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Autore: Kessi    10/02/2011    2 recensioni
“Ciao” disse solamente. “Ciao” rispose. La guardò attentamente. Indossava un maglioncino azzurro con sotto una maglietta bianca e dei pantaloni neri. Aveva i capelli sciolti e luminosi, dall’aria morbida. Una lieve traccia di trucco la rendeva ancora più bella di quanto già non fosse. Si accorse di non averla fatta entrare. “Prego, entra pure”, le disse frettolosamente e leggermente nervoso. La ragazza entrò nell’appartamento di lui, e quando gli passò accanto, sentì l’odore del suo profumo dolce ed inebriante. Si sedette su una sedia ed Aaron le si posizionò di fronte. “Dobbiamo parlare” esordì lei.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aaron Hotchner, Emily Prentiss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non è stato un Errore

 

 



 

Titolo: Non è stato un Errore
Rating: Verde/Giallo
Avvertimenti: One-shot
Personaggi/coppia: Emily Prentiss, Aaron Hotchener.
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono(tranne quelli da me inventati), sono di Jeff Davis. Criminal Minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
Note: Ambientato circa verso il 3x14

 

 

 

A Washington era sera inoltrata e la vista della città rilassò leggermente Hotch, facendolo sentire a casa.
Il silenzio lo avvolse completamente, trovandosi solo.
L’appartamento era buio, fatta ad eccezione per la lampada accesa da lui sul comodino accanto al divano.
Lanciò la valigetta sul divano e si tolse la cravatta, sospirando.
Era stata una lunga giornata. Il caso da risolvere, era relativamente semplice, ma l’aveva turbato parecchio. Si trattava di uno stupratore seriale che violentava ed uccideva le sue vittime, pugnalandole. Erano riusciti a prenderlo, ma per l’ultima donna erano arrivati troppo tardi. Capitava la maggior parte delle volte che un caso non finisse bene, ma ogni volta, Aaron sentiva un vuoto dentro, un altro pezzo di sé che andava perso.
Decise che il rapporto avrebbe potuto aspettare. L’avrebbe compilato l’indomani.
Aaron si massaggiò le tempie, stanco e distrutto emotivamente.
Era passato ormai quasi un mese da quando Haley se n’era andata da casa sua, portando via anche suo figlio Jack. Tornando da un caso a Milwaukee, non l’aveva più trovata. Aveva trovato, in compenso, l’appartamento vuoto e silenzioso, proprio come lo era ora.
Lei non aveva saputo accettare il suo lavoro … Eppure, lui l’aveva sempre amata, in ogni istante.
“E invece no, Aaron! Non finirà mai!” le sue parole gli rimbombarono nella testa, facendolo sentire ancora più abbattuto.
“Questo sono ciò che sono e mi piacerebbe avere la tua comprensione”.
“Non è ciò che sei! Questo è il lavoro che hai scelto!”
.
Terminata la discussione, lui era andato a casa di Emily, dove l’aveva convinta a partire con lui.
“Vieni sull’aeroplano con me. Un ultimo caso”, le aveva detto, sorridendo appena.
Tornò al presente.
Una settimana fa aveva ricevuto un messaggio da Haley. Breve e coinciso.

