SWEET AND
PURE AS A DOVE
Correvo.
Correvo all’impazzata. Ero il solito idiota.
Dovevo
tardare, no!? Dovevo rendermi ridicolo
come al solito!?
Correvo.
Il borsone che mi portavo a tracolla mi impediva di aumentare la velocità, era
come una vela che blocca il vento. Ma non volevo arrendermi. Indossavo ancora
la divisa della squadra di calcio. Il vento era freddo sulla mia pelle, e mi
provocava qualche brivido. Non avevo fatto neppure in tempo a farmi una doccia,
dopo quella sudata. Mi dissi che sarei parso ancora più ridicolo, ma accantonai
quel pensiero. Rischiavo che non mi parlasse mai più. Quella ragazza era
davvero terribile. Sarebbe stata
capace di rinfacciarmelo per tutta la vita.
Giunsi
dopo un po’ davanti casa Harukaze. Deglutii e avanzai
di qualche passo, mentre dei gridolini festosi si sentivano dalle finestre
aperte di quella casa. Quando fui nei pressi della soglia d’ingresso, la mia
mano si mosse tremante per andare a suonare il campanello. Inghiottii ancora
saliva, mentre respiravo pesantemente, sia per la corsa che avevo fatto, sia
per la paura (o l’emozione, non
saprei). Non feci in tempo a premere il pulsante, che la porta si spalancò,
colpendomi sul naso e facendomi cadere a terra. Mi massaggiai il punto leso e
mi impedii con non poca fatica di imprecare.
“Tetsuya è sempre il solito! Non è ancora arrivato!”,
strillò il qualcuno che aveva quasi staccato via dai cardini la porta di casa Harukaze. I toni soavi di Doremi,
mi dissi, alzando lo sguardo verso di lei, che allo stesso modo lo posò su di
me. La mia bocca si spalancò. Certo, portava i soliti Odango,
ma il vestito che indossava era… carino e,
soprattutto, lei era… carina. Quel vestito di quel rosa chiaro le conferiva una
femminilità mai vista – commento che non mi sarei mai e poi mai sognato di
riferirle, onde evitare un qualcosa di più pesante in faccia. Dunque, se avessi
scartato l’espressione irata che le stava sul viso, avrei potuto dire che era bellissima.
“Ah,
ma tu sei qua! Aspettavi il maggiordomo che avvertisse la tua presenza e
venisse ad aprirti?”, disse poi con ironia, un sorrisino sadico che nascondeva
un non so che di felicità nel vedermi
lì. La sua espressione cambiò, sembrava non capire. “Ma perché sei lì per
terra?”, domandò.
Mi
massaggiai ancora per qualche secondo il naso, poi esalai, ancora affannato
dalla corsa, “Mi hai preso in pieno con la porta”.
Cambiò
di nuovo stato d’animo, divenne preoccupata e si inginocchiò davanti a me. “Accipicchia,
ti ho fatto male?”, mi chiese, poggiando le sue mani sulle mie guance e
avvicinandomi a lei, probabilmente per constatare che non mi avesse rotto il
setto nasale. Tuttavia non potei fare a meno di avvampare.
“Sto
bene, Dojimi”, dissi distogliendo lo sguardo.
Lei
sembrò infastidirsi a quell’appellativo, ma non ribatté in alcun modo.
Certamente immaginava di esserselo meritato. Tolse le mani dal mio viso e si
mise in piedi. “Dal tuo abbigliamento riesco facilmente ad indovinare dove
fossi”, disse, stavolta con un tono offeso.
Mi
affrettai ad alzarmi anche io e a spiegarle tutto, “Ascolta, Doremi. E’ stata colpa del Mister. Giuro che non volevo
tardare alla tua festa di compleanno”, esclamai in un soffio, ostentando la
migliore espressione da cane bastonato
del mio repertorio. Lei sembrò addolcirsi un po’, ma il broncio non scomparve
del tutto. Allora cominciai a trafficare nel mio borsone in cerca di quel
qualcosa che tanto avevo faticato per trovare quella mattina presto, prima di
recarmi a scuola. Ne estrassi un piccolo scatolo incartato male e glielo porsi.
“Dai, perdonami”, la supplicai, mentre lei, titubante, prendeva lo scatolo
dalle mie mani. Lo aprì lentamente e il luccichio della madre perla le colorò
il volto. Sorrise nel vedere il ciondolo candido a forma di colomba, che
qualche giorno prima, di ritorno da scuola, aveva visto in una vetrina. Era
stato uno dei pochi giorni in cui facevamo la strada insieme per tornare a
casa, in quanto il resto della settimana ero impegnato con gli allenamenti. Lo
aveva guardato estasiata per qualche minuto e poi, senza dire una parola, aveva
continuato a camminare, emettendo un sospiro che sembrava sognante. In quel
momento, i suoi occhi stavano luccicando di emozione, come quel giorno davanti
a quella vetrina. Alzò gli occhi dal suo regalo di compleanno e mi ringraziò
con un sorriso radioso, che mai mi aveva rivolto. La mia faccia probabilmente
divenne più rossa di prima, ma lei non fece in tempo ad accorgersene, in quanto
mi aveva già buttato le braccia al collo. Rimasi con le mani per aria per un
minuto buono, come se stessi pregando, poi ricambiai l’abbraccio, mentre lei mi
sussurrava un dolce “Grazie”. Ero allegro. Sprizzavo felicità da tutti i pori.
Le orecchie rosse quasi mi fumavano. La giornata più brutta della mia vita si
era trasformata in quella più bella della mia vita.
“La
finite di pomiciare?”. La piccola Pop
Harukaze ci fissava con un sorriso sornione stampato
sulla faccia. Doremi si staccò subito da me, mentre
io rimasi impalato come un cretino a capire cosa diavolo era successo.
Le
guance della rossa erano leggermente imporporate e con un sorriso enorme tentava
di nascondere l’imbarazzo. “Guarda cosa mi ha regalato, Pop!”, disse alla
sorellina.
Pop
sbirciò nello scatolo. Il sorriso si allargò. “Carino, ma non per questo dovete
già pensare al matrimonio”. La bimbetta fece marcia indietro e si recò dove si
stava svolgendo la festa. Entrambi eravamo interdetti, ma a
differenza mia, orgogliosa com’era, Doremi era furente.
“Muoviti,
idiota, andiamo dentro”, disse
snobbandomi bellamente.
Sospirai.
Preferivo decisamente quella Doremi dolce e pura di qualche minuto prima.
FINE
♫~♥~♪~♥~♫~♥~♪~♥~♫
Angolino dell’autrice
Tanti
auguri a Vale-chan! Tanti auguri a Vale-chan! Tanti auguri a Vale-chan!
E la storia a voi!!
Buongiorno
a tutti. Eh, già. Oggi compio 20 anni e non potevo non postare qualcosa, anche
qualcosa di misero come questo. Ma suvvia che è carina. Ragazzi e ragazze, che dire…? Purtroppo più di questo non posso fare. Ho gli esami
fino al 3 Marzo. E non mi posso permettere di perdere molto tempo. Ma volevo
comunque regalarvi qualcosa oggi. Mi dispiace, ma non ce l’avrei mai fatta a
finire il capitolo diciannove. =(
Spero
comunque che almeno un pochino vi piaccia questa one shot.
Come
concludere? Beh, aspetto le vostre recensioni e le vostre visite sulla mia
pagina facebook: Valechan91.
Buona festa dei single a tutti e buon compleanno a moi!
Baci.
Vale