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Autore: FallingInLove    11/02/2011    9 recensioni
Un nuovo inizio: è possibile. A volte.
Spesso un'amicizia nata per caso, può trasformarsi in qualcosa di più: quando ci si accorge che con quella persona, non si sta bene solo per scambiare due chiacchiere o farsi quattro risate.. ma anche per confidarsi, mostrare le proprie paure, e ascoltare quello che vorrà dirti lei stessa, per poi scoprirla spaventata almeno quanto lo sei tu.
Ma se si ha paura di tutto questo, se non ci si vuole buttare per timore di soffrire ancora.. se si è diventati di pietra.. ci può essere ancora speranza? Potrebbe nascere una storia importante o sarebbe solo.. sesso?
Dal capitolo 9:
Raul aspettò, finché la ragazza non si svegliò.
"Perché non me lo hai detto prima?" le chiese bruscamente.
Lei sbuffò e si stropicciò gli occhi "Buongiorno anche a te."
"Scusa. Buongiorno" fece allora lui, per poi ripetere "Perché non me l'hai detto prima?" "Non mi pare che ieri notte ti sia fatto molti problemi" ribatté seccata.
Lui alzò entrambe le sopracciglia "Sai, non era facile ragionare con te che non facevi altro che strusciarti sul mio......."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pain is Love'
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Capitolo 16. ..E tutto si ribalta


I never know what the future brings
But I know you are here with me now
We’ll make it through

[Io non saprò mai ciò che il futuro riserva
Ma so che tu ora sei qui
Ce la faremo]

(If you're not the one - Daniel Bedingfield)


I fiori, la gente che piange, cercare inutilmente di consolare Jamine..

Raul non ascoltava minimamente le parole del prete, che erano solo un lungo monologo, atono e privo di senso.. privo di personalità, come se Fred fosse solo uno dei tanti che muoiono per qualche infame malattia assassina.

Invece no, invece era tutto diverso: era Fred ..e adesso non c'era più.

Il biondo fu scosso solo quando sentì del movimento alla sua sinistra: il patrigno di Jamine che la accompagnava fuori. Era una ragazza forte, ma così tante emozioni erano troppo dolorose per i suoi, seppur maturi, 15 anni. Rimaneva solo la madre, terza moglie di Fred, le guance allagate da lacrime silenziose.

Raul si voltò, seguendo per qualche istante Jamine che si allontanava, aggrappata al patrigno. Intravide Joey, in giacca e cravatta come e lui, e Lela che piangeva sulla sua spalla; dietro di loro c'erano Rob, Dario, Frannie e Melissa. Tutto quel nero era opprimente.

Tornò a rivolgersi a quella tomba, che sembrava troppo piccola per ospitare quello che era stato per lui un grande uomo.

Sospirò e la mano di Rebecca, stretta nella sua, aumentò lievemente la presa.

Il prete continuava a leggere pezzi di Vangelo, sempre gli stessi per ogni funerale.. chissà quante volte doveva ormai averlo fatto.

Guardò la ragazza che dopo qualche istante se ne accorse, e ricambiò. Rebecca non aveva avuto la fortuna di conoscere Fred, ma i suoi occhi erano tristi, come quelli di tutti i presenti.

-E ora, se qualcuno vuole dire qualcosa.. -fece il prete chiudendosi poi in un improvviso mutismo

-Raul? -lo chiamò la madre di Jamine facendolo voltare -Ti spiacerebbe.. dire qualcosa? -chiese fra le lacrime

-Come?

-Fare un discorso -si intromise allora Rebecca evitando alla donna la fatica di parlare di nuovo sopprimendo i singhiozzi -...Per Fred

Il biondo si ritrovò spiazzato -Io.. non saprei, non ho preparato nulla..

-Non importa, deve essere qualcosa che ti venga dal cuore -insistette la donna -Io non sono in grado di farlo -altro singhiozzo -ma mi piacerebbe se fossi tu a dire qualcosa.. so quanto tenesse a te

Il biondo mandò giù un groppo di nostalgia.

-Vai -gli sussurrò dolcemente Rebecca richiamando la sua attenzione -sono sicura che avrebbe fatto piacere anche a lui -disse, tentando di sorridere

Raul allora si convinse, e si avvicinò al prete che, vedendolo, gli porse il microfono. Immediatamente, si trovò davanti a tutte quelle persone che si aspettavano dicesse loro qualcosa di Fred, qualcosa di brillante, qualcosa di commovente.. tutte cose che non sapeva fare, e intanto stava muto, mentre la gente aspettava.

