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Autore: Alpherats    13/02/2011    0 recensioni
Ricchezza o amore? Scelte vecchie quanto la storia. Ma purtroppo, non sempre siamo noi a scegliere...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I passi scricchiolano sulla ghiaia. Scricchiolano, con un rumore non tanto fastidioso ma persistente.
Scricchiolano sotto le scarpe rosse, ricoperte di seta, che fasciano i piedi quasi fino a stringerli.

Principessa senza re.


Il fruscio della gonna è morbido, e si fonde con altri fruscii più discreti, e flebili come il battito d’ali di una farfalla, delle sottogonne, e dei merletti che dalla vita ricadono morbidi, bianchi e puliti, in mille piccole onde, fino a sfiorare terra.
La testa è china sul petto. Le labbra strette, come a voler promettere di non aprirsi più.

Non è per te…non è per te, e te ne accorgerai presto! Tu sei fatta per andare in sposa a un principe, tesoro…non a quel borghesuccio di provincia!



Il corpetto stringe i seni come una morsa. Fissati ore prima da mani senza pietà, i lacci color oro cingono il petto, e lo tengono prigioniero con tre, quattro strati di sete rinforzati. L’ultima, color bordeaux, lascia appena intravedere i suoi disegni in filigrana dorata.

Principessa, il conte di Andorre è venuto a trovarvi.
Più tardi, più tardi, ora non ho tempo!
Ma…principessa!
Ti ho detto di no! Devo scappare…porta i miei saluti al conte, e digli di non dispiacersi troppo di questo imprevisto, perché io sono molto, molto più felice così!



Due ciocche castane, perfettamente identiche l’una con l’altra cadono sul petto, morbide e all’apparenza cosi leggere. I raggi del sole donano loro un riflesso ramato, e in un certo senso quasi innaturale.

Sono arrivata!
Sei arrivata…



Le maniche a sbuffo bianche, di prezioso merletto, cingono delicatamente le spalle.
Le braccia scendono morbide lungo i fianchi, ma i pugni sono chiusi, le nocche bianche. Tra l’indice e il medio della mano sinistra si scorge un petalo bianco di un fiore. Si stacca e volteggiando cade per terra, ormai morto.

Cavalca dritta sulla sella del suo cavallo. Fa freddo, e soffia una leggera brezza, ma che importa quando c’è qualcuno che ti aspetta dall’altra parte del cancello? Qualcuno che non speravi di incontrare mai, qualcuno che in modo inspiegabile è riuscito a penetrare nella tua anima, e a scuoterla come durante un terremoto.



Una collana circonda il collo. Sembra una cosina da niente, ma in realtà è un’opera d’arte. Un filo d’argento intrecciato in modo tale che, da qualunque posizione lo si guardi, la luce crea degli effetti quasi magici. Un regalo reale, per una principessa degna del suo nome.

Non è magica l’atmosfera di una notte di inverno?
Sì…se ci sono le tue braccia a cingermi la vita, se sento il tuo respiro, se mi giro e so di incontrare i tuoi occhi, che istintivamente sorrideranno.
E’ magica se siamo io e te, se non ci rendiamo fino in fondo di essere insieme, di essere felici, se non capiamo che quei momenti, che durano in eterno, sono il nostro tesoro, la nostra ricchezza.
Se possiamo camminare mano nella mano, e non dobbiamo fingere di non conoscerci se qualcuno passa accanto a noi.
Se posso appoggiare la mia testa contro la tua spalla.
Se, nuda, posso addormentarmi sul tuo petto.



Il resto dei capelli è stretto in una crocchia. Un fermaglio d’argento tiene ferma quella capigliatura così elaborata. Rappresenta una farfalla, eppure tiene serrate le ciocche con una determinazione e una violenza quasi crudele. Quella farfalla non ti farà fuggire tanto facilmente.

