Introduzione
TAPINA ME CHE AMAVA UNO SPARVIERO NINA SICILIANA (?)
(Secolo XIII - XIV)
Tapina me che amava uno sparviero:
amaval tanto, ch'io me ne moria;
a lo richiamo ben m'era maniero
ed unque troppo pascer non dovia.
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Or è montato e salito sí altero,
assai piú altero che far non solia;
ed è assiso dentro a un verziero,
e un'altra donna l'averà in balia.
Isparvier mio, ch'io t'avea nodrito;
sonaglio d'oro ti facea portare,
perché nell'uccellar fossi piú ardito;
or sei salito siccome lo mare,
ed hai rotti li geti e sei fuggito,
quando eri fermo nel tuo uccellare.
Lo giuro che poi la aggiorno! Giurin giurello!! Okay? Ehi! Io ho una vita!
La buia notte rendeva il cielo impenetrabile, le luci abbaglianti delle strade sembravano lucciole, mentre macchine e automobili, era notte fonda, ma la città era in pieno movimento, persone camminavano ignorando il mondo intero.
Un uomo dall'aria infelice (Ehi! Io sono infelice! NdUomo) (Ah! Allora scusa... NdA) girava dispero come un vagabondo per le strade affolate di Celestopoli.
- Figlia mia...
Sussurrò mentre prendeva una foto dalla tasca dell'impermeabile.
Finì in un vicolo, senza che lui se ne accorse, ripose la foto nella tasca, e si girò intorno curioso.
Ad un certo punto, un bagliore nero attirò la sua attenzione.
Lo prese e...
Vedrete quante sorprese,quante shipposa questa fic! U.U.! Voi seguitela... prendetela come un film...
CONTINUA...