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Autore: Otella    04/02/2011    3 recensioni
“Conserva le tue belle speranze, Waldorf. Non te ne pentirai, un giorno” aggiunse Chuck, sollevandosi con uno scatto dal tappeto, e si diresse verso porta bianca della stanza. Lanciando un’ultima occhiata alla ragazza, si dissolse, e Blair sentì il suo profumo, acqua di colonia di Hermès.
[Seguito di "Le premesse c'erano già da allora"]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Nate Archibald, Quasi tutti, Serena Van Der Woodsen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco che arriva il seguito di "Le premesse c'erano già da allora", una fanfiction scritta tempo addietro. Troverete le mie osservazioni a fine pagina. Buona lettura!
 

 

 

Le tue belle speranze

Una quiete insolita spirava all’interno della graziosa cameretta blu, in contrasto con rumori confusi e voci concitate provenienti dal piano di sotto. Blair Waldorf fece capolino dalla porta del suo bagno e avanzò verso lo specchio ovoidale posizionato accanto all’armadio. Si osservò con aria critica, partendo dal basso: indossava un paio di francesine bordeaux, con eleganti lacci dai riflessi dorati. Il tacco, molto alto, le donava un’aria quasi adulta, da donna. L’abitino rosso tiziano sembrava piuttosto corto, a stento le copriva le autoreggenti color carne, dal merletto di pizzo evidente, e la scollatura metteva in risalto il grazioso seno proporzionato della ragazza. Sulla testolina bruna spiccava un cerchietto dorato, con tanti piccoli pupazzi di neve stampati, e i lunghi boccoli le incorniciavano il viso non troppo truccato, giusto un po’ di mascara e un rossetto dalle tonalità tenui.
Blair si passò la mano sui fianchi, formosi al punto giusto, fece una smorfia allo specchio. Ma prima che potesse cambiare ancora qualcosa nel suo look, Dorota comparì sulla soglia della porta, con un amabile sorriso dipinto sul volto benevolo.
“Oh, Miss Blair. E’ così bella!” pigolò, giungendo le mani in grembo.
La ragazza si voltò, lasciando scorrere lo sguardo lungo la figura della donna. Questa, negli ultimi anni, aveva costituito per la giovane Waldorf l’unica fonte di tenerezza, materna o paterna che fosse, e si era rivelata la sola capace di prendersi adeguatamente cura di lei. Eleanor Waldorf intensificava sempre di più i suoi viaggi nelle famose capitali della moda, specialmente da quando Harold si era trasferito in Francia insieme a Roman. Un modello, un uomo. Scoprire l’omosessualità del padre aveva sconvolto Blair, ma la decisione di lasciarla lì, in quella casa così grande e così vuota, era decisamente stato il colpo di grazia. Per questo, l’unico “membro della famiglia” che la giovane accettava era proprio Dorota, che, con un cuore di madre, cresceva la piccola, anno dopo anno.
“Dici davvero?” domandò Blair, raddrizzando il cerchietto che si era spostato di un millimetro.
“Dico davvero. E credo sia giunto il momento di andare di sotto, gli ospiti iniziano ad arrivare” replicò la donna, scomparendo in bagno, per poi uscirne con in mano una boccetta di Chanel n 5.
“Un ultimo tocco…” aggiunse, e spruzzò il profumo sul collo e sui polsi di Blair, che sorrise appena – un gesto che le capitava molto di rado.
“Ti ringrazio, Dorota. Andiamo”
 
 
Eleanor Waldorf accolse un gruppo di aitanti modelli appena usciti dall’ascensore del grande appartamento. Questi le sorrisero, e presero a mormorare rumorosamente, come animali da cortile, probabilmente commentando la bellezza della stilista: un abito morbido blu navy metteva in risalto il colorito naturale del suo volto, non più giovane, ma ancora avvenente. Le lunghe gambe, scoperte dal ginocchio in giù, erano fasciate da un paio di collant turchesi, non troppo appariscenti, e ai piedi spiccavano un paio di graziose ballerine bianche, come tocco di semplicità domestica.
“Tua figlia dovrebbe esser già pronta da un pezzo…” borbottò la donna, sfrecciando come un fulmine al fianco di Harold Waldorf, suo marito – o, meglio, il suo ex marito. Questi si trovava in dolce compagnia: un uomo dal sorriso accattivante e dai capelli accuratamente pettinati gli stringeva il braccio destro, e abbassò il capo in cenno di saluto non appena vide Eleanor.
“Eleanor, mia cara!”
“Roman…”
“Vedi quell’uomo laggiù?” proseguì Roman, indicandole un tizio sulla cinquantina, alto e distinto, piuttosto ben vestito.
“Dunque…?” replicò lei, perfettamente consapevole del resto del discorso.
“L’ho invitato io. E non fa che fissarti…”
“Roman. Non ho bisogno che tu mi cerchi un uomo!”
“Ma io sono tuo amico…” sbottò il modello, contraendo il viso abbronzato in una smorfia di sdegno.
Ma gli amici non rubano il marito alle amiche” rispose Eleanor, ridendo di gusto, subito seguita da Harold.
 
