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Autore: Yumeji    04/02/2011    5 recensioni
Alfred e Francis cominciano una discussione che non avrà buon esito, difatti, si sfidano a chi conquisterà per primo il cuore di un certo inglesino scontroso e piuttosto associale... Non è detto però che Arthur accetti benevolmente la corte di questi due, e se fosse già impegnato?
Ecco a voi i tentativi "assurdi" (e con risultati demenziali) di due nazioni che hanno avuto la pessima idea di giocarsi l'amore di Inghilterra...
Avvertenza: Potrebbe contenere azioni altamente "fuori dal normale"
[Scusate la lunga assenza]
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo:

La calma prima della tempesta

 

 

 

Sono le 23:00 di un giorno imprecisato dell’anno. Uno qualunque a vostra scelta, basta si trovi tra l’ultima giornata di ottobre e il primo di novembre, che per le strade vi siano decorazioni orribili di fantasmi, mostri e spettri vari, e bambini in costumi orripilanti vadano in giro a rompere le scatole alle “povere persone sfortunate” in cui, suddetta sera, hanno avuto la pessima idea di rimanersene a casa.

Bene. Adesso spostiamoci della strade di una normale cittadina nella notte di Halloween (si, perché è Halloween, non si era capito? xD ) ed entriamo in un oscuro e tetro maniero, dove persone di varie nazionalità sono state tutte riunite per partecipare alla festa più gloriosa, magnifica ed epocale di sempre.

Almeno questo era l’intento...

Sono sicuro che ovviamente abbiate già capito, chi siano queste persone, ma per sicurezza ve le presento: sono le nostre “adorate” nazioni. Sparpagliate in piccoli gruppi in quel grande salone, di cui lampadari d’epoca riuscivano a malapena ad illuminarne tutto quel immenso spazio.

I muri erano ricoperti da finte (o almeno si sperava) ragnatele e altre decorazioni orripilanti, nonché di pessimo gusto, e vari tavoli con cibarie erano sparpagliati qua e là, senza alcun ordine preciso.

Una musica di sottofondo cercava di ravvivare quel ambiente, ben più che mortuario, anche per la notte di Halloween. Con scarsi risultati.

Perché le nazioni stavano in disparte, divise in gruppi di massimo tre o quattro persone, parlando solo tra loro, e nessuno ballava.  

Da una parte, ad esempio,  si trovava Feliciano vestito da angioletto, insieme a Frankenstein Ludwig e NekoKiku, ovviamente trascinati lì quasi a forza dall’italiano, che ne aveva persino scelto i costumi. Poi c’era un Antonio piuttosto allupato, travestito da lupo mannaro, a cui piaceva molto il vestito da diavoletto di Romano (deciso sempre dal fratello), difatti, lo rincorreva avanti e indietro per tutto il salone, con la bava alla bocca e pensieri poco casti, ma Italia del Sud non sembrava molto ben disposto a farsi acchiappare.

In un altro angolo della stanza invece, seduta su un divanetto, c’era Ungheria, con indosso una succinta divisa da poliziotta, il cui sorriso bonario e guancie arrossate, tradivano un alto tasso alcolico nel sangue. Di certo,  l’aver dovuto passare a forza l’intera serata con Prussia non le aveva fatto bene.

Non che Gilbert fosse messo meglio, stravaccato com’era a terra, svenuto, in pieno coma etilico. 

Purtroppo per Elizabeta, Roderich si era sentito male solo poche ore prima della festa, e lei non aveva fatto in tempo a trovare qualcun altro che le facesse da accompagnatore. Aveva dovuto badare a Prussia che, in assenza dell’austriaco, se l’era spassata a stuzzicarla, rendendole impossibile godersi il party. Ovviamente, tutto questo era successo prima, che crollasse a terra. Inseguito alla sua ennesima gara di bevute.

Ma ora lasciamo stare queste nazioni ei loro problemi,  e dedichiamoci ad altre due di loro che, poco lontano, stavano avendo un accesa discussione.

 

 

-Come non lo capisci? Io sono l’eroe che salva la principessa! È ovvio che sceglierà me..- disse orgoglio America, salendo sopra un tavolo prendendo una posizione “eroica”, mentre indossava un costume da Superman, 

-Ti sbagli, la principessa è sempre salvata dal suo principe azzurro. Sarò io a vincere- dissentì Francis, portandosi una rosa al volto, sfoderando tutto il suo fascino. Era vestito d’un abito azzurro, intinta con i suoi occhi, simile a quelli indossati un tempo dai nobili aristocratici. I capelli erano legati dietro, in una coda bassa, da un nastro dello stesso colore.

-Sempre se la principessa non scelga di baciare il rospo... Ma questa versione potrebbe valere per entrambi *hic*- commentò acido Inghilterra, intromettendosi nella loro discussione.

Era privo di alcun costume, nonostante quella fosse una festa in maschera e, dal rossore che gli tingeva le guance e dal bicchiere mezzo vuoto in mano, si vedeva che era già brillo.

-Hey, Arthur, anche tu qui?.. Credevo che i party non piacessero ad un vecchio matusa come te- intervenne Alfred, finalmente scendendo dal tavolo, facendo svolazzare di proposito il proprio mantello, cosi che coprisse in parte il francese, a cui la cosa urtò leggermente i nervi.

