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Autore: Herit    13/02/2011    6 recensioni
Victor Stradivari è un giovane violinista di successo. Ha dalla sua un discreto fascino ed un carattere piuttosto altezzoso. Apparentemente frivolo, ha la fama del Don Giovanni bello e bastardo. Durante un concorso internazionale per una borsa di studio, la sua vita si incrocia con quella di Mark Violin: musicista pressoché sconosciuto nell'ambiente. E' proprio Mark a soffiargli la tanto ambita borsa di studio da sotto il naso. Una volta tornato nel conservatorio in cui studia, il Monteverdi di Londra, Victor è convinto che le strade sue e di quel "musicista da quattro soldi" non si incrocieranno più. Peccato che la Vita riservi parecchie sorprese...
E c'erano ricordi, in quella melodia. Un incontro fatto di sguardi penetranti ed astiosi. D'insofferenza reciproca e di sguardi lanciati di nascosto. Di risate fatte tra amici e di gelosie che avvolgevano il cuore come serpenti, iniettando il loro aspro veleno. Parlava di brividi, quella sinfonia. Quelli sollevati per lo scampato pericolo e quelli arrabbiati. Quelli provocati dallo schioccare di un bacio e quelli per la paura di perdere qualcuno di caro. C'erano nove mesi della loro vita, lì dentro. E li stavano offrendo al pubblico con il cuore aperto.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1. Perché se si sogna la morte di qualcuno, gli si allunga la vita?


Another hero, another mindless crime
 Behind the curtain, in the pantomime
Hold the line, does anybody want to take it anymore
 The show must go on