Intercettò lo sguardo di Joey, corrucciato e serio, quello di Lela, liquido e triste.. poi guardò nel punto dove si trovava lui stesso poco prima, e dove adesso c'era Rebecca. Un lungo sguardo, e un cenno di assenso di lei, lo convinsero a parlare

-Fred.. -cominciò -ha preferito non dirci nulla, tenerci segreto quanto stesse male. E se noi oggi soffriamo per.. il suo abbandono, c'è chi soffre da più tempo, come Jamine e sua madre.. le uniche a sapere come lui stesse davvero. Ma è da oggi che si comincia a stare senza di lui.. e ancora non ci credo.

Sospirò, incrociando lo sguardo commosso della donna; ma non stava dicendo tutto quello che avrebbe voluto, sentiva di non star rendendo onore a Fred. Basta con le banalità, basta con le frasi fatte e già ripetute dal prete.. doveva dire qualcosa che gli venisse dal cuore, come diceva la donna.

-Io.. mi ricordo delle volte, dopo il lavoro, quando finivamo un po' prima, e andavamo a prenderci una birra insieme. Perché Fred, prima di essere mio superiore, anzi superiore di tutti noi che lavoravamo alla sua pizzeria, era nostro amico -sorriso malinconico -Con lui in quella birreria, ci siamo fatti chiacchierate durate ore, sia serie che non. Per me era normale, davo per scontato che sarebbe stato sempre così. Che lui sarebbe stato sempre lì, a darmi un giorno del ragazzino e il giorno dopo dell'uomo, a ridere e a mettermi in guardia, ad ascoltarmi o a farsi ascoltare.. e invece tutto questo non ci sarà più. Quella birreria per me adesso è un ricordo, uno dei più belli che ho. Fred mi ha aiutato a crescere -sorrise -vi lascio immaginare come: tutti sapevamo i suoi modi bruschi e bonari.

Alcuni sorrisero, qualcuno fece addirittura una mezza risata.

-Una volta mi disse -continuò Raul - “se c'è una cosa che ho imparato è che si nasce sani, completamente immacolati.. ma non c'è n'è uno che si salvi dalla benedetta follia di questo mondo” -la ex moglie annuì, doveva essere una frase che ripeteva spesso- Però lui ci si sapeva muovere bene in questa follia, ha saputo vivere la sua vita.. e so che considerava sua figlia un tesoro prezioso, la più bella cosa che fosse mai riuscito a fare.

-Spesso mi ha incitato a seguire la mia strada, a non arrendermi di fronte alle difficoltà, a vincere la paura.. perché quello che ne vien fuori è qualcosa di meraviglioso. Questa era la sua filosofia di vita, ed era quest'ottimismo che ha cercato di trasmettere in tutti noi.. siamo tantissimi qua dentro, perché in tantissimi gli volgiamo e gli vorremo sempre bene. Le nostre vite andranno avanti, certo: lui per primo non avrebbe mai voluto che ci lasciassimo andare. Noi tutti torneremo a scuola, a casa, al lavoro.. anche se lui non c'è più. Non è crudeltà, è semplicemente così che andrà.. ma noi tutti, dentro di noi, terremo sempre vivo il suo ricordo. Perché se lui è riuscito a far passare, a trasmettere anche a uno solo di noi il suo ottimismo, la sua gioia di vivere, il suo combattere anche se impauriti da qualcosa di più grande di noi.. ci sarà rimasto qualcosa di lui, e lui non morirà mai.

Guardò Rebecca corrugando leggermente le sopracciglia -Con me ci è riuscito. Grazie a lui ho capito non che la vita è dura, perché lo sapevo già, ma che volendo, mettendoci tutti noi stessi, tutte le nostre forze, possiamo farla diventare bellissima. Basta... buttarsi, provare. Non avere paura.

La ragazza socchiuse impercettibilmente la bocca, mentre Raul tornava a rivolgersi alla folla, che sembrava essere rimasta molto colpita dalle sue parole

-Questa non è solo un'illusione, non sono solo parole. Lui ci credeva davvero, e se ne è andato con il sorriso sulle labbra, contento della propria vita. Io voglio poter fare altrettanto quando toccherà a me, voglio crederci.

