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Autore: Christine_    03/02/2011    9 recensioni
Lista delle cose che odio:1) Chi mi chiama Meredith.2) Chi mi frega il cibo.3) Chi mi frega i profiterole.4) Chi mi chiede il mio cognome.5) Chi insiste sul mio cognome.6) Chi sparla alla mia segreteria telefonica.7) Chi mi inganna.
Okay, il fatto è questo: uno ci prova a tenersi alla larga dai problemi, ma quando hai un padre che si chiama Gibson, un’amica svitata e un’amica acida, un amico che parla nei momenti sbagliati, uno Zio che si commenta da solo e un corteggiatore decisamente deficiente... non è facile.A parte questo sono normale, però.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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18. Ben Adorabile <3
portami dove si vola;;
- I am a Gibson. I Can -
- Voglio che tu venga con me, ti prego -
- Papà, perchè non chiami Oksana? -
- Perchè voglio te. Oksana resta a casa con Lucia -
Lascio il mouse e mi giro verso di lui. Papè in smoking, la cravatta non ancora allacciata e un vestito celeste in mano. Uno dei più belli che abbia mai visto.
- L'ha disegnato Stefano, e io l'ho voluto del colore dei tuoi occhi -
Mi alzo sfilandomi gli occhiali.
- Puoi tesoro, lo so. Sei una Gibson -
Sorrido e lo guardo mentre faccio il nodo alla cravatta. Sta implorando con gli occhi.
- E poi, se anche .. c'è poco tempo - sbuffo.
- Già provveduto. Natalie! Alex! - urla e le due complici compaiono alle spalle.
- Da qui attacchiamo noi - dice Alex minacciosa e papà le sussurra << Mezz'ora>>. Prendo il vestito dalle sue braccia e lo guardo. Cavolo, il celeste è proprio quello dei miei occhi. E' corto .. molto sopra il ginocchio, una spalla lasciata scoperta e cade morbido su ogni curva. Il caro Gabbana ci sa fare.
- Fila in bagno - fa Alex.
Non so voi, ma io ho paura.

- Siete davvero riuscite a farla preparare in mezz'ora? Ma io vi adoro - Papà è sconvolto.
- Non sai con chi hai a che fare - fa Natalie a mio padre - Hai portato i pop corn? - fa poi a Alex.
- Cosa dovete fare con i pop corn? - chiedo mentre scendo le scale.
- Goderci lo spettacolo -
Oh, padre d'amore, aiutami. Queste sono sceme.
- Tesoro, sei uno splendore - mi dice papà prendendomi sotto braccio.
- Grazie papà. Ragazze .. mi raccomando - dico facendo l'occhiolino e uscendo di casa per entrare nella limousine che ci aspetta.
Continuo a fissare la strada fuori dal finestrino e mi ripeto che sto facendo una cazzata a volerlo rivedere. Sto bene senza, ecco. Avete presente la vocina rompipalle? Adesso sta dando il meglio di sè. Dice che non riesco ad ammettere che senza di lui mi manca qualcosa. Sì, lo ammetto. Qualcosa mi manca. Ma era un qualcosa intessuto in una ragnatela di bugie e falsità e forse un giorno capirò davvero e starò meglio. Papà mi prende la mano, io lo guardo e mi sorride.
- Andrà tutto per il meglio, Edith -
Non gli rispondo ma riesco a fargli un sorriso. Mi alleno per quando dovremmo uscire dalla macchina. Dovrò stampare un mega sorriso per fare contenti tutti. Che mondo falso.
Arriviamo in un baleno o perlomeno è quello che sembra a me. La limousine si ferma e papà mi stringe la mano.
- Pronta? -
- Sono una Gibson, sono sempre pronta - gli dico sorridendo.
Sottobraccio a mio padre lascio la vera Meredith in macchina e inizio a sorridere.
- Arriva - mi avverte papà avvicinandosi al mio orecchio e gli affondo le unghia nel braccio. E' bello da togliere il fiato e si avvicina a noi con un sorriso. Ho già detto che questo mondo è di una falsità inaudita?
