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Autore: kyelenia    04/02/2011    4 recensioni
Alzi il bicchiere in un brindisi silenzioso, il tuo riflesso imita il tuo gesto e avvicina il bicchiere a te. Sai che è solo uno specchio in realtà. [...]Il vostro è un amore infinito. Lento e amaro.
Brucia come il Jim Beam quando scende per la tua gola.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brian Kinney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brucia

 

Hai sempre amato la sensazione del Jim Bean che scende lungo la gola e brucia.

Bevi un sorso dal bicchiere, riempito solo a metà, e senti il percorso dell'alcool lungo la tua gola, fin dentro lo stomaco.

Ti riscalda, anche se è un calore falso, è un calore amaro.

L'odore del Jim Beam è come il suo sapore, è un concentrato di mais e alcool allo stato puro.

Il Jim Beam odora di rimpianto.

E' strano questo accostamento, perché dubiti che il rimpianto possa avere un odore, o un sapore, ma tu hai imparato ad associarlo al bruciore che aggredisce la tua gola quando ingoi il whiskey.

Cosa può davvero rimpiangere Brian Kinney? La puttana più felice e ricca e piena di sé che il mondo omosessuale abbia mai visto?

L'amore.

Brian Kinney e amore. Ridi per l'ossimoro costituito da questo accostamento.

Ti sei sempre divertito a dire che l'amore non fa per te, che per te bastano le scopate.

E la vita ti ha accontentato.

L'amore (hai davvero usato questa parola?) ti ha sfiorato.

"Touché" hai detto con un sorriso storto, il tuo sorriso storto.

E poi si è eclissato. Silenziosamente.

A tal punto che adesso dubiti di averlo mai incontrato. Come un vecchio amico. O un incontro surreale con un vecchio amante. Gli hai stretto la mano, stavi per lasciare che ti riscaldasse con il suo calore, e poi... Svanito nel nulla. A volte, quando sei totalmente ubriaco, giochi a cercare negli angoli della tua casa dove si sia nascosto. Perché non ti senti abbandonato del tutto.

Ma la vita ti ha salvato.

Ha permesso che tu ti conservassi come l'instancabile scopatore che sei sempre stato.

Quello di cui, lo sai, Justin si è innamorato. Ingenuo e imberbe diciassettenne.

Gliel'hai detto una volta: "la bestia indomabile".

E' questo che sei sempre stato, no?

 E allora perché il sapore del Jim Bean, dio quanto hai sempre amato questa bevanda, è così pungente? Non ti dà alcun sollievo.

La vita è diventata una sfida col mondo circostante. Il gioco di chi ride per primo. Soltanto che, tu lo sai, perderà chi per primo crollerà. Crollerà la tua maschera di classe, di gusto e di divertimento, o il sorriso di Michael? Che vuole farti credere che non è preoccupato per te. E allora ti gira sempre intorno come un'ape, con un sorriso incollato sulle labbra e sempre su di giri.

- Non ho bisogno di nulla - gliel'hai ripetuto fino alla nausea, hai finito per crederci anche tu.

Hai tutto ciò che hai chiesto alla vita: la giovinezza eterna (che cazzo, il tempo su di te non sembra avere effetti!), soldi a palate e tutta Pittsburgh, almeno la metà che ti interessa, ai tuoi piedi.

Eppure una voce dentro di te (che no, non tace, non importa quanto tu possa tentare di soffocarla), si fa sentire con prepotenza nei momenti in cui abbassi le difese.

E' la voce del rimpianto.

Perfetto. Kinney ti sei definitivamente fumato il cervello.

Adesso il rimpianto non ha solo un odore, e un sapore, ma anche una voce.

E magari un paio di occhi azzurri. E un sorriso da "Raggio di Sole". Questo nome ti colpisce come una scarica elettrica.

Tremi.

Devi alzare i riscaldamenti, c'è troppo freddo in questa casa.

