Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Ricorda la storia  |       
Autore: Little D    13/02/2011    3 recensioni
Storia completamente inventata, l'amore unisce in modo speciale due perone, e sopravvive a qualunque cosa
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

QUESTA STORIA ERA STATA PENSATA PER UN ONE-SHOT MA SICCOME È VENUTA MOLTO LUNGA L'HO DIVISA IN DUE PARTI! SPERO VI PIACCIA

Vi consiglio alsune canzoni con cui leggere il capitolo
- A year without rain Selena Gomez

- Me myself and time Demi Lovato
- When you look me in the eyes Jonas Brothers
- Dear God Nick Jonas
- Turn right Jonas Brothers
-When I look at you Miley Cyrus
- Stay Miley Cyrus

magari fatevi una playlist! è solo un consiglio.....BUONA LETTURA!

____________________________________________________________________________________________________

 

TU VIVRAI PER SEMPRE INSIEME A ME

Sto tornando dal beatlab, è mattina presto, ebbene sì, ho dormito agli studi, ho perso la cognizione del tempo, stavo componendo e mi sono addormentato, oltretutto non è un bel momento, deve uscire il mio CD, mi mancano alcune canzoni e ho il blocco dello scrittore, sono molto vicino alla disperazione. Prima di tornare a casa mi fermo al parco, mi siedo sulla prima panchina che trovo, osservo il panorama e sospiro pesantemente “problemi?” vengo tolto dai miei pensieri da questa voce, mi giro, accanto a me c'è una ragazza con capelli scuri, indossa un paio di pantaloncini di jeans e una maglietta azzurra, ha le gambe incrociate, è scalza, c'è un paio di infradito ai piedi della panchina, probabilmente le sue, mi sta fissando con due occhioni marroni e un sorriso enorme, sicuramente in attesa di una risposta “e tu da dove spunti?” “veramente io sono qui da un po', sei tu che ti sei seduto vicino a me” “ah scusami, ti ho disturbato?” “no figurati, non facevo nulla di particolare” “ok, scusa ancora” sto per alzarmi ma “aspetta” mi giro di nuovo a guardarla, mi continua a fissare con quei suoi occhioni, due bellissimi occhi “cosa?” “non facevi altro che sospirare, posso sapere che cosa succede?” i miei occhi vengono attratti dalle grida dei bambini, in quel momento, anche se non conosco questa ragazza, sento il bisogno di dirle tutto, forse perché aspettavo proprio questa domanda “non è niente, solo che ho il blocco dello scrittore, non riesco più a scrivere canzoni e ne ho bisogno, tra poco deve uscire il mio CD” “beh a me non sembra niente di che, anzi, ma sai qual'è il problema?” distolgo lo sguardo dai bambini che giocano e lo rivolgo a lei incuriosito e speranzoso “dovresti rilassarti, sei teso e stressato lo vedo dal tuo sguardo” “tu dici?” “certo” mi mette una mano sulla spalla e comincia a massaggiarla “senti come sei teso?” “ma non è facile” “devi ridere, guarda dopo aver visto questo riderai” si alza, ancora scalza e si mette di fronte a me, ad un tratto comincia a ballare, un balletto hip pop, non capisco perché dovrebbe farmi ridere, ma istintivamente mi esce una risatina. Quando ha finito le chiede “perché dovrebbe farmi ridere? Balli molto bene” lei fa un piccolo inchino e sorride “oh grazie per il complimento ma sai perché fa ridere?” scuoto la testa ancora ridendo “perché io ballo, mi sento la musica in testa e quindi la seguo, tu invece vedi solo un balletto fatto a caso, è questa la parte divertente e quella se non sbaglio è un sorriso, ci dobbiamo lavorare su ma è un buon inizio” ha ragione, ed è la prima persona che mi fa tornare il buon umore dopo giorni, è strano, non l'ho mai vista in giro, forse è nuova. Si risiede sulla panchina, si mette rivolta a me, con una gamba piegata e l'altra lasciata a penzoloni “la tristezza non è ancora andata via, facciamo così, io di solito non programmo le cose, ma per te farò un'eccezione, stasera usciamo”” rimango un po' perplesso, non ci conosciamo e già vuole uscire con me “non prenderlo come un appuntamento, ma hai bisogno di divertirti, allora?” “e va bene, dove e quando?” “”vediamo....qui alle 9” “perfetto” sorride ancora di più “ascolta non ti vestire molto elegante” “perché dove mi porti?” “non è per dove andiamo, ma non mi piace molto l'eleganza, preferisco stare comoda” “ok, comunque sono davvero maleducato...” le porgo la mano “non mi sono presentato io sono....” “mio caro Nicholas Jonas so chi sei, chiunque viva a Toluca Lake sa chi tu sia” rimango stupito dalla sua risposta, lei mi stringe la mano “sono io la maleducata, io mi chiamo Joy piacere, e diciamo che è da quando ti sei seduto qui che cerco di trattenere le grida” le sorrido “sei una fan?” “beh diciamo di sì, non so molto sui Jonas Brothers, ma conosco le vostre canzoni e mi piacciono” il suo sorriso aumenta ancora di più, mi chiedo se abbia un limite, forse no “sono contento che tu sia una mia fan e anche dei miei fratelli, allora che facevi qui?” “niente osservavo il panorama” “e dopo che farai?” “boh, te l'ho detto non programmo le cose, questa sera è un'eccezione” sentiamo una specie di canzoncina, lei fa la faccia di una bambina che ha appena ricevuto una nuova bambola “il carretto dei gelati!” si fionda dal gelataio, fa passare avanti alcuni bambini e poi ordina il suo ordina cono. Mentre si gusta il gelato si avvicina “ricorda qui alle 9” annuisco e la guardo andare via, è diversa, è particolare, non l'ho mai notata, ma come ho fatto?

