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Autore: Feel Good Inc    13/02/2011    1 recensioni
Della tristezza della Finta Tartaruga non era rimasta neppure l’ombra. Da quanto tempo non passava qualcuno ad ascoltare la sua storia, e da quanto nessuno s’intratteneva da lui a guardare la Quadriglia! La ragazzina invece se ne stava lì attenta, i lunghi capelli scuri che sfioravano quasi il bordo della conchiglia, mentre davanti ai suoi occhi le aragoste venivano scagliate in aria dai rispettivi cavalieri. Era bello vederla così attenta e sorridente. [...]
«Ti piace?» La Finta Tartaruga batté le mani che avevano sostituito le sue pinne; non si era mai abituato a quel cambiamento, ma adesso che vedeva quella bambina, be’, non si sentiva poi così
diverso. «Vuoi provare anche tu?»
{ Movieverse: basata sul film del 1999 con Tina Majorino, Whoopi Goldberg, Gene Wilder }
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice, Finta Tartaruga, Grifone
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Join the dance ~

 

 

 

 

 

 

 

 

“It must be a very pretty dance,” said Alice timidly.

“Would you like to see a little of it?” said the Mock Turtle.

“Very much indeed,” said Alice.

“Come, let’s try the first figure!” said the Mock Turtle to the Gryphon. “We can do it without lobsters, you know. Which shall sing?”

“Oh, you sing,” said the Gryphon. “I’ve forgotten the words.”

 

Lewis Carroll, ‘Alice in Wonderland’, ch. X: ‘The Lobster-Quadrille’

 

 

 

«Signor Tartaruga, ma è bellissimo

Della tristezza della Finta Tartaruga non era rimasta neppure l’ombra. Da quanto tempo non passava qualcuno ad ascoltare la sua storia, e da quanto nessuno s’intratteneva da lui a guardare la Quadriglia! La ragazzina invece se ne stava lì attenta, i lunghi capelli scuri che sfioravano quasi il bordo della conchiglia, mentre davanti ai suoi occhi le aragoste venivano scagliate in aria dai rispettivi cavalieri. Era bello vederla così attenta e sorridente. Che curiosa sensazione. L’unica creatura che fosse mai stata attenta e sorridente in sua presenza era il Grifone; e il Grifone non aveva neppure una bocca con cui sorridere...

«Ti piace?» La Finta Tartaruga batté le mani che avevano sostituito le sue pinne; non si era mai abituato a quel cambiamento, ma adesso che vedeva quella bambina, be’, non si sentiva poi così diverso. «Vuoi provare anche tu?»

Alice alzò lo sguardo, sorpresa. Aveva degli occhi molto azzurri, quasi quanto il suo mare.

«Ma... non ci sono aragoste» rispose incerta. «E poi non mi piace danzare in pubblico.»

«Oh!» La Finta Tartaruga sussultò, e le ali del Grifone si agitarono nervose. «Perché no? Non dovresti avere paura. Danzare porta così tanta gioia alle persone, come... come la musica, non ti sembra?»

«A me porta solo tanto imbarazzo» confessò Alice, e il suo viso si tinse di rosso. Strano.

La Finta Tartaruga s’intristì molto. Molto più di prima, a onor del vero. Increspò le labbra in una smorfietta così caratteristica della sua specie, quella vera, e incassò il capo verso il guscio con fare contrito. «Però io vorrei tanto poter danzare con te, Alice.»

Alice lo guardava ora con una strana espressione, combattuta; a volte era davvero difficile interpretare gli umani. Restarono tutti e tre in silenzio per un po’. Poi la Finta Tartaruga la sentì respirare forte e vide che si allontanava dalla conchiglia, infilando una mano da qualche parte nel vestito del colore del sole. Un istante dopo, si era portata alla bocca una cosina minuscola...

Ed ecco che cominciava a rimpicciolire lei stessa.