Rebecca si sentì correre un brivido lungo la schiena mentre mormorii d'assenso si diffondevano nella sala

-Io so -riprese Raul- che lui non potrà esserci quando.. -scrollò le spalle mentre pensava -quando sua figlia si laureerà, quando si sposerà.. -sospirò -Ora, non voglio stare qui a dirvi che lui ci sarà comunque, che ci guarderà da lassù, perché a queste cose ci si può credere come non.

Il prete storse un po' il naso, ma non disse niente

-Ma lui ci ha lasciato tanto qui, veramente tanto.. basta fare tesoro di tutto questo.. di tutto ciò che Fred era, e che ci ha insegnato. E' così, che lui potrà realmente esserci, in ogni momento, e in ognuno di noi.. Spero di essere riuscito a fargli onore con queste.. parole. -e porse di nuovo il microfono al parroco, mentre tornava a sedersi. Qualcuno cominciò a battere timidamente le mani, seguito poi da qualcun altro; l'applauso divenne più deciso, e coinvolse tutta la chiesa.

Il prete riprese la parola recitando qualche frase di chiusura, mentre la madre di Jamine abbracciò con talmente tanto impeto Raul da rischiare di soffocarlo

-Grazie mille -singhiozzò -Sono state parole bellissime.. lo rispecchiavano totalmente.

In quel momento tutti si alzarono, cominciando lentamente ad uscire, come se nessuno in realtà avesse voglia di lasciare quella sala.. perché avrebbe voluto dire lasciare Fred per sempre; la donna allora sciolse l'abbraccio per andare alla ricerca della figlia e del compagno. Era un cosa che andava fatta, volenti o non.

Raul la guardò allontanarsi per qualche istante, poi si voltò verso Rebecca, che gli si stava avvicinando; adesso aveva gli occhi lucidi anche lei

-Doveva essere una persona magnifica -disse

Raul annuì -Lo era

La ragazza lo abbracciò, e lui non si preoccupò di trattenere il pianto, stringendola forte e chinando la testa nei suoi capelli

Dopo un po' sentì Rebecca scostarsi con delicatezza; all'inizio non ne capì il motivo, poi le braccia di Joey lo cinsero con forza.

-Forza, amico -lo incitò battendogli una mano sulla schiena.

Poi lo abbracciò Lela, poi il resto del gruppo, poi le amiche di Rebecca, poi i colleghi e gli amici.. fu tutto molto veloce, come anche la sepoltura, l'ultimo addio.

La gente cominciò ad andarsene, tra lacrime e sospiri; Raul salutò Jamine con un bacio sulla fronte, ma la ragazzina probabilmente nemmeno se ne accorse da tanto che era presa dal pianto.

I ragazzi rimasero insieme ancora a lungo, camminando a zonzo o accomodandosi su qualche panchina di tanto in tanto; nessuno parlava molto, e Raul era grato loro per questa compagnia silenziosa. Non c'era molto da dire, in effetti.

-Vuoi che andiamo da qualche parte? -gli chiese Joey a qualche ora dal funerale. Erano rimasti lui, Lela e Rebecca con Raul.

Il ragazzo scrollò le spalle -No, non credo.. tu hai in mente di andare in qualche posto?

-No, in realtà no

Lo guardò: era già abbastanza tardi, gli altri erano andati a dormire. Joey soffocò uno sbadiglio

-Perché non vai a casa? -lo invitò -Hai sonno, si vede

-Ma..

-Sei stato con me tutto il giorno -lo bloccò sorridendo -Grazie, amico ma non voglio trattenerti ancora

Joey allora guardò Lela che annuì con la testa e, un po' per quello e un po' perché stava crollando dal sonno, si arrese -Ok.. a domani. In gamba come sempre, mi raccomando

-Certo. Buonanotte -i due si abbracciarono

Anche Lela salutò i due, abbracciando Raul un'ultima volta, poi si allontanò mano nella mano con Joey.

-Raul ha ragione -disse lei dopo un po'

-Su cosa?

-Hai una faccia.. cos'hai fatto stanotte invece di dormire?

Joey si tenne sul vago -Io? Niente, che vuoi che faccia?

La ragazza lo guardò tagliente -Joey, mi devo preoccupare?

-Ma certo che no! Cosa credi che abbia fatto?