All'ora stabilita sono al parco, come mi ha detto non sono elegante, ho una semplice maglia e dei pantaloncini, lei non si vede ancora. Arriva dopo qualche minuto, la vedo venire verso di me, è molto semplice, una maglietta e un paio di pantaloni ed è pronta, sono curioso di come andrà a finire questa serata “ciao Nicholas” “ciao Joy, ma chiamami Nick” “no, Nicholas è più bello” ci fissiamo per qualche secondo “ma allora che si fa?” le chiedo aspettando che mi esponesse le sue intenzioni “non lo so” “come?” “io non ho mica preparato la serata, già ho deciso in anticipo di venire qui” sono spiazzato “ma allora perché mi hai fatto uscire?” “ma per farti staccare dal lavoro, per rilassarti, goditi la vita, non ricordi quello che dicevi?” “cosa dicevo?” “la vita è troppo corta quindi afferra il tempo che hai e apprezzalo, a 13 anni eri più saggio” sorrido, Appreciate è una canzone vecchissima, tra un po' non me la ricordo neanche io “hai ragione” “ecco e allora viviamo questa serata”. All'improvviso mi prende una mano e comincia a camminare velocemente “dove andiamo?” “mi è venuta un'idea”. Ci ritroviamo sulla spiaggia, si toglie le scarpe, la seguo “non è meraviglioso affondare i piedi nella sabbia?” lo dice abbandonandosi al terreno irregolare, ha ragione, sentire la sabbia fresca sui piedi è rilassante, poi si ferma e si toglie i vestiti rimanendo in intimo, io la guardo scioccato “Nicholas non dirmi che non hai mai visto una ragazza in costume” “ma non è costume” “beh fai finta che lo sia” corre verso l'acqua e ci si butta, mi dice di raggiungerla, non è passato un secondo senza che lei non riuscisse a stupirmi. Dopo un po' di indecisione mi tuffo anche io, l'acqua è molto calda, siamo soli nell'oceano che chiacchieriamo e scherziamo. Dopo un po' usciamo e decidiamo di andare a casa, l'accompagno, vive in una casa molto grande ed elegante “grazie Joy mi sono divertito e rilassato” tira su il braccio facendo il pungo e lo riporta giù velocemente come se avesse vinto ed esclama “ce l'ho fatta!” ci mettiamo a ridere, non l'ho mai vista triste, conosco solo il suo sorriso, credo di essermi innamorato proprio di quel sorriso “Nicholas buona notte e ti do un consiglio, vai a casa o ti prenderai un raffreddore” sorride mi dà un bacio sulla guancia e sparisce in casa. È stata la serata più bella della mia vita, intanto mi avvio verso casa e mentre cammino penso ad una buona scusa per spiegare a tutti perché sono bagnato fradicio. Al mattino mi sveglio tardi, ho passato una notte tranquilla, era da tanto che non mi succedeva, sono anche molto riposato. Guardo l'ora, è tardissimo, mi vesto e vado agli studi, ci passo tutto il giorno ma non riesco a buttare giù nulla, riesco a pensare solo alla serata di ieri, ma non ho tempo, il lavoro chiama. È sera tardi, sto tornando a casa guardando il cellulare, vado a sbattere contro qualcuno che cade “ahia!” “scusa non volevo” tendo la mano in segno d'aiuto e mi accorgo che è “Joy!” devo ammettere che sono contento di vederla “Nicholas dove avevi la testa!” “scusa stavo guardando il cellulare” “sembri stanco” “beh sai il lavoro, ho corso tutto il giorno...” “aspetta aspetta, allora da ieri non hai imparato nulla?” mi guarda come una mamma che rimprovera il figlio “e che dovevo imparare?” “ma non ti sei fermato un secondo? Non