Smoking nero, camicia bianca e camminata sicura. Abbraccia mio padre e poi guarda me. L'ultima volta che ho visto quegli occhi gli stavo urlando contro tutto quello che provavo. Che provo. Quando si avvicina per baciarmi la guancia ho il cuore a mille ma non lo dò a vedere, questa soddisfazione non gliela voglio dare. Si è preso fin troppo di me.
- Sei bellissima - mi sussurra ma non rispondo, lo guardo senza riuscire a sorridere.
Ben si va a mettere accanto a mio padre e insieme sfiliamo per il tappeto quasi in una via crucis, per quante volte veniamo bloccati dai giornalisti.
< Come mai sua figlia? Parteciperà ad un suo film? Emozionato?> Domande moolto fantasiose. Continuo a sorridere cercando di evitare il suo sguardo ma lo cerco per un riflesso incondizionato e trovo sempre i suoi occhi su di me. Ben, non farmi questo. Arrivati a destinazione lascio la mano di papà e mi allontano da tutti, estraendo il telefono dalla borsa. Numero di casa.
Segreteria telefonica? Ma che diavolo stanno facendo?
- Ragazze sono Edith! Qualcuno mi risponde?? -
Tre secondi dopo mi arriva squillante la voce di Natalie.
- Edith, sei magnifica! -
- Natalie, non ce la faccio - le dico.
- Sì che ce la fai. Facciamo tutti il tifo per te, tutti -
- Lo so, tesoro. Chi ha invaso barbaricamente casa? -
 - C'è Derek che sta sbraitando contro Ben, questo te lo registro! Poi c'è Johnny che è venuto per parlare con Alex, ma lei lo zittisce, e ci sono io che sto per uccidere tutti perchè non capisco una parola di quello che succede! -
- DIGLIELO IN DIRETTA CHE DEVE TACERE! - ringhia Alex e mi metto a ridere.
- Siamo tutti lì con te -
- Lo so -
- E allora vai, c'è Mel che si guarda intorno. Va da lui, sai quanto ha bisogno di te vicino -
- Okay, vado. Grazie Nat, saluta tutti -
Rimetto il telefono in questa minimini borsa e faccio un bel respiro. Posso, posso, posso. Nella folla ritrovo papà che mi sussurra che se mi allontano di nuovo mi stacca la testa.
- Sali sul palco con me? -
- Adesso mi chiedi troppo - gli dico mettendogli la cravatta in ordine, proprio non la sopporta - ma mi metterò in maniera che potrai vedere ogni mia faccia e capire cosa devi dire e cosa no -
- Mel, è ora - dice un tizio con le cuffie alle orecchie che scappa subito via. Bacio sulla fronte e via, mentre lo seguo.
- Signorina Gibson? - mi chiede lo stesso ragazzo di prima.
- Sì - rispondo.
- Il suo posto è lì - e mi indica una sedia con scritto riservato. Papà aveva dato per scontato che avrei accettato, a quanto pare.
Arrivo al mio posto e a salire sul palco ci sono Ben e Mel. Il primo a fare il suo discorso è papà. Partono i soliti ringraziamenti, anche verso Ben e poi mi guarda.
- Per ultima, ma non per importanza ringrazio la mia piccola donna, la mia iniezione di autostima continua. Prima un giornalista mi ha chiesto se considero questo film la mia opera migliore. Ho risposto di no, perchè la mio opera migliore è lei -
Una lacrima scende giù e tra gli applausi generali gli mando un bacio. Poi il microfono passa in mano a Ben e mi irrigidisco, il sangue nelle vene gela. Lui lo stringe forte quasi a volersi fare forza.
- Trovarmi qui, accanto ad una pietra miliare del cinema come Mel, aver lavorato con lui, è un sogno che diventa realtà. - Papà è immobile, guarda avanti, non si muove
- E per arrivare qui .. non ho fatto la cosa giusta - Si ferma e tossisce.  Lo fisso come a volergli dare io la forza per parlare anche se forse non la merita.
- Ho scavalcato tutto e tutti, ho calpestato chi non lo meritava. E me ne vergogno, me ne pento. Durante questo film sono cresciuto, grazie ad un persona in maniera particolare. Una persona che non mi sarei mai aspettato -
Ho il cuore in gola e inizio a tormentarmi la mano. Voglio qualcuno a cui stringere la mano. Mi giro e accanto a me c'è Monica Bellucci. No, non mi sembra il caso.