-E che ne so.. te l'ho chiesto!

Il ragazzo prese un lungo sospiro e si grattò nervosamente la testa: era giunto il momento di dirglielo..

-Joey -insistette Lela -Mi stai facendo agitare..

-Sono stato a leggere

-Eh?! -fece Lela senza capire -Leggere?

-Sì: leggere. La cosa ti stupisce?

-Sì -rispose, delicatezza a parte -L'ultimo “libro” che ti ho visto prendere in mano era un Dylan Dog di un anno fa..

-Invece leggo anche roba intelligente -ribatté risentito

-E cosa hai letto? -chiese trattenendo una risata

Joey la guardò e sospirò di nuovo, ma questa volta seccato -Perché la cosa ti sconvolge così tanto? Credi di stare con un perfetto idiota?

-Joey, io non..

-Se è così ti sbagli! -continuò lui lasciandole la mano e fermandosi davanti a lei -Forse non sarò come i tuoi amici cervelloni -sottolineò la parola- di architettura, ma per tua informazione non c'è solo Dylan Dog nel mio bagaglio culturale

-Ma che c'entrano i miei amici? -ribatté lei altrettanto alterata -Ti ho chiesto cosa altro hai letto oltre ai soliti fumetti. E se proprio lo vuoi sapere, non nascondo il fatto che mi sembri un evento eccezionale!

Joey annuì -Quindi mi consideri un cretino, proprio come pensavo

-Joey, ma che hai? -domandò -E' il funerale? Guarda che siamo tutti dispiaciuti, ma non per questo diamo di matto

-Sì, è il funerale -rispose lui con convinzione, come se si fosse illuminato all'improvviso -è che ti svegli un giorno e non c'è più tempo. Le cose che volevi fare, tutto quello che volevi dire.. non hai più tempo per farlo. Ecco perché ho deciso di farlo adesso, non voglio più sprecare nemmeno un secondo.

-Ma fare COSA?

-Iscrivermi a psicologia

La ragazza rimase con la bocca aperta, ma senza pronunciare parole.

Joey la scrutò un attimo, poi sospirò e scosse la testa rassegnato -Lo sapevo che avresti reagito così, ma ormai ho preso la mia decisione, Lela. Mi dispiace, ma non sarò mai un grande avvocato o un grande architetto, né ora né mai, non fa per me.

Lela lo ascoltò con attenzione, poi sorrise e fece un saltello per intrecciare le braccia dietro al suo collo; il ragazzo la guardò con non poco disappunto

-Joey è meraviglioso! -fece Lela -Finalmente hai trovato qualcosa che ti piace

-Non.. capisco -fece lui, cauto -Stai sempre a parlare dei cervelloni architetti, poi mi dicevi sempre che giurisprudenza era stata un'ottima idea.. pensavo che avresti accolto questa mia scelta con un scenata e che..

-Ma vuoi stare zitto un attimo?! -lo interruppe divertita -Primo non so perché tutti questi confronti con i miei compagni di architettura; sono bravi sì, ma che noia uscire con loro.. sempre i soliti discorsi!

-Oh! -fece Joey stupito -Questo non me l'avevi mai detto

-Tu non me l'hai mai chiesto -ribatté lei -Ogni volta che poco poco ne nominavo uno, ti incavolavi o ti zittivi neanche ti avessi tagliato la lingua -sospirò -Per quanto riguarda giurisprudenza ero contenta che l'avessi scelta perché pensavo ti piacesse; mi sono preoccupata quando invece hai cominciato a dimostrare tutto il contrario con quei 15.. ma se adesso hai trovato la tua strada, sono felicissima!

-Davvero?

-Certo! E poi sai quante cose interessanti imparerai! Psicologia è davvero una bella facoltà!

-Non pensi sia un po'.. -scrollò le spalle- una follia per uno come me?

-Joey.. io non so con gli altri, ma almeno per quanto mi riguarda, tu riesci a capirmi benissimo, ogni volta che lasci esprimere la tua parte migliore. Sai ascoltare, e la gente ha bisogno di questo

Il ragazzo sentendosi spalleggiato, ma soprattutto incoraggiato da Lela, sorrise spontaneamente e l'abbracciò

-Grazie, amore. Avevo bisogno del tuo appoggio

-Levami una curiosità, però: cosa c'entra questo con il fatto che ieri sera sei stato a leggere?