Quanto tempo è che non mettevi piede a Britin? Eppure è sempre tua.

Ti abbandoni sul divano, coperto da un telo bianco impolverato. E fanculo, chi se ne fotte anche se sporca il tuo completo Armani. 2000 dollari di puro splendore. Con la mano destra avvicini il bicchiere alla bocca e sorseggi pigramente. Non sarebbe di classe altrimenti. Non è chic bere tutto d'un sorso.

Alzi il bicchiere in un brindisi silenzioso, il tuo riflesso imita il tuo gesto e avvicina il bicchiere a te. Sai che è solo uno specchio in realtà.

- Alle vecchie checche piene di rimpianti. E a chi invece non ha nulla da rimpiangere.

Ti risponde soltanto l'eco della tua voce, in un salone che puzza di stantio, di mobili troppo vecchi e di rimpianto.

Dannazione! Il rimpianto non aveva l'odore del Jim Beam? Il Jim Beam ha un odore molto più buono di quello di una stanza che non prende aria da troppo tempo.

Hai un rapporto di odio-amore con questo palazzo. E' tutto ciò che non sei, che non sei mai stato, che non avresti voluto essere e da cui Justin, dio lo benedica, ti ha salvato. Eppure non ti spieghi perché da quel momento senti perennemente un vuoto all'altezza del cuore.

Adesso sì, che sei davvero senza cuore. Justin l'ha impacchettato, l'ha nascosto in mezzo alle cose che si è portato a New York, ed è volato con lui nella Grande Mela.

Mentalmente lo ringrazi. L'assenza di questo piccolo organo non ti permette di soffrire. Ti lascia semplicemente un vuoto. Proprio lì, dove tutti hanno un organo cavo che batte e pompa sangue e vita. Il tuo cuore è educatamente silenzioso. E' chic. Non ti spieghi perché, se davvero è a New York, quando poggi la mano sul polso carotideo puoi facilmente contarne i battiti.

Uno.

Due.

Tre.

Il cuore c'è.

Ma il senso di vuoto non ti abbandona.

Brutta bestia la nostalgia.

Ti rende odiosamente e pateticamente malinconico.

Una vecchia checca piena di rimpianti. Una vecchia checca che rimpiange l'amore della sua vita.

Justin è felice.

Come sempre, questo pensiero ti rassicura e ti fa sentire di merda allo stesso tempo.

Il rimpianto ha anche un volto. O un'immagine più che altro. E' una foto vista su un giornale. Ha il volto di Justin, che sorride al suo compagno mentre tiene in braccio la bambina che hanno adottato.

E ha il sorriso del suo compagno. E' stato un istante, uno scherzo giocato dalla stanchezza, ma i tuoi occhi affaticati dal lavoro (che cazzo, dovrai pure metterti gli occhiali adesso?) hanno sovrapposto il tuo voto a quello di Andrew, un affascinante regista rivoluzionario e politicamente impegnato che ha rubato il cuore del tuo Raggio di Sole.

Sono passati sei anni. Aveva anche il diritto di rifarsi una vita, dopo le mille volte che hai respinto le sue telefonate e cestinato le sue e-mail.

Non vuoi sembrare ingrato. Perché non lo sei.

Tu vivi e respiri ogni giorno, come chiunque altro.

Ti alzi la mattina grato di aver ancora la forza di farlo. Vai a letto spossato da una maratona di sesso.

E sei felice. Forse non esattamente. Però non ti piangi addosso.

Tranne quest'unico giorno dell'anno.

Le date per te non hanno mai significato nulla.

Il 18 ottobre tu festeggi la nascita del tuo cuore. Il primo battito vitale. Che ha il volto di Justin, l'odore di Justin e il suono dei suoi gemiti rochi e eccitati.

E festeggi la nascita di tuo figlio.

E' strano come tutto cambi improvvisamente.

Il giorno prima eri la solita puttana spensierata, il giorno dopo un padre responsabile e un amante devoto.

