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Autore: Rik Bisini    01/01/2006    0 recensioni
VINCITRICE DELLA 19° EDIZIONE DEL CONCORSO DI EFP (tema: "What if...")
Katsuya Uesugi, giovane promessa del club di baseball della scuola Meisei, è costretto da un terribile incidente a smettere di lanciare per due anni. Torna in campo proprio per la partita che assegna l'accesso al Koshien.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Dopo nove inning
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Secondo inning

Masumi Hirose era un ragazzo alto e snello, i cui occhi scuri avevano un marcato taglio a mandorla.
Strinse con forza l'impugnatura della mazza. Cercò di smettere di ripetersi mentalmente che la squadra era sotto di due punti. Il fatto che ora i tre battitori migliori del Meisei sarebbero stati chiamati in successione dall'arbitro non lo confortava affatto. Specie perché era lui uno di quei tre.
O almeno quello era il ruolo assegnatogli dall'allenatore.
Il quarto battitore non poteva essere che Kotaro Matsudaira, in grado di effettuare le battute più potenti. Il quinto era il lanciatore, Katsuya Uesugi, che sapeva leggere con bravura i lanci del suo avversario. Hirose era il numero sei nell'ordine di battuta dall'inizio del torneo, ma aveva pensato che in quella finale avrebbe dovuto cedere il posto ad un altro.
Katsuya Uesugi era alla sua prima partita da due anni a questa parte e il ruolo di quinto battitore e di lanciatore era stato fino ad allora coperto da un'altro dei suoi senpai, l'esterno centro, il gemello di Uesugi, Tatsuya.
Tatsuya era tanto somigliante al fratello, che i due potevano essere facilmente scambiati l'uno per l'altro. Ma Tatsuya aveva raramente le medesime espressioni di Katsuya. Il suo sguardo deciso più che sereno sembrava minaccioso o collerico. I suoi atteggiamenti e le sue parole poco controllati.
Katsuya emanava compostezza ed eleganza dal monte di lancio, Tatsuya una incontenibile energia.
Kotaro respinse la seconda palla che volò alta verso il cielo, appena un poco troppo alta. L'esterno sinistro ne indovinò la traiettoria e con una corsa ed un salto la raggiunse.
Katsuya era già pronto al suo turno di battuta, ma prima di dirigersi verso casa base lanciò uno sguardo con intenzione verso la panchina. Suo fratello era seduto lì ma i loro occhi non si incontrarono. Entrambi stavano guardando l'allenatore e sembravano attendere consigli. Invano.
L'orco, come lo chiamava tutta la squadra, aveva imposto alla squadra negli ultimi mesi una serie forsennata di allenamenti e non si era nemmeno fatto scrupolo di usare la violenza contro di loro per spronarli a correre, lanciare e battere fino alo sfinimento.
La squadra avrebbe potuto ribellarsi, denunciarlo ed essere certa di perderlo, trovandosi così nell'impossibilità di giocare per il Koshien. Lui, l'orco, Eijiro Kashiwaba su di questo aveva fatto conto.
Hirose, come i due Uesugi, o Matsudaira, Kubota, Maruyama, Nagao, Nakajima, Kudo non avevano smesso di desiderare di giocare contro i migliori della nazione. Nonostante tutto. Nonostante l'orco si limitasse a restare in panchina a guardare come uno spettatore, limitandosi ad imporre la sua volontà, o i suoi capricci, nel definire la formazione.
La quarta palla volò tra la prima e la seconda base. La prima valida della partita. Katsuya corse veloce e superò la prima base. Si tuffò per conquistare la seconda e vi giunse con netto anticipo sul recupero del difensore.
Hirose si concentrò interamente sulla partita. Il lanciatore Tsukuda parlottava ancora con Akio Nitta, vicino alla terza base. Nitta gli pose una mano sulla spalla e anuì.
Hirose ebbe la sensazione che il campione del Sumi incoraggiasse il lanciatore ricordandogli che aveva già affrontato i battitori che potevano creare le maggiori difficoltà. respinse la tentazione di trovarsi d'accordo con lui.
"Non sono Kotaro e nemmeno Katsuya. Forse anche il livello di Tatsuya è superiore al mio." si disse "ma tu, caro Tsukuda, non farai sempre lanci perfetti ed io sarò pronto appena si presenterà l'occasione."
Hirose subì uno strike preciso e potente e si sforzò di non pensare agli altri due turni di battuta che lo attendevano con il lanciatore più stanco. Non era il momento. Non ancora.
Secondo strike. Una palla curva che forse sarebbe finita in ball lo aveva ingannato ed aveva girato la mazza.
"Calmo!" si sollevò dalla posizione di battuta per asciugarsi la fronte che trovò secca.
Tornò in posizione e assistette impotente al volo della palla sul guantone del ricevitore. Tre lanci quasi perfetti di fila. Hirose si disse che non poteva lanciare sempre così.
Infatti Kubota, che lanciava dopo di lui, finì in prima base dopo quattro ball. Ma anche Nagao, fu eliminato.
Hirose si incamminò verso la prima base, la sua posizione in difesa. Guardò verso la panchina. Tatsuya Uesugi era spesso ostile all'orco e non nascondeva la sua insofferenza, Katsuya invece difficilmente esprimeva apertamente il suo punti di vista, pur condividendo spesso le motivazioni del fratello.
Per questo Hirose sgranò gli occhi nel vedere proprio Tatsuya attendere sull'attenti guardando l'allenatore, come ad aspettare un incoraggiamento che invece non venne. Qualcosa stava succedendo. Hirose distolse l'attenzione dal match e lasciò che il suo sguardo vagasse sugli spalti mentre i compagni completavano il cammino, più lungo, verso le loro posizioni.
Continue urla di tifosi, decine di striscioni al vento, studentesse che si improvvisavano cheerleaders.
Tutto diceva che quella partita non era come le altre. Valeva il Koshien. Valeva il primo posto nella prefettura. Era l'occasione per chi avesse fatto parte della squadra vincente per entrare tra i numeri uno. Non solo per il lanciatore o per l'autore di un home-run. Anche per un sesto battitore che giocava in prima base. Anche per un esterno centro che, forse con un pizzico di amarezza, aveva ceduto il posto di lanciatore. Anche per un orco di allenatore.
Forse era di questo che si stavano lentamente rendendo conto Tatsuya Uesugi e l'allenatore Kashiwaba. Katsuya Uesugi era perfetto nel suo ruolo in quel momento. Pochi segnali di intesa con Kotaro e undici lanci. Tre eliminati per strike out. Kubota tornò a sedersi in panchina. Quello era il momento di guardare con attenzione Tsukuda. Doveva tornare in battuta almeno altre due volte.

   
 
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