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Autore: Candy Floss    14/02/2011    4 recensioni
Prima classificata e vincitrice del premio “Romanticismo” al contest “CAUSE THREESOME IS BETTER” indetto da En~Dark~Ciel
"Near si stese così come aveva fatto durante la veglia, non lasciando alcuno spazio tra il proprio corpo e quello del biondo. Una piccola mano bianca andò a cercare quella spolverata di lentiggini di Matt, stringendola forte, sospirando piano. [...] Gli occhi di Near vagarono verso il rosso con uno sguardo di malinconia così grande che spezzò il cuore di Mello."
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello, Near
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: WindOfTheNight
Fandom scelto: Death Note
Personaggi principali: Mello, Near, Matt
Genere: Drammatico, malinconico
Rating: Giallo
Avvertimenti: shonen ai, what if?
Introduzione: “
Erano insieme, vicini come non lo erano mai stati, come i loro caratteri troppo diversi non avevano mai permesso loro di essere. Sembrava così giusto ora, ora che non era più possibile renderlo reale…”

 

 

Hope

 

 

“Guai a sognare: il momento di coscienza che accompagna il risveglio è la sofferenza più acuta.”

Primo Levi

 

 

Il funerale era finito da un po'. Che poi, più che funerale sarebbe stato corretto dire "inumazione": avevano seppellito il corpo in fretta e furia dopo il breve sermone del prete, ma quelle erano solo finezze di linguaggio. Il punto era che Matt non avrebbe mai voluto avere un funerale. Se ne sarebbe voluto andare silenziosamente, così come aveva vissuto tutta la sua vita, magari finire in un fosso con l'auto, o avere un attacco di cuore vicino ad un fiume. Avrebbe voluto morire come muoiono i gatti, da solo e senza disturbare nessuno.

E invece aveva dovuto ammalarsi, soffrire per mesi prima di spegnersi con al suo fianco Mello, che lo curava senza mai lamentarsi, e Near nell'ombra che lo guardava mentre se ne andava. Il modo di morire peggiore a cui mai avrebbe potuto pensare.

E ora, il funerale.

Che tempo di merda… pensò Mello in maniera rancorosa. Era giugno e il sole splendeva nel cielo. Matt aveva sempre odiato le belle giornate. O forse, ne era sempre stato indifferente.

Il sole dovrebbe spegnersi…

I pensieri del biondo erano un torrente turbato dall'alcol. Se ne stava seduto contro la lapide di marmo grigio, una bottiglia di vodka quasi finita in una mano, l'altra che accarezzava con aria assente i numeri incisi:

 

01/02/1990 - 22/06/2011

 

Anche se entrambi lo conoscevano benissimo, il suo nome non c'era.

Nemmeno una foto.

Che schifo…

Il biondo non aveva versato una singola lacrima durante tutta la funzione. Se ne era rimasto immobile a fissare la cassa che veniva lentamente calata. Non aveva nemmeno voluto vedere il corpo per l'ultima volta, aveva osservato il bellissimo viso del suo Mail trasformarsi in una pallida maschera di dolore per mesi, non gli serviva vederla ancora. Non aveva aperto bocca. Aveva guardato Near da una certa distanza. Gli occhi di questo erano persi nel vuoto mentre un dito arrotolava una ciocca di capelli nivei, la chioma bianca in netto contrasto con l'abito nero che aveva indossato.

Che cosa ridicola… Per quel che riguarda Matt avrebbe potuto benissimo indossare il suo dannatissimo pigiama!

Mello strinse i pugni al ricordo, facendo scricchiolare la pelle dei guanti. Prese due profondi respiri e tornò ad appoggiarsi alla pietra tombale.

Si rilassò. Sarebbe rimasto lì per un po'. Se fosse stato fortunato, magari sarebbe morto vicino a lui.

 

Un paio di stivali da motociclista invasero il suo campo visivo. Trattenne il respiro sollevando gli occhi. Mail era lì, e gli sorrideva un po' triste.

 

Sussultò risvegliandosi e si guardò rapidamente attorno. Non c'era. Non era più con lui. Non c'era nessuno.

Una lacrima rotolò da uno dei suoi occhi turchesi. Era stato solo un sogno.

