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Autore: Isaac Clarke    05/02/2011    0 recensioni
E' un horror, d'azione, romantico, ambientato nel futuro. Dove? Beh, lo vedrete, se leggerete la storia XD Sperò vi piaccia u_u Ah e.. E' la prima storia che scrivo XD Quindi scusate se magari non sarà il massimo =P P.S. Ci sarà l'happy ending u_u
Genere: Horror, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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"Cos.." "Per.." "Non è la.." "Non può essere.." "NON FARLO!!!"

Si era svegliato di soprassalto, dopo che quelle voci, che quei ricordi, sbattessero nella sua testa come un ariete su una porta di legno.

???: "Cosa? Che posto è questo?.. Dannazione.. Mi fa male la testa.. Ma.. ... Chi sono?.."

Si guardò in giro. Il posto dove si trovava era.. Buio. L'unico spiraglio di luce presente in quella stanza era un neon mezzo rotto che si accendeva e spegneva ad intermittenza.

Ciò che quel neon illuminava, oltretutto, non era una bella vista. Illuminava una stanza alquanto lurida, con pareti nere metalliche, grondanti di qualcosa di estremamente grasso, nero e melmoso, quasi come fosse petrolio. Per terra si trovavano svariati oggetti, caduti da un tavolo spaccato a metà. Al lato opposto della stanza vi si trovava una porta, metallica come il resto delle pareti, con delle sbarre nella parte superiore, quasi come fosse.. La porta di un carcere.

Il suo vestito era simile a quello di un militare, o di un poliziotto, era nero, ad aveva pezzi di una corazza metallica fasciati attorno.

Guardò nelle tasche. Lì, trovò un foglietto.


"Qualunque cosa accada, ricorda sempre che ti amo, Rage*. Jessica."


Note dell'autore:
*Rage và letto "Reig", per chi non avesse buona conoscenza dell'inglese. Oltretutto, vuol dire rabbia, ma non è per questo che ho scelto questo nome, solo suonava figo XD

"NON FARLO!!!"

Un altro ariete. Questa volta però lo ricevette direttamente al cervello, non alla porta.

Rage, si alzò in piedi. Era come se il mondo intorno a lui ondeggiasse, come fosse in una nave, e la luce ad intermittenza, come se fosse un sole abbaiante, di un bianco candido.

Zoppicando, raggiunse la porta. Guardò dalle sbarre.

Un corridoio, uguale alla sua stanza, si apriva in avanti ed alla sua destra.

Una scia di sangue, lo percorreva interamente.

Rage: "Cos'è questo posto?.. Perchè sono qui?.."


"YAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHH"


Un urlo, acuto come due pezzi di ferro che stridono l'uno contro l'altro. L'urlo di una donna.

Rage cadendo a terra si mise le mani alle orecchie, provando a attutire quel suono, ma era come se arrivasse direttamente al cervello.

Si alzò in piedi, e guardò di nuovo dalle sbarre.

Le sue braccia erano lunghe, così lunghe, da tenersi alle pareti con quelle, da camminare sulle pareti. Un braccio su un muro, l'altro sull'altro muro.

Non aveva gambe. Non sembrava mai averne avute. Non le servivano.

Non aveva occhi. Non le sarebbero mai serviti.

Non aveva orecchie. Lei sente le vibrazioni, non sente i suoni.

Non aveva naso. Perchè per sentire gli odori, usava la bocca.

Già, infatti. Aveva una bocca.

Perchè lei, l'unica cosa che faceva, era sbranare le sue povere vittime.

La sua pelle era come sciolta, i suoi arti allungati, le sue unghia come artigli.

La sua bocca, enorme, circolare, e con la stessa quantità di denti, che solo uno squalo potrebbe avere.

L'unica cosa che avesse, di simile ad un umano, era la piccola parte di busto, che si vedeva sospesa a mezz'aria.

Rage, andò verso il tavolo rotto, trasportò i pezzi fino alla porta, sperando di rallentare quel mostro. 


Il suo cuore batteva così forte che sembrava scoppiare ad ogni battito nel suo petto e l'emicrania dovuta a quell'urlo peggiorava di secondo in secondo, come se gli sbattessero il cervello da un lato all'altro del cranio.

Il mostro iniziò a provare ad aprire la porta.

Rage si guardò in giro, dentro quella stanza buia, e vide una cosa che prima non era riuscito a vedere.

Un condotto di ventilazione.

Corse immediatamente a staccare la grata, non appena l'ebbe staccata, si ci infilò dentro. In quel preciso istante, il mostro sfondò la porta.

Rage non vedeva niente. Tutto intorno a lui era completamente buio, in lontananza continuava a sentire l'urlo di quell'essere.

Il suo cuore iniziava a calmarsi, dentro a quel cunicolo di ferro gelido.

Rage: "Non riesco a capire.. Perchè mi trovo in questo posto? Cos'era quell'essere?.. ... Jessica, uh? Chissà chi è.."

Il ferro del quale era fatto quel piccolo cunicolo, iniziò a tremare, quasi fosse un terremoto. Ma si sentiva, si capiva, dalle vibrazioni.

Quelle vibrazioni, erano il movimento di qualcuno. Qualcuno che veniva incontro a Rage.

Si sentiva sempre di più. Il suo respiro affannoso, si avvicinava sempre di più.

Era come se di fronte a Rage ci fosse una persona che non riuscisse a respirare, ogni suo respiro, era come se passasse a malapena dalla sua gola.

Poi, quel suono. Come se stesse odorando la pelle di Rage, come se già dentro di se, lo stesse mangiando.

Rage, iniziò lentamente ad indietreggiare.

Un pezzo di carne, calda, toccò il suo braccio, la sua spalla, la sua gola. Iniziò a stringere.

Rage provò a liberarsi, ma non riusciva a staccarlo dal suo collo. Gli mancava il respiro.

Rage: "Non.. Così.. Non.. ..."

Jessica: "Rage! Hey Rage! Sveglia pigrone! Oggi dobbiamo andare a lavoro! Non vorrai mica lasciarmi da sola? Ci sono un paio di colleghi che mi guardano con certi occhi.. Potrebbe succedere che uno si confessi.. IhIh"

Rage: "Non se ne parla! Il primo che fa una cosa del genere lo defenestro seduta stante! Mi preparo subito."

Jessica: "IhIh, amo quando fai il geloso. Però.. Ora devi svegliarti, Rage."

Rage: "Ma sono già sveglio, Jessica.."

Jessica: "No Rage.. Devi svegliarti, adesso. Se non ti svegli ora, non mi potrai raggiungere.. Ed io ti aspetto da tanto.. Da veramente tanto tempo.. Svegliati Rage.. Mi manchi tanto."


Rage prese la "mano" che lo stava strangolando, stringendo così tanto da schiacciarla nella sua mano. Prese l'apparente testa del mostro, anche se non riusciva a vederlo, e stritolò anche lei. All'improvviso, era come se fosse cento volte più forte rispetto a prima. Sentiva il suo cuore, pulsare lungo tutto il corpo.

Passò sopra quella carcassa, e continuò ad andare dritto.

Nel frattempo, pensava al sogno che aveva fatto.. Jessica, era sicuramente sua moglie, o almeno, la sua fidanzata.. Ma non riusciva a ricordare niente di lei, e nemmeno di se stesso.
  
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