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Autore: Tem_93    15/02/2011    4 recensioni
Puck era incantato da Rachel quando cantava. Era un’altra persona. Non era più quella fastidiosa, logorroica, pettegola egocentrica. La sua voce era così bella e limpida che non si sarebbe mai stancato di ascoltarla. Era vero era una stella, la loro stella. Le sorrise dolcemente.
Rachel pensò che Noah aveva un sorriso magico. La faceva sentire bene, le piaceva vederlo sorridere in quel modo e non quel sorriso malizioso che aveva di solito. Ma pensandoci bene le piacevano tutti i sorrisi di Noah.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Rachel Berry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rachel era seduta sul bordo del palco, nell'auditorium. Sola.
Perchè ormai era così, sola. Finn non l'amava. O forse non l'aveva mai amata.
Poteva contare i suoi amici con le dita di una mano e non era ben accetta nemmeno al Glee.
Ma sarebbe andata avanti anche da sola, dopotutto è così che fanno le stelle, è così che farebbe Barbra.
Era così assorta nei suoi pensieri da non accorgersi dei passi dietro di lei. Appena li sentì si voltò di scatto spaventata.

-Cosa vuoi?- domandò con la sua voce strillante. Il ragazzo era un po’ abbattuto. Sbuffò e si sedette al suo fianco. Soffiò nuovamente. Rachel corrucciò le sopracciglia. Perché Puck era lì? E perché aveva quell’espressione. Il ragazzo soffiò ancora.
-La vuoi smettere di sbuffare in quel modo Puckerman!- esclamò. Lui la guardò con due occhioni da cane bastonato poi si sdraiò a pancia in su, appoggiando la sua testa sulle gambe della ragazza. Rachel provò ad obiettare, ma per lei non era facile spostare  il giovane. Non capiva cosa non andava. Quello non era il Puckerman che conosceva, il bullo bello e cattivo. Non era Noah.
Rachel sorrise dolcemente, accarezzando la cresta di lui.
-Cosa c’è che non va?- gli domandò. Aveva capito che aveva bisogno di qualcuno con cui parlare. Lui non era uno a cui piaceva esternare i sentimenti, ma soprattutto non aveva nessuno con cui poterlo fare. Non con Finn, perché un maschio non era adatto a queste cose, e poi sarebbe stato terribilmente imbarazzante parlare con un ragazzo, soprattutto con uno come Finn. Non con Santana perché non l’avrebbe capito, anzi non gliene sarebbe fregato gran che. Diciamo che Rachel pensava cose molto più brutte riguardo a Santana. Con Quinn? Non si parlavano da quando avevano dato in adozione Beth. Con chi altro poteva parlarne? Con lei. In fondo andavano abbastanza d’accordo, e poi erano entrambi ebrei.
Puck si sistemò sulle gambe di Rachel, come un bimbo. La fissò e poi distolse lo sguardo.
-Sai l’amore non mi piace per niente- iniziò – Mi ha fatto innamorare di Lauren. Di Lauren capisci? E inoltre non ha fatto innamorare lei di me. E’ la cosa più brutta che mi sia mai successa. Peggio del riformatorio, perché anche lei mi ruba i muffin – mormorò. Rachel sorrise comprensiva.
-Bè, Noah è perché non puoi controllarlo. Per quanto i tuoi muscoli siano grandi non vincerai contro di lui. Te lo dico per esperienza. Per quanto io voglia dimenticare Finn non ci riesco perché lo amo. Conquistala, se ne sei innamorato. Quando le hai dedicato la canzone ieri sei stato molto dolce. Vedrai che gli piacerai, se non è già così. Ma se ci tieni tanto, mi raccomando metti da parte il tuo istinto di bastardo e non tradirla. Perché per quanto tu la ami non è detto che lei ti perdonerà. Perché se tradisci una persona le puoi fare veramente male, potresti fare un  danno irreparabile che ….-
-Rachel- la fermò Puck. Quella ragazza usava  sempre troppe parole.
-Dimmi Noah- disse guardando dritto nei suoi occhi. Erano così espressivi in quel momento.
-A parte il fatto che l’amore è stato molto crudele anche con te, proprio butto deve essere innamorarsi di quel decerebrato di Hudson; a lei ha fatto schifo la canzone che le ho cantato. E penso mi odi. Inoltre essere innamorato di lei ha aumentato le granite in faccia – borbottò demoralizzato.
-Ecco perché i tuoi capelli sono bagni- disse Rachel.
-Se li annusi sanno di uva- aggiunse lui facendo spallucce. Lei li annusò e rise. Diede al ragazzo una pacca sul petto
-Dai andiamo a lavarli- esclamò. Puck si alzò sorridendo, Rachel fece lo stesso. Poi prese la mano del ragazzo e lo condusse nel bagno dei maschi.
Puck si stupì quando Rachel gli prese la mano. Come mai era così carina con lui? E perché non gli dispiaceva che gli avesse preso la mano? Cercò di non pensarci.
-Senti Rachel, posso chiederti un favore?- le domandò mentre camminavano. Lei annuì distrattamente.
-Potresti aiutarmi con una canzone. Tu sei la più brava qui.- le confessò. Rachel gli rivolse un sorriso a trentadue denti,mettendo le mani sui fianchi.
-Lascia fare a Rachel Berry. Col mio aiuto nessuna ragazza potrà mai rifiutarti –accettò, felice del complimento.
–Grazie- Puck le sorrise- e …potresti usare l’acqua calda? – chiese poi. Rachel annuì decisa e cominciò a lavargli i capelli che profumavano d’uva.