"Mello."

Sobbalzò e si voltò nella direzione da cui proveniva la voce. Vide Near in piedi a pochi metri da dove si trovava. Indossava ancora l'abito scuro di qualche ora prima, anche se aveva la cravatta allentata.

"Cosa diavolo…" le parole uscirono dalla bocca del biondo biascicate e rotte. "Che cazzo ci fai ancora qui?!"

"Non ti ho visto tornare e sono venuto a controllare che stessi bene." Rispose l'albino, calmo.

Che stessi bene… Certo, bene.

La risata che esplose dalle sue labbra aveva un che di folle ed isterico. Stava crollando. Finalmente, dopo molti mesi in cui si era sforzato di essere forte, la sua mente stava cedendo.

"Certo Near, sto benissimo! Non vedi? Guarda, guarda come va tutto bene!" Indicò la lapide alle sue spalle battendoci contro con le nocche della mano che non reggeva la bottiglia, facendosi male. "Guarda il nostro Mail, Nate! Guardalo! Una tomba senza nome e senza foto! Non avremmo potuto desiderare niente di meglio!"

Distolse la propria attenzione da lui e continuò a biascicare parole intellegibili, scoordinate, senza senso. Quando sentì una mano poggiarsi su una sua spalla nuda la scrollò via con uno schiaffo. Near fece un passo indietro, ma la sua espressione non cambiò. Restò vuota, fredda, distante.

"Vieni via, Mello. Devi riposare."

Il biondo si raggomitolò su se stesso, ostinato. Non aveva intenzione d muoversi, di lasciare indietro Mail.

Quando si sentì sollevare da braccia troppo forti per essere quelle dell'albino, prese a gridare e scalciare. La bottiglia cadde in terra e si frantumò, lasciando colare il poco di liquore che vi era rimasto dentro. Il rumore di vetro infranto parve rimbombare all'infinito nella sua testa confusa dall'alcol e dal dolore. Colse un lampo di capelli biondi e corti, e se fosse stato un poco più lucido avrebbe riconosciuto Lester.

Lo stavano portando via, e lui non poteva fare niente.

 "MAIL! MAIL, NO, MAIL!"

 Era impotente, così come lo era stato mentre guardava Matt morire.

Un momento prima graffiava e si dimenava come un gatto selvatico, e un secondo dopo si era accasciato come una marionetta rotta. I suoi occhi restarono aperti sul vuoto, su qualcosa che rispecchiava molto bene quello che al momento c'era nella sua testa e nel suo cuore: nulla.

Non registrò il viaggio in macchina, e quando il collaboratore di Near lo riprese in braccio come fosse stato una bambola restò inerte. Lo portarono in una delle stanze dello stabile che Near aveva acquistato dalle parti di Winchester. Mello aveva tanto insistito per tornare in Gran Bretagna, per poter portare Mail a casa, dove una volta erano stati felici assieme.

Lo misero a letto vestito perché non aveva altri abiti con sé, a parte i pantaloni e lo smanicato di pelle. Il resto era rimasto nel vecchio appartamento vicino all’ospedale che aveva affittato per restare con Matt.

Restò in quello stato per ore. Smaltì la sbornia da solo, sentendo il gusto acido della bile risalirgli la gola, ricacciandola indietro, notando una telecamera spiona e rifiutandosi di apparire debole per qualcosa di ridicolo quale una sbronza. Un brivido di freddo lo attraversò e si raggomitolò sotto al lenzuolo, il capo nascosto e gli occhi fissi sul buio.

Non voleva dormire, nonostante fosse talmente esausto che le palpebre gli si chiudevano da sole. Aveva il terrore dei sogni, aveva paura di cosa avrebbe potuto vedere…

 

Una mano gli stava accarezzando i capelli, scorrendoli tra le dita e ogni tanto andavano a sfiorargli la guancia sana, le labbra rosse, le palpebre serrate. Mello le aprì lentamente e Mail era lì che lo guardava, sempre con quello sguardo triste, le iridi verdi ben visibili, non schermate dai goggles. Gli occhi del biondo si riempirono di lacrime e andò a cercare la sua mano, più grande della propria, baciandone il dorso, sentendo le loro dita intrecciarsi.