-Ho comprato un libro che parlava di queste cose.. l'ho letteralmente divorato

-Vedi che allora hai scelto la strada giusta?!

-Stavolta credo proprio di sì

Lela sorrise, contenta per lui -Ti amo

-Ti amo anch'io

I due si baciarono a lungo, poi ripresero a camminare a braccetto.

-Come ti è venuta l'idea di psicologia?

-A dire il vero me l'ha messa in testa Raul..

E cominciò a raccontarle della loro chiacchierata



Raul intanto, seduto su una panchina, era rimasto solo con Rebecca ed entrambi seguirono con lo sguardo per qualche istante Lela e Joey che si allontanavano

La ragazza sospirò impercettibilmente tornando a guardare Raul -Come stai? -gli chiese -So che probabilmente non hai voglia di parlarne e che può sembrare una domanda banale.. invece è importante, e poi sei stato in silenzio fin ora.. non credi sarebbe meglio buttare fuori tutto?

Il biondo alzò lo sguardo da terra per incontrare il suo e sorriderle: un sorriso stanco, ma comunque un sorriso

-Sei sicura di volerlo sapere? -le domandò, quasi ironicamente

-Certo -rispose lei, serissima, posandogli una mano sul braccio -Lo sai che ci tengo a te

Lui annuì e prese un po' di tempo per poi rispondere -Mi scoppia la testa. Mi sento come se una parte di me se ne fosse andata.. ed è proprio questa la realtà: Fred non c'è più. Vorrei spaccare tutto, ma allo stesso tempo mi sento.. come svuotato da ogni forza fisica. Sai, voleva essere il primo a sapere quando mi sarei deciso.. perché lui era sicuro che ce l'avrei fatta alla fine

-Deciso a fare cosa? -chiese Rebecca

Il ragazzo non rispose subito ma intrecciò le dita con le sue prendendole la mano -A vincere la paura

La guardò, e intuì dal suo sguardo che stava iniziando a capire dove volesse arrivare

-Rebecca..

-Raul, aspetta -lo bloccò lei, titubante; Raul sentì la sua mano scivolare appena, come se avesse voluto in un primo momento allontanarla ma poi ci avesse ripensato. Lo guardò con aria improvvisamente stanca, ma anche estremamente determinata -Non giocare con me -gli disse in un tono che era a metà tra l'ordine e la supplica.

-Non voglio giocare, è l'ultima cosa che farei in una giornata come questa.-rispose lui, altrettanto deciso - Stavo venendo da te quando mi hanno chiamato dicendomi che Fred era stato ricoverato.. ti ho vista sul mare, al tramonto.. quel tramonto che avremmo dovuto vedere insieme

La scrutò, ma lei non rispose subito: adesso era lei l'indecisa.

-Rebecca fidati, ti prego -fece allora lui, intuendo i suoi pensieri -Non ti sto prendendo in giro, e non mi rimangerò quello che ti sto dicendo -lei lo guardava in modo penetrante, senza perdere di vista i suoi occhi nemmeno per un istante, cercando anche la più piccola traccia di menzogna nel suo sguardo -Tu mi hai fatto capire quanto fosse idiota il mio ragionamento, il mio continuare a fuggire.. quanto non servisse a niente.

Ci fu qualche istante di silenzio mentre i due continuavano a fissarsi, a cercare di leggere l'uno negli occhi dell'altra qualsiasi cosa fosse possibile catturare.

-Non si può fuggire -fece eco lei dopo un po'; poi distolse lo sguardo e accennò un sorriso che il ragazzo non capì.

-No, infatti, adesso lo so -le strinse di più la mano-Tu sei molto più coraggiosa di me sotto questo punto di vista

Rebecca ridacchiò -Solo su questo?! -lo punzecchiò tornando a guardarlo, stavolta divertita

-Cosa vorresti insinuare? -fece lui alzando un sopracciglio

La ragazza rimase un attimo in silenzio, spostando lo sguardo sulle sue labbra.

Avvicinò di più il viso a quello di lui e gli accarezzò una guancia ispida con la punta delle dita, tornando a guardarlo; Raul attese, non voleva piombarle addosso rovinando tutto, anche se la tentazione era molto forte.