hai respirato a fondo? Non ti sei guardato in giro per vedere che succedeva?” “veramente no” “io so che la musica è la tua vita, ma la vita è fatta di tante piccole cose e senza offesa ma in questo momento la musica è solo una cosa minuscola rispetto a quello che puoi fare e di quello che hai a disposizione” mi sorride ma questa volta è un sorrisetto compiaciuto “ e va bene, ammetto che forse hai ragione, che proponi?” “quello che stavo facendo prima che mi scontrassi” “sarebbe?” mi prende una mano e mi porta accanto a lei, alza lo sguardo “guardare le stelle” mi metto anche io a fissare il cielo, lei sbuffa “però uffa!” “che c'è?” “qui non rende l'idea, casa tua è vicino giusto?” “beh sì, ma che hai in mente?” “vedrai” quando ha queste idee non so se avere paura o cosa. Siamo nel viale di casa mia “quella è la tua macchina?” ci avviciniamo alla vettura “sì perché” “dammi le chiavi” “cosa? No” “guarda che ho la patente, so guidare” “non mi sembra comunque un'ottima idea” “non ti sembra ma lo è” sorride di nuovo compiaciuta, io tiro fuori le chiavi e gliele porgo, come ha fatto a convincermi? Saliamo e partiamo, non guida male. Arriviamo su un alto colle da dove si vede tutta la città, scende ed esorta a seguirla. La raggiungo, lei sospira felice, indica il cofano “posso?” immagino voglia sdraiarsi, annuisco, si arrampica sulla macchina e si sdraia sul cofano e sul parabrezza, con il volto verso il cielo, io la fisso, è così spontanea, naturale, diversa, mi guarda “stai lì o vieni'” mi metto accanto a lei e guardiamo il cielo stellato, oggi senza una nuvola, con una grossa luna, non piena ma quasi. Mi comincia a parlare “allora questo spettacolo non trasmette tranquillità? Le stelle sono così belle, luminose, mi rilassano e poi la luna, lì da sola, sembra così forte perché è da sola lì nel buio e le stella la circondano perché attratte da lei, non lo trovi così, non so, magnifico?” non ho idea dove prenda queste parole stupende, ma sono d'accordo con lei, questo cielo notturno e silenzioso mi fa dimenticare qualsiasi preoccupazione, ogni tanto rivolgo lo sguardo verso Joy, ma chi è questa ragazza? Sento il bisogno di prenderle la mano, forse non dovrei ma non riesco a farne a meno e così faccio, lei non muove lo sguardo, ma accoglie la mia mano nella sua. Stiamo così per ore, alterniamo lunghi momenti di silenzio a discorsi sulla vita, ci diamo ai discorsi filosofici. Il tempo non esiste questa sera, noto una luce pallida, gialla all'orizzonte “Joy abbiamo fatto l'alba” “oh è vero” lo dice come se nulla fosse, la vedo sbadigliare “dammi le chiavi, ti porto a casa” saliamo e durante il tragitto non parliamo. Arrivati la guardo, si è addormentata, sorride anche mentre dorme, poi le sposto una ciocca di capelli che era sulla sua faccia, lei si muove e pare gli occhi “sei arrivata” “grazie mille, scusa se mi sono addormentata” “non scusarti, mi hai fatto passare una notte stupenda” “ne sono contenta, ma ora vai a riposarti e non ti avvicinare al beatlab” “non ti prometto niente” “guarda che ti controllo” sorride, mi dà un bacio sulla guancia e sparisce in casa, in quel momento avrei dato qualsiasi cosa per vederla entrare nel letto e addormentarsi dolcemente. A casa dormo, ma nel pomeriggio, vado agli studi, riesco a buttare giù qualcosa, sto discutendo