-Sono stupito che tu conosca la parola “matusa”- fece Francia strattonando quella fastidiosa tovaglia rossa (cosi l’aveva definita, vista la sua totale mancanza di eleganza) calatagli sul viso, facendo perdere l’equilibrio all’altro, che finì faccia a terra, seguito dallo STRASH del tessuto.

Con estrema calma e gli occhiali leggermente storti, l’eroe si alzò.

Aveva l’urgente bisogno di spaccargli la faccia, visto lo strappo nel mantello, ma invece si limitò a scagliargli uno sguardo furente, al quale ovviamente Francis ricambiò. La trovata di Alfred: “volata giù dal tavolo”, aveva fatto rovesciare una  bottiglia di vino che ci stava sopra, rovinando cosi anche il costume del francese.

-.. Si *hic* , anch’io- ammise Arthur, in risposta all’affermazione di Francia, ignorando del tutto i loro atteggiamenti, preannuncianti una rissa.

L’inglese portò di nuovo il bicchiere di liquore alla bocca, finendolo in un unico sorso, –Oh, cavolo già finito!- esclamò contrariato, ritrovandolo vuoto, appoggiandolo poi sul tavolo al suo fianco.

Solo allora notò la gocciolina superstite sulla punta del suo indice.

Nello stato in cui si trovava, Inghilterra non ci pensò un istante ad avvicinare il dito alle labbra, leccando via il suo prezioso rum, abbeverandosi di quell’ultima goccia. Forse però ci mise un po’ troppa passione con quella lingua. Non che la cosa gli importasse.

Per una volta l’alcool non gli dava cattivi pensieri, come di solito gli succedeva quando era in un pub, quindi sorrise felice tra se e se, ritenendosi soddisfatto.

 

Sembra essersi completamente dimenticato delle presenza delle altre due nazione, la cui attenzione si era improvvisamente spostata su di lui, facendogli persino dimenticare del loro piccolo diverbio.

-Allora Angleterre, cosa ti porta qui?.. Di solito non ami la folla- gli domando Francis, incuriosito, sorridendogli dolcemente, nascondendo malamente uno sguardo pieno di malizia.

Ridotto cosi Arthur sembrava divenire una preda sin troppo “facile” per il francese.

-Mi ci hanno costretto- rispose laconico l’altro, sbuffando, intanto che con lo sguardo cercava un’altra bottiglia al quale attaccarsi, nemmeno si era accorto che Francia gli si era avvicinato.

-Oh, e chi è stato?- chiese Alfred, approfittando della distrazione dell’inglese per tirare indietro quel vinofilo, afferrandolo per i capelli. Non ci capiva il motivo, ma l’atteggiamento di Francis  gli aveva fatto ricordare una scena che aveva visto una volta in un documentario (si, ogni tanto guardava Animal Channel) in cui c’era un feroce lupo che si lanciava famelico su un piccolo coniglio.

-*hic*... – per un attimo, Arthur smise la sua importantissima ricerca di alcolici per guardare con aria assorta Alfred, che minacciava con un paio di forbici (trovate chissà dove) la chioma bionda di Francis, il quale invece stringeva tra le mani la fine del mantello del costume dell’americano, nel tentativo di strapparlo nuovamente. -Quello stupido di un rappresentante *hic*, dice che le feste sono un buon modo per fare amicizia *hic*...- spiegò, alzando le spalle sulla scena che aveva di fronte. Neanche se fosse stato sobrio la cosa lo avrebbe stupito. – Mi ha detto che dovrei uscere di più- continuò sbiascicando un po’ le parole, rendendo quasi incomprensibile la parola “uscire”, ma Alfred e Francis sembrarono comprenderla ugualmente.

“Deve uscire di più e fare amicizia... Un occasione perfetta!” pensarono entrambi nello stesso momento, sorridendo quasi malignamente, “Vedrai Francia/America sarò io a conquistare la principessa..” si dissero tra loro in un intenso scambio di sguardi, mentre tentavano ancora di scannarsi a vicenda.

-Uh... *hic*- per qualche strana ragione ad Arthur cominciarono a fischiare le orecchie.

 

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SAAALVE gente ^^ ... Spero che questo piccolo Prologo vi sia piaciuto, so che non è molto, ma serviva per aprire la strada alla vera storia che comincerà nel prossimo capitolo, che sperò pubblicherò tra breve ^^
Comunque un avvertimento: essendo questa cap molto breve, ho aggiunto un paragrafo iniziale (credo che lo abbiate notato xP ), per dare, cosi per dire, uno spazio su cui collocare i vari pg. Ecco, questo paragrafo potrebbe essere visto anche come “voce narrante”, volevo solo avvertirvi che non essendo abituata a scrivere con un narratore, dal prossimo capitolo sarà del tutto assente....

Vaaa ben, mi sono dilungata anche troppo, quindi:
Ci vediamo al prossimo capitolo...

Bye-bye ;-)))
 

p.s: scusate gli eventuali errori di battitura ^^ e commentate PLEASE!!! >.<’’’

  
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