Edit del 1/1/14:
Penso di poterlo scrivere ora, perché dopo quasi quattro
anni ho superato la cosa, se così si può dire.
Questa... Cosa qua sotto parla del mio migliore amico. Del mio migliore
amico che il 6 febbraio 2010 ha deciso che era meglio per lui fare un
incidente in macchina e lasciarmi così.
Quella sera
dovevo essere con lui, e gli avevo dato buca all'ultimo momento, per
evitare di farlo tornare a casa troppo tardi. All'ora dell'incidente mi
sono sentita male e sono andata a casa pure io, solo per essere
svegliata la mattina dal giro di telefonate. Ho avuto dei sensi di
colpa fortissimi fino a pochi mesi fa.
La drabble l'ho scritta
nel periodo arrabbiato del lutto, quello in cui avercela col mondo
è una prerogativa.
Quindi, Gatto, questa è
per te. Non sono più arrabbiata ormai,
ma mi manchi
ancora, mi manchi sempre, ed ogni tanto il dolore mi toglie il
fiato.
Ti voglio bene, amico mio.
Eri venuto e mi avevi accarezzato i
capelli.
Le tue mani avevano il tremolio
consueto, al quale ormai mi ero abituata, anche se qualche volta mi ero
chiesta se per caso avessi il parkinson.
Mi avevi accarezzato
dolcemente,
mormorando che ero importante per te, e che dovevo stare tranquilla,
che ero bella e non avevo affatto bisogno di dimagrire.
Ti
avevo guardato ed avevamo riso
insieme, rannicchiandoci sui sedili di quella corriera che ci riportava
a casa dopo un pomeriggio trascorso a divertirsi.
Ci eravamo
addormentati ascoltando
musica, e stavo anche per perdere la mia fermata.
Al momento
di salutarci, mi avevi
promesso che non mi avresti lasciato mai.
Mentivi.
Sono
110 parole esatte, scritta di
getto e non betata. Mi scuso per eventuali orrori sintattici.
La dedica all'inizio era macabra, ed effettivamente anche la dedica qui è macabra, e non so neanche se siete interessati a delle spiegazioni.
Dopotutto è una nonsense, è tale rimarrà.