con i ragazzi, ma quando alzo lo sguardo vedo Joy che mi fissa arrabbiata con le braccia incrociate, vado da lei “Nicholas Jerry Jonas lo sapevo! Che ti avevo detto? Rilassati se no non riesci a comporre nulla” sospiro, sembra mia madre, ma solo che lo fa con dolcezza, mi convince ad andare a casa “vuoi salire per due chiacchiere?” annuisce, in casa c'è solo mia madre, le presento Joy, andiamo in camera mia, lei entra e si guarda intorno curiosa “ecco il famoso mondo di Nick Jonas, di certo con tutti questi strumenti non si può dire che non ti piaccia la musica” poi prende una chitarra e fa finta di essere una rockstar “immagino che tu sul palco faccia così” mi metto a ridere “ahahah, no quello è Joe, se la crede di più, ma hai detto immagino, non sei mai stata ad un nostro concerto?” si siede sul letto “no, non ne ho mai avuto l'occasione, ma mi piacerebbe” “se vuoi tra una settimana ne facciamo uno qui, e casualmente ho dei biglietti” “e ne daresti uno a me?” certo, che domande, e se vuoi poi ti faccio conoscere i miei fratelli” tutta contenta mi abbraccia, io la stringo e respiro il suo dolce profumo, poi mi dice “sai anche io ho scritto una canzone la vuoi sentire?” “non sapevo cantassi e suonassi” “so solo qualche accordo di chitarra e non so cantare, ma mi piace e lo faccio lo stesso” il titolo è “Life” parla della vita, di quanto sia bella e importante, è vero non è molto intonata, dovrebbe allenarsi ma le parole e la melodia sono perfette. Quando finisce le faccio un applauso, lei mi ringrazia e poi scappa, saluta ma madre e si allontana da casa, quella ragazza è speciale. Nei giorni seguenti continua a seguirmi, impedendomi di abbandonarmi allo stress. Il giorno del concerto non ci vediamo, salgo sul palco e dopo qualche canzone la scorgo tra la folla, è bellissima, più del solito, le voglio dedicare una canzone “questa è per una mia amica, ricordate la vita è troppo corta quindi afferrate il tempo e apprezzatelo” comincio a cantare Appreciate, il suo sorriso è più luminoso dei fari che illuminano il palco. Alla fine dello spettacolo la vedo nel backstage, le presento Kevin e Joe, lei è molto emozionata “ragazzi è un onore conoscervi, siete stati fantastici” “e tu sei gentile ad occuparti del nostro fratellino” credo di essere diventato rosso, tiro una gomitata a Joe, lei ride e dice “io dovrei chiedervi un favore, io ho delle amiche che non possono venire ai vostri concerti, ma sono vostre fan, potete venirle a trovare?” “certo noi domani siamo liberi” ci diamo appuntamento per l'indomani, ci salutiamo e tutti casa. Il giorno dopo esce di casa e ci raggiunge in macchina “allora dove si va?” “all'ospedale” tutti e tre non capiamo ma obbediamo. Arriviamo, ci porta nel reparto di pediatria, entriamo in una sala con molti bambini che prima salutano Joy e poi ci guardano stupiti, alcuni sono malati di cancro, lo si capisce dall'assenza dei capelli “guardate chi vi ho portato, ve lo avevo detto che Nick è un mio amico e che è gentile” io Joe e Kevin salutiamo le pazienti poi mi avvicino a Joy “ti conoscono tutti, vieni spesso qui?” “sì, questi bambini hanno bisogno di parlare con qualcuno che non sia un medico” le sorrido e poi aggiunge “ecco perché bisogna apprezzare la vita, c'è chi sta peggio” ora sono seriamente preoccupato, sto provando amore?