    C'era di buono che, dopo quell'incontro, Victor era sicuro che le strade sue e di Violin non si sarebbero più incrociate e la cosa gli faceva tirare un sospiro di sollievo. Elisabetta lo aveva lasciato, nel mentre. Era stata la prima ragazza a piantarlo in asso e per questo si era meritata in qualche modo la sua stima, piuttosto che il suo rancore, dimostrandosi più furba e coraggiosa delle altre. Lei l'aveva già capito. A differenza di quanto si sarebbe potuto pensare, dopo il concorso alla Fenice di Venezia, lei non aveva più parlato di quel violinista comparso dal nulla, senza un nome nell'ambiente e che nel nulla sembrava essere scomparso. Di quello che aveva fregato a Victor la borsa di studio da sotto il naso. Il giovane, invece, al contrario aveva cominciato a nominarlo sempre più frequentemente. Era il suo sprone a provare e riprovare, fino allo sfinimento. Lui che era sempre stato considerato dotato di un talento naturale. Un po' probabilmente per via del cognome di cui si fregiava. Quello di suo padre. Non sapeva se discendesse davvero dal grande musicista, fatto stava che quel nome era una garanzia e gli aveva dato più di qualche spinta, nonostante la sua bravura ed il suo assiduo impegno facessero il loro lavoro con dovizia. Era raccomandato. Sì. E se doveva essere sincero, la cosa non lo disturbava affatto, sotto diversi punti di vista. Sotto altri, invece, forse avrebbe preferito avere un cognome senza alcun rilievo. Ma se fosse stato altrimenti, probabilmente in quel momento non sarebbe stato seduto su una delle innumerevoli sedie dell'auditorium del conservatorio a fissare in tralice la professoressa che proponeva improbabili solfeggi dietro al pianoforte.
    “Strà!” Lo squittire della sua ultima ex lo fece sussultare. Erano in aula. Lezione di canto. Era stato costretto a frequentarla come corso extra. Non amava cantare perché considerava la voce come uno strumento imperfetto e difficile da domare: lui purtroppo non possedeva questa capacità, nonostante si destreggiasse con più di cinque strumenti differenti e la cosa l'infastidiva. Sollevò svogliato il mento dalla mano osservandola con sufficienza. Lizzy gli sorrideva con un certo divertimento. Benché fosse stata lei a lasciarlo, aveva preteso che il loro rapporto non cambiasse. Il come non l'avevo mai capito, fatto stava che ci era riuscita. Gli stava attorno infischiandone dei commenti delle alte ragazze che le consigliavano di girargli alla larga, visto che secondo loro era un perfetto stronzo. Ovvio che chi parlava così, era la schiera delle sue vecchie fiamme. Lei invece no. Ascoltava pazientemente le sue lamentele e lo accompagnava nelle sue esecuzioni più difficili quando si preparava per i concerti. Era un'ottima violinista. Con il suo strumento in mano si trasformava, tanto da riuscire quasi ad apparire come una piccola regina vestita di nero. Con quella tendenza un po' Gothic ed un po' Dark che era riuscita ad incuriosirlo in un primo momento, assieme alla sua allegria. Una volta Victor le aveva detto, durante le prove, che gli ricordava una Dea della morte con quei capelli corvini che sembravano inglobare in loro la luce per poi rilasciarla in riflessi opalescenti di una strana tonalità violacea. Lei per tutta risposta gli aveva sorriso con quel sorriso un po' sbarazzino, un po' saccente e l'aveva ringraziato. Molti pensavano che fosse strana. Forse per questo era stata l'unica in grado di stargli vicino per più di tre mesi, senza che a lui venisse voglia di scaricarla prima.
    “Che c'è, Lizzy?” Le domandò sbuffando e lei gli indicò divertita l'altra parte dell'aula di musica. La porta era stata aperta e la preside si era intrattenuta a chiacchierare amabilmente con la loro professoressa di canto. Erano piuttosto concitate. Una voce acuta che si scontrava con un'altra contraltile e ferma. Tornò a fissare la sua migliore amica -sì, perché in altro modo non avrebbe saputo appellarla- scettico.
    “E allora?” Incalzò con le sue domande, svogliato “C'è la preside. Hai ancora paura di lei?” Ironizzò mostrandole un sorrisetto sfrontato che la fece imbronciare. Era carina quando si imbronciava. Divertente. Nonostante l'apparenza da ochetta, nemmeno troppo sotto nascondeva un caratterino sagace. Era furba e decisa e questo la portava ad arrivare sempre dove voleva. Infatti non solo era la sua sostituta in caso di malattia alle esibizioni scolastiche, ma anche uno dei soprani più talentuosi che potesse vantare il loro conservatorio.