- Grazie a lei, alla donna che, con poche parole e con i suoi silenzi, mi ha buttato in faccia tutti i miei errori. Io non so cosa sia l'amore, come il mio personaggio. Non so se l'ho mai provato. Ma se è sentirsi bene con una persona, volerla accanto giorno e notte, volere la sua felicità, crescere insieme giorno dopo giorno, fra un bacio ed una risata, dimenticarsi del resto del mondo quando c'è lei, stare male se lei soffre .. Allora io amo questa donna. E la vorrei con me, di nuovo - Si ferma e mi guarda. Io stringo forte il pugno. Non piangere, Meredith.
- E poi ringrazio Mel, per tutto, per la possibilità che mi ha dato, perchè ha creduto in me nonostante le cavolate che ho fatto. Ringrazio i miei colleghi - e inizia ad elencare tutto il cast.
Mi sento morire, davvero. Sono spiazzata e non so che fare, come comportarmi. Credere o no? Parlano gli altri e lui guarda in un punto nel vuoto davanti a sè. Io cerco lo sguardo di papà che però si tormenta le mani, guarda altrove. Vorrei tanto sapere cosa ne pensa. Vorrei chiamare casa ma da qui non posso muovermi e tirare fuori il cellulare e chiamare non mi sembra il caso. Quando finisce tutto mi alzo velocemente e vado nella stanza dove poi dovrebbe venire papà. E anche Lui. Come si comporterà? Che diavolo devo fare? Faccio un respiro profondo. Edith, sei una donna. Non una bambina, devi parlare con lui.
La porta sbatte e il primo ad entrare è papà. Gli vado incontro e lo abbraccio come non ho mai fatto. Le parole che mi ha detto si sono incise nel mio cuore, per sempre. Dietro di lui c'è Ben che tossisce.
- Vai, tesoro - mi dice papà dandomi un bacio sulla fronte e si allontana.
- Mel, ti .. dispiace se Edith torna con me a casa. Sempre se lei .. insomma -
Papà mi guarda cercando una risposta.
- Per me va bene, papà - dico annuendo.
- Se va bene a lei, non ci vedo niente di male - dice e va via.
- Prendiamo la mia limousine? - mi chiede.
- Come vuoi - rispondo guardando altrove. Lui si avvicina e capisco che vuole prendermi la mano, non faccio resistenza e lascio che intrecci le mie dita alle sue, come una volta. Per un momento riassoporo tutto quello che abbiamo passato, tutto quegli attimi che mi hanno fatto sognare e il cuore inizia a battere all'impazzata, finisce in gola. Non finirà mai di farmi quest'effetto, lo so. Usciamo da un'uscita secondaria e finiamo direttamente nella sua limousine, seduti uno davanti all'altra. Io guardo fuori dal finestrino ma sento i suoi occhi su di me. Ad un tratto, non so neanche io perchè, una lacrima scende giù a rigare la guancia ma prontamente la cancello con la mano. Lui si alza, si viene a sedere accanto a me e mi prende la mano. Io abbandono la mia testa sulla sua spalla, senza che nessuno dei due parli. Mi hai ammazzato, vorrei dirgli. E adesso stai cercando di riportarmi alla vita ma non so se sono pronta.
Quando arriviamo davanti a casa sua scendiamo in un lampo dalla macchina e io mi avvicino verso la porta. Le sue chiavi sono ancora a casa mia, forse è il caso di dargliele indietro. Quando sento che si avvicina mi scanso dalla porta  e lui apre, facendomi cenno di entrare. Vado con la mano sull'interrutore, per abitudine, e mi tolgo la giacca. Lui fa lo stesso e mi viene incontro prendendomi le mani.
- Ti prego, Meredith - mi sussurra portando le mie dite alla sua bocca e schioccando un bacio.
- Io .. non ce la faccio più. Mi manchi in un modo che .. non credevo fosse possibile -
Mi dice con la voce strozzata.
- Non lo so, Ben - tolgo le mie mani dalle sue e inizio a giocare con la sua cravatta.
- Io .. posso capire cosa signif-
- No, non lo puoi capire. Mi hai distrutta, Ben. Distrutta - gli dico passando un dito sul pomo d'Adamo.
