"Te
lo puoi
anche scordare! Io non vengo!"
L'urlo
adirato
attirò l'attenzione di due dei quattro occupanti dell'attico, che in
quel
momento si trovavano al piano inferiore trafficando con borse e
borsoni.
L'uomo, sui venticinque anni, alzò gli occhi scuri al soffito e scosse
il capo,
per poi rivolgersi alla signora anziana che gli si trovava di fronte.
"Nonna,
non
c'è niente da fare. Se neanche Jen ci riesce..."
Evelyn
Ryan non
lo lasciò finire. "I ragazzi d'oggi! Lasciate perdere al primo
problema.
Dammi retta Jack, partiremo in quattro" disse fiduciosa e lanciando un
sorrisino malizionso alle scale che portavano al piano superiore.
Jack
McPhee
emise un lungo sospiro "Se lo dici tu.."
Intanto,
colei
che aveva urlato stava camminando avanti e indietro nella sua stanza,
mentre la
sua migliore amica sedeva sul letto intenta a piegare vestitini da
neonata e
metterli ordinatamente dentro un piccolo trolley.
"Oh,
andiamo, non fare la bambina cocciuta. Non puoi mancare" Chiusa la
cerniera Jennifer Lindley, Jen per gli amici, si voltò e squadrò con le
iridi
smeraldine quella furia che non si calmava. "E stai un po' ferma, Joey!
E'
un miracolo che tu non abbia fatto un buco in quel tappeto!"
Josephine
Potter
si concentrò sulla marmocchia che teneva in braccio, la sua figlioccia,
per
evitare gli occhi indagatori della madre di quella creaturina. Ogni
volta che
guardava Emily Lindley, Joey non poteva fare a meno di sorridere. Emy
era
adorabile. A soli otto mesi, aveva setosi ciuffetti biondi e
grandissimi occhi
blu notte, unico dettaglio che ricordavano il padre, che aveva
abbandonato Jen
quando era incinta di pochi mesi.
In
quel preciso
istante, Emy stava succhiando il colletto della camicia color cielo
della
madrina, forse per allievare il fastidio che le provocava la crescita
dei
dentini.
"E
guarda
me Joey, non mia figlia!" continuò imperterrita la bionda "Ti ripeto
che non puoi mancare. Gail ci rimarrebbe malissimo"
Finalmente
Joey
si decise a sostenere lo sguardo di Jen, anche se con qualche
difficoltà.
Partite
come
rivali in amore, Joey e Jen erano poi diventate unite come poche,
riuscendosi a
capire con un solo sguardo.
"E'
inutile
Jen, non me la sento di tornare a Capeside, neanche per il matrimonio
di Gail.
Le scriverò una mail per dire che mi hanno trattenuto in redazione o
una cosa
del genere" rispose Joey accarezzando la guanciotta paffuta di Emily,
che
soddisfatta emise un gorgoglio incomprensibile, tornando poi a
tormentare il
colletto ormai fradicio.
Jen
si alzò e
posò il trolley per terra, di fianco alla porta socchiusa. "Non sperare
che la nonna, Jack ed io ti reggeremo il gioco. Non se il motivo vero
per cui
non vieni al matrimonio di Gail si chiama..."
"NO!"
la interruppe con voce improvvisamente stridula "No,ti prego, non
nominarlo" finì con un sussurro, in cui Jen potè captare dolore e
lacrime
trattenute a fatica.
Le
tolse Emy
dalle braccia, posandola dentro al box con il suo pupazzo preferito,
poi mise
le mani sulle spalle di Joey, fissandola dritta negli occhi aurei.
"Ti
capisco
tesoro, davvero, ma non puoi non ritornare più a Capeside per paura di
rincontrarlo. Come farai con Bess e Alexander? Non vedrai più tua
sorella e tuo
nipote?" chiese dolcemente Jen, massaggiandole piano i tendini del
collo
spaventosamente tirati dalla tensione.
Joey
scrollò
appena le spalle, il massaggio la rilassava tutta "Li farò venire qua,
per
una vacanza"
"Joey,
tua
sorella e tuo cognato gestiscono un 'Bed&Breakfast', per la
precisione il
più famoso della regione. Adesso, credi che potrebbero rinunciare agli
affari
perchè la sorellina ha deciso di fare la principessa viziata e non
vuole più
mettere piede nel paesino dov'è nata e cresciuta solo perchè c'è il
ragazzo, o
meglio, l'uomo di cui è innamorata perdutamente?"
"Jennifer!"
la riprese indignata Joey, il cui cuore aveva perso un colpo
all'accenno
velatissimo a colui che popolava tutti i suoi sogni e le sue fantasie
"Ti
scongiuro, non insistere. Bess sa benissimo che non tornerò a Capeside
finchè.... insomma, lo sa il motivo, come anche la nonna e Jack. Del
resto,
purtroppo, non sono affatto capace di contenere certe reazioni"
In
quell'istante, la testa grigia dell nonna fece capolino dallo spiraglio
della
porta "Ragazze, siete pronte? Jennifer, dammi Emily che la porto giù e
la
sistemo nel passeggino. Josephine, dove sono le tue valigie?" domandò
guardandosi intorno "Sono ancora nella tua stanza?"
"No
nonna.
Ho deciso di non venire al matrimonio, ho troppo lavoro arretrato da
svolgere" mentì spudoratamente Joey, ignorando Jen che sbuffò molto
poco
elegantemente.
Incrociò
invece
le dita, sperando che nonna Ryan credesse a quella piccola menzogna ma
le sue
preghiere non vennero ascoltate perchè Evelyn si mise le mani strette a
pugno
sui fianchi e la fulminò con gli occhi.
"Josephine,
sono vecchia non stupida. Non ti permetterò di saltare il matrimonio di
una
persona alla quale tieni tanto solo perchè non vuoi rivedere quel
ragazzo. Ora
vai di là, metti qualcosa dentro una valigia e vieni all'aeroporto con
noi. Se
tra cinque minuti non ti vediamo scendere, manderò su Jack a prelevarti
con la
forza!"
"Ma..."
provò a protestare ma l'occhiataccia che la nonna le rivolse prima di
uscire
con Emy tra le braccia la fece desistere.
Jen,
dietro di
lei con un sorriso a quarantadue denti, stava sistemandosi il vestito a
fiori
su sfondo rosso e disse, in tono quasi casuale "La tua valigia è già
pronta. Possiamo andare adesso, non vorrei che perdessimo l'aereo." Si
avviò verso la porta, un borsone in mano e la borsa di Emily a
tracolla. Era
quasi uscita quando si girò con un sorrisetto angelico "Ah, ricordati
il
maglione. Anche se è estate, non si sa mai cosa possiamo trovare a
Capeside...
Ho la sensazione che troveremo un bel ciclone ad attenderci" e
ghignando
sadicamente raggiunse la nonna e Jack al piano inferiore, lasciando una
Joey
stordita in mezzo alla camera dei giochi con un solo nome che le
rimbombava
nella mente: Pacey...