Fanfic su attori > Ben Barnes
Segui la storia  |       
Autore: dark_witch    14/02/2011    2 recensioni
Lavorando proprio davanti al Cinema Odeon a Londra e non poter andare a vedere la premiere di "Le cronache di Narnia: il principe Caspian" come la prendereste? e se poi la serata si trasformasse come per magia? [Il rating potrà subire variazioni]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ok, ho letto svariate Fanfic e di tanti generi e dato che da un pò di tempo a questa parte, quest'uomo è il mio sogno ricorrente, ho deciso di cimentarmi su questa strada.
Spero vi piaccia, a seconda dell'apprezzamento potrebbe continuare a lungo o meno. Ancora non so bene come e quanto farla durare.
Ringrazio in anticipo chiunque la leggerà e chi la commenterà. Ogni commento è ben accetto, positivo o negativo che sia, siamo quì anche per questo.
Grazie!


NOTE: *ovviamente non posso postare tutti i dialoghi in inglese e relativa traduzione quindi prendete l'italiano come lingua ufficiale! :)

 
Coffee, chocolate and tea ~ Sweet and Sour 

Cap. 1


Eccomi qui, da 6 mesi vivo a Londra. Vi chiederete come mai una ragazza italiana si è trasferita in Inghilterra da un giorno all'altro. La risposta più ovvia sarebbe che qui si vive, ma purtroppo mi sono dovuta ricredere subito. Credevo di venire a Londra a “spassarmela” e invece sono rinchiusa in un bar da quando sono arrivata. Venticinque anni e una laurea in Cinema, Musica e Teatro da buttare, perché, al momento, qui non mi serve a niente. Essendo italiana ho trovato lavoro in un bar, perché in qualche modo devo pur pagare l'affitto di quella specie di appartamento che ho trovato. Un buco più che un appartamento. Una tana per topi sarebbe più grande. Oramai sono qui e non ho intenzione di mollare, prima o poi riuscirò a farmi strada. Per ora l'importante è che riesca ad imparare l'inglese, dato che a scuola me lo hanno insegnato coi piedi. Sei mesi che faccio caffè ristretti, lunghi, medi, all'americana, espressi, col cioccolato, cappuccini, macchiati, al vetro, in tazza e chi più ne ha più ne metta. Sono diventata un'esperta nel ramo del caffè. La fortuna ha voluto che ho trovato lavoro in uno dei bar più fighi di Londra. In pieno centro. Posizionato esattamente difronte al Cinema Odeon in Leicester Square, proprio dove fanno le premiere e dove passano tantissime celebrità. Ovviamente i vip passano sul red carpet, mica nel bar. E nonostante questa fortuna, non sono mai riuscita ad accalcarmi con la massa per vedere o solo intravedere qualche star. Sempre attaccata alla macchina del caffè perché “you never know” come mi ripete il mio capo da quando sono arrivata. Ma questa sera è la grande sera. Con un mese di anticipo ho chiesto espressamente questa serata libera per poter presenziare alla premiere de “Le cronache di Narnia: il principe Caspian” e riuscire finalmente a vederlo. Lui. Il mio sogno ad occhi aperti. Il mio sogno ad occhi chiusi. Da quando sono arrivata a Londra non immagino altro che ritrovarmelo ovunque, sulla metro, sull'autobus, dal fruttivendolo, insomma una vera e propria visionaria. E pazza aggiungerei. Oggi ho avuto la conferma che ci sarà tutto il cast a presenziare, quindi non me lo voglio perdere. Sono pronta anche a prendermi i calci e le gomitate di routine dato che la folla è già abbondante davanti alle transenne. Butto lo sguardo un'ultima volta fuori dalla vetrina e mi dirigo nel camerino per cambiarmi e staccare dal mio turno. Appena ritorno al bancone per salutare la mia collega, il mio capo mi ferma
- Where you want to go?* (Dove vorresti andare?)
- A casa! Ricordi? Stasera è la mia serata libera! Te l'ho chiesto più di un mese fa!
- Stai scherzando vero? Con la premiere di stasera avremo un sacco di clienti! Tu non vai da nessuna parte!
- Ma come? Stasera non posso lavorare!
- Smettila di scherzare, scendi dalle nuvole, Ben Barnes non lo incontrerai mai, nemmeno se vai davanti alle transenne e poi, uno così non ti guarderebbe nemmeno! Vai a metterti il grembiule e torna a lavorare.