Ti manderò entro il mese le pratiche per il divorzio consensuale. Risparmieremo i soldi degli avvocati.
Era stata una cosa inaspettata. Credeva che le servisse solo del tempo per riflettere e stare da sola, invece aveva deciso di troncare la loro storia.
 Tutti i momenti passati con lei erano andati distrutti in un solo istante. Bastava così poco per rovinare una vita insieme e felice? Ma d’altronde, lui sapeva che il loro matrimonio era fatto, ultimamente, di segreti e menzogne. Era distrutto già da tempo.
Sapeva benissimo che Haley aveva un altro.
Era un profiler, come poteva non saperlo?
Era ovvio. Aveva captato i segni fin dal primo momento, ma aveva fatto finta di nulla per non litigare. Forse avrebbe dovuto urlare, arrabbiarsi, ma non l’aveva fatto.
Non l’aveva fatto perché … Non sapeva dirsi il perché, ma non aveva lottato per loro.
Lei l’aveva tradito! Si sentiva ferito ed umiliato. Non riusciva a spiegarsi il perché l’avesse fatto.. Come aveva potuto? Si erano promessi di non tradirsi mai, di amarsi sempre, in ogni giorno della loro vita … Quelle promesse non contavano nulla per lei?
Lui non era stato un buon marito? E’ vero, molto spesso era via per lavoro, ma non era una giustificazione valida. I problemi andavano affrontati, non ignorati e tradendo il proprio partner.
Aaron non riusciva a comprendere. A lui non era mai passato per la mente di tradire Haley.
Scosse la testa, per eliminare tutti quei pensieri che gli affollavano la mente.
Si alzò e si rinchiuse nel box doccia, dove rimase a lungo, per pensare e liberare la mente.
Quando uscì, indossò degli abiti comodi e mise in ordine le ultime cose.
Notò la foto di lui ed Haley abbracciati, con Jack in braccio. La prese in mano.
Sembrava essere passato così tanto tempo da quando erano felici insieme, da quando bastava un semplice sguardo per capirsi … Sbuffò, rimettendola al suo posto. Forse avrebbe dovuto ritirarla, metterla via, in un cassetto, ma non se la sentiva, non ancora almeno.
Afferrò il cellulare, quando suonarono al campanello.
Stupito, si chiese chi potesse essere a quell’ora.
Prese la pistola e si avvicinò alla porta. Guardò dallo spioncino, poi la mise via ed aprì.
“Ciao” disse solamente.
“Ciao” rispose.
La guardò attentamente. Indossava un maglioncino azzurro con sotto una maglietta bianca e dei pantaloni neri. Aveva i capelli sciolti e luminosi, dall’aria morbida. Una lieve traccia di trucco la rendeva ancora più bella di quanto già non fosse.
Si accorse di non averla fatta entrare. “Prego, entra pure”, le disse frettolosamente e leggermente nervoso.
La ragazza entrò nell’appartamento di lui, e quando gli passò accanto, sentì l’odore del suo profumo dolce ed inebriante.
Si sedette su una sedia ed Aaron le si posizionò di fronte.
“Dobbiamo parlare” esordì lei.
Lui sospirò. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, prima o poi. Sapeva che avrebbe dovuto affrontare il problema che ormai evitava da troppo tempo.
“Okay”, rispose.
Ricordò la sera di una settimana fa, esattamente quando Haley gli aveva inviato quel messaggio, quando al termine di una giornata di lavoro, lui stava tornando a casa, e accorgendosi che a Emily non funzionava l’auto, si era offerto di accompagnarla.
Avevano parlato del più e del meno, del lavoro e di quella giornata passata a compilare documenti burocratici e a fare pause, parlando con i colleghi. Quando erano arrivati a destinazione, lei scese dall’auto e lui la trattenne, baciandola. Era stato un comportamento avventato, ma non l’aveva rifiutato. Ricordò che erano saliti nell’appartamento di lei, senza mai staccarsi l’uno dall’altra.
Si erano buttati sul letto, e si erano amati con passione, quasi con rabbia.
Il mattino seguente si erano svegliati insieme, si erano guardati, poi si erano rivestiti e silenziosi, erano tornati alla BAU. Non si erano più parlati, se non per motivi lavorativi.
La situazione stava diventando insostenibile per entrambi.
“Per quanto riguarda quello che è accaduto tra noi …” cominciò la ragazza, in evidente difficoltà.
“Mi dispiace” la interruppe Aaron “Non sarebbe dovuto succedere. Non accadrà più.”. La guardò negli occhi,  leggendovi una traccia di stupore che non capì.
“Che cosa … ?” chiese confusa.
“E’ stato un mio momento di debolezza. Sono umano anche io. Era stata una brutta giornata e non ho riflettuto su quello che stavo facendo. Posso capire che tu ti senta in evidente imbarazzo e che sia … pentita e dispiaciuta. Perdonami”.
Emily soffocò una risatina, che fece brillare gli occhi di Aaron dalla curiosità. Che cosa c’era di divertente in quella situazione.
“Credi che io sia pentita di quello che ho fatto?”.
“Non lo sei?” chiese lui di rimando.
“No, per niente.”.
“Ma …”.
“Perché dovrei essere pentita di quella notte?” le chiese la donna, assumendo un tono tra il misto e il curioso.
Aaron aggrottò la fronte “Ci sono diversi motivi, a dire il vero. Io sono il tuo capo e tu una mia agente, come prima cosa”.
“Ma non credo sia per questo …”
“Non ti è dispiaciuto aver passato la notte con me?” chiese Hotch, confuso e stupito.
“A dire la verità, no. Forse sarà stato un errore, una cosa non calcolata, ma è stata una bella notte” disse lei, sorridendo maliziosa, ricordandola.
“Ah” rispose solamente lui.
“Ero venuta qui per parlare. Credevo tu fossi pentito di ciò che era successo … E poi perché non ci siamo più parlati” ammise lei, chinando il capo.
“Hai fatto bene a passare”, disse composto, poi si sciolse leggermente, accennando un sorriso “Anche a me dispiaceva la situazione che si era creata … Ma era troppo strana, persino per me.” Concluse l’uomo, alzandosi e prendendosi un bicchiere d’acqua, offrendolo anche alla ragazza che, gentilmente, declinò l’offerta, troppo nervosa.
“Hotch” lo chiamò lei. “Non sei pentito, vero?”.
“No. E’ stato bello anche per me”.
Lei tirò un sospiro silenzioso. “Okay.”.
“Non siamo capaci ad affrontare situazioni banali come queste, ma ogni giorno combattiamo contro serial killer.” Continuò Emily.
“Quando si tratta dei sentimenti, tutti siamo in difficoltà.” Le ricordò saggiamente lui, avvicinandosi a lei, che nel frattempo si era alzata.
“Già …” accordò.
Aaron accorciò le distanze. Erano a pochi centimetri, l’uno dall’altra. Potevano sentire i loro respiri, e il loro cuore battere dall’emozione. Le sfiorò la guancia, poi le accarezzò delicatamente le labbra, per poi unirle alle sue con un dolce bacio.
Sentì le labbra di lei, tendersi in un sorriso, poi gli gettò le braccia al collo e si diressero in camera da letto, chiudendo la porta alle loro spalle.

