Storie originali > Horror
Ricorda la storia  |      
Autore: Appleeatyou    08/02/2011    2 recensioni
Sono terrorizzato. Ho il pelo tutto dritto, e la mia voce trema... si sente? Ho paura. Il terribile Lupo della Foresta, che ha paura... sembra una parodia di tutti i racconti ispirati alla mia figura, ma è vero. E se sapeste che a farmi diventare un botolo tremante è il ricordo di una Bambina, credo ridereste fino a piangere.
Settima classificata al Contest "La Foresta... e la Bambina" indetto da Eylis sul forum di efp.
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

• Nick dell’autore: Erena-chan
• Titolo: La Bambina che si perse nella Foresta, e il Lupo che fuggì.
• Tipologia: one-shot
• Lunghezza: 2.299 parole
• Genere: horror, non saprei...
• Avvertimenti: non per stomaci delicati, nonsense
• Rating: arancione
• Credits: le frasi in corsivo appartengono rispettivamente a "Little Red Riding Hood" dei Grimm, e a " La bimba e il Lupo" di Esopo.

• Note dell'autore: alcuna, tranne: buona lettura.
• Introduzione alla storia :


Questa storia sì è classificata settima su diciannove al contest "La Foresta e... la Bambina" indetto da Eylis sul forum di efp.
Sotto, valutazione e Banner.
Enjoy!





La Bambina che si perse dentro la Foresta, e il Lupo che fuggì.



Click, Inizio registrazione.

Ormai sono un lupo vecchio, e ho così tanti anni sulle mie spalle rinsecchite che non riesco ancora a comprendere come possa ancora reggermi sulle mie malferme zampe. Il mio pelo, un tempo lucido e fulvo, ora è diventato scuro e opaco, spelacchiato. Prima lo scatto delle mie zampe era fulmineo, i miei riflessi perfetti, sono stato il terrore della Foresta, il divoratore di uomini... ora zampetto claudicando, non riesco a catturare neppure un coniglio ferito.

Mi nutro di carcasse, non so per quanto possa ancora andare avanti. Non molto, sicuramente.

L'unico motivo che mi spinge a raccontare quella parte della mia storia è per avvertire gli altri lupi. Questo registratore in cui ora parlo -credevate davvero che un lupo sapesse scrivere? Come potrei tenere in mano una piuma o una penna?- è l'unico mezzo che ho per raccontare la mia storia prima che sia troppo tardi.

Questa scatoletta nera con l'occhio rosso che sembra ammiccare è un ricordo degli ultimi esseri umani che ho ucciso: un gruppo di ricercatori di non so cosa, che hanno costituito il mio ultimo pasto vivo.

Sono passati una decina di lustri da allora, ma la scatoletta di metallo non mi ha mai abbandonato. Sinceramente, l'avevo raccolta fra le fauci e nascosta nella mia storica tana, al centro esatto della Foresta, e non mi sono ricordato di averla presa fino ad oggi. L'ho ritrovata mentre mi muovevo nel mio buco di terra per trovare una posizione adatta all'artrite che mi sta divorando le ossa, e l'ho sentito premere contro la zampa sinistra. L'ho tirato fuori, alla luce, e dopo qualche tentativo ho capito come funzionava: basta vedere quando la lucetta rossa è accesa...

Sto divagando.

E' molto difficile per la mia mente stanca ripercorrere quei momenti, e al sol pensiero la mia vescica si contrae dolorosamente.

Sono terrorizzato. Ho il pelo tutto dritto, e la mia voce trema... si sente? Ho paura. Il terribile Lupo della Foresta, che ha paura... sembra una parodia di tutti i racconti ispirati alla mia figura, ma è vero. E se sapeste che a farmi diventare un botolo tremante è il ricordo di una Bambina, credo ridereste fino a piangere.

Lasciate che vi racconti la storia dall'inizio, risalente a quasi dieci lustri fa: allora non ero già più il Lupo che viene così spesso raccontato nelle fiabe, ma ero ancora il padrone di questa Foresta. Riuscivo ancora a catturare qualche sventurato animale che si aggirava nelle mie vicinanze, e tanto mi bastava.

Sto di nuovo divagando. Stavo parlando di come ho incontrato la Bambina, giusto?