Guardandola, tuffandosi nell'azzurro limpido dei suoi occhi, inconsapevolmente escluse tutto quello che era altro da loro, chiedendosi come avesse fatto ad essere così stupido da aspettare tanto.. da farla soffrire.

Avrebbe voluto prendersi a schiaffi, ma poi lei gli sorrise e bisbigliò sottovoce -Voglio dire che non mi hai ancora baciata, scemo -sorrise, senza la minima traccia d'imbarazzo.

Era felice, e non aveva paura di mostrarlo; era innamorata, e glielo aveva non solo detto a chiare lettere, ma anche dimostrato.

Era stata con lui all'ospedale, poi al funerale: gli era stata vicina nonostante le facesse male, nonostante lui non avesse risposto con un bacio al suo “ti amo”. L'aveva abbracciato, l'aveva sostenuto.

Il ragazzo affondò una mano fra i suoi capelli morbidi e folti e la osservò chiudere lentamente gli occhi.

Anche lui aveva fatto lo stesso con lei quando pensava di essere incinta, ma era stato talmente sordo da non accorgersi dei segnali chiari che gli arrivavano da dentro: anche lui era innamorato di lei, e chissà da quanto.

Forse dal momento stesso in cui con lei aveva ricominciato a sorridere, ad essere felice.. a vivere.

Ma come al solito, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Si era avvicinato, pochi centimetri ancora e avrebbe finalmente sfiorato quelle labbra.

Invece le sfiorò la guancia con la punta del naso e poi si sporse per arrivare al suo orecchio, scostandole delicatamente i capelli.

Avvicinò le labbra al lobo, quasi da sfiorarlo.

-Ti amo -sussurrò, sentendosi improvvisamente bene, talmente bene che avrebbe voluto mettersi a cantare. L'angoscia per Fred, le lacrime, il dolore.. c'erano ancora, ma con Rebecca al suo fianco, con il coraggio dei propri sentimenti finalmente avuto, sentiva di poter superare quello che era successo in quei giorni.

La sentì lasciargli la mano per stringersi a lui

-Era ora -commentò facendolo ridere.

Aveva ragione.

Tornò a guardarla, inclinò il collo, e finalmente la baciò.

L'aveva già baciata sì, la notte in cui avevano fatto l'amore e quella sera dai suoi genitori.. ma stavolta era tutto diverso. Stavolta aveva la consapevolezza di amarla, di aver solamente iniziato; non si trattava più di una notte o di un momento. Quella era la loro storia adesso, qualcosa di magnifico da condividere.

Rimasero a baciarsi a lungo, con le mani sul viso, tra i capelli.. sotto la maglietta

-Aspetta -lo bloccò Rebecca staccandosi all'improvviso

-Che c'è? -fece Raul con disappunto

Lei lo guardò e fece una mezza risata -Tranquillo, nessun piano malefico come quelli di Fran..

Fran.. sì, c'era qualcosa a proposito di Frannie che Joey gli doveva dire, ma non aveva mai saputo cosa.

-Ti ricordi che non sono incinta? -continuò lei

-Certo!

-Ecco.. quindi.. -lasciò in sospeso la frase, aspettando che lui capisse

-Oh! -Raul realizzò: il ciclo -Hai ragione, scusa, non ci avevo pensato..

Lei scrollò le spalle -Possiamo stare ancora un po' qui però..

-Anche tutta la notte -rispose e, un attimo dopo, Rebecca lo stava tirando per la giacca e baciando di nuovo.


°°°


-Aspetta -disse Fran mentre Dario accostava con la macchina

-Hai cambiato casa? -le chiese lui perplesso

-No.. ma fermati anche tu

Dario la guardò un attimo senza capire -Da te?

-Sì -rispose lei sostenendo il suo sguardo

Il ragazzo aveva intuito quali fossero le sue intenzioni, ma ancora gli riusciva difficile crederci -Cosa ho fatto per farti prendere questa decisione?

La ragazza scrollò le spalle -Assolutamente niente

-Ecco -commentò con un pizzico di delusione

-E' che.. oggi ho capito tante cose -lo guardò negli occhi -La vita è troppo breve. Io non voglio che per questa mia stupida ripicca perdiamo l'occasione di.. stare insieme

-Hey -fece lui avvicinandosi e accarezzandole una guancia -Guarda che abbiamo tutto il tempo che vuoi, io e te. Cioè, io sono ben felice se la tua decisione è questa ma.. tu vuoi farmela pagare, e hai ragione..