Qualche ora dopo, erano distesi nel letto, abbracciati e sorridenti. Aaron stava accarezzando il braccio di Emily mentre lei era abbracciata a lui, con la testa sul suo petto, ascoltandolo respirare.
“E’ successo … Di nuovo” disse lei.
“Lasciamolo accadere.”.
“Sì” concluse lei, poi lo guardò “Infondo, che male c’è?”.
“Nessuno” rispose lui, sorridendo.
“Siamo molto bravi”.
“Mai quanto te, Emily”.
Lei ridacchiò “Sono certa di poterti contraddire, Aaron”.
Era una delle poche volte che si chiamavano per nome, e suonava così bene che, entrambi erano certi, avrebbero potuto continuare a ripetere i loro nomi all’infinito.
“Sono contento che tu sia qui” pronunciò lui, sottovoce.
“Anche io”, poi si allontanò leggermente da lui, per guardarlo negli occhi “Lo dirai ad Haley?”.
“Perché dovrei?” chiese Hotch.
“E’ tua moglie”.
“Ex moglie” le ricordò.
“Non siete ancora  veramente divorziati. Forse ho sbagliato a …”
“No, Emily. Non c’è niente di sbagliato in questo” la riprese subito, poi chiuse gli occhi, sospirando. “Il mio matrimonio era fallito già da tempo. Haley … Mi ha tradito”, confessò, sentendosi subito meglio.
“Come?” chiese lei, incredula.
“Sì. Credevo anche io che fosse impossibile, ma così è stato”.
“Ne avete discusso?”.
“No. Ho fatto finta di niente … Lui è un suo vecchio amico, conosciuto durante un’estate”.
“Mi dispiace”.
Scosse la testa “L’ha fatto perché io non ero mai a casa … Non riusciva più ad accettare il mio lavoro.”.
Emily non disse niente. Che cosa avrebbe dovuto dire?
“Si chiama Jamie Carlson. Biondo, occhi verdi. Un bell’uomo, con ambizioso. E’ un medico”.
“Hai fatto ricerche?”.
“Sì. Volevo sapere almeno per chi mi aveva tradito …”.
“Aaron, non è stata colpa tua, lo sai. E quell’uomo non ha nulla in più di te”.
“Beh è più bello”.
“Non dire sciocchezze. Tu sei bello ed attraente, non hai niente in meno di lui”.
“Dici davvero?”.
“Hai delle qualità invidiabili ed uniche. Guardati. Sei un agente dell’FBI, il capo della BAU, rischi la vita tutti i giorni per salvare innocenti, combatti contro il male, cerchi di rendere il mondo un posto migliore!”.
“Anche tu, Emily”.
“Stiamo parlando di te” le ricordò “Sei quasi un super eroe, agente Hotchner. E sei l’eroe di tuo figlio” aggiunse, sorridendogli.
Lui si illuminò, come ogni volta che si parlava di Jack, la persona per cui avrebbe dato la vita senza pensarci un secondo.
“Mi hai convinto” mormorò lui, poi la attirò delicatamente a sé “Hai delle capacità persuasive stupefacenti, agente Emily Prentiss”.
L’agente sorrise e lo baciò “Lo so. Ma questa è la verità”.
Poi si abbracciarono, rimanendo stretti e legati tra loro, ascoltando i battiti dei loro cuori, che erano come sincronizzati.
Entrambi sorrisero, felici. Non erano più soli. Erano insieme, ed avrebbero potuto affrontare ogni cosa.
Erano due anime sole, che si erano trovate, diventando un qualcosa di unico.
Erano anime che avevano lottato per amarsi ed avevano vinto.

 


Note Autrice: Altra fic sulla coppia XD
Non posso fare a meno di scrivere su di loro. Mi piacciono troppo insieme!
E’ un piccolo momento che la mia mente contorta ha immaginato e mi è piaciuto scriverlo, anche se non mi soddisfa completamente … Spero che vi sia piaciuto e che lascerete un commento, anche negativo!
Grazie!

Franci.

  
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