***

Rachel attendeva nella sala prove da ormai quaranta minuti. Cominciava a perdere la pazienza .
“Tranquilla Rachel, arriverà tra pochissimo, te l’ha chiesto lui di aiutarti. Stai facendo un favore ad un tuo amico, è una cosa buona. Pensa se lo aiuti forse anche lui penserà di esserti amico. Potresti aggiungerne uno agli altri due. Rilassati sta arrivando. E’ qui, dietro la porta. Sta per entrare” Si disse, facendo lunghi sospiri. Tamburellava il piede sinistro a braccia incrociate da ormai cinque minuti.
-Al diavolo Puckerman! La prossima volta vedi di esserci- sbottò acida. Una volta che voleva essere carina era stata presa in giro. Prese lo stereo e la borsa, si infilò la giacca e uscì dall’auditorium. Mentre percorreva il corridoi vuoto della scuola sentì dei rumori provenire da una stanza. Curiosa come nessuna si affacciò per vedere chi era. Come vide chi c’era nell’aula spalancò la bocca e si voltò di scatto andando via a passo spedito.
-Cavolo Rachel!- urlò Puck staccandosi dalla ragazza che stava baciando e lanciandosi alla rincorsa della mora. –Aspettami, non correre! Berry?!? –la chiamò mentre lei proseguiva spedita .
-Ciao Puckerman, ci vediamo domani al Glee- gli urlò lei senza voltarsi. Ma Rachel non stava correndo, mentre Puck sì. La raggiunse e la prese per un braccio. Lei si fermò accigliata.
-Lasciami stare. Sto andando a casa.-gli disse arrabbiata.
-Scusa, mi stavo dimenticando che ci dovevamo vedere oggi dopo scuola –cercò di rimediare lui. Continuava a tenerla per il braccio per evitare che scappasse.
-Ti ho aspettato quaranta minuti nell’auditorium, poi decido di andare a casa e ti vedo pomiciare con una Cheerios? Una Cheerios? Sei impazzito?! Se fosse stata Lauren avrei potuto capire, ma una qualsiasi cheerleader no – gli sbraitò contro. Puck sbuffò un po’.
-Lo sai, sono Puckzilla- le spiegò con quel’espressione ebete che le faceva ridere. Ma si trattenne – Ho dei bisogni, e se Lauren fa la difficile non posso resistere per sempre. Vuoi che muoia?- le sorrise sghembo . Rachel non ricambiò il sorriso. Anzi, era più imbronciata di prima.
-Forse Lauren ha ragione a rifiutarti, forse non voglio aiutarti a conquistarla – disse schietta. Puck corrucciò le sopracciglia con fare infantile. Mise il broncio, offeso.
-Non sto ancora con lei, non è tradimento – affermò il ragazzo mollando il braccio esile di lei.
-Lo so, ma se intendi conquistarla devi smetterla di baciare altre ragazze. Se ti vedesse perderesti qualsiasi speranza – lo ammonì lei, togliendo l’espressione arrabbiata dal volto. Non riusciva a stare molto arrabbiata con quel ragazzo. Le sue buffe espressioni e i suoi ragionamenti immaturi la facevano sorridere.
-Sì, forse hai ragione – disse Noah, sorridendole. Rachel sorrise a sua volta.
-Quindi potresti aiutarmi?- le domandò supplicandola con gli occhi.
-Andiamo subito, prima che ci ripensi –accettò Rachel cedendo.
-Grazie- Puck sorrise di nuovo e prese lo stereo e la borsa dalle mani di Rachel, dopodiché i due si diressero verso l’auditorium. Quando arrivarono Rachel cominciò a tirare fuori qualche CD di basi. Il ragazzo la guardava curioso. Era divertente per ogni cd aveva un’espressione diversa.
-Tu cosa canteresti?- le domandò mentre lei era ancora assorta nei suoi cd.
-Come?-
-Cosa canteresti ad un ragazzo per fargli capire quello che provi. Per fargli capire che è hai scelto lui- le spiegò Noah avvicinandosi.
-Oh, bè, sicuramente una canzone di Barbra. “I’ve dreamed of you”, o un classico come “I’m a woman in love” … o forse. Penso ci sia una canzone più adatta, ho visto il cd un attimo fa –borbottò ricontrollando tra i dischi.
-Barbra mi può piacere, è ebrea- disse lui annuendo.
-Eccola!- esclamò dopo averla trovata. Inserì il cd nello stereo e scelse la traccia. Pochi secondo dopo partì la musica. Rachel sorrise a Puck ed iniziò a cantare.
 