    “Ma sei tonto?” Ribatté lei andando a mandare in frantumi in un istante tutta la sua autostima. Era l'unica che ci riuscisse con tre semplici parole. Forse per via dei loro trascorsi. Forse perché glielo aveva chiesto con una dolcezza che stonava completamente con quelle parole. Forse perché lo disse a voce talmente alta da far girare mezza classe verso di loro. Victor rimase per qualche istante con le labbra schiuse per ribattere, ma non fece a tempo ad articolare nulla di sensato, visto che le mani da violinista della sua amica gli afferrarono le guance facendogli torcere drasticamente il collo provocando un rumore sinistro quando le vertebre si mossero, schioccando.
    “Lizzy, sono un umano, non una gallina cui tirare il col...” Ebbene sì: le parole gli morirono drasticamente in gola quando dietro alla Martinelli si presentò un ragazzo. Un ragazzo che, per fama, si trovava già sulle bocche di tutti gli studenti. Soprattutto quella del giovane Stradivari che era rimasta aperta, con il mento che probabilmente di lì a poco avrebbe toccato il pavimento. Pronta ci fu la mano di Elisabetta a fargli riattaccare mascella e mandibola assieme, sollevando gli occhi al soffitto con fare esasperato. Eh, già: lei lo aveva già capito. Lui ancora no.  
    “Oh cazzo!” Formulò Stradivari a tono nemmeno troppo sommesso provocando delle risatine da parte di alcuni, e lo sgomento generale della classe. Il raffinato Victor Stradivari che se ne usciva con un gergo così poco di classe. Inaudito. Riabbassò lo sguardo, andando a fissare il banco che improvvisamente era divenuto il fulcro centrale del suo interesse.
    “Dunque, ragazzi. Lui è Mark Violin.- Lo presentò velocemente la professoressa. Aveva già perso abbastanza tempo, per i suoi canoni. -Lei prenda pure posto dove preferisce, dopo mi farà sentire la sua voce.” Il ragazzo dedicò alla classe un profondo inchino -di quelli da esibizione- prima di avvicinarsi alle sedie raccolte ordinatamente in un angolo, afferrandone una e dirigendosi poi verso Lizzy. E quindi verso Victor che in quel momento stava facendo di tutto per imporsi di non guardarlo: se l'avesse fatto, gli sarebbe saltato al collo per strozzarlo.
    “Ben venuto.” Vivace l'accoglienza che gli riservò Elisabetta e nel mentre il giovane Stradivari si limitava ad ignorarlo cordialmente, dimostrando all'improvviso un profondo interesse per la porta dalla quale la preside non sembrava essere intenzionata a schiodarsi. Non sapeva perché, ma aveva la netta sensazione che da sotto i suoi fondi di bottiglia, lo stesse osservando con un sorriso sardonico. -Sarà solo un'imp...- Non finì di formulare quel pensiero che la voce quasi maschile della donna lo fece sobbalzare. No, decisamente quella non era la sua giornata.
    “Victor!” Lo richiamò all'ordine quella specie di teiera dai capelli color carota. Si impose una calma che in quel momento sembrava essersi andata a fare un bel viaggio alle Hawaii. Magari lo stava chiamando solamente per... congratularsi con lui. Con il secondo posto ottenuto solo un mese prima avrebbe potuto pagarsi comodamente le ultime due rate della scuola, per quell'anno.
    “Mi dica.” Eccolo. Ora lo riconosceva quel mezzo sorriso un poco sfrontato, un poco arrogante che sentiva arricciargli le labbra, ancora lì, sul suo viso. Per un istante mise da parte il pensiero che lui e Mark frequentavano il medesimo istituto. Gli sarebbe bastato stargli lontano per essere sicuro di non avere seccature. Frequentavano la medesima ora di canto corale? Avrebbe girato al largo. Non l'aveva mai sentito parlare, ma all'apparenza doveva avere una voce discretamente bassa, quindi ben lungi dalla sezione del coro dove solitamente sostavo lui: i tenori.
    “Alla fine della lezione la voglio nel mio ufficio. Porti con lei anche il signor Violin.- Una volta aveva letto in un libro che quando si ha un sogno, tutto l'universo cospira affinché questo sogno si realizzi. Bene. Allora perché il Mondo intero sembrava cospirare affinché lui realizzasse un duplice omicidio in tempi stretti? Beh... in fondo anche quello era un suo desiderio, no? Il suo sorriso si spense miseramente mentre si limitava ad annuire alla preside sempre più depresso. Sia fatta la sua volontà. Non poteva essere altrimenti. -Ah. E mi hanno chiamato di nuovo per sua madre.” Eccola lì. L'onta della sua famiglia: sua madre. Scrollò le spalle noncurante accompagnando tutto con un'espressione di sufficienza. Aveva imparato a fingere di fregarsene bellamente, di quella donna, come lei si era infischiata di lui in quei diciassette anni dal giorno in cui lo aveva dato alla luce. Fingere, già. La mano sinistra corse alla sua spalla destra. Fingere.