Intanto Blair aveva raggiunto la sala gremita di ospiti, e rivolgeva un sorriso amabile – e piuttosto mellifluo- a chiunque le si avvicinava o le faceva un cenno. Individuò il padre poco distante, in compagnia di Roman ed Eleanor e si diresse di malavoglia verso il gruppo, non avendo alcuna intenzione di scambiare “quattro chiacchiere” con il fidanzato di Harold.
“Papà, madre, Roman” esordì, riuscendo diplomaticamente a celare il suo disprezzo.
“Orsacchiotta!”
Il padre la abbracciò con calore, ingenuamente inconsapevole del malessere della figlia, che non sfuggì tuttavia agli occhi di Eleanor.
Fa la brava bambina…” le sibilò, stando ben attenta a non farsi udire.
Blair sorrise a Harold, sincera. Era felice di rivederlo, ma avrebbe preferito che Roman non fosse tra i piedi. Questi, intanto, le aveva preso la mano e la scrutava con occhi sgranati, meravigliosamente stupito.
“Blair, sacrè bleu!!!! Sei così bella da fare invidia a tua madre!” esclamò con troppo entusiasmo, e ammiccò in direzione di Eleanor, che si congedò con un’alzata di spalle.
“Oh,si,certo,Roman. Grazie. Devo… devo andare da Nate, è appena arrivato” farfugliò la ragazza, lieta di aver trovato una scusa per allontanarsi dalla coppia.
Il suo fidanzato, Nathaniel Archibald, si guardava intorno con aria smarrita – cosa che accadeva molto spesso- con a fianco la madre, Anne Van der Bilt, in Archibald. Il padre, il Capitano Howard, si era allontanato qualche istante per parlottare al cellulare, con disappunto evidente della moglie.
“Signora Archibald, è un piacere vederla”
“Il piacere è mio, Blair. Ti affido Nate, vado a recuperare mio marito” replicò la donna, allontanandosi per raggiungere Howard, con il quale iniziò immediatamente a discutere.
I due giovani, intanto, si strinsero in un formale abbraccio. Nate non sembrava troppo coinvolto, ed un’ombra scura attraversava i suoi occhi azzurro-verdi magnetici.
Amore. E’ tutto apposto?” si interessò Blair, con una punta di ansietà nella voce.
Sì,sì. Hai visto Chuck?”
La ragazza si morse il labbro, pur sapendo che così il rossetto si sarebbe sbavato un poco. Non le piaceva l’idea di essere eclissata, ed era accaduto molto spesso, negli ultimi tempi. La magia di quel rapporto era scomparsa già da un po’, almeno per Nate, e così il trasporto che lui nutriva per lei.
“Non è ancora arrivato. Che ne dici se ci rifugiamo un poco nella mia stanza? Ho appena terminato Orgoglio e pregiudizio, e la purezza delle giovani descritte mi ha fatto venire voglia di abbandonare la mia castità…” gli sussurrò all’orecchio, tutto d’un fiato.
Nate corrugò la fronte, quasi infastidito.
“Magari un’altra volta, vado a vedere se sono arrivati Chuck e Serena” le rispose, brusco. Ma, scoprendo la delusione sul volto della fidanzata, si sforzò di sorridere, e le lasciò un distratto bacio sulla fronte prima di allontanarsi.
 