-No -lo interruppe -Mi hai già dimostrato di volermi bene davvero, aspettandomi fino ad ora: adesso basta con le stupidaggini -e si sporse sulle sue labbra per dargli un bacio passionale e intenso

Dario si lasciò trasportare ma poi, quando lei la staccò, cercò di riprendersi guardandola con serietà -Sei sicura?

-Certo. Anche perché ti ho già detto che se solo provi a rifarlo, sai come finisci.

Frannie sorrise e scese dall'auto, mentre Dario la imitava divertito.

-E Dario.. -lo chiamò poi avvicinandosi

-Sì? -rispose lui

La ragazza sospirò e si buttò fra le sue braccia -Non morire mai

Lui la strinse forte accarezzandole i capelli -Tranquilla.. deve ancora nascere chi o cosa mi farà fuori

Frannie sorrise, poi sciolse l'abbraccio per prenderlo per mano e portarlo in casa.


°°°


Era ormai notte fonda, e Raul stava rientrando in casa dopo aver riaccompagnato Rebecca.

Posò le chiavi cercando di non far rumore e si tolse le scarpe. Arrivò con passo felpato fino alla propria camera dove, inevitabilmente, la maglietta arancione, ovvero la sua divisa di pizzaiolo, catturò la sua attenzione.

La prese con cura, strofinandola leggermente tra le dita come se la vedesse per la prima volta; su di essa troneggiava la scritta “Da Fred”.

-Hai visto, Fred? -bisbigliò alla maglietta, con un bruciore intenso di pianto che cominciava a nascergli in gola -Ce l'ho fatta.. spero che tu sia fiero di me -sospirò, sedendosi sul letto -Vorrei potertelo dire a voce.. vorrei che tu fossi ancora qui. Non te lo meritavi.

-Raul..

Il ragazzo sobbalzò, voltandosi di scatto e trovando la sua sorellina sul ciglio della porta

-Claudia -fece allora riponendo la maglietta -Mi hai fatto prendere un colpo! Vieni, entra

La bambina obbedì sistemandosi accanto a lui

-Perché non dormi? -le chiese accarezzandole il visetto

-Non ho sonno.. Oggi è successo qualcosa di brutto, vero? -domandò lei, con le labbra piegate all'ingiù

Il ragazzo ci rimase un attimo e non rispose subito -Perché pensi questo?

-Eravate tutti tristi, e papà ha anche pianto.. tu sei uscito vestito tutto di nero: quando le persone si vestono tutte di nero di solito vanno a un funerale..

Raul allora sospirò -L'ho sempre detto che sei troppo intelligente per la tua età

-Non mi piace non sapere le cose

-Ok, vieni qui -e la prese imbraccio, sistemandola sulle proprie ginocchia -Vedi, Claudia.. -prese qualche istante di tempo-Tu lo sai che le persone a volte.. muoiono -si rassegnò a dire quella parola, seppure troppo cupa e troppo dolorosa per i suoi gusti... ma sfortunatamente vera

-Sì -rispose -ma non si può fare niente? Voglio dire, se tutti siete così tristi vuol dire che non avreste voluto che qualcuno morisse.. perché non lo avete impedito?

Raul sorrise della sua candida innocenza e di quella dolce illusione che un tempo faceva dormire tranquillo anche lui -Sarebbe il sogno di tutti, poter evitare che succedano cose brutte

-Ma perché.. si muore?

Bella domanda. Ma come si fa a spiegare la morte a un bambino?

Il ragazzo scosse la testa -Dipende.. di solito quando si è troppo vecchi

-Quindi non può succedere all'improvviso?

Lesse la paura nei suoi occhioni -No, certo che no -mentì

-Quindi tu, mamma e papà..?

-Saremo con te ancora per molto, molto tempo -la rassicurò stringendola forte

Claudia sembrò tranquillizzarsi -..E Joey? -chiese con una risatina

-Joey?? -ripeté Raul strabuzzando gli occhi -Ma come osi preoccuparti per lui?

La bambina rise -Sei geloso!

-Certo che lo sono! Comunque lasciamo stare i brutti discorsi, ok? -le propose poi- Mica sono successe solo cose brutte oggi -tentò di sviare l'attenzione della bambina da quel discorso troppo pesante per la sua età

-E che è successo?