La riporto a casa, siamo sulla soglia della porta “Joy quello che fai per quei bambini è meraviglioso” “grazie, ma lo faccio volentieri” sorride ancora una volta, io le accarezzo la guancia mi avvicino e la bacio, prima sfiorandole le labbra, poi con più dolcezza e passione, lei ricambia, le nostre lingue si intrecciano, sono in sintonia. Ci stacchiamo, mi guarda “ciao Nicholas” rimango qualche secondo a fissare la porta, questa ragazza è entrata nella mia vita e non so neanche come e per lei provo qualcosa di diverso, non so esattamente cosa ma mi ha colpito, mi ha fatto sentire subito meglio e quel bacio di prima? Di certo non l'avevo programmato, con lei tutto è spontaneo.

La sua influenza mi fa bene, infatti nei giorni successivi riesco a scrivere anche qualcosa. Il nostro rapporto e particolare, forse strano, non so se stiamo davvero insieme, ci vediamo abbastanza spesso ma in modo imprevedibile. Passa circa un mesetto, ora ne sono sicuro stiamo insieme, non ci vediamo tutti i giorni, non ci comportiamo da fidanzati, ma quello che c'è tra di noi non è di certo amicizia, è un rapporto solo nostro, mai avuto con nessuno. Grazie al suo aiuto sono riuscito a completare il CD, ma adesso sembra sparita, non la sento da circa due giorni e lei non da sue notizie, non so se devo preoccuparmi, di certo so se arrabbiarmi, sparisce così senza dire niente, mi manca, mi manca il suo sorriso, la odio quando fa così. In questo periodo c'è anche il diabete che mi dà qualche problema, non so che mi sta succedendo ma la malattia mi rende nervoso, a volte sono stufo di essere diabetico. Non sapendo che fare mi tuffo nella musica, senza di lei lavoro molto e lo stressa aumenta insieme alla rabbia, è passata una settimana e io non l'ho più sentita. È sera sono in macchina che torno a casa, i fari illuminano il cancello, c'è Joy, sbarro gli occhi, finalmente. Le vado incontro “Joy dove cavolo eri finita? Sei sparita senza dirmi nulla, almeno avvisare o renderti rintracciabile” “mi dispiace” “per me potevi anche essere morta, capisco che tu fai le cose d'impulso, ma avvisa se stai via, io avevo bisogno di te” “lo so, lo vedo, che succede?” “ma che importa ora?” “importa a me, dai dimmi” “sai che c'è? Tu te ne sei andata, il lavoro pesa, per non parlare del diabete, tu non sai com'è avere una malattia e conviverci per tutta la vita, è così faticoso, tutti pensano che la vita di Nick Jonas sia rose e fiori ma non è così” “Nicholas..” ah quanto mi mancava sentire il mio nome per intero detto da lei “io ti chiedo scusa, per il lavoro lo sai ti serve una pausa, e il diabete è solo una malattia, so che la combatti da anni e che non lo farai vincere perché sei una persona forte e competitiva” “tu non sai cosa si prova, controlli, visite, io sono stufo” dopo questo sfogo mi accorgo che lei non ha fatto altro che fissarmi con il suo dolce sorriso, non ha gridato, ha solo cercato di consolarmi e mi ha ascoltato, è lei che mi fa sentire bene, anzi mi accorgo che non ha la solita faccia spensierata e il suo sorriso non brilla come al solito, i suoi occhi sono stanchi, le metto una mano sulla guancia “piccola stai bene?” le ritorna il sorriso “benissimo” “vedo che ora va meglio” “nessuno mi aveva mai chiamato piccola” la guardo come se fosse una creatura venuta da un altro mondo, è così dolce, l'abbraccio “scusami per prima, è solo che ho avuto paura, non sapevo dove fossi finita, non lo fare mai più” “mi dispiace” “le do un bacio, non