Why did I choose you?
What did I see in you?
I saw the heart you hide so well
 I saw a quiet man who had a gentle way
A way that caught me in its glowing spell.
 
Puck era incantato da Rachel quando cantava. Era un’altra persona. Non era più quella fastidiosa, logorroica, pettegola egocentrica. La sua voce era così bella e limpida che non si sarebbe mai stancato di ascoltarla. Era vero era una stella, la loro stella. Le sorrise dolcemente.
Rachel pensò che Noah aveva un sorriso magico. La faceva sentire bene, le piaceva vederlo sorridere in quel modo e non quel sorriso malizioso che aveva di solito. Ma pensandoci bene le piacevano tutti i sorrisi di Noah.  
Why did I want you?
 What could you offer me?
 A love to last a life time through
And when I lost my heart so many years ago,
 I lost it lovingly and willingly to you...
 
Bè però anche quando non cantava non era male. Era una bella ragazza in fin dei conti, era ebrea,era simpatica a volte.
Era single.
Puck capì quello che aveva appena pensato. Sgranò gli occhi e distolse lo sguardo.
Forse aveva sbagliato a scegliere quella canzone e a cantarla guardandolo negli occhi. Doveva aiutarlo a conquistare Lauren, ma il suo istinto in quel momento era quello di baciarlo. Si voltò di scatto, voltandosi verso la platea vuota.  
If I had to choose again,
I would still choose you...
 
Concluse Rachel per poi stoppare anche la musica.
-Bè, forse sceglierei questa- disse continuando a non guardare il ragazzo, lievemente imbarazzata.
-E’ una bella canzone, ed esprime quello che sento – disse Puck –ma non riuscirò mai a cantare una cosa del genere. Io non ho la tua voce.-
Rachel scacciò i pensieri che le erano affiorati .
-Già – borbottò – bè vuole dire che dovremo trovare un’altra canzone.- gli propose raggiante.
-Allora ci vediamo domani qui, alla stessa ora ?- domandò lui guardando l’orario. Lei annuì cominciando a mettere in ordine le sue cose. Lui intanto s’incamminò verso l’uscita.
-A domani Rachel – la salutò voltandosi e sorridendole amichevolmente.
-A domani Noah – rispose lei –e Noah - lo fermò – vedi di essere puntuale- precisò con una finta espressione arrabbiata. Lui rise e se ne andò.  
***

