n urlo in lontananza.

“Sono loro!” esclamò Kurapika.

“Ma tu hai una fissazione!” lo rimproverò Leorio.

“Fissazione o no, qui arriva qualcuno.” disse con la sua solita calma Killua.

“Sentite, dopo andiamo a mangiare un gelato?” chiese con semplicità Gon.

“Ma sei impazzito?!” rispose il giovane assassino tirando un pugno in testa all’amico.

Il biondo Kuruta era già pronto a combattere, ma fu afferrato per le spalle da Leorio, che lo trascinò via e fece segno ai due ragazzini di seguirlo. Kurapika non protestò: sapeva che sarebbe stato inutile, ma quando sentì l’urlo di una donna terrorizzata non poté più trattenersi: pestò un piede all’aspirante medico e, una volta che si fu liberato dalla sua stretta, corse incontro al pericolo.

“Kurapika, fermati!” urlarono in contemporanea i tre amici. Il ragazzo però, non aveva la minima intenzione di fermarsi e, ignorando l’urlo dei compagni, continuò ad avanzare.

“Stupido!” mormorò a denti stretti Killua e inseguì il giovane Kuruta.

“Mi raccomando fermalo!” gridò Leorio e subito dopo trascinò per un braccio Gon sussurrando: “Tu vieni con me!”

Appena Kurapika si accorse di essere seguito urlò: “Vattene Killua, è una faccenda personale!”

“Non mi interessa se è personale! Smettila di correre e torniamo indietro!”

“Vattene!” ripeté il ragazzo.

“Ed io che pensavo che Gon fosse testardo…” borbottò il ragazzino aumentando il passo.

Quando finalmente raggiunse Kurapika, lo afferrò per un polso e, facendo una stretta virata, se lo trascinò dietro seguendo la folla che urlava in preda al panico.

“Ehi! Killua, Kurapika… da questa parte!” l’urlo fece sobbalzare i due ragazzi, ma appena si accorsero che a chiamarli era stato Gon corsero in direzione dell’amico.

“Che ci fa qui lui?!” disse con fare minaccioso Killua, appena ebbe raggiunto Gon.

“Ciao”mormorò con tono sognante l’uomo seduto sul sedile di una decapottabile rossa.

“Hisoka!” sibilò Kurapika arretrando di scatto.

“Niente storie! Salite presto!” ordinò Leorio spuntando da dietro l’auto.

Il gruppo saltò a bordo, il mago fece rombare il motore e, scoppiando in una fragorosa risata, partì velocissimo rischiando di investire qualcuno.

“Perché ci aiuti?” chiese Killua, interrompendo il silenzio che da qualche minuto era calato all’interno del veicolo.

“Impara a farti gli affari tuoi, mio caro Killua.” rispose Hisoka lanciando una fugace occhiata al Kuruta.

“Gon, questo tipo non mi convince! Hai visto come guarda Kurapika?” sussurrò Killua all’amico.

Il viaggio continuò in silenzio fino a quando, dopo qualche minuto, Hisoka fermò la decapottabile e fece segno ai ragazzi di scendere.

“Entrate” li incitò con un cenno della mano.

Il gruppetto entrò nell’appartamento dell’uomo e restarono esterrefatti. Le pareti erano azzurre, il pavimento rosso e i mobili erano laccati di arancione.

“Wow…” esclamò Leorio, rimanendo a bocca aperta.

“Proprio la casa adatta a te Hisoka!” disse Killua ridendo.

Il mago fece un sorrisetto agghiacciante e disse: “Vado a fare una doccia, chi viene con me?”

“Scherzi vero!?” esclamò Kurapika rabbrividendo.

Come risposta il mago sorrise ancora e poi cominciò a ridere sparendo all’interno del bagno.

Giunta sera, mentre mangiavano, Hisoka diede un avviso che lasciò tutti senza fiato: “Come ben sapete io mi sono infiltrato nella Brigata dell’Illusione per sconfiggere Kuroro” fissò per un istante Kurapika “il problema è che domani i Ragni verranno qui.”

Kurapika sussultò e rovesciò il piatto, cibo compreso.

“Scusatemi” mormorò prima di mettersi a pulire.

“Sembri Cenerentola…” lo scherzò Hisoka.

Il Kuruta lo ignorò, continuando a lavare il pavimento.