voglio che si scusi, non ne ha motivo. Una mattina la trovo al parco seduta sull'erba con le gambe incrociate, fa strani movimenti con le braccia e ha gli occhi chiusi, mi avvicino e la fisso “ciao Nicholas” mi spavento un attimo, ero assorto nei miei pensieri “come hai fatto a sapere che ero qui?” “ho sentito la tua presenza” “ma che cavolo stai facendo?” “yoga, rilassa e mantiene concentrati” mentre parla si mette in una posizione insolita e buffa, scoppio a ridere “ridi ridi, tanto io mi mantengo giovane”. Sono anche giunto al punto di conoscere i suoi genitori, siamo andati fuori a pranzo, sono due persone davvero gentili, ora capisco da dove ha preso tutta la dolcezza e la gentilezza, mi trattano fin troppo bene, sono due brave persone per aver cresciuto una figlia così. Nel pomeriggio passeggio con Joy, sentiamo la canzoncina del carretto dei gelati, lei ci si fionda “ti piace tanto il gelato?” lei felice come una bambina “sì, fosse per me lo mangerei tutti i giorni” “mi togli una curiosità?” annuisce mentre lecca il cono “ho visto che non conosci molte persone qui, sei nuova?” lei pensa un pochetto poi “vedi io ho studiato a casa e quindi non ho compagni di classe, poi non uscivo spesso, avevo molte cose da fare, avevo un'amica a cui ero molto affezionata ma se n'è andata” non le avevo mai fatto domande di questo tipo, non la conosco moltissimo, forse perché m basta solo stare con lei. Ormai sono 3 mesi che stiamo insieme, voglio organizzare qualcosa e mi adeguo ai suoi ritmi imprevedibili, salgo in macchina, ormai è il tramonto, vado sotto casa sua, suono il clacson, esce, le dico di raggiungermi, lei senza esitare e senza fare domande entra in macchina. Nota il mio vestito elegante “sei tornato da una festa?” faccio di no con la testa “e allora perché indossi questo vestito?” non le rispondo, metto in moto e parto “e dove andiamo?” “quante domande! Adesso rilassati e poi vedrai, ti fidi di me?” “assolutamente sì, e tu di me?” “e come non potrei” è la verità io mi fido ciecamente, lei tranquillamente si lascia andare sul sedile e aspetta di arrivare. La porto di fronte ad un cancello che porta ad un giardino “che ci facciamo qui?” “dopo ti spiego, ora, so che tu non ami molto l'eleganza ma per oggi farai un'eccezione, ti ho portato un vestito e un paio di scarpe, cambiati” guarda gli indumenti come se fossero delle operazioni di matematica “hai detto che ti fidi, allora che aspetti?” “e va bene, ma tu non sbirciare” sorrido le bacio la fronte e scendo. Dopo un po' scende anche lei dalla macchina, è ancora più bella con questo vestito lungo rosa. Apro il cancello “questo giardino per stasera sarà solo nostro” “dici davvero?” mi abbraccia e poi va a guardarsi intorno. Ho preparato un picnic notturno, c'è un tavolo di pietra con tutto il necessario sopra, apparecchio e cominciamo a mangiare “ha cucinato Joe” “wow che bravo, speriamo sia tutto buono” “credo di sì, non ti farebbe mai stare male, gli stai simpatica, dice che tu mi fai sorridere” “allora ho compiuto la mia missione” sorridiamo, finiamo di mangiare, poi metto un po' di musica con l'i-pod, le porgo la mano e la invito a ballare, appoggia la testa sulla mia spalla. Dopo poco che danziamo le chiedo “tu non vai più a scuola giusto?” “sì ho finito” “e allora che fai? Cioè che vorresti fare?” “adesso mi sono presa un anno sabbatico, per capire che cosa voglio fare della mia vita” “ho capito, ma vorresti diventare qualcuno o qualcosa?” “certo!” “e