Come smontare una ragazza di 25 anni in 3 nano secondi. Non odio il mio capo, solitamente non è così schietto e cattivo, ma so che quando ci sono le premiere diventa intrattabile. E stasera non è da meno. Credevo di riuscire nella mia impresa, ma non avevo fatto i conti con Steve. Riesce sempre a smontarmi. Non avrò mai l'occasione di incontrare Ben, e tanto meno altre star. Abbasso la testa e sconsolata torno nel camerino a rimettermi il grembiule. Con una penna tiro su i capelli in una specie di crocchia e infilo il taccuino delle ordinazioni nella tasca davanti. Una lacrima scivola sulla mia guancia e col dorso della mano la scaccio prima che qualcuno se ne possa accorgere. Con questa mia mania di Ben Barnes sono diventata lo zimbello del bar. I ragazzi non mi capiscono e le ragazze mi guardano con aria di sufficienza. Solo Victoria mi supporta. O dovrei dire mi sopporta. Ritorno al bancone e appena lei mi tira il suo solito sguardo di tenerezza e comprensione alzo le spalle. Non ci posso fare molto, questo lavoro mi serve, alla fine del mese devo pur pagare l'affitto. Non posso permettermi di alzare la voce con quel tiranno di Steve. La calca della gente che si presenta al bancone è quasi impressionante. Orde di ragazzine che entrano urlanti perché William le ha degnate di un'occhiata, oppure perché Skandar le ha salutate da lontano con la mano. Io le osservo. Hanno gli occhi illuminati, brillano come se avessero ricevuto il bacio del principe azzurro e le invidio. Sicuramente a me non sarebbe bastato un saluto di Skandar o uno sguardo di William per farmi capitolare. Avrei preferito chiedergli qualcosa piuttosto che urlargli “Peter sei bellissimo”. Cosa che immagino abbiano fatto queste ragazze. Bofonchio parole a loro incomprensibili in italiano. O meglio tiro giù tutti i santi del paradiso per la precisione. Poi la mia attenzione viene attirata da una ragazzina che avrà avuto più o meno 13 anni, che parla con quella che dovrebbe essere sua mamma, di un certo Caspian. Il mio cuore perde un battito a sentir pronunciare quel nome. Cerco di origliare la conversazione. Pare che lei sia scoppiata a piangere appena l'ha visto e lui le si è avvicinato per capire cosa era successo ed assicurarsi che stesse bene. Il mio cuore si è letteralmente sciolto a quelle parole. Cerco di intervenire e chiederle qualcosa.
- Scusa se ti disturbo, ma tu sei riuscita a parlare con Ben Barnes?
La ragazzina mi guarda con due occhi fuori dalle orbite.
- Ben? E chi è?
Oddio ci risiamo. Queste confondono personaggi ed interpreti e mischiano il tutto.
- Sì, hai parlato con Caspian?
- Ah Sì sì! Mi si è avvicinato e mi ha accarezzato una guancia. Ero talmente emozionata che ho cominciato a piangere e lui voleva sapere cosa mi era accaduto. Poi gli ho detto che era il mio personaggio preferito insieme a Peter, e lui ha sorriso e se n'è andato.
Ok, Sofia respira ed evita di torcere il collo a questa bambina. Certo che se n'è andato se tu gli hai detto che ti piace Peter e non William! Era lui che ti doveva staccare la testa. Sorrido, scaccio questi pensieri scuotendo leggermente la testa e torno ai miei caffè. Le voci delle ragazzine non mi fanno fantasticare liberamente dato che continuano a chiamarli Peter, Caspian ed Edmund. Cerco di immaginare le loro facce davanti alle scene che gli si sono presentate davanti agli occhi. Probabilmente Ben lo avranno chiamato anche Dorian, o spero per loro di no, perché ciò significherebbe che hanno visto un film non proprio adatto alla loro età. Mentre mi perdo nei miei pensieri, vengo riportata alla realtà da Steve che mi dice che sta andando a casa dato che la gente è diminuita e che Vic ed io dobbiamo chiudere il locale verso la una e mezza. Alzo gli occhi al cielo, gli confermo che ci pensiamo noi e si allontana. È mezzanotte e mezza e il locale è deserto. Scruto Victoria alla cassa che sta giocherellando con una delle sue ciocche di capelli. Mi avvicino e inizio a pulire i tavoli.