Non sapeva bene perché era sotto a casa di Rachel. Cioè, in realtà lo sapeva, ma non capiva perché alla fine si era convinto ad andarci. Ormai erano passate due settimane da quando avevano cominciato a provare insieme e si divertivano, scherzavano, ridevano, cantavano. Non avevano però ancora trovato una canzone adatta. Erano veri amici ora, erano più legati di prima, per questo era lì. Era lì come amico, come una spalla su cui piangere. Quel giorno Quinn e Finn erano tornati insieme, ufficialmente. Non li sopportava. Come potevano essere tornati insieme, dopo quello che era successo. Lui aveva provato a tornare con Quinn, ma lei gli aveva risposto che non voleva, che era troppo doloroso. E allora perché era tornato con quello? Ma soprattutto perché Finn era tornato con lei. Lei che lo aveva tradito col suo miglior amico, gli aveva mentito e lo aveva preso in giro. No, non riusciva né a capire né a sopportarli.
Ma ora pensava a Rachel che li aveva visti baciarsi nel corridoi, camminare vicini e ridere insieme. Per quanto sapeva che Rachel non voleva più stare con Finn sapeva anche che non lo aveva ancora dimenticato. La mattina non era riuscito a parlarle perché era andata a casa appena finite le lezioni.
Suonò al campanello della casa e aspettò che qualcuno gli aprisse. Un uomo di colore arrivò ad aprirgli la porta, era un poco più alto di lui e stava sorridendo. Appena vide la sua giacca rossa e bianca il suo sorriso svanì.
-Non sarai mica quel ragazzo omofobo che ha fatto cacciare l’amico di Rachel?- domandò sospettoso a Puck. Il ragazzo scosse la testa.
-No si figuri, Kurt è mio amico e la mia migliore amica è lesbica – disse con naturalezza alzando le spalle, intravedendo Rachel dietro il padre.
-Entra pure allora – disse l’uomo lasciandolo entrare.
-Santana è lesbica?- domandò Rachel sconvolta spalancando la bocca.
-Sì, lo sanno tutti. Non hai mai notato che se la fa con Brittany? – rispose calmo lui.
-Ma Brittany sta con Artie – esclamò lei confusa.
-Oh, non è un problema per loro due. Forse sarebbe un problema se lo sapesse Artie – constatò il ragazzo. Rachel continuò a pensare sconvolta a quello che le era stato detto.
-Ma perché sei qui Noah?- domandò poco dopo –Oggi non dovevamo provare, o me lo sono dimenticata. Se me lo sono scordata scusa, mi è proprio sfuggito di mente,e  comunque possiamo provare in camera mia se vuoi – disse lei. Puck la fermò poggiandole una mano sulla spalla.
-No Rachel, non te lo sei dimenticata, ero venuto a vedere come stavi – disse sorridendo.
-Come sto? Sto bene, come vuoi che stia?- chiese lei non capendo.
-Sai, per la storia di Finn… e Quinn – mormorò lui grattandosi la cresta imbarazzato.
-Oh Noah!- esclamò lei –Io sono una donna forte – sorrise portando le mani sui fianchi come suo solito – so attaccare, so difendermi, so recitare – affermò sogghignando.
-Ah sì?- sul volto di Puck arrivò il solito sorrisetto sghembo –Noto, che muscoli Berry, fai paura!- ridacchiò. Lei annuì .
-Tutta invidia –disse sollevando il braccino magro e sfidando con gli occhi l’amico.
-Ah sì eh? – accettò la sfida lui. Fece una risatina e poi afferrò la ragazza per i fianchi e la caricò sulle spalle, come se nulla fosse e incominciò a salire le scale per arrivare nella camera di Rachel. Lei scoppiò in una fragorosa risata appena fu a testa in giù, sgambettando.
– Mettimi giù Noah!- urlò mentre lui sogghignava. La poggiò sul letto.
-Dicevi?- la schernì. Lei sbuffò divertita.
-Mi hai colto di sorpresa, questa non si conta- disse lei decisa
-Certo certo – annuì lui.
 
Era a pochi centimetri dal volto di Rachel, era così raggiante, sorrideva con quell’espressione che gli piaceva tanto. Aveva un bellissimo sorriso. Era felice che non si fosse demoralizzata per Finn. Forse in realtà sapeva che non gli sarebbe servito, ma era felice di essere lì con lei ora. Per abitudine si intende, perché ormai si vedevano tutti i pomeriggi, non per altro!
 
Rachel si trovava così vicino a Noah. Troppo vicino. E Noah aveva quel sorriso che adorava. Era così difficile resistergli. Come diavolo faceva Lauren? Già Lauren.“Rachel non puoi baciarlo, lui è innamorato di lei” pensò cercando di trattenersi. Il cuore cominciò ad accelerare i battiti.
 