cosa?” “preparati perché l'elenco è lungo, allora vorrei fare la cantante, recitare, ballare, diventare una stilista, uno cuoca, una psicologa, un architetto, un'arredatrice e forse anche una parrucchiera” rimango stupito da quante cose vorrebbe fare “proprio da un estremo all'altro” “ecco perché mi sono presa un anno” “almeno ti schiarisci le idee, ma se vuoi una mano per il canto io ci sono”. Mi stacco da lei per prendere una coperta e sdraiarci per terra, quando mi giro però non la vedo più “Joy che fine hai fatto?” sento la sua risata, la vedo sbucare da dietro un albero, le vado incontro ma sparisce di nuovo, si deve essere tolta le scarpe per essere così veloce, infatti le vedo abbandonate più in là sull'erba, la sento solo ridere e la vedo sparire sino a quando non la blocco “presa, ora non ti mollo più” “non credo opporrò resistenza”. Ci avviciniamo l'uno all'altra, ci baciamo dolcemente, sento le sue mani che mi accarezzano la schiena, io faccio lo stesso con lei, ad un certo punto cerca di togliermi la giacca, capisco le sue intenzioni, non mi passa per il cervello l'idea di fermarla, anzi l'assecondo, le accarezzo la spalla e le bacio il collo, mi ferma un secondo, diventa rossa “Nicholas io-io non l'ho mai fatto” lo dice esitando come se si vergognasse, rimango un po' spiazzato, non me l'aspettavo ma non mi importa “sai c'è sempre una prima volta, e forse sono contento che sia proprio con me”. Le tiro giù la cerniera del vestito, lo lascio cadere ai suoi piedi, lei mi sfila la cravatta e poi la camicia, passa ai pantaloni e sfila anche quelli, lentamente ci sdraiamo sulla coperta, le slaccio il reggiseno, le bacio il petto, i seni e la pancia, poi con le mani le accarezzo le gambe dal basso verso l'alto, sino ad arrivare a percorrere tutti i fianchi, lei mi accarezza la schiena e i capelli, sento che mi stringe a se, io faccio lo stesso con lei, è di una dolcezza infinita, mi sembra di essere in paradiso, fare l'amore in questo giardino è in assoluto l'esperienza più bella della mia vita, solo perché sono in sua compagnia. Rimaniamo abbracciati per qualche minuto, io le accarezzo i capelli, lei mi stringe la mano, sino a quando non cadiamo in un sonno profondo. Vengo svegliato dalle prime luci dell'alba che mi colpiscono il viso, apro gli occhi, i suoi sono ancora chiusi, arriva un leggera brezza calda che le fa muovere i capelli, le nostre mani sono ancora l'una dentro l'altra, sono rimaste così per tutta la notte, ecco che si sveglia, i suoi occhioni marroni si aprono le accarezzo una guancia “buongiorno Joy” “buongiorno Nicholas” “hai dormito bene?” lei sorride, si gira e mi abbraccia “stupendamente”. Dopo un po' mettiamo tutto a posto e torniamo in macchina. Siamo davanti a casa sua, la guardo, che faccio lo dico? Ma lo provo? Sì che lo provo, ma se rovino tutto? Non so che fare, è un impulso che non posso frenare, non mi trattengo “JOY IO TI AMO” lei si blocca per un momento, fa un sorriso enorme, le diventano gli occhi lucidi, mi dà un bacio “ciao Nicholas” la reazione non è quella che mi aspettavo, non capisco perché non mi abbia detto la stessa cosa, so che lo prova perché lo leggo nei suoi occhi, ma in quel momento penso al suo sorriso e alla serata passata insieme lei, forse mi basta vederla felice e sapere che nei suoi occhi c'è amore, le parole “ti amo” a questo punto passano in secondo piano.

Dopo metterò la seconda parte!!!

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: Little D