"Mail…"

Una piccola figura se ne stava nascosta nell'ombra.

 

Mello trattenne il respiro quando si risvegliò. Un urlo intrappolato in fondo alla gola serrata, in cui pareva scorrere fuoco liquido, gli ostacolava il respiro. Si portò le mani al collo e strinse, cercando di sciogliere quel nodo che gli impediva di esprimere il proprio dolore. Ne uscì un verso lungo e strozzato, sofferto come quello di un animale agonizzante.

Delle dita minute si avvolsero attorno alle sue, allentando la presa dolorosa e ferrea.

"Mello, respira." La voce di Near arrivò poco più forte di un sussurro. Parlava piano, come per non spaventarlo. "Mihael, devi respirare."

Lo sguardo blu del biondo si incatenò a quello grigio dell'albino, magnetico, infinito. Di nuovo quel verso rauco e doloroso lasciò le sue labbra, ma si sforzò d'ingoiare aria, quanta più poteva, nonostante facesse male. Era come se una morsa lo stesse stritolando, come se qualcuno stesse cercando di strappare e dilaniare tutto ciò che c'era dentro di lui. Si sentiva… disperato. No, era qualcosa che andava persino al di là della disperazione.

Arpionò una spalla ossuta del ragazzo accanto a lui, trattenendolo come se fosse stato un'ancora di salvezza in quel grande mare di dolore.

"Nate…"

"Sono qui Mihael, calmati."

Mello strinse a sé quel corpo fragile, tanto piccolo che le sue braccia non faticavano a contenerlo tutto. Era un gesto che Matt faceva spesso, quando il biondo si risvegliava nel cuore della notte scosso da un incubo. Curvò le dita tra la stoffa bianca della camicia di Near, tenendolo stretto a sé, respirando il suo odore così buono, ma anche così sbagliato.

"Non ce la posso fare, Nate… Fa troppo, troppo male…" la sua voce era incrinata, vetro rotto dal peso della sofferenza. "Non posso vivere senza di lui…"

"Lo so… Lo so, Mihael." La voce dell'albino suonava diversa, ora. Non che fosse cambiata di molto, ma vi si poteva udire un sentimento, o l'ombra di un sentimento. Ricambiava l'abbraccio del biondo, ne condivideva il dolore, perché era anche il suo dolore.

La stretta di Mihael si serrò ancora di più, perché lui sapeva. Sapeva che Matt aveva amato entrambi, ed entrambi lo avevano ricambiato con uguale intensità. Il rosso aveva lasciato un vuoto spaventoso nella loro vita.

Era troppo faticoso restare seduto, così Mello scivolò sul letto, sdraiandosi e portando Near giù con sé. L'albino non protestò e si stese al suo fianco, facendo aderire il proprio corpo a quello snello del biondo. Le lacrime colavano attraverso le palpebre calate di Mihael, bagnando il guanciale. Near lo accarezzava come Matt gli aveva insegnato, confortando almeno un poco la sua sofferenza. Era una sensazione talmente intensa, qualcosa a cui Near non era abituato, che aveva conosciuto solo capendo di essersi innamorato del rosso.

E del biondo.

Col tempo aveva imparato ad apprezzare il carattere esplosivo di Mello, ascoltando ciò che Matt diceva di lui, vedendo l'amore che trapelava dai suoi occhi buoni e sinceri. Mello era così bello, così forte, così diverso da lui…

Aveva creduto di morire ogni giorno della malattia di Mail, vedendo Mihael affaccendarglisi attorno, cercando di alleviarne la sofferenza. Si era sentito talmente inutile a guardare quella scena ogni giorno, a vedere la disperazione scavare negli occhi freddi di Mello mentre guardava Matt soffrire. Aveva assistito a quel lento declino come un spettatore silenzioso nell'ombra. Il giorno in cui Mail era morto era stato al suo fianco assieme a Mihael, insieme gli avevano tenuto le mani mentre l'ultima scintilla di vita abbandonava i suoi bellissimi occhi verdi. Era stato straziante, ma non era stato in grado di esternare il proprio dolore.

E ora erano lì, entrambi, stretti in un abbraccio disperato, cercando conforto nella pena dell'altro.