Questa è una stronzata. Te ne rendi perfettamente conto nonostante tu sia decisamente alticcio.

Quei due ragazzi ti sono entrati nel cuore lentamente, come un veleno letale eppure dannatamente dolce. Ci hai messo anni ad amarli, o almeno ad ammetterle di farlo, anche se ne preciso istante in cui i tuoi occhi si sono posati su di loro, prima sull'uno poi sull'altro, il tuo cuore ha battuto più velocemente.

E' stato il primo gesto d'amore.

Allora questa volta brindi a chi ha amato, e non si pentirà mai di averlo fatto perché è stato qualcosa di totalizzante e profondo e sincero e inevitabile.

Trilla il cellulare.

Lo afferri e ti sforzi di leggere il testo del messaggio, nonostante la vista resa leggermente sfocata dall'alcool.

"E' bello ricordarsi una volta l'anno che anche i bastardi hanno un cuore. Tranquillo, il tuo batte ancora."

Non c'è bisogno neanche che tu legga il mittente.

Solo Justin può farsi sentire una volta l'anno, nel momento in cui tu ti stai abbandonando alla nostalgia e all'autocommiserazione, e tirarti fuori un sorriso. All'inizio è tirato e sforzato, poi si apre in una risata sincera e rumorosa. Una risata di gola.

E sai che finché quel messaggio l'anno arriverà, il 18 ottobre il tuo cuore batterà più velocemente. E tu sentirai di essere ancora vivo.

Respiri.

Improvvisamente più leggero eppure di nuovo pieno.

Il tuo cuore è arrivato svolazzando da New York.

Ha il suono di un cellulare che avverte che è arrivato un messaggio.

Porta con sé l'odore di un Raggio di Sole, un semplice raggio di luce e calore impalpabile e invisibile. Eppure che per te ha una conformazione ben precisa.

Porta con sé la sensazione di pelle morbida al tatto. Di capelli biondi, lisci e setosi. Di sorrisi che fanno aprire al cielo e del sesso più stupefacente che tu abbia mai fatto nella tua vita.

A volte ti chiedi se, almeno quel primato, Justin te l'ha lasciato. O se Andrew (anche nella tua testa, quel nome lo pensi con una punta di disgusto) è più bravo di te a letto.

Non lo credi possibile.

Tu e Justin avete avuto almeno quello: una perfetta intesa fisica. Corpi che si chiamano, che duettano, che ballano un tango argentino sensuale e passionale.

Justin è una canzone di cui ti sfuggono le note, dopo che non l'hai sentita per così tanti anni.

Eppure Justin è la cosa più certa della tua vita.

E' la certezza che rinnova ogni volta la tua voglia di vivere, la forza di respirare.

Justin ha l'odore, il sapore, del più grande rimpianto e della più totalizzante gioia.

L'hai sempre saputo che le cose davvero grandi sono destinate a bruciare inun impeto di gloria.

Non riesci davvero a rimpiangere le scelte che hai fatto. Perché i 5 anni accanto a Justin sono valsi più di una vita intera.

"Respiro ancora".

Le tue dita passano veloci sui tasti del cellulare.

Lui capirà. Come sempre, leggerà le dichiarazioni d'amore e di rimpianto.

Il vostro è un amore infinito. Lento e amaro.

Brucia come il Jim Beam quando scende per la tua gola.  

 

Quanto tempo è che non scrivo di questa coppia? Beh, ne avevo voglia. Non è nulla questa shot, se non un flusso di pensieri, libero e malinconico. E' comprensibile? Perché a volte mi lascio andare con le parole, senza accorgermi che quello che nella mia testa è assolutamente chiaro può risultare privo di senso.
Come si chiama la figlia di Justin? "Azzurra", come la bambina che Randy Harrison ha adottato col suo compagno.

Spero che questa follia vi sia piaciuta, nonostante sia totalmente priva di significato e ingiustificata. Un po' di amarezza ci vuole ogni tanto.

   
 
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