Blair sospirò. Non riusciva a capire come Nate –il Nate innamorato di lei- potesse declinare un’offerta simile. Ormai avevano entrambi diciassette anni, e fino ad allora il suo corpo era rimasto illibato, differentemente da quello di lui. Era successo con Serena a casa degli Hamptons, qualche tempo prima. Nonostante fosse un duro colpo – e il classico evento: la migliore amica e il fidanzato- la ragazza era riuscita a superarlo. E, dopo essersi psicologicamente, spiritualmente e fisicamente preparata a perdere la verginità con Nate, che tanto aveva atteso questo momento, adesso lui sembrava non volerlo più.
Il flusso di riflessioni fu interrotto dall’ingresso di Chuck Bass, impeccabile in uno smoking blu scuro dall’aspetto costoso, con un immacolato fazzoletto infilato nel taschino destro della giacca.
“Blair” esordì, raggiungendo la ragazza ai piedi delle scale, che non poté trattenere un respiro spazientito.
“Chuck. Nate ti stava cercando”
Abbandonata dal fidanzato,eh?” rise lui, allungando la mano per carezzare il mento di Blair. Questa, di scatto, afferrò il suo polso per stringerlo in una morsa e fulminò il ragazzo con un’occhiata furente.
Nessuno abbandona Blair Waldorf”
“E’ la tipica frase che utilizzi quando non sai cosa dire…” proseguì Chuck, liberandosi dalla stretta, quasi compiaciuto da quel tocco certamente non benevolo, né amichevole.
“Ti conosco bene, più delle mie tasche” aggiunse, e si allontanò con un sorriso irritante stampato sul volto da maniaco.
“Ignoralo, B
Una voce squillante costrinse Blair a voltarsi, e il suo sguardo si incagliò in quello di una figura radiosa, forse troppo, con i lunghi capelli –piuttosto disordinati- di un biondo così…biondo da far girare la testa.
Serena van der Woodsen. L’amore-odio della giovane Waldorf. Indossava un mini abitino violaceo, decisamente più corto e scollato di quello dell’amica, e un paio di stivali così alti che arrivavano a fasciarle le cosce. << Volgare >> pensò Blair, con disprezzo. Seppur anche lei si fosse lasciata un po’ trasportare dall’abbigliamento – le autoreggenti erano ancora appena visibili dal bordo del vestito rosso- si era mantenuta certamente più neutra e sobria della bionda accattivante, adottando il look “ti-vedo-non-ti-vedo” che non sembrava generare scandalo all’interno della sala, gremita delle più illustri personalità di Manhattan.
 
