Questa è la mia prima ff su questa stupenda coppia
che personalmente adoro con tutta me stessa e qnd non garantisco il risultato.
Premetto che molte cose saranno inventate (dai nemici a molti avvenimenti
passati, presenti e fututri) anche perchè i libri non li ho finiti ma mi sn
innamorata di loro due via Internet e quindi alcune cose non le so (ma ho
cercato di documentarmi il più possibile=)).
Dovrebbe essere un lungo quindi
per favore recensite così saprò se continuarla oppure dirle addio=) Buona
Lettura!!!
PRIMO CAPITOLO
Lo vidi.
Un corvo nero mi seguiva mentre sfrecciavo tra le strade desolate e silenziose
senza una meta precisa. Guidare mi rilassava, mi faceva pensare con calma, mi
distanziava dalla realtà, peccato che essa avesse deciso di rincorrermi anche
nei miei unici momenti di pace. Con la coda dell’occhio vidi i suoi occhi neri
come la notte fissarmi mentre volava a una velocità decisamente esagerata per
essere un comune volatile. Inutile dire che infatti non lo era
…
“Si può sapere che
diavolo ci fai qui?” Dissi
mentalmente con severità, indirizzando tutti i miei pensieri verso di
lui.
“La coppietta
smielata dell’anno mi ha ordinato di darti un’occhiata, ma credimi non va a
genio neanche a me quest’idea” il
messaggio arrivò meno di un secondo dopo, stranamente più freddo e infuriato di
quel che avevo pensato. Ma d’altronde dovevo aspettarmelo, poco prima avevo
giocato col fuoco (anzi l’avevo proprio preso per i fondelli, il fuoco…) e si
sa, prima o poi ci si brucia.
“Come mai così di
pessimo umore? Cos’è avevi altri piani per la serata?Magari delle belle vergini
che ti aspettano a collo scoperto?” lo derisi con acidità.
Questa volta ci mise
un po’ prima di rispondere. Pensai che le mie parole l’avessero fatto
maggiormente infuriare, ma tanto il danno l’avevo fatto già
prima.
“Già, come sempre
streghetta. Solo che i fratellini si sa sono nati appositamente per romperti le
palle, e non sono gli unici” era
proprio arrabbiato e non ci voleva di certo un genio per capire a chi era
indirizzata quell’aggiunta tagliente quanto una lama fredda e affilata
.
“Bene, dirò a
Stefan che hai fatto il tuo dovere, non mi serve di certo un corvo incazzato che
mi pedina tutto il tempo, non sono proprio dell’umore giusto per sopportare le
tue lagne. Percui vattene” anche
il mio di umore non era quel che si può certo definire allegro. Avevo provato
tutto il giorno a fare stupidi incantesimi un po’ più complicati rispetto agli
altri con l’unico risultato di far esplodere boccette varie e appiccare incendi
qua e là, ovviamente questo se la mia magia aveva il buon garbo di farsi vedere,
altrimenti c’era solo calma piatta, una noiosissima e stressante calma piatta
tanto che neanche un granello di polvere si era preso il disturbo
di sollevarsi da terra. Questo aveva fatto in modo che i miei nervi saltassero e
mi mettessi a litigare con chiunque mi capitava a tiro, così avevo dato della
rompiscatole viziata a Elena, che non faceva altro che dire di dover perdere
qualche chilo, del sottomesso a Stefan, che cercava in tutti i modi di
soddisfarla, e dulcis in fundo del cagnolino patetico e senza speranze a Damon
per la sua fissazione-Elena. Insomma la strage degli innocenti (se si può
definire innocente un vampiro di cinquecento anni che ritiene del tutto naturale
dissanguare fino alla morte delle povere persone per soddisfare il proprio
languorino allo stomaco).
E adesso me ne stavo
immersa nel buio e nella solitudine (almeno così credevo finché le piume lucenti
di Damon non l’avevano tradito) a pensare a che insulsa strega ero. Non riuscivo
neanche a fare qualche incantesimo, sapevo pochissimo della magia in confronto
ad altre mie “colleghe” e mi illudevo che un giorno forse sarei riuscita a
sbloccare il potere che a quanto pare custodivo come un involucro sigillato al
quale era proibito far uscire anche solo una scintilla. Bella delusione per
quelli che si erano dati tanto da fare per mantenere alto il nome della mia
famiglia e la sua reputazione. Davvero bella
delusione.
“Perfetto,
se la metti così io me ne vado, ho cose decisamente più
interessanti da fare che guardarti crogiolare nei tuoi inutili patemi mentali. E
per la cronaca non mi serve che mi giustifichi con quel pivello di fratello che
mi ritrovo” rise con scarso
entusiasmo ma con una dose di arroganza degna di applauso, prima di librarsi nel
cielo nero e confondersi con l’oscurità della notte.
Una parte di me, che
cercai di ricacciare indietro all’istante, ci rimase male nel vederlo sparire
così e una piccola fitta al cuore, che ben conoscevo ma che desideravo tanto
poter annegare assieme ai ricordi dolorosi legati a quell’affascinante, sexy e
irraggiungibile vampiro, riaffiorò pungente per incupire ancora di più il mio
umore già nero. No, non dovevo pensare a lui, non dopo tutto quello che mi aveva
fatto senza neanche accorgersene, non dopo che mi aveva ignorata ogni volta che
la mia bellissima migliore amica entrava in scena, non dopo aver capito che per
lui ero meno di niente. Dovevo dimenticarlo, dovevo seppellirlo assieme a tutta
la disperazione che mi attanagliava il cuore ogni volta che lo vedevo. Quanto
era stato facile mentire agli altri e pure a lui, giocando con le sue stesse
carte, usando l’indifferenza e il disprezzo, due armi col potere di distruggere
se usate nel giusto modo. Lo stesso modo che usava Damon. Lo stesso modo che mi
distruggeva.
E mentre una lacrima
solitaria era riuscita a strabordare racchiudendo tutto il disprezzo per le mie
incapacità magiche che avevo provato quel giorno e tutto il dolore per quel
sentimento impossibile che non voleva lasciarmi libera , io svoltai l’ennesima
curva senza rendermi conto che laggiù, in mezzo alla strada, un uomo
incappucciato era fermo, con le gambe leggermente divaricate, le braccia
abbandonate lungo i fianchi e il volto in ombra. Solo quando i fari lo
illuminarono inchiodai di colpo per non investirlo, mentre gli occhi mi si
spalancavano per lo stupore e lo shock. Ma non ce n’era bisogno. Scomparve prima
che il muso della macchina potesse anche solo sfiorarlo, eppure l’ombra di quel
sorriso sinistro e maligno, tremendo e lucente, non mi sfuggì, e un brivido di
inspiegabile paura mi fece tremare.
Quel ghigno era per me, ne ero sicura. Lui mi stava aspettando.
---angolino dell'autrice---
Che ne dite??? Spero tanto vi sia piaciuto. lo so lo so è un tantino corto ma è solo l'inizio ed è un prologo per tastare il terreno, se la storia vi interessa continuo. Quindi mi raccomando recensiteeeeeeeee!!! Dico sul serio vorrei tanto sapere le vostre opinioni iniziali. Bacetti!!=)