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Autore: Daifha    12/02/2011    1 recensioni
E invece era impotente. Fermo ad aspettare che la Morte lo raggiungesse, avvolgesse, e poi il suo lato Bookman avrebbe continuato a vivere da solo.
Il suo spirito di ‘Lavi’ invece, sparito nel nulla, oppure a marcire negli Inferi.
Chissà cosa fosse davvero la Morte.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rabi/Lavi, Tyki Mikk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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one shot lavi snz cuore
Death's door


L’irrealismo di quel luogo era quasi spaventoso: alberi attorno a loro, voci, urla in sottofondo, una luce fioca in lontananza formata dall’Innocence attivata di Allen, o forse Kanda, tutto ricoperto da bianca e opaca nebbia come fossero stati in un film di fantasmi.
No un film no, forse, un incubo.
Occhi d’orati che fissavano eloquenti quel rosso che lui sentiva colargli lungo le tempie, copioso.
Sangue. Dolce, doloroso, sangue rosso.
Si fece scappare un sorrisino, solo uno, per poi tornare con il suo solito sguardo indifferente, quando si soffermò a fissare le sue iridi brillanti in quell’unica verde del ragazzo davanti a lui.
Verde speranza. Ormai gliene rimaneva poca.
-Pensavi forse, Bookman, di essere speciale? Solo perché odi la guerra…
Nessuna risposta.
Non aveva infondo, il fiato per rispondere.
Non aveva la risposta.
Un altro sorrisino, crudele, attraversò il viso del Noah.
-Alla fine, anche te stai combattendo, no?
Le catene attorno al collo del rosso si strinsero ancora di più, lacerando la pelle, lasciando che altro sangue caldo si riversare per terra.
A quel punto, anche se avesse voluto, non avrebbe potuto rispondere.
A male pena riusciva a respirare.
Sentiva solo il sangue in bocca, il dolore e la voce i quel maledetto Noah.
Così vera. Maledettamente vera.
-Morirai combattendo. Che ironia, proprio te.
Gli si chinò affianco. Non ce n’era bisogno, se lo avesse lasciato li sarebbe comunque morto nel giro di un’ora per dissanguamento, e a giudicare dalla guerra che, al di là della nebbia, infuriava, nessuno sarebbe arrivato a soccorrerlo.
Ma lo fece lo stesso.
Solo per fargli scorrere quei brividi lungo la schiena, al suo tocco sul petto, la maglia stracciata.
Solo per fargli sentire fino all’ultimo il terrore di ciò che poteva essere la Morte.
Il rosso si portò le mani al collo, dove le catene strette gli avevano lasciato profondi squarci nella pelle.
Un disperato, ultimo, tentativo di scappare a un Destino ormai inevitabile.
La Morte.
Il dolore gli offuscò la vista, e a quel punto l’unico colore che riusciva a distinguere erano due gioielli d’oro che risplendevano nel vuoto più totale.
Due occhi.
E l’odio che si diffondeva in tutto il corpo, la paura.
-Permettimi, dopo tanti sforzi, almeno di poter prendere in ricordo il tuo Cuore. Tanto a te, Bookman, non serve.
Un sorriso, si quello lo vide. Lo immaginò.
Crudele, spietato, bastardo.
La testa gli girava spaventosamente, tanto da poter pensare che la terra volesse giocare a “Giro, giro tondo”.
Ah, che bei ultimi pensieri, prima di morire. Si, sarcasmo.
Ci provò almeno.
Poi sentì quella mano fredda, viscida, affondare nel suo petto.
Sensazioni nuove, eppure vissute all’infinito.
Schifo, vomito.
Deglutì: altro dolore, intenso. Il sapore del sangue ferruginoso in bocca.
Glielo avrebbe sputato in faccia se ne avesse avuto la forza.
E invece era impotente. Fermo ad aspettare che la Morte lo raggiungesse, avvolgesse, e poi il suo lato Bookman avrebbe continuato a vivere da solo.
Il suo spirito di ‘Lavi’ invece, sparito nel nulla, oppure a marcire negli Inferi.
Chissà cosa fosse davvero la Morte.
Nella peggiore delle ipotesi sarebbe diventato un Akuma.
Ancora schifo, vomito.
Quella mano che cercava nel suo corpo.
Trovando il vuoto.
Ancora quel sorriso, lo sentiva, deriderlo, godere della sua impotenza e paura.
-Bookman. Non lo trovo. Tu non hai un Cuore.
Spalancò l’occhio.
Non era mai esistito.
Il suo Cuore.



Si svegliò.
Era sudato, i capelli rossi appiccati fastidiosamente al viso.
E batteva.
Si, cazzo se lo sentiva, il suo Cuore batteva. Impazzito.
Era solo un incubo, il solito, maledettissimo incubo.
Girò la testa, Bookman lo guardava serio, un volume aperto sul tavolo. Stava leggendo alle tre di notte. Tutto normale.
-Che succede, Lavi,?
E marcò apposta quell’ultima parola, in tono serio di chi sa già tutto.
-Mah niente vecchio. Ho solo sognato, Yu che mi seguiva con sguainata Mugen per tutto l’Ordine con una treccia al posto della coda.
Sorrise. Finto.
Solita finzione, solita bugia.
Ce l’aveva già pronta.
In fondo, non era la prima volta che faceva quell’incubo.


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Ciao!!
Questa fic è fresca, fresca.
Appena pensata, appena scritta. Non ci ho messo nemmeno un’ora (e questo dimostra l’impegno che devo averci messo -.-). Ma vabbe, se non sfrutto subito l’ispirazione, poi l’idea va a farsi benedire e finisce che non scrivo più.
Quindi dato che oggi ne avevo pienamente il tempo, appena mi è venuto un barlume di idea mi sono fiondata a scrivere.
Bhe non sarà un capolavoro, la l’idea mi sembrava buona!
E’ la prima fic che scrivo di questo genere e in questo modo.
(Lavi non mi è nemmeno stato molto d’aiuto! (Lavi: Chi!? Io!?) Sisi proprio te! Avevi detto che se la scrivevo subito te mi avresti aiutato, e invece non hai fatto altro che startene a mangiare il MIO cono gelato! >.< (Lavi: M-ma… Ti stavo aiutando a finirlo…) -.-)

Comunque lasciando da parte questo discorso, non ho molto da dire! È una One-shot che a me sinceramente piace ( e pensare che dovrei stare a scrivere il capitolo di M.Yellow-Women… ma carità ragazze, non ho ispirazione! (Lavi: Come se a qualcuno davvero importasse!) Vaffanculo Lavi >.< Sei crudele oggi!).

Alle recensione ((Lavi: Se ce ne saranno -.-) GRR!) risponderò ovviamente per e-mail! Ovviamente le voglio siano il più sincere possibile!

Grazie mille! By

Ming Kanda
  
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