Dunque, sedevo soddisfatto sotto l'olmo che costituiva la mia tana, ancora con le fauci sporche del sangue di un leprotto molto cicciotto, quando un lieve fruscio tra l'erba mi distolse dalla mia beata contemplazione. Immediatamente drizzai le orecchie. Se avete mai letto una storia con un Lupo protagonista, saprete che la caratteristica peculiare di ogni Lupo che si rispetti è l'eterna e perenne fame.

Il leprotto aveva costituito un delizioso antipasto, ma ancora non ero sazio: un succulento cervo, o forse uno sprovveduto essere umano avrebbero costituito un pranzo più che soddisfacente. Potete immaginare la mia felicità quando percepii l'odore di un essere umano che veniva dritto verso di me...!

Se avessi saputo... povero me, se avessi saputo!

Mi avvicinai sottovento alla fonte dei fruscii, cercando di coprire me stesso e il mio odore nel folto sottobosco, quando quella che teoricamente sarebbe dovuta essere la mia preda è sbucata da un cespuglio alla mia destra, quasi ruzzolando sull'erba.

 Vedete con quanta precisione ricordo tutti i particolari? Sono assolutamente certo di aver pensato di essere stato molto fortunato ad aver trovato due prede facili in un solo giorno. E ricordo anche l'odore della Foresta, e che improvvisamente si era fatta silenziosa. Non saprei dire da quanto tempo non sentivo il frinire dei grilli, o gli scalpicci dei cervi, o il cinguettio degli uccellini. Me n'ero accorto solo in quel momento: la Foresta era come morta. L'unico rumore che si sentiva era il frusciare del vento fra le fronde degli alberi... e dopo qualche istante, una risata gioiosa.

Pensai che quel silenzio fosse strano ed innaturale, ma che ancora più strano ed ancora più innaturale fosse quel riso allegro. Quale essere umano, un cucciolo addirittura, riderebbe dopo essere ruzzolato nel sottobosco decomposto, probabilmente perso nella Foresta e con la minaccia di animali feroci di ogni genere, me compreso?

Non un uomo normale. Non uno di quelli che avevo così tante volte divorato. Oh, la Bambina assomigliava a loro, agli uomini comuni, almeno nella forma, ma quando ella sollevò il volto e una zaffata del suo odore mi colpì le nari, allora ebbi la certezza che non doveva essere un essere umano normale, non del tipo che conoscevo io.

Puzzava di carne decomposta, di adrenalina e di sangue. L'odore era una pugnalata per le mie nari, talmente aspro e forte da farmi starnutire infastidito. Quale razza di creatura poteva puzzare così tanto? L'odore delle carcasse decomposte era il più forte: era come se la Bambina fosse marcia dentro, con i tessuti pieni di larve di mosca e di vermi. Neppure io puzzo così tanto, e da dieci lustri mi nutro solo di carcasse.

L'orrore vero, però, era il volto: ad una prima occhiata sembrava una Bambina normalissima, con gli occhi forse un po' troppo grandi e il naso a patata, i capelli biondi e i denti che spuntavano dalle labbra schiuse per la risata. Ma guardandola bene, la sua pelle era lucida, tirata sui... come si chiamano? Ah, sugli zigomi, e i denti che sporgevano dalle sue labbra erano.. grossi. Grossi e lunghi, ma non come i denti di un cane: erano deformi, storti e molto affilati.

Gli occhi... oh, gli occhi! Mi hanno perseguitato per anni, nel buio della notte! Erano azzurri, ma di un azzurro slavato e torbido, le cui pupille grigie guizzavano in due direzioni diverse. E soprattutto si muovevano di continuo, come gli occhi di una rana.

Era come se un gigantesco rospo avesse ucciso una bambina e le avesse strappato la pelle del volto per poi applicarla alla propria faccia bitorzoluta. Solo che quella che avevo di fronte era davvero una Bambina, non un animale con una maschera sul volto.

Solo dopo mi sono accorto di star trattenendo il respiro, con tutti i muscoli rigidi e contratti come se fossi di fronte al fucile di un cacciatore. Espirai lentamente, cercando di rilassare i muscoli. Potevo uccidere quel deforme essere umano, anche non avrei mai mangiato la sua carne. Mi era passata la fame.

-" Lupo!"- strillò la Bambina deforme, ridendo come una iena. La sua voce era bassissima, gutturale, in orribile contrasto con la risata che era stridente come il canto della gavia.