Rachel si alzò dal letto allontanandosi da quella situazione prima di perdere il controllo.
-Tu come stai invece? Tutto bene. Dopotutto Finn è tornato con Quinn. Dopo quello che è successo tra voi potresti starci male.- s’interessò la ragazza. Lui scosse la testa.
-No, grazie. Sono un uomo forte io, so attaccare, so difendermi, so recitare – la derise
-Non ti manca Beth?- domandò, non sicura di volergli fare quella domanda. Forse non ne voleva parlare, ma la sua lingua era sempre più veloce del suo cervello.
-Certo- mormorò.
-Sei andato a trovarla?- gli sorrise dolcemente. Sapeva che per lui era un argomento delicato.
-No, in realtà non ne ho ancora avuta l’occasione- rispose lui –o il coraggio – ammise abbassando gli occhi.
-Chi era l’uomo forte?- domandò lei prendendogli il viso con le mani -Sei fortunato, io Rachel Barry sono una donna forte. Inoltre sono la figlia di Shelby. Ti andrebbe di andarla a trovare ora?- propose.
-Cosa ora?- chiese stupito lui –no, e se non volesse, e poi …-
-Poche balle Puckerman, andiamo.- lo interruppe lei decisa. Gli prese la mano e afferrò con l’altra il cappotto.
-Ah Berry, sei un tormento- mugugnò Puck alzandosi dal letto e seguendola. Non riusciva ad opporsi a lei, era sempre così presa ed eccitata da quello che faceva da invogliarlo a fare lo stesso.
Dopo una mezz’oretta erano davanti ad una casetta gialla con un bel giardino curato.
-E se non volesse farmela vedere- chiese lui fermando la mano di Rachel prima che arrivasse al campanello.
-Oh, Noah, non ci saranno problemi vedrai. L’unico potrebbe essere che ha già la tua cresta- disse suonando il campanello. Lui sorrise. Pochi secondi dopo Shelby aprì la porta sorridente.
-Oh ciao ragazzi – li salutò, dando un tenero bacio sulla fronte della figlia. Poi volse lo sguardo sul ragazzo comprensiva.
-Penso tu ti sia deciso a venirla a trovare – ipotizzò la donna –pensavo che venissi con Quinn, ma quando lei è venuta mi ha detto che non stavate più insieme- disse. Puck la guardò confusa.
-Quinn è già venuta?- chiese sorpreso.
-Sì, due o tre volte.- annuì Shelby. Rachel prese la mano del ragazzo annuendo come per dargli coraggio, sicura.
I ragazzi entrarono nella casa. C’era un buon profumo e tutto era perfettamente in ordine. Sulle mensole nella sala spiccavano trofei luccicanti. Rachel sorrise.
La donna li condusse in una cameretta color pesca. Da fuori si sentiva un carillon suonare.
Puck fece un lungo respiro, dopodiché i tre entrarono. Rachel curiosa come sempre fu la prima che si avvicino alla bimba sorridente e allegra.
-No, tranquillo niente cresta. Ma il colore dei capelli è il tuo – disse guardando l’amico. Puck allora si prese coraggio e si avvicinò a sua volta alla bambina. E si sciolse. Come non poteva vedendola. Aveva i suoi capelli scuri, ma aveva due bellissimi occhi vivaci e  verdi. Erano quelli di Quinn. Aveva un’espressione furba sul visino chiaro. Era molto dolce.
-Prendila in braccio- lo invitò Shelby.
-ma se…- bonficchiò lui.
-Dai- sbottò Rachel dando un leggero schiaffo sul braccio di lui. Allora Puck si decise, e con la maggior cautela e delicatezza sollevò quella piccola e indifesa creatura che lo osservava curiosa, senza dire nulla. Il sorriso di Puck si allargò maggiormente, i suoi occhi si inumidirono appena. Era così bella, era la cosa più bella che avesse mai visto. Le accarezzò dolcemente la piccola testa.
 
Il tempo passò molto velocemente a casa di Shelby, ma dopo tre ore erano nuovamente fuori da casa di Rachel.
-Bè Puck, ci vediamo domani- lo salutò lei – quando vuoi tornare da Beth e non vuoi andarci da solo io sono qui.- disse gentilmente per poi entrare in casa.
Puck la prese per un braccio e la tirò a se, abbracciandola.
-Grazie Rachel, sei una buona amica- le sussurrò all’orecchio continuando a stringerla. Le diede poi un leggero bacio sulla fronte, sorrise e se ne andò.
Rachel sospirò, sperando che il ragazzo non avesse sentito il suo cuore scoppiare, poi entrò in casa.
 