Ad un certo punto trilla la campanella della porta del bar. Sento Vic farfugliare qualcosa al cliente che è appena entrato mentre io alzo lo sguardo fuori dalla vetrina per scrutare l'ingresso dell'Odeon completamente deserto. Dovete sapere che alle premiere i vip entrano all'inizio dall'ingresso principale, ma quando tutto finisce, passano dalla porta sul retro. Anche se volessi andare al teatro adesso rischierei di incontrare l'uomo delle pulizie, come mi è già successo in passato. Victoria cerca di richiamarmi ma sono troppo immersa nel mio mondo per darle ascolto. All'ultimo richiamo sbuffo sonoramente e in un italiano poco gentile le dico
- Possibile che devi rompere? Ora vengo a fare sto caffè lasciami un attimo di respiro please!
Sottolineando l'ultima parola. Sento ridere di gusto alle mie spalle. Una risata che non appartiene a Victoria. I peli della schiena mi si rizzano. Ecco qua un'ennesima figuraccia. Mentre cerco di voltarmi, in completo imbarazzo, comincio a mordicchiarmi il labbro inferiore. Mi ritrovo due occhi neri come il carbone fissi nei miei. La stanza comincia a girare e mi devo sorreggere ad un tavolino per non cadere a terra come una pera cotta. Mi siedo sulla sedia non credendo ai miei occhi. Ben Barnes mi sta guardando e sta continuando a sorridere. Ora sì che posso morire felice. Anzi prima è meglio che mi scavi la fossa con le mie mani per la tremenda figuraccia di qualche minuto fa. Con una voce tremolante cerco di scusarmi.

