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Autore: DiSo    04/02/2011    1 recensioni
Il messaggio destinato al lettore spiega che non è importante quanto amore si doni, ma quanto amore si mette nel donare.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quanto amor vorrei donarti,
l’infinito non posso a te dare
per la paura che ho di amarti
e ancor meno non riesco a te pensare
 
Ma grande è la paura di lasciarti
Perché mai il sole potrò abbandonare,
continuerò sempre ad amarti
e mai la luce potrò lasciare
 
Senza di te il cielo perderebbe il suo color
la mia vita indegna di essere vissuta
e il mio sogno irrealizzabile
 
Sognerò ancor di bruciarmi del tuo amor
ché sei la gioia più bella mai avuta
e il mio donar a te incontrollabile

 
Incerte rimangono tutt’ora alcune fonti del sonetto, in particolare il destinatario a cui è indirizzato. Possiamo certamente dedurre che il testo sia destinato alla donna amata dal poeta, la quale ,nonostante sia lontana da lui più di quanto sembri, è diventata un sogno quasi irrealizzabile.
Ma soprattutto sappiamo che il sonetto che segue sia la chiave attraverso il quale l’autore intende manifestare tutto il suo amore per la donna amata.
L’uso di alcune “iperbole” (l’infinito non posso a te dare) lascia pensare che il poeta ,essendo un comune mortale e la donna una creatura angelica come Beatrice per Dante, non sia in grado di donar tanto amore ad una persona al di sopra di lui, sotto diversi aspetti.
Il messaggio destinato al lettore spiega però che non è importante quanto amore si doni, ma quanto amore si mette nel donare.
Parlando del piano stilistico e sintattico, nel testo troviamo spesso la ripetizione del pronome personale “tu”, il che mette in risalto la predestinazione del messaggio. Inoltre, l’autore non intende parlare solo di se o solo della donna, ma di entrambi: di se e della donna.
Nella seconda quartina l’autore si riferisce ad essa attraverso un paragone con alcuni elementi naturali, come il sole, che è la fonte e l’energia di tutto il mondo.
Inoltre, il “ma” iniziale indica un “cambiamento di tono” e in particolar modo, tutte le paure che si annidano intorno al poeta, come ad esempio la paura incontrollabile di perdere la donna amata.
Dal punto di vista sintattico, vi sono delle alternanze tra due tempi verbali: il condizionale ed il futuro.
Nella prima terzina, egli adopera l’uso del condizionale e indica una possibile sofferenza che ,una volta aver perso il suo amore, può cambiare per sempre il suo destino. Nell’ultima ,invece, vi è l’uso del futuro, nel quale l’autore intende dare un valore nella speranza di poter risentire ancora una volta la presenza della sua donna ormai irraggiungibile.
   
 
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