-" Stammi lontano."- le ringhiai contro: all'improvviso non volevo neanche più avvicinarmi a lei, meno che mai sgozzarla con le mie fauci. Avevo un orribile presentimento, il mio istinto mi diceva che toccarla sarebbe stata una pessima idea.

Lei si alzò in piedi, barcollando sulle sue gambe cicciotte, e mi fissò con i suoi occhi strabici... forse. Sembrava che stesse guardando il cespuglio alla mia destra e l'albero alla mia sinistra contemporaneamente, ma il viso puntava nella mia direzione. -" Ma io non voglio farti del male!"- disse, ricominciando a ridere. Vedevo la bava colarle giù dagli spazi tra i denti, e che i suoi piedi erano nudi e... come dire... simili a quelli di un cervo. Non cinque dita come negli uomini normali, ma due sole dita grosse, separate da una fascia nera e spessa. Zoccoli.

Per la prima volta in vita mia nascosi la coda fra le zampe, appiattendo le orecchie sul capo, all'indietro, ringhiando. Come tutta risposta, lei puntò entrambi i suoi occhi su di me, e fu mille volte peggio di quando non mi aveva guardato direttamente: erano occhi pieni di odio, con promesse di morte certa. Non riuscii a trattenere uno spruzzo di orina nervosa, che colpì il suolo con un sibilo sottile.

-" Il lupetto si è fatto la pipì addosso."- rovesciò il capo all'indietro -il capo si disarticolò dal collo, penzolando come un sacco pieno di farina- e lo gridò di nuovo. Poi diede un colpo secco con il collo e la testa scattò in avanti, penzolante e ritorta così da potermi guardare.

-" Il Lupetto ha paura... ti piaceva uccidere le povere bambine indifese?"-

Un discorso senza alcuna logica. Non capivo cosa volesse dire.

-" Nonna, ma che occhi grandi che hai! Ma certo, cara, per guardarti meglio...!"- disse con una orribile voce in falsetto: sembravano due voci sovrapposte, una alta e una bassa, distorte dalla rabbia. Ma erano state le mie parole, le parole che avevo usato per trarre in inganno una bambina con un buffo cappuccio rosso.

-" Ti prego, lasciami andare! Ci sono prede molto più grosse di me! ...Fossi matto! Tu sei una preda sicura. Se qualcosa di più grosso arriverà tanto meglio, ma ora mangio te!"-

Erano le parole che avevo rivolto ad una bambina dai lunghi boccoli d'oro... non più di un mese fa! Come poteva sapere...?

Non ebbi il tempo di pensare ad altro: la Bambina si avventò su di me con i grossi denti in fuori e gli artigli da rapace sulle dita, e scartai il più velocemente possibile a sinistra per sfuggirle. Non persi neppure un istante: cominciai a correre come un folle per la Foresta, e lei mi seguì!

Come poteva essere veloce quanto me, più di me, che avevo quattro zampe e lei solo due?

Corsi come non ho mai più corso in vita mia: non sapevo cosa diavolo fosse, se uno spirito vendicativo di tutte le bambine che avevo ucciso, o una manifestazione del loro odio, o forse solo un incubo. Sapevo soltanto che se mi avesse preso sarei morto, sogno o realtà che fosse.

Scattai a destra e a sinistra, come un coniglio impaurito che cerca di confondere un rapace, ma lei era alle mie calcagna. Come potevo seminarla?

Salta a destra tra due miglia. Sentii parlare nel mio orecchio, voltandomi di scatto. Ero certo che lei mi avesse raggiunto, ma non c'era nulla di fianco a me. Solo alberi che sfrecciavano ai miei lati, e il fruscio dei rami...

Fidati. Voglio aiutarti.

Girai lo sguardo indietro, e vidi che i rami degli alberi, in qualche modo, sembravano ostacolare la corsa della Bambina: ora era distante più di venti metri, incastrata tra un cespuglio e un ramo di salice. E rideva, rideva, rideva.

La Foresta mi stava aiutando. Voleva salvarmi.

Non persi tempo a chiedermi il perché: scattai a destra -il terreno parve quasi darmi una spinta per un balzo più lungo- e piombai al centro di un ruscelletto molto sottile. Gettai freneticamente lo sguardo intorno, cercando un luogo dove nascondermi o fuggire.