- I'm so sorry! (mi scuso tanto)
- Don't worry! There is no problem! (non preoccuparti, non c'è nessun problema)
E dicendomi quelle pochissime parole mi ritengo fortunata ad essere seduta sulla sedia, perché nessuno avrebbe evitato che mi sfracellassi al suolo. Quella voce unita a quegli occhi stanno rendendo reale un qualcosa che ho solo sognato, che ho solo idealizzato, ma che si rivela più vero e concreto di quanto abbia mai immaginato. Victoria cerca di riprendermi. Mi tira un'occhiataccia e mi rendo conto che io cameriera sono seduta ad un tavolo mentre il mio cliente è in piedi che probabilmente reclama un'ordinazione ed un tavolino. Mi rialzo immediatamente, spazzolo il grembiule nero, mi aggiusto una ciocca di capelli che mi è ricaduta davanti agli occhi e col tono più cortese gli chiedo:
- Vuole accomodarsi? Prego da questa parte.
E lo accompagno in una zona un po' più riservata del locale, senza vetrate. È anche la zona più bella del locale perché è in stile ottocentesco con poltrone e divanetti rosso carminio.
- Grazie.
Mi sussurra non appena si accorge dove l'ho portato.
- Credo che un po' di privacy non le faccia male.
Sorrido mentre tiro fuori il block notes dalla tasca. Poi entro nel panico cercando la penna che non trovo. Inizio a scrutare tutto il locale alla ricerca della penna perduta. Ribalto le due tasche del grembiule, infilo le mani nelle tasche dei jeans, ma della mia penna nemmeno l'ombra.
- C'è qualche problema?
Mi chiede Ben. Ben, oddio ancora non ci credo che sta parlando con me. E con chi sennò dato che sono la sua cameriera?
- Non riesco a trovare la mia penna.
Dico cercando di non risultare stupida. Lui si alza e mi si avvicina. I battiti del cuore accelerano improvvisamente. Poi porta la mano destra dietro la mia testa e mi slaccia i capelli.
- E' questa per caso?
Imbarazzatissima annuisco cercando di non peggiorare la situazione. In dieci minuti ho mostrato ad uno dei ragazzi più belli del cinema tutta la mia goffaggine. Brava Sofia, continua così e farai strada! Alzo gli occhi al cielo, sconfitta.
- Non ti preoccupare, capita anche a me di perdere le cose, sono un po' distratto.
- Non credo ai miei livelli però! Ce l'avevo nei capelli mica in un'altra stanza!
Facendo così mi dimostro ancora più stupida di quanto già non sia. Complimenti Sofia! Lui aveva cercato di salvarmi e io mi sono scavata ancora di più la fossa. Un genio non c'è che dire!
- Ti dirò un segreto, una volta avevo perso gli occhiali da sole, finché non mi hanno fatto notare che li avevo nel taschino della camicia. Quindi...
Appena mi racconta questo aneddoto scoppio letteralmente a ridere. La tensione accumulata mi gioca questi brutti scherzi. Ora sì che mi starà prendendo per pazza.
- Scusami tanto! È solo che è stata una giornata infernale! È da stamattina alle 8 che sto lavorando, dovevo staccare alle 21 per venire alla premiere, ma il mio capo non mi ha dato il permesso, ora devo chiudere il bar all'una e mezza, andare a casa, e domattina ritornare. Insomma un inferno. In più non capita tutti i giorni di dover servire Ben Barnes quindi capisci che la stanchezza accumulata, la tensione, l'ansia e anche l'agitazione di averti davanti a me non mi aiutano.
Sorrido, con il migliore dei sorrisi che possiedo. Lui fortunatamente ricambia.
- Allora mi scuso se ti causo più ansia che altro!
- Ma ci mancherebbe altro! Devo ritenermi fortunata e invece sono qui a lamentarmi con te. Sicuramente avrai ben altro a cui pensare che non alla mia patetica figuraccia!
Stavolta è lui a ridere. Una risata aperta che gli illumina quegli occhi scuri come la notte.
- Cosa vorresti ordinare?
- Mi hanno detto che qui fanno il caffè più buono di tutta Londra.
Le mie guance, al suono di quelle parole, avvampano, diventando completamente rosse.
- E sei fortunato, perché il merito è tutto della qui presente Sofia!
Vittoria interviene per un non ben identificato motivo.
- Allora credo che sia la mia serata fortunata!
Risponde mentre con la mano destra scaccia qualche ciocca di capelli dagli occhi.
- Vada per il caffè allora?
Domando incuriosita.
- Magari domattina, a quest'ora non mi fa dormire il caffè! Che cosa mi consigli?
Porto la penna sulla bocca, alzo gli occhi al cielo e le immagini di tutte le bevande iniziano a passarmi davanti agli occhi.
- Non saprei...un cappuccino, cioccolata calda, tè, limonata, latte, tisane.
All'ultima parola storgo il naso. Non sono un'amante delle tisane e nemmeno del tè. Per una che è nata nella patria del caffè espresso, una tazza di acqua calda mi fa pensare a tutto fuorché ad una bevanda gustosa. Lui se ne accorge e mi rivolge un
- Non sei un'amante del tè a quanto vedo
- No infatti. Sono cresciuta a pane e caffè, espresso per inciso quindi...
- Espresso? Quindi non sei inglese?
- No non lo sono. Sono italiana al cento per cento.
- Ora capisco perché mi hanno detto che qui c'è il caffè più buono, dato che lo fa un'italiana!
- E non è la sola cosa che so fare modestamente.
- Vorrà dire che dovrò tornare e provare tutto per darti la conferma.
Sulla sua ultima frase storgo la bocca. Mi ha smontato in 5 secondi. Simpatico non c'è che dire.
- Allora cosa ti faccio?
- Fai tu, a tuo gusto.
Panico. Devo scegliere io cosa fargli bere. Perfetto.
- Allergie?
- A nulla quindi vai tranquilla!
Annuisco e mentre mi allontano rivolgo a Vic la solita affermazione.
- Tu il solito scommetto!
- Sì cara, tè tutta la vita.
Le rivolgo una linguaccia e mi dirigo dietro al bancone.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Ben Barnes / Vai alla pagina dell'autore: dark_witch