Mello singhiozzava piano sul suo collo, cercando pace nel suo battito cardiaco monotono, ritmato, tranquillo. Trovava impossibile pensare a come la vita potesse continuare indisturbata dopo una tragedia così grande.

Il silenzio riempiva il vuoto della stanza in maniera assordante, spezzato soltanto dai piccoli suoni che il biondo emetteva. Il tempo passò lento. I secondi si confondevano coi minuti, i minuti con le ore.

 

Erano sdraiati sul letto. La sua schiena aderiva al suo petto, lo teneva stretto a sé. Sentiva di nuovo il suo odore nelle narici, menta e tabacco e qualcosa di propriamente suo. Sentiva il suo tocco sul proprio corpo, il suo respiro discreto nell'orecchio.

"Mi dispiace." diceva piano.

Mello guardava il vuoto di fronte a sé e vide ancora quella piccola ombra accanto alla porta.

"Nate…" sussurrò, una sensazione strana che gli percorreva le vene.

L'ombra fece un passo avanti, e la chioma argentea di Near fu colpita da un raggio di luna. Li guardava con i suoi occhi grandi, una mano tuffata tra i capelli ad arrotolare una ciocca morbida. Rimase immobile a pochi metri da loro.

"Vieni, Nate, vieni qui." La voce calda di Mail era un dolce richiamo a cui era difficile resistere.

Near fece i pochi passi che lo separavano da loro e Matt avvicinò ancora di più Mello a sé, facendo spazio anche per lui. Near si stese così come aveva fatto durante la veglia, non lasciando alcuno spazio tra il proprio corpo e quello del biondo. Una piccola mano bianca andò a cercare quella spolverata di lentiggini di Matt, stringendola forte, sospirando piano. Mello sentiva un calore potente dentro, al centro del petto, e là dove le mani di Mail e Nate lo toccavano. Guardò l'albino di fronte a sé, che ricambiò il suo sguardo mentre con la mano che non teneva quella di Matt gli accarezzava una guancia e lo portava verso di sé, facendo toccare le loro labbra. Matt accarezzava il ventre del biondo, compiendo piccoli circoli col palmo tiepido, sfiorandogli il collo con piccoli baci. Quando le loro bocche si separarono, gli occhi di Near vagarono verso il rosso con uno sguardo di malinconia così grande che spezzò il cuore di Mello.

Fu un sogno dolce e triste allo stesso tempo. Le sensazioni erano così vivide che sembravano appartenere più al regno del giorno che a quello della notte. Mihael temeva il momento del risveglio, quando la coscienza e la realtà avrebbero fatto di nuovo irruzione nel suo mondo. I corpi di Nate e Mail, insieme, gli donavano una pace senza confini. Erano insieme, vicini come non lo erano mai stati, come i loro caratteri troppo diversi non avevano mai permesso loro di essere. Sembrava così giusto ora, ora che non era più possibile renderlo reale…

 

Aprì gli occhi mentre stava appena albeggiando. Sentì una pressione lieve contro di sé, e si rese conto che si trattava di Near. Si era accoccolato contro lui, entrambe le mani lo stringevano come a non volerlo lasciar andare e Mello vide che le sue guance erano bagnate di lacrime. L’accarezzò piano, raccogliendo una goccia trasparente su un dito, e l'albino mugolò piano nel sonno. Riusciva ad esprimere il proprio dolore solo quando la sua mente abbassava le difese.

Mello gli baciò la fronte, poggiando il mento sulla sommità del suo capo.

C'è ancora speranza per noi? si domandò il biondo lisciando i boccoli candidi con le dita.

Non avrebbe potuto giurarlo, ma gli parve di sentire la presenza di Mail alle sue spalle, col suo calore rassicurante, col suo profumo particolare.

Sarebbe passato molto tempo prima che Mihael riuscisse a sorridere di nuovo, ma col corpo d Nate stretto tra le proprie braccia e la sensazione di Mail accanto a sé, forse, sarebbe stato in grado di farlo succedere ancora.