-Ti piace Rebecca, non è vero?

-Certo! Vi siete fidanzati?

-Non ti si può nascondere niente, Sherlok!

-Sì! Così adesso possiamo fare le cene a quattro io te, lei e Joey!

-Ma quali cene a quattro?! -e prese a farle il solletico mentre lei rideva -Basta parlare di Joey!

Rimasero a giocare ma dopo un po' Claudia, vinta dalla stanchezza, si arrese

-Dai, ti accompagno a letto mostriciattolo -fece allora Raul sollevandola di peso

-Va bene ma..

-Ma?

Claudia sospirò tornando seria -Non è che.. te ne vai mentre dormo?

Raul sorrise intenerito -No. Te lo giuro, mi troverai sempre qui.

-Va bene.. 'notte fratellone. Ti voglio bene

-Ti voglio bene anch'io, piccoletta.





****************


Spero che non me ne avrete troppo... ora vi spiego perché questa folle scelta di far scomparire un personaggio così amato.

Come Raul era stato vicino a Rebecca in quel momento difficile, lei ha saputo fare altrettanto, ha contraccambiato. Volevo che si capisse il sentimento profondo di Rebecca oltre che dalla sua sofferenza, anche dalle sue azioni: infatti, non ha esitato un attimo quando Raul l'ha chiamata, pur sapendo di farsi male a stargli vicina.

Poi fortunatamente la situazione si è evoluta e i due sono diventati coppia ufficiale ;)

Mi piaceva che Raul confessasse i suoi sentimenti in un modo un po' diverso dal solito (nel bel mezzo di un discorso da funerale -.-''); riprendo direttamente il pezzo del capitolo per farvi capire:


..Perché se lui è riuscito a far passare, a trasmettere anche a uno solo di noi il suo ottimismo, la sua gioia di vivere, il suo combattere anche se impauriti da qualcosa di più grande di noi.. ci sarà rimasto qualcosa di lui, e lui non morirà mai.

Guardò Rebecca corrugando leggermente le sopracciglia -Con me ci è riuscito. Grazie a lui ho capito non che la vita è dura, perché lo sapevo già, ma che volendo, mettendoci tutti noi stessi, tutte le nostre forze, possiamo farla diventare bellissima. Basta... buttarsi, provare. Non avere paura.”


Insomma, è a questo punto che Rebecca ha iniziato a capire qualcosa, anche se poi ha avuto delle titubanze, che Raul ha saputo dissipare (*sospiri d'approvazione* XD)

A proposito del discorso, spero non vi sia sembrato troppo esagerato.. secondo me poteva starci considerando quanto Raul fosse legato a Fred.

Comunque, questo brutto episodio, ha dato una svolta anche nella storia delle altre coppie: Frannie che si decide a fidarsi di nuovo e totalmente di Dario e Joey e Lela che si chiariscono.

Mi dispiace se il capitolo vi è risultato troppo pesante, ma nel prossimo avremmo il lieto fine con un classico “regalino” alla Raul :)


Ginna3: Adesso puoi far partire la colonna sonora romantica! XD Raul e Rebecca finalmente stanno insieme :) Baci!

stefuzzolaxD: Rebecca e Raul finalmente ce l'hanno fatta e sì, purtroppo il prossimo capitolo sarà l'ultimo :( Baciii!

Leuzza: Sono contenta che ti sia piaciuto nonostante la tristezza, e spero che valga l stesso per questo capitolo >.< Baci!

Jasmine230: Grazie mille per i complimenti e spero che Raul e Rebecca ti siano piaciuti ;) non ti preoccupare, anzi oggi anch'io sono di fretta quindi scusa tu! XD Bacii!

Kia_85: Hai detto bene, e finalmente Raul e Rebecca se lo sono detti ;) Grazie, sono contenta se sono riuscita a farti viaggiare un po' con la fantasia con questa storia =) Baciii!

SarettaCullenWriter: Raul e Rebecca si sono avvicinati, sì xD Grazie mille per i complimenti, ora manca solo l'happy end con il prossimo capitolo ;)


Scusate, sono un po' di corsa oggi (lo avrete notato nelle risposte striminzite >.< scusateeeeeee), ringrazierò una per una chi ha aggiunto la storia fra preferiti, seguite e ricordate nel prossimo capitolo :)

Un bacio a tutte :):)

  
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