***
 
Rachel era sdraiata sul letto e non era felice. Eppure sarebbe dovuta esserlo. Puck aveva finalmente trovato una canzone adatta, le aveva detto quella mattina, e quel pomeriggio sarebbe andato da Lauren. Si girò a pancia in giù, coprendosi fino alla testa. Perché Lauren? Eppure era da un po’ che non li vedeva nemmeno parlarsi, e come faceva Noah ad essere innamorato di lei. Era davvero meglio Lauren di lei? Lauren non sapeva niente di Noah, lei conosceva solo superficialmente Puck, ma non Noah. No Noah non lo conosceva praticamente nessuno. Noah era dolce e romantico, era gentile e disponibile. Era Noah, non era solo Puck. Perché s’innamorava sempre del ragazzo sbagliato? Prima Finn, innamorato di Quinn ed ora Noah, preso da Lauren.
Forse era colpa sua se l’amore ce l’aveva con lei. Lei in fondo non era una bella persona.
Tutti pensavano che fosse antipatica, che avesse delle manie di protagonismo, che vestisse male. Forse era per quello che nessuno s’innamorava di lei.
I suoi pensieri furono interrotti da una fioca melodia. Cos’era? Rachel si alzò dal letto per controllare di non aver lasciato nulla acceso. Si accorse però che il suono proveniva da fuori. Si affacciò lievemente alla finestra.  
Don't go changing, to try and please me 
You never let me down before 
Don't imagine you're too familiar 
And I don't see you anymore 
I wouldn't leave you in times of trouble 
We never could have come this far 
I took the good times, I'll take the bad times 
I'll take you just the way you are 


Rachel sobbalzò appena lo vide fuori, nel suo giardino con la sua chitarra e tre ragazzi del gruppo di musica. La guardava, sicuro. Rachel corse in fretta giù dalle scale, buttandosi nel cortile, fermandosi davanti a lui. Era uscita senza giacca, ma non le importava del freddo.
Sorrise raggiante.  
Don't go trying some new fashion 
Don't change the color of your hair 
You always have my unspoken passion 
Although I might not seem to care 
 
Lei arrossì, distogliendo ogni tanto lo sguardo dal ragazzo, che invece continuava a fissarla.
 
I said I love you and that's forever 
And this I promise from the heart 
I could not love you any better 
I love you just the way you are
 
Puck finì la canzone, sorridendo. Non fece in tempo a togliersi la chitarra che Rachel si fiondò tra le sue braccia forti. Lui rise stringendola a se. Lei nascose il suo viso nel petto del ragazzo, timida.
-Pensavo fossi da Lauren.-mormorò.
-Avevo detto che avevo scelto la canzone. Non avevo parlato di Lauren- le rispose lui accarezzandole i capelli. Lei alzò gli occhi lucidi, sorridendogli.
-Rachel io non intendo prenderti in giro. Tu mi piaci, mi sei sempre piaciuta. Mi piace il tuo sorriso smagliante, la tua forza, la tua decisione, la tua limpida voce angelica, i tuoi lunghi capelli morbidi, i tuoi profondi ed espressivi occhi scuri, ti dirò, mi piacciono anche i tuoi maglioncini con le renne – le confessò facendola ridere – So che non sempre ci saranno i bei momenti e non sempre sarò sopportabile, ma voglio stare con te. Tu sei l’unica che abbia mai cercato il vero Noah, l’unica che si sia veramente interessata di me. Potrei perfino prometterti di non vedere altre ragazze, se me lo chiedessi – disse sogghignando.
-Noah, sono così felice. Quello che mi hai detto è bellissimo. Cinque minuti fa stavo morendo dentro, pensando che tu fossi con Lauren. Non so cos’altro dire –disse emozionata.
-Oh oh, ho tolto le parole a Rachel Berry – la derise .
Poi, finalmente, si avvicinò al volto della ragazza che si mise in punta di piedi , e la baciò. Come non aveva mai fatto con nessuna. Come solo con Rachel poteva fare. Perché Rachel era Rachel.
 
La sua Rachel.

***
 
Conclusa anche la Puckleberry. Volevo farne una long fic, poi ho pensato che fosse troppo faticoso e quindi ho fatto solo una one-shot lunga. Puck lo adoro da sempre, Rachel è un amore recente. Penso che si sia fatta amare con l’epico “Let’s kick some ass” [detto a Puck preciserei U.U ]. Questa coppia è l’altra mia preferita di Glee oltre al Brittana =) [che ho inserito indirettamente eheh]
La cosa più difficile è stata scegliere le canzoni … uff.
Rachel canta “Why Did I Choose You?”  di Barbra Streisand, mentre Puck canta “Just The Way You Are” di Billy Joel. Sono quasi sicura che Barbra sia ebrea, anche se non en sono certa .L’immagine l’ho fatta in fretta, non mi convince molto il colore della scritta, ma va bè J
Chiedo scusa se ci sono errori di battitura.

Spero vi piaccia.
Baci, Miky
 
  
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