Angolino autrice:
Che dire? Che innanzitutto ringrazio tutti quelli che hanno recensito.
Specie _RedLeaves_ che è stato praticamente costretto. Tesoro, te la sei cercata ampliamente, quando mi hai detto che avevi ripromesso a te stesso che volevi leggere questa mia idiozia v_v Evito di riportare gli Sms che mi hai mandato, perché vanno contro la morale comune degli Yaoisti v_v

_MinnyFive_ sono felice che la soria ti piaccia :) E' un racconto già terminato che aggiornerò ogni domenica, salvo imprevisti :3 spero lo seguirai ^w^

_Yuko Chan_ La tua recensione mi ha emozionata, sai? XD Non pensavo di essere riuscita a rendere così bene quello che avevo in testa. Violin e Mark sono due personaggi particolari. Credo che il prologo parli fin troppo bene della storia, di per sé XD Lascia presagire tanto, forse troppo ^^" Come ho detto alla giudice del "queen contest", questo racconto parla tanto anche di me, visto che con il mondo della musica ci convivo. E molte delle sensazioni che descrivo tramite Vic, appartengono anche a me. Solo dal punto di vista musicale, eh! XD Sono quindi ancor più felice che il prologo ti sia piaciuto, perché vuol dire che sono riuscita a dare quelle sensazioni che speravo di trasmettere :) spero che continuerai a seguire anche il resto della storia e di non deluderti :3

_Dì_ Salve Signorino! T^T Tu lo sai che me ti adora, sì? *-* **Gli fa i grattini, come richiesto** Gh... credo che tu abbia già cominciato a conoscermi, quindi sì, spero ne vedrete delle belle XD Perché sinceramente non so dare un giudizio alla marea di cavolate che ho scritto ^^" Ehm... **deve mangiare meno funghetti allucinogeni... sìsì** Sicuro di non aver avuto lo stereo acceso mentre leggevi? Forse la musica veniva da lì XD Mmmh... parlare di futuro tra Vic e Mark la vedo un po' ostica ^^" Vedremo con lo svilupparsi della trama XD Attendo critiche, siggnor Dì v_v Alla prossima :3

_RiflessoCondizionato_ **scodinzola e fa le fusa assieme** (sì, è anomala) Mrew *w* Mi rende felice il sapere che avresti letto questa storia pur senza sapere che era stata scritta per lo Yaoi contest XD Lo stesso dicasi per la tua O_O avevo già cominciato a leggerla senza sapere che stava partecipando al contest XD Ti ringrazio davvero tantissimo per la recensione *A*  Sono felice che il prologo "si ricordi" e che come storia risalti nella massa, anche se ho sempre paura di scadere nel banale ^^" Spero di non deludere le aspettative con l'avanzare del racconto °^° C'è da dire che è vero: Vic è terribilmente rigido. Eppure Mark riesce a farlo scomporre di punto in bianco XD E questo in realtà è anche poco v_v ho preparato altre sorpresine per i nostri protagonisti ;) Spero continuerai a seguire le loro vicende :3 In bocca al lupo anche a te *-* Anche se come ho detto nell'apposito 3dde del forum, il contest si presenta agguerrito XD <3

_Emychan_ Anche a me piace tanto Violin *-* specie per qello che gli succederà più avanti X°° Ma non diciamolo a voce troppo alta, altrimenti qualcuno potrebbe igelosirsi v_v **Guarda un co-protagonista a caso** Grazie per avermi messo tra i seguiti *-* A domenica prossima XD

_NonnaPapera_ La caratterizzazione dei due protagonisti per me è stata fondamentale, perché ad un certo punto avrebbero voluto prendere strade completamente differenti da quello che avevo tracciato io per loro o_ò è stata una faticaccia tenerli immobili nel loro carattere XD Mark (Marco, come nome che mi avevi dato tu), avrà anche uno spin-off tutto suo per un altro tuo contest v_v quindi preparati, che qui c'è solo l'assaggio X°°

In ultima, ma non per importanza, ringrazio _Andy_ v_v Senza di lui, Victor e Mark non sarebbero mai nati, anche se, con suo sommo orrore, ho stravolto il carattere dei suoi personaggi XD Mi dispiace, cussiolo, spero che la storia ti piaccia comunque, visto che tu a quei poveracci non dai mai spazio v_v Ho preferito abusarne io come mi pareva e piaceva XP Daisukidayou! <3
   
 
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