Titolo: I vincoli di una catena
Claim: Vegeta @ cameraoscura
Set: personale
Numero dell'immagine: 22
Rating: verde-giallo
Parole: 650
Avvertimenti: è tutto sotto forma di
metafora comunque sono presenti spoiler per tutta la saga di DBZ
Disclaimer: Dragonball, Vegeta e tutti i personaggi
sono proprietà di Akira Toriyama
I vincoli di una catena
Avrebbe dovuto nascere con una corona sulla testa invece era nato con
una catena al collo. Se ne accorse poco prima della morte di suo padre,
quella catena aveva cominciato a stringere dolorosamente attorno al suo
collo di bambino e all’altro capo di quel guinzaglio di ferro
stava il gelido dittatore che aveva invaso e distrutto il suo pianeta.
Anche se, ancora, il giovane principe non era a conoscenza della
verità, ciò non gli impediva di odiare quel
infame padrone che aveva preso possesso della sua vita. Era diventato
una piccola belva nera rinchiusa in un recinto di odio, crescendo e
alimentandolo attorno a lui, unico sentimento che gli permetteva di
sopportare lo stringersi ulteriore del suo giogo, il sangue colare
sulla sua pelle, le piaghe sul suo corpo farsi sempre più
profonde… Aveva imparato a nutrirsi di quell’odio,
per sopravvivere…
Ma la sua vita cominciò a cambiare quando tentò
di ribellarsi al padrone della catena. Sette sfere magiche avrebbero
potuto esaudire un suo desiderio, avrebbero potuto permettergli di
diventare immortale e sconfiggere l’odiato tiranno
riprendendosi indietro l’onore e la dignità del
suo popolo. Avrebbero… perché così non
fu! Nel suo tentativo di spezzare quella catena diede uno strattone
troppo forte e si ritrovò sotto terra senza respiro in
corpo, ancora rinchiuso nel suo recinto.
Ma nemmeno la morte fu per lui sinonimo di fine.
Si risvegliò con una luce dorata troppo abbagliante che
proveniva dall’esterno dello steccato. Si mosse per
avvicinarsi a quella luce e si accorse che la catena sul suo collo non
opponeva più tanta resistenza; dall’altro capo del
guinzaglio non v’era più alcuno a tenere i suoi
ferri. Ma non era più la libertà che ora
desiderava, ciò che bramava era solo quella luce brillante
che inondava il suo piccolo mondo quasi a deriderne
l’oscurità. Quel suo nuovo obbiettivo lo
accecò a tal punto da fargli notare solo quando era ormai
troppo tardi, una dolce macchia azzurra che nel frattempo gli si era
avvicinata, entrando all’interno della recinzione,
sorpassando coraggiosa le barriere di filo spinato che circondavano il
cuore del principe.
E insieme all’azzurro anche la belva nera riuscì
ad ottenere finalmente l’oro.
Quei due colori lo avvolsero uno con la sua dolcezza, l’altro
con il suo potere, allentando la morsa della catena, ma senza riuscire
a sfilarla, era ancora troppo sporca di sangue per poter essere
purificata e tolta. Ma stringeva meno, molto meno, tanto che alla vista
dello spegnersi della prima luce dorata che tanto aveva bramato e di un
fiore di lavanda tagliato a metà che piangeva sangue a
terra, senza più vita, qualcosa in lui scattò.
Uscì per la prima volta dal suo confine per vendicare la
morte di quel fiore, di quel fiore che gli apparteneva, che era parte
di lui…ma ancora una volta fu ricacciato nel suo recinto con
brutalità e decisione. La smacco al suo orgoglio fu grande,
così grande che lo costrinse a rinchiudersi nuovamente nelle
tenebre fino ad arrivare a cedere, dando nuovamente in mano ad un
malvagio la sua catena, per ottenerne in cambio potere. Ma in tutti
quegli anni l’azzurro era entrato in lui così
prepotentemente che non riuscì a nasconderlo nemmeno nella
nuova oscurità riottenuta. Inoltre, insieme a
quell’oceano celeste che lo avvolgeva con il suo calore,
riusciva anche a scorgere un nuovo piccolo fiore di lavanda spuntare
sullo steccato, stare li sul confine del suo mondo, ammirandolo, ma
senza tentare di entrarci. Fu così che la catena finalmente
si spezzò, e il principe uscì dal recinto per
prendere tra le braccia quel fiore lilla. Ultimo ed unico gesto
affettuoso verso quei colori che avevano dipinto la tela nera del suo
cuore. Ultimo gesto affettuoso prima che la sua luce di fuoco non si
espandesse intensa e potente, creata per la prima volta per proteggere
tutto e tutti da una minaccia rosa intenzionata a soffocare il suo
intero mondo. Morì così, diventando pietra e
spezzandosi come aveva fatto la sua catena, ora abbandonata sullo
steccato finalmente aperto…
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Nota finale: Beh penso che tutte le
metafore siano facilmente intuibili, ma in caso abbiate bisogno di
delucidazione basta chiedere^^ Spero che la fic vi sia piaciuta ^_^