 

Note dell’autore: Ammetto che scrivere questa storia è stato un po’ un parto, sono stata indecisa se ritirarmi fino alla fine. Poi, mentre avevo la febbre, ecco l’idea. Forse, anzi, sicuramente non è una delle migliori che abbia mai scritto, però alle fine mi piace come è venuta, se no non l’avrei inviata. Ho sempre letto il rapporto tra i tre successori come complesso, difficilmente accettato, sofferto soprattutto da parte di Mello e Near. Sono loro i componenti del terzetto che vanno meno d’accordo tra di loro, l’unico modo che hanno per avvicinarsi è un evento shockante. E cosa può esserci di più shockante della morte di Matt? Il dolore è il collante della loro relazione, oltre all’amore mai pienamente accettato, e che ora si ritrovano a vivere per non perdere gli ultimi barlumi di lucidità. Matt qui è una presenza più spirituale che fisica, ma cionondimeno un componente fondamentale del rapporto: lui c’è, vaga nei loro sogni e permette che la loro relazione possa essere vissuta, nonostante solo in modo illusorio. Solo come un sogno, appunto. L’uno ama l’altro in maniera disperata, in maniera diversa, ma ugualmente intensa. Spero di aver soddisfatto i requisiti del contest, che è stato stimolante e mi ha tenuto compagnia in un momento di difficoltà!




Giudizio: E' una storia dolce e triste la tua, sviluppata con uno stile e un linguaggio incantevole, rapisce e comunica direttamente al cuore, toccando le parti più sensibili dell'anima del lettore, perché con notevole empatia e sensibilità è stata sviluppata questa storia, quello che sembrava un triangolo sentimentale si mostra essere una vera threesome, non scabrosa, non perversa, ma estremamente pura e romantica, questa strana relazione dovrebbe suscitare scandalo, dovrebbe esser vista come anormale eppure tu hai fatto la magia di normalizzare quella situazione e renderla in un certo senso sacra, perché non si parla di capricci o personaggi con chissà quale perversione, si parla di amore, un amore profondo, intenso e commovente, una relazione che la vita non ha fatto vivere a quei tre, ma riesce a farla vivere al momento della morte di Matt, tale evento sembra aver aperto gli occhi del loro cuore, rivela quanta poesia può esserci perfino in legami tanto bizzarri, ambigui.
Hai trattato benissimo il tema, anche se mi sarebbe piaciuto comprendere meglio l'intensità del rapporto tra Matt e Near, perché -forse è solo una mia impressione- il loro rapporto mi è sembrato un po' arrangiato, l'amore di Near per Matt mi è sembrato un po' irrealistico, forse perché ti sei concentrata fin troppo sul legame tra Matt e Mello, ma per il resto sei riuscita a parlare di Threesome vera in maniera superba e senza alcuna volgarità, cosa in cui sarebbe stato facile cadere.
Non sarà originalissima e movimentata la storia, ma è originale il modo in cui l'hai sviluppata e hai intrecciato i loro rapporti, sono personaggi fondamentalmente difficili quelli che hai trattato e il rapporto tra Mello e Near non è certo dei migliori, eppure -a parte nel momento fluff tra di loro che ho gradito tantissimo- sono stati loro, sono stati convincenti, la fragilità di Mello potrebbe far storcere qualche naso, ma anch'essa risulta convincente.
Generalmente mi affaccio di rado al fandom di Death Note, ci sono belle fanfiction, ma sono davvero poche, rare e di solito le mie letture non sono Matt/Mello, eppure -oltre alla parte Near/Mello- sei riuscita a farmi amare anche la parte Matt/Mello e nonostante un rapporto Matt/Near mi sembri tanto strano e non è stato approfondito e articolato, non mi è dispiaciuto; e per la prima volta ho amato tanto questo legame a tre, questa è la vera novità, e ho finalmente letto una threesome di sublime, poetica, bellezza, fatta di tracce oniriche e un sentimento più reale di quel che sembra.

Vincitrice del Premio Bonus Romanticismo, in quanto è stata la fanfiction più romantica, che mi ha fatto provare intense emozioni, sognare, fino a... commuovermi.

Correttezza grammatico-morfo-sintattica & punteggiatura: 10
Trattamento Threesome: 10
Stile: 10
Originalità: 8.5
Caratterizzazione: 9.5
Gradimento personale: 10
Punteggio totale: 58/60


  
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