Sotto le radici, a destra della sorgente, disse di nuovo la voce. Era calma, tranquilla, sembrava tante voci melodiose insieme. Era la voce degli alberi, della terra e della Natura. Io mi fidai, nascondendomi tra delle radici spesse che mi celavano perfettamente alla vista di chiunque. C'era una deliziosa frescura là sotto, c'era odore di pino e di muschio. L'odore del mio pelo era perfettamente coperto.

Sentii ancora, in lontananza, la voce della Bambina, così in contrasto con la voce melodiosa che mi aveva salvato. Mi chiamò più e più volte, ma con un tono sempre più roco e farfugliante, come se si stesse sciogliendo lentamente.

-" Lupo... Luupo... anche se ti nascondi, non potrai mai liberarti di me...!"- furono le uniche parole ancora comprensibili. Il resto si perse in un confuso suono, che si concluse con uno stridio e poi nel silenzio più totale.

E' andata, disse la voce della Foresta, poi tacque anche lei. Non l'ho più sentita da allora.

Sono rimasto per quasi due giorni tra quelle radici, sicuro e protetto come in un ventre materno, poi sono dovuto uscire. Non ho più mangiato uomini, da allora. Non ho più mangiato niente di vivo.

Sono passati dieci lustri, o forse meno, da quell'episodio e ormai sono vecchio. Non ho più fatto del male a nulla e a nessuno, eppure...

Eppure vivo nel terrore che lei possa tornare. Non ha sfogato il suo odio, il suo rancore o qualunque altro sentimento l'avesse fatta nascere, e sono sicuro che non è morta. E' da qualche parte, forse sta torturando qualche altro essere vivente in questo momento... ma so che è me che cerca.

E' me che vuole.

Qualche volta sono tornato con la mente a quel giorno, chiedendomi perché lei stesse cercando proprio me. Ci sono tanti Lupi di fiaba, Orchi, Giganti, che hanno compiuto misfatti ben peggiori dei miei. Che non hanno ucciso per fame, ma per piacere.

Eppure la Bambina voleva e vuole me.

Ho smesso da tempo di cercare una risposta: la spiegazione più semplice è che non c'è una spiegazione valida. E' lo stesso discorso per quanto riguardava le mie vittime: non le sceglievo, mi capitavano a tiro, ma non per questo erano più cattive di qualunque altra fanciulla o uomo della loro età.

Certe cose accadono perché possono, e non si può far altro che accettarle.

 E prima o poi so che la dovrò affrontare. Io ormai sono vecchio. Anche volendo, non potrei più correre per sfuggirle. E la Foresta è morta da anni: l'uomo l'ha distrutta, ora sono rimasti quattro alberi al centro di un misero " parco naturale".

Non so più dove nascondermi. Non so più come fuggire

E se tornasse? E se sentissi di nuovo quella voce roca e farfugliante, che ripete le mie battute come un registratore ormai rotto?

Cosa mi accadrebbe, sapete... dopo?

Click, fine registrazione.

Fine






Settima Classificata: Erena-chan





Grammatica, sintassi, ortografia e lessico: 8,5 / 10

Ci sono alcune imprecisioni ed alcuni errori, ma la scrittura è piuttosto buona

Sviluppo della trama: 7 / 10
La trama è ben descritta, con i giusti momenti di suspence, di descrizione e di azione. Quello che però mi lascia perplessa è che arrivando alla fine mi viene da dire “e quindi? Cosa volevi dirmi con tutto questo racconto?”. Capisco perfettamente ed apprezzo il genere nonsense, ma trovo che dietro la descrizione di tali fatti dovrebbe esserci qualcosa di più

Caratterizzazione dei personaggi: 10 / 10
I personaggi sono molto ben caratterizzati, buon lavoro!

Espressività: 9 / 10
Sicuramente l’idea di far raccontare al lupo la storia in un registratore ha dato quel tocco in più. In ogni caso ho trovato questo racconto ben espressivo

Originalità: 8,5 / 10
Una storia piuttosto originale, all’inizio pensavo fosse un rifacimento di Cappuccetto Rosso, ma con l’arrivo della bambina ho decisamente cambiato idea… non mi aspettavo un simile mostro!

Attinenza al tema e ai parametri posti: 10 / 10
I temi ed i parametri dati sono stati ben rispettati

Valutazione finale: 53 + 0,25 / 60
Una storia carina, vagamente horror che mi ha colpita per alcuni aspetti e lasciata perplessa per altri

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Appleeatyou