“Sì, grazie del consiglio, ci avevo già pensato da sola…” sbuffò Blair, indecisa sul da farsi. Ignorare Serena per l’intera serata sarebbe stato stancante, oltre che assolutamente impossibile. L’unica soluzione era darle spago per qualche tempo, giusto per assicurarsi di avere qualcosa da fare.
“Domani organizzo una serata di beneficienza al Frick. Sono riuscita a convincere Kate Spade e Oscar de la Renta, e mi hanno promesso che presenzieranno a questo evento. Sarai dei nostri, S?” domandò la giovane Waldorf, sforzandosi di adottare un tono neutro della voce.
“Oh,sììììì,certamente,B! Non me lo perderei mai!!” esclamò l’esuberante bionda, allungandosi per poter afferrare due bicchieri di champagne dal vassoio di un cameriere di passaggio. Ne porse uno a Blair, ed entrambe lo bevvero tutto d’un fiato, restando in silenzio per qualche minuto. Infine, Serena si decise a parlare, esitando un poco.
“Posso portare un amico con me?”
L’altra si accigliò, meravigliata. Un’altra conquista di Serena… perché era questo che si intendeva per “amico”, senza dubbio. Le sembrava di essere spettatrice di un vecchio film, “Alice”, in cui Mia Farrow si trovava circondata da uomini sotto l’effetto di strane erbe cinesi, tutti innamorati perdutamente di lei. Serena era esattamente così. Il miele con le api che ronzavano intorno. Blair, al contrario, si sentiva così disperatamente Holly Golightly, la coraggiosa eroina di “Colazione da Tiffany”, interpretata da Audrey Hepburn: in compagnia di un gatto chiamato Gatto,appassionata di bei vestiti,ma priva di un amore vero per paura di incontrare delusioni. Ma Holly, seppur dopo numerose peripezie, era riuscita a trovare il suo Paul.
Blair credeva di averlo trovato in Nate,ma…
“Chi sarebbe questo…amico?”
“Oh…” Serena sorrise, nervosa. Si era preparata psicologicamente a questa domanda, ma non era del tutto sicura degli effetti che avrebbe causato la risposta. “Si chiama Dan. Daniel Humprey. E’ uno scrittore, un creativo. Credo che mi piaccia,e…”
“Humprey!” la interruppe Blair, accigliata “Conosco una Humprey, Jenny Humprey. La pivellina del primo anno che tenta di imitare la mia perfezione, povera illusa… spero che non siano parenti!” aggiunse, con fare minaccioso.
“In realtà…è sua sorella,sì” farfugliò Serena, scoppiando in una fragorosa risata per tentare di sbloccare la situazione.
Blair sospirò, esausta. Non le piaceva sospirare, il sospiro era un tratto caratteristico della madre, alla quale non voleva – e non poteva- assomigliare per nulla al mondo. Eppure le capitava molto spesso, soprattutto negli ultimi tempi. Decise di lasciar perdere la questione, permettendo a Serena di portare il suo amico spazzatura di Brooklyn al Frick. Una regina degna di tale titolo fa sempre delle concessioni alle sue dame.
“D’accordo. Giusto perché mi sento magnanima questa sera”
“Oh, B! Grazie,grazie,grazie!” esultò la bionda, saltandole quasi addosso per poterla calorosamente abbracciare. Blair sorrise appena, un poco investita dalla tenerezza e dal compiacimento. In fondo, nonostante fosse un’usurpatrice, una ladra di attenzioni e di ragazzi, Serena era pur sempre la sua migliore amica. Ma alla giovane Waldorf non sfuggivano gli sguardi adoranti di Nate, che indugiavano sui fulgidi capelli dorati, sul corpo slanciato, sul sorriso smagliante della bella Van der Woodsen. Proprio allora, infatti, Archibald e Bass si avvicinarono alle due ragazze, entrambi con un bicchiere di Bloody Mary in mano.
“Oh, non c’è niente di più provocante del vedere i vostri corpi che si uniscono in un sensuale abbraccio, in particolare se uno dei corpi in questione è ancora inviolato…” ghignò Chuck, mostrando la lingua a Blair, che si ritrasse indignata.
“Sei un maniaco, Chuck “ lo apostrofò Serena, scuotendo la testolina bionda per il disgusto. “Dovresti vergognarti”.
Quello ignorò l’occhiata e il commento delle amiche, fermando una donna esageratamente alta, dai lunghi capelli rossi. Le sue intenzioni erano chiare.
Gli altri tre lo seguirono con lo sguardo, finchè non scomparve su per le scale.
Non sul mio letto, Chuck, questo non è un bordello!” raccomandò Blair, stando ben attenta a non alzare troppo il tono della voce.
Nate, intanto, ammirava l’abito quasi inesistente di Serena, la quale, come sempre, non se ne accorse minimamente.
“Ho bisogno di un altro drink! Andiamo, ragazzi?” domandò eccitata, prendendo a braccetto i due, con grande disappunto di Blair, che la percepiva come un intruso tra lei e il suo ragazzo.
“Devo rimettermi il rossetto prima. Che ne dici di accompagnarmi,S?” chiese di rimando, sperando ardentemente che l’altra la seguisse. Non aveva la minima intenzione di lasciarli soli.
Magari io e Serena ci avviamo,e poi ci raggiungi” consigliò Nate, lieto di liberarsi per un poco dalla presenza un tantino asfissiante della giovane Waldorf. Era una vita che non restava qualche tempo da solo con Serena e non aveva colto occasione migliore.
Blair osservò l’amica, sperando ardentemente di non sentirla dire…
Oh,sì,Blair. Ho assolutamente bisogno di un drink, non posso più aspettare! Raggiungici presto!” rispose quella, avviandosi verso il centro della sala, ancora aggrappata al braccio di Archibald.