- Scusa, mi sono sentito uno schifo .. mi sento uno schifo -
- Perchè mi hai lasciata, allora? - dico sussurrando e finendogli di slacciare la cravatta.
- Non ancora capivo quello che provavo. Ma ti amavo .. e ti amo - il cuore perde diversi battiti. Sentirlo dire da lui, da questa voce profonda, da questo suo adorabile accanto inglese. Alzo gli occhi e mi butto nei suoi color cioccolato.
- Un'altra possibilità Edith, ti prego -
Tiro le due estremità della cravatta e avvicino il suo viso al mio. Lui con le braccia mi cinge i fianchi e siamo praticamente incollati, le labbra si sfiorano, gli occhi socchiusi.
- Non ce la faccio - sussurro e mi allontano. Vado verso la giacca e metto la mano sulla maniglia.
- Aspetta un attimo - mi dice e si avvicina ad una mensola prendendo una scatoletta di cartone. Me la mette in mano e mi sussurra di aprirla a casa. Mi dà un bacio sulla tempia e mi sussurra ancora una volta << Ti Amo>>.
Esco e chiudo la porta dietro di me. Con le mano sulla faccia inizio a piangere e poi prendo il cellulare.
Non mi va di chiamare casa e decido di chiamare Gerard.
- Ger - dico con la voce strozzata.
- Piccola mia, dove sei? - mi chiede preoccupato.
- Sotto .. casa di Ben -
- Sto arrivando - mi risponde e riaggancia. Mi incammino verso casa, continuando a piangere e stringendo tra le mani la scatoletta di cartone. Non so cosa ci possa essere, sono tentata dal gettarla via e non vederla mai più.
Ma le mani vanno da sole e la scartano. Quando capisco cosa c'è all'interno sorrido. Come .. se l'è ricordato. Asciugo le guance e mi giro, mi metto a correre per tornare dal mio uomo. Mando un messaggio a Ger dicendogli di stare tranquillo, di non venire.
Busso come una forsennata alla porta continuando a piangere e mi apre un Ben con la camicia slacciata e gli occhi rossi.
- Edith - sussurra.
- Ti Amo, Ben. Ti amo - gli dico prima di buttargli le braccia al collo e baciarlo. Lui mi afferra e mi trascina dentro.
- Ti sei ricordato .. della prima volta - gli dico prendendo la scatola e appoggiando il profiterole che ho trovato all'interno. Continuiamo a piangere come due bambini mentre sorridiamo e non ci riusciamo a staccare.
- Ogni attimo passato con te. Non ho cancellato nulla -
Lo bacio di nuovo. Ancora e ancora. Poi mi prende in braccio e mi fa sdraiare sulla poltrona prima di mettersi addosso a me. I vestiti scivolano via con una facilità inaudita.
- Non riesco a dirti quanto mi sei mancata -
- Anche tu - rispondo mentre mi godo i suoi baci sul collo.
- Tutti e due mi siete mancati - aggiungo e lui ride.
- Big Ben ringrazia, e Ben anche -



Com'è che si dice? Tutto è bene quel che finisce bene, giusto?
Eh, sì, tutto si è risolto per il meglio. E voi cosa ne pensate? A dire il vero non era questa la fine prevista per questa storia.. ma come al solito Ben e Edith hanno fatto di testa loro. Cosa devo fargli io?
Spero vi sia piaciuto.. e vi ringrazio.
Vi ringrazio per aver avuto lo stomaco di arrivare fino a qui.. a leggere le mie pazzie!
Ringrazio anche chi ha letto solo un capitolo, chi si è emozionato, chi ha riso, chi ha fatto il tifo.. insomma, tutti.
Chi ha recensito e chi no.
Chi mi ha aiutato con questa storia.. l'ha vista nascere e crescere. Eh, sì.. il ringraziamente più grande va a te, Sarè. Sei stata un angelo.. mi hai aiutata sempre, costantemente.. soprattutto nei momenti di ispirazione zero.
Sei la madrina di questa storia, che non sarebbe stata nulla senza di te.
Grazie di cuore, davvero.
Adesso mi aspetto tante recensioni.. che voglio sapere tutto!
Ah, vi aspetta anche l'epilogo, cosa credeteeeee! :D
Un abbraccio forte,
Rachele.

  
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