Non avrebbero dovuto intralciare il suo cammino.
Non avrebbero dovuto sfidarlo respirando la sua stessa aria.

Acre l'odore levatosi dal villaggio in fumo,

alti i lamenti innocenti dei bimbi in fasce,

metallico e dolciastro il sapore della vita sulla bocca degli agonizzanti,

fiero e impetuoso il ruggito delle fiamme.

Lampi verdastri e venefici balenavano nella notte, furieri di morte certa e dolorosa.
Sola, una figura imponente si ergeva dalle macerie: portamento da nobiluomo, ma cuore nero come il carbone.
Un bagliore rossastro lampeggiò nella notte, illuminando brevemente quelle iridi fredde e glaciali.
Non trasmettevano conforto, non emanavano pietà: promettevano solo sciagure e sofferenza.

Un leggero sorriso solcò il suo giovane volto,

la bestia era soddisfatta.


Tutto intorno, i boschi erano muti e silenziosi. Non i gufi, nemmeno i lupi, nessuna creatura vivente osava fiatare quella notte.
Era paura la loro o semplicemente una muta preghiera per quelle vite innocienti? Sicuramente, fanciulle e infanti non meritavano una simile fine.

E lui sorrideva.
Chiaro, era un movimento impercettibile del labro superiore, ma nascondeva molti significati all'occhio inesperto.

Crudeltà,
compiacimento,
mancanza di pietà,
indifferenza,
leggera noia.

Dopotutto, uccidere umani non era tedioso? Inutili creature, buone solo a morire. Non lo sapevano che dove lui passava, nessuno doveva fiatare?
Non lo sapevano, stupidi umani, che per lui erano solo bestiame? Non lo sapevano, sciocche creature, che dovevano semplicemente morire?

Vicario di giustizia, il demone aveva fatto solo ciò che era giusto.
Morte agli umani, indegne creature,
morte agli esseri inferiori,
morte al cibo degli esseri superiori,
morte ai fautori di quell'orribile ed arrogante crimine: vivere.

E così il villaggio che si era trovato sfortunatamente lungo il cammino del giovane demone scomparve; portandosi con sè dozzine di anime innocienti.
Lasciando a turpe ricordo una pila di cadaveri a marcire al sole.

                                                                                                                                Memento Mori, Sesshomaru.

 L'oltretomba è ricco di umani che hanno avuto l'onore di fare la tua conoscenza.
 
Desiderano ardentemente ricambiare per l'eternità la cortesia che tu facesti loro in vita.

Glaciale e calmo il tuo atteggiamento, Sesshomaru. La tua è arroganza, noia e sicurezza.

Glaciale e calmo il loro atteggiamento, Sesshomaru. Il loro è furore controllato misto a brama di sangue.

Il tempo corre inesorabilmente Sesshomaru, e loro ti aspettano.

Li vedi i loro ghigni maliziosi?

Li senti i muti gridi di vendetta dei bambini che sgozzasti, mentre levano le braccia scheletrite verso il cielo?

Li percepisci gli ululati di dolore delle madri, che di notte fanno scuotere e vibrare il terreno?

                                                                                                                                Memento Mori, Sesshomaru

COSA NE PENSATE DI QUESTA VISIONE DI SESSHOMARU? Ho solo messo in luce la parte tanto scura quanto reale del suo carattere, quella che nell'anime non fanno vedere per ovvi motivi (anche i bambini guardano inuyasha). Commentate se vi è piaciuta la lettura, son curioso di conoscere il vostro punto di vista