<< Cosa sono il potere, la raffinatezza e l’ambizione di fronte ad una cascata di capelli biondi ed un sorriso smagliante?>> si domandò la bruna,con astio,mentre saliva le scale, diretta in camera sua. Questa, grazie al cielo, era vuota: Chuck aveva scelto un altro luogo per la sua squallida avventura. Dopo essersi accertata che anche il bagno fosse deserto, Blair si tolse il rossetto con un Kleenex, passandone sulle labbra un altro tipo, decisamente più scuro. Gettò poi un’occhiata all’elegante orologio da muro dell’Alessi, regalatole dalla madre dopo uno dei suoi viaggi in Italia, e si accorse che era quasi giunta la mezzanotte. Probabilmente di sotto erano già pronti per festeggiare il nuovo anno. In fretta, scese i gradini che la separavano dalla sala, ma si fermò proprio sull’ultimo, colpita dalla vista di un tenero quadretto: Nate, sul divano, teneva sulle ginocchia Serena, ed entrambi chiacchieravano amabilmente con Harold, che sembrava piuttosto a suo agio in quella situazione. Il cuore di Blair smise di battere,o,forse,batteva troppo forte. Un istante dopo, Eleanor sollevò il proprio bicchiere di champagne e diede inizio al conto alla rovescia, da brava padrona di casa quale si riteneva.
“Cari amici, prepariamoci insieme a salutare il vecchio anno, augurandoci che questo nuovo porti amore,serenità…e qualche vestito firmato Eleanor Waldorf!”
Tutti i presenti risero, applaudendo con calore, per poi sollevare a loro volta i calici colmi di Laurent Perrier.
Dieci,nove,otto…”
<< Adesso vado da Nate >> pensò Blair, e fece per avviarsi in direzione del suo ragazzo, ma era come se i piedi le restassero incollati al suolo,incapaci di muoversi.
Sette,sei,cinque…”
I due si strinsero ancor di più in un caldo abbraccio, e la giovane Waldorf fu costretta a distogliere lo sguardo.
Quattro,tre,due…”
Per un attimo, Chuck incrociò lo sguardo di Blair.
Uno… !!!”
La sala esplose in un boato di applausi e grida. Le coppie presenti si baciarono con passione, compresi Nate e Serena, che però si limitarono ad un bacio sulla guancia, forse troppo rumoroso.
Blair ne rimase di sasso. Nathaniel non si era neppure degnato di andarla a cercare e di accogliere insieme a lei il nuovo anno, come farebbe un bravo fidanzato. Probabilmente non era un bravo fidanzato…
Fece dietro front, convinta che nessuno se ne fosse accorto, e, per l’ennesima volta quella sera, risalì le scale fino a raggiungere la propria stanzetta, in attesa di crollare in un pianto liberatorio. Sapeva che sarebbe successo, da un momento all’altro, e ringraziò il cielo che non fosse accaduto proprio in quell’istante,perché Chuck Bass l’aveva seguita. Si accovacciò di fronte a lei, sul tappeto persiano color carta da zucchero, e le sorrise. Un sorriso genuino, senza traccia della sua solita ambiguità.
“Le cose cambiano, Waldorf. Fattene una ragione”
“Non mi dici niente di nuovo, Bass. Ma ancora non comprendo cosa ci faccia tu qui adesso” ribattè Blair, celando il compiacimento che nutriva dalla presenza del giovane, l’unico ad essersi avveduto della sua fuga improvvisa.
“Rimembro ancora di quel capodanno di tanti anni fa. Avevi un abitino di velluto rosso, lo stesso rosso tiziano che indossi oggi…” proseguì lui, allungando una mano per sfiorare appena il vestito di lei, all’altezza del ginocchio “Una brava bambina piena di belle speranze. Mi piace ricordarti così. O meglio, mi piace pensarti così, perché lo sei ancora,Blair. Piena di belle speranze. E credo che la tua ambizione sia troppo grande per poter trovare spazio in un luogo così piccolo
Blair lo guardò sottecchi, sbigottita dalle sue parole. E, per un attimo, le sembrò di provare quello che si prova quando la verginità viene tolta:intensità. Si sentiva intensa agli occhi di lui, nuda, spogliata di ogni abito firmato e dei suoi soliti cerchietti. Aveva costruito un muro intorno alla propria purezza fisica, attendendo che arrivasse il momento giusto con Nate per lasciarsela alle spalle. E Chuck, senza preavviso e autorizzazione, si era permesso di denudarla intimamente, violandola. Blair sarebbe dovuta essere furiosa, come osava, come osava Chuck Bass…
So cosa stai pensando” continuò il ragazzo, arrestando il flusso dei suoi pensieri “ Lo so bene. << Ma chi sei tu, che, così protetto dalle tenebre, sorprendi i segreti miei? >> Shakespeare. Giulietta al balcone, rivolta a Romeo. E’ una delle tue opere preferite
Blair aprì la bocca per parlare, ma non uscì alcun suono dalle labbra dipinte di rosso scuro. Avrebbe voluto ribattere, contraddirlo, ma non ne trovò il coraggio.
Conserva le tue belle speranze, Waldorf. Non te ne pentirai, un giorno” aggiunse Chuck, sollevandosi con uno scatto dal tappeto, e si diresse verso porta bianca della stanza. Lanciando un’ultima occhiata alla ragazza, si dissolse, e Blair sentì il suo profumo, acqua di colonia di Hermès.
<< Mi piace ricordarti così. Le tue belle speranze >>



Note
- Chanel n 5 è davvero il profumo di Blair, me ne sono accorta in una puntata della quarta stagione.
- L'adorabile battibecco tra Roman ed Eleanor è realmente avvenuto in una puntata della prima stagione, non ricordo esattamente quale. In particolare, la famosa stilista pronuncia la frase "Ma gli amici non rubano i mariti alle amiche".
-Il Frick esiste davvero,è un museo.
-Il film "Alice" con Mia Farrow è citato in uno dei libri della saga "Bad Girl", di Cecily Von Ziegesar.
-Nel definire Dan "amico spazzatura di Brooklyn" mi sono solo immedesimata in Blair, vedendo la cosa dal suo punto di vista.

  
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