciato, gli avrebbe sorriso dolce, come in quell’ultimo anno, quando tutto era stato diverso tra loro, dove ogni frase ed ogni parola era stata unica, le risate, il poter essere finalmente amici, senza piu’ preoccuparsi di cosa potevano pensare gli altri. Non voleva perdere quello. Quei ricordi.

Il mare continuava la sua battaglia, contro la sabbia e gli scogli, Michele e Giacomo si diressero di nuovo verso la macchina. Ormai era il momento, si disse Michele, di combattere anche per lui.

Ciao a tutti i lettori. Vi ricordate di me?> Sono quella tizia che ogni tanto si fa sentire ne l forum e nelle recensioni. Questa e’ la mia prima storia. Non so se e’ bella e vorrei che mi deste un giudizio.

Grazie a tutti

Salutoni da Concy

  
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