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Autore: _aspasia_    10/02/2011    0 recensioni
Charles era intento a comporre le sue poesie nella sua angusta soffitta in un povero palazzo parigino, quando ad un tratto sentì salire dal piano inferiore una leggiadra musica divina...
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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23 Juin 1848.

Il popolo è in rivolta, come sessant'anni fa. Il popolo parigino è sceso, ha creato delle barricate con qualsiasi cosa e gli uomini hanno riprese in mano i loro fucili.

I Parigini non vanno per mezze misure.

Chiedete alla testa di Marie Antoinette.

È incredibile quanto l'aristocrazia sia imbecille, togliete una parte del potere al popolo e si rivolterà, e voi vi ritroverete alla ghigliottina prima di riuscire a dire: Mon Dieu!

Il sangue scorre per le vie di Parigi, la mia città. Ed io sono qua, imbrattato dalla testa ai piedi con il mio moschetto pronto a morire per la libertà.

Ma non morirò, non oggi almeno; François mi aspetta a casa ed ha bisogno di me, è troppo debole ormai.

Tuttavia voglio combattere, voglio essere parte della rivoluzione.

"Je suis un Parisien!"

Il re pagherà per la mia arroganza, ed imparerà cosa significa provocare la collera del popolo parigino, come aspidi addormentate al primo fastidio siamo pronti a combattere e a mordere iniettando il nostro fatale veleno.

Si sentono spari, urla, pianti e lamenti. È come una sinfonia, la sinfonia della morte che fa scorrere più forte il sangue nelle vene.

Il cuore batte forsennatamente, e mi sento vivo.

Maledettamente vivo.

Più si è vicini alla morte più ci si sente vivi.

"A morte! A morte il re!"

Che torni nella terra, dove i vermi si ciberanno delle sua putrida carne. Quale pasto da re avranno!

Non ci sono differenze oggi, persino io torno a far parte della società per combattere contro il sovrano ed i suoi fedeli.

Non c'è droga che riesca a farmi sentire forte, onnipotente ed invincibile come adesso, come l'adrenalina che scorre nel mio corpo ogni volta che vedo spegnersi la luce della vita negli occhi dei nemici.

Domani i corvi ed i ratti avranno un lauto banchetto, cataste intere di uomini con cui cibarsi. Non si chiederanno chi sia tra loro il re chi un rivoltoso, non si cureranno della loro condotta morale più o meno corretta, immorale o morale, ipocriti o onesti. L'uomo borghese non ha certo un olezzo od un sapore migliore di un poveraccio quando entrambi non sono altro che cadaveri putrescenti.

Parigi ormai è come un cimitero, eppure è così viva. Uomini e donne si slanciano verso la libertà, anche se camminano su dei morti.

Ci sono amanti che con il cuore spezzato tendono tra le braccia la persona amata mentre lentamente in lei si spegne la fiaccola della vita. La supplicano di rimanere con loro e bagnano il suo viso di lacrime salate strazianti.

Non è poesia?

Una poesia toccante, che attanaglia le viscere per il dolore e ci fa sciogliere di pietà.

Sono quelle lacrime tuttavia che rendono il loro amore eterno, perfetto e puro. La persona amata è morta nelle loro braccia, non tradirà mai, non ferirà e non farà mai del male al loro cuore innamorato. Il loro amore rimarrà intattto e non conosceranno mai nulla che eguaglierà tale perfezione.

Le rivoluzioni sono necessarie per i parigini, ci dicono chi siamo e risvegliano il nostro animo atrofizzato.

Non esistono borghesi o poveracci, ma parigini o fedeli del re, vivi o morti.

Voilà, le peuple parisien dit avec une seule voix:" Vive la revolution!"





Il 23 giugno il popolo parigino si rivoltava contro il re e le nuove leggi.
In 4 giorni ci furono più di 3000 morti, alla fine Luigi Filippo abdicò.

  
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