E’ stata dura, ma mi sono liberata delle mie paure.
Mi hai fatto capire che la vita che vivevo era un’abitudine che volevo spezzare.
…non vuoi restare ancora qui con me? Ancora un anno, ancora due. Fluttuanti nella nostra bolla magica.
Lontani dal mondo, lontani dalle catene.



Lo sguardo, basso, non si vede, nascosto dalle ciglia troppo lunghe. Si vede il pallido trucco dorato, con le sfumature più scure eseguite a regola d’arte.
Si vedono le gote, opportunamente ricoperte da vari strati, rosse, come quelle di una bambola timida, una bambola di porcellana. E anche al tatto, le guance sono fredde. Come porcellana.

Non andrò in sposa a nessun conte!
Io ho scelto. Ho scelto te.
Mi hai regalato un fiore bianco…ma per me vale molto di più di qualunque tesoro.



La mano destra si apre appena, per afferrare delicatamente un lembo dell’ampia gonna.
Il piede destro, nella sua scarpetta rossa di seta, esita un attimo, prima di posarsi silenzioso sulla prima asse di un ponticello. La fibbia della scarpa tintinna leggermente.
La mano sinistra si apre, e ciò che resta del fiore bianco si sparge sull’erba, sui sassi, sul letto del fiume silenzioso.

Principessa non andare!
La voce di mio fratello risuona ancora in me, e allora mi sembrava solo vagamente preoccupata. Ma adesso, come rimbombano nella mia testa quelle parole.
Perché?
No, la sua espressione non è felice. Non è nemmeno preoccupata. Ci leggo solo…tristezza? Tristezza e un immenso dispiacere. Ma per cosa?

Resta a casa…non andare da lui.
Certo che ci vado!
Gli afferro le mani, e lui sicuramente può vedere come brillano i miei occhi quando parlo, può vedere che le mie guance sono rosse, ma senza trucco. Può vedere che mi sto innamorando.
Perché non sorride? Cancella quell’espressione triste! E’ contagiosa, e io non dovrei essere triste. Non adesso.

Perché…non lo troverai. E’ andato via.
Freddo.
Una pietra scende nello stomaco, con fredda, crudele precisione.


Non tornerà.
Non tornerà? No…non è possibile.
E la nostra bolla? Le nostre risate? I nostri baci?
Le nostre galoppate, in due, lungo il fiume?
La timidezza di trovarsi in mezzo alle altre persone? Il far finta di non conoscersi, con quella felicità negli occhi che contraddistingue solo chi è davvero innamorato?
E i nostri segreti svelati, perché in fondo mai conservati? Pietre, pietre nello stomaco.

Ha detto…ha detto che se un giorno dovesse tornare, lo vedresti qui, al ponte.
Ma non sperarci, principessa. Ha detto anche questo.

Lei corre, corre con il suo vestito dorato, con i boccoli che ondeggiano.
Corre con i suoi merletti e la sua seta, con le sue scarpette costose e pregiate.
Corre con le sue collane e i suoi braccialetti d’oro, costati ore di lavoro dei migliori orafi.
Corre con la farfalla d’argento tra i suoi capelli.
Andrà in sposa a un principe. Un vero principe. Come regalo di nozze avrà una villa, e un esercito di servitori si inchineranno quando passerà.
La luna di miele la passerà in carrozza, e non ci sarà un solo giorno di pioggia nel suo palazzo.

I cuochi migliori cucinano per lei. I venditori di stoffe fanno la fila per mostrarle le loro sete e i loro broccati. Adesso ha una corona in testa, una vera corona d’oro.
Ha una pesante collana attorno al collo, di vere pallide perle.
La farfalla, ormai annerita, è chiusa in un cassetto, e non può scappare.
Tutti i giorni, va al fiume.
Indugia sulle pietre del ponte, i suoi occhi, pieni di rughe, si chiudono e si schiudono, per qualche minuto.
Poi lascia cadere il fiore bianco.
Si volta, e il suo respiro è coperto dallo scricchiolio dei suoi passi sulla ghiaia.

  
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