Il Grifone stridette di meraviglia, e la Finta Tartaruga si ritrasse ad una velocità piuttosto insolita tanto per le tartarughe quanto per gli esseri umani – mentre Alice, perché dopotutto era sempre Alice, si aggrappava al piedistallo appena in tempo per non precipitare nel vuoto. Ma guarda un po’, ora era proprio della misura giusta!

Superato lo stupore, la Finta Tartaruga accorse per aiutarla a rialzarsi. Ora che ci pensava, non aveva mai toccato nessuno, da quando era diventato... così. A nessuno doveva piacere molto l’idea di instaurare un contatto con una creatura come lui, un bizzarro incontro di due opposte metà; forse era per questo che il Grifone, tanto simile a lui nella sua ibrida natura, era suo amico. Però Alice non si sottrasse affatto alle sue mani palmate.

Si ritrovarono dunque l’uno di fronte all’altra. La Finta Tartaruga la guardò con perplessità. Perché aveva fatto questo? Non gli aveva appena detto che non le piaceva danzare?

Ma Alice sorrise – era bello, quel sorriso, oh sì: più della Quadriglia – e gli si avvicinò ancora, respirando molto vicina a lui e sfiorandolo con le mani vere e il profumo di terraferma e quegli occhi azzurri quasi quanto il suo mare.

«Fatemi vedere» disse soltanto.

E la Finta Tartaruga ricambiò il sorriso, e ascoltò la risata cavernosa del Grifone e toccò ancora le dita di Alice, e iniziò a danzare con lei e, per una volta, si sentì giusto esattamente così com’era.

 

 

 

‘Will you walk a little faster?’, said a whiting to a snail,

‘There’s a porpoise close behind us, and he’s treading on my tail.

See how eagerly the lobsters and the turtles all advance!

They are waiting on the shingle – will you come and join the dance?

Will you, won’t you, will you, won’t you join the dance?

Will you, won’t you, will you, won’t you join the dance?’

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Perché io non sono io se non mi cimento coi pairing più strani. xD

No, seriamente. La versione televisiva di Alice nel paese delle meraviglie del 1999 è uno dei rifacimenti più attinenti al romanzo di Carroll, e tra l’altro credo sia l’unico – perlomeno tra i più conosciuti – ad includere anche il personaggio della Finta Tartaruga. E lo fa nelle vesti di Gene Wilder. Gene Wilder. <3

Già da piccola ci fangirlavo a mille, sulla Tartaruga e su Alice, perché mi inteneriva tantissimo tutta la scena della Quadriglia delle Aragoste e il fatto che poi, quando torna a casa, Alice sceglie di cantare al suo uditorio quella canzone piuttosto che quella in programma sulle ciliegie. Dolcissimo è pure il fatto che, nel suo ricordare tutti gli abitanti del paese delle meraviglie, la Tartaruga è proprio il primo che le viene in mente, e più volte. Fluff all’ennesima potenza. <3

Oggi ho avuto finalmente modo di guardare la versione completa di questo film che a mio avviso merita più attenzione: e – incredibile – non ho potuto farci niente, l’ispirazione mi ha colpita così forte che ho persino smesso di studiare per gli esami imminenti. L’ho scritta in poco più di una mezz’ora, e spero possa piacervi nel suo essere assolutamente fine a se stessa.

L’idea che Alice potesse rimpicciolirsi per ballare la Quadriglia con la Tartaruga non è poi così assurda, se si considera che aveva ancora un po’ del famoso fungo in tasca. La frase sul fatto che in questo modo lei sarebbe “della misura giusta” è un volutissimo omaggio al più recente film di Tim Burton, e nello specifico al pairing Cappellaio/Alice, che dopotutto non cesserò mai di esaltare. E i versi finali – il testo della Quadriglia delle Aragoste, per l’appunto – sono tratti direttamente dal film su cui mi sono basata, come riscontrerete da questo link, ma sono pur sempre opera di Carroll in persona.

Fatto. Ora potete chiamare il più vicino manicomio. ^^

Aya ~

   
 
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