Join
the dance ~
“It must be a
very pretty dance,” said Alice timidly.
“Would you like
to see a little of it?” said the Mock Turtle.
“Very much
indeed,” said Alice.
“Come,
let’s try the first figure!” said the Mock Turtle to the Gryphon.
“We can do it without lobsters, you know. Which shall sing?”
“Oh, you sing,” said the
Gryphon. “I’ve forgotten the words.”
Lewis Carroll, ‘Alice in Wonderland’, ch.
X: ‘The Lobster-Quadrille’
«Signor
Tartaruga, ma è bellissimo!»
Della
tristezza della Finta Tartaruga non era rimasta neppure l’ombra. Da quanto
tempo non passava qualcuno ad ascoltare la sua storia, e da quanto nessuno s’intratteneva
da lui a guardare la Quadriglia! La ragazzina invece se ne stava lì
attenta, i lunghi capelli scuri che sfioravano quasi il bordo della conchiglia,
mentre davanti ai suoi occhi le aragoste venivano scagliate in aria dai
rispettivi cavalieri. Era bello vederla così attenta e sorridente. Che curiosa
sensazione. L’unica creatura che fosse mai stata attenta e sorridente in sua presenza era il Grifone; e il
Grifone non aveva neppure una bocca
con cui sorridere...
«Ti
piace?» La Finta Tartaruga batté le mani che avevano sostituito le
sue pinne; non si era mai abituato a quel cambiamento, ma adesso che vedeva
quella bambina, be’, non si sentiva poi
così diverso. «Vuoi
provare anche tu?»
Alice
alzò lo sguardo, sorpresa. Aveva degli occhi molto azzurri, quasi quanto
il suo mare.
«Ma...
non ci sono aragoste» rispose incerta. «E poi non mi piace danzare
in pubblico.»
«Oh!»
La Finta Tartaruga sussultò, e le ali del Grifone si agitarono nervose. «Perché
no? Non dovresti avere paura. Danzare porta così tanta gioia alle
persone, come... come la musica, non ti sembra?»
«A
me porta solo tanto imbarazzo»
confessò Alice, e il suo viso si tinse di rosso. Strano.
La
Finta Tartaruga s’intristì molto. Molto più di prima, a onor
del vero. Increspò le labbra in una smorfietta
così caratteristica della sua specie, quella vera, e incassò il capo verso il guscio con fare contrito. «Però
io vorrei tanto poter danzare con te, Alice.»
Alice
lo guardava ora con una strana espressione, combattuta; a volte era davvero
difficile interpretare gli umani. Restarono tutti e tre in silenzio per un po’.
Poi la Finta Tartaruga la sentì respirare forte e vide che si
allontanava dalla conchiglia, infilando una mano da qualche parte nel vestito
del colore del sole. Un istante dopo, si era portata alla bocca una cosina
minuscola...
Ed ecco che cominciava a
rimpicciolire lei stessa.
Il
Grifone stridette di meraviglia, e la Finta Tartaruga si ritrasse ad una
velocità piuttosto insolita tanto per le tartarughe quanto per gli
esseri umani – mentre Alice, perché
dopotutto era sempre Alice, si aggrappava al piedistallo appena in tempo
per non precipitare nel vuoto. Ma guarda un po’, ora era proprio della
misura giusta!
Superato
lo stupore, la Finta Tartaruga accorse per aiutarla a rialzarsi. Ora che ci
pensava, non aveva mai toccato nessuno, da quando era diventato... così. A nessuno doveva piacere
molto l’idea di instaurare un contatto con una creatura come lui, un
bizzarro incontro di due opposte metà; forse era per questo che il
Grifone, tanto simile a lui nella sua ibrida natura, era suo amico. Però
Alice non si sottrasse affatto alle
sue mani palmate.
Si
ritrovarono dunque l’uno di fronte all’altra. La Finta Tartaruga la
guardò con perplessità. Perché aveva fatto questo? Non gli
aveva appena detto che non le piaceva danzare?
Ma
Alice sorrise – era bello, quel sorriso, oh sì: più della Quadriglia – e gli
si avvicinò ancora, respirando molto vicina a lui e sfiorandolo con le
mani vere e il profumo di terraferma e quegli occhi azzurri quasi quanto il suo
mare.
«Fatemi
vedere» disse soltanto.
E
la Finta Tartaruga ricambiò il sorriso, e ascoltò la risata
cavernosa del Grifone e toccò ancora le dita di Alice, e iniziò a
danzare con lei e, per una volta, si sentì giusto esattamente così com’era.
‘Will
you walk a little faster?’, said a whiting to a snail,
‘There’s
a porpoise close behind us, and he’s treading on my tail.
See
how eagerly the lobsters and the turtles all advance!
They
are waiting on the shingle – will you come and join the dance?
Will
you, won’t you, will you, won’t you join the dance?
Will
you, won’t you, will you, won’t you join the dance?’
Spazio dell’autrice
Perché
io non sono io se non mi cimento coi pairing
più strani. xD
No,
seriamente. La versione televisiva di Alice
nel paese delle meraviglie del 1999 è uno dei rifacimenti più
attinenti al romanzo di Carroll, e tra l’altro credo sia l’unico –
perlomeno tra i più conosciuti – ad includere anche il personaggio
della Finta Tartaruga. E lo fa nelle vesti di Gene Wilder. Gene Wilder. <3
Già
da piccola ci fangirlavo a mille, sulla Tartaruga e
su Alice, perché mi inteneriva tantissimo tutta la scena della
Quadriglia delle Aragoste e il fatto che poi, quando torna a casa, Alice
sceglie di cantare al suo uditorio quella canzone piuttosto che quella in
programma sulle ciliegie. Dolcissimo è pure il fatto che, nel suo
ricordare tutti gli abitanti del paese delle meraviglie, la Tartaruga è
proprio il primo che le viene in mente, e più volte. Fluff all’ennesima
potenza. <3
Oggi ho
avuto finalmente modo di guardare la versione completa di questo film che a mio
avviso merita più attenzione: e – incredibile – non ho
potuto farci niente, l’ispirazione mi ha colpita così forte che ho
persino smesso di studiare per gli esami imminenti. L’ho scritta in poco
più di una mezz’ora, e spero possa piacervi nel suo essere
assolutamente fine a se stessa.
L’idea
che Alice potesse rimpicciolirsi per ballare la Quadriglia con la Tartaruga non
è poi così assurda, se si considera che aveva ancora un po’
del famoso fungo in tasca. La frase sul fatto che in questo modo lei sarebbe “della misura giusta” è un
volutissimo omaggio al più recente film di Tim Burton, e nello specifico
al pairing Cappellaio/Alice, che dopotutto non
cesserò mai di esaltare. E i versi finali – il testo della
Quadriglia delle Aragoste, per l’appunto – sono tratti direttamente
dal film su cui mi sono basata, come riscontrerete da questo link, ma sono pur
sempre opera di Carroll in persona.
Fatto.
Ora potete chiamare il più vicino manicomio. ^^
Aya ~