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Autore: FFFAN    16/02/2011    1 recensioni
Questa Fan Fiction è ambientata subito dopo l'altra mia Fan Fiction. Questa è il seguito di I Am Sorry. Cosa è successo al mondo di Gaya dopo l'attacco dell'Essere Supremo? Cosa succederà ai personaggi? Che cosa faranno dopo il combattimento? E le città? Quanti danni hanno subito con quei tornado e maremoti? Lo scoprirete leggendo la Fan Fiction.
Genere: Drammatico, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eiko si risvegliò con delle bende in una stanza. Si sentiva l’odore della palude. Si trovava ancora lì. Si ricordò di cos’era successo. Era stata attaccata da dei Gradodo e Quera l’aveva salvata. Provò ad alzarsi ma fu subito fermata dalla Qu che le disse di restare sdraiata e non compiere nessun movimento brusco. La sciamana non le diede ascolto e si alzò. Una volta in posizione eretta traballò quasi come se stesse per cadere. La cuoca le si parò dinanzi per prenderla ma la ragazza si era riuscita a fermare. Si toccò la testa dolorante e chiese a Quera come andavano le cose da lei. La Qu le rispose che la sua vita era sempre la solita. I giorni passavano e l’età si faceva sentire. Cominciò poi a parlare di quello che era successo il giorno precedente, durante la comparsa di Adegheiz e Ghizamaluk sulle torri. Le disse che i nemici si erano agitati e scappavano dai maremoti e dai tornado, avevano paura di essere colpiti. Con questa loro agitazione erano diventati anche più violenti e selvaggi e avevano cominciato a colpire qualsiasi cosa che gli si parasse dinanzi. Le continuò a dire che quegli attacchi catastrofici si erano solo avvicinati alla sua Palude ma non l’avevano colpita ma non le seppe dire se le cose erano andate bene dalle altre parti. Eiko guardò a terra, era davvero in ansia per i suoi genitori adottivi. E se fosse successo qualcosa a Lindblum? Non voleva perdere i suoi genitori. Già aveva perso i suoi genitori biologici e non voleva perderne anche quelli adottivi. Subito avanzò verso l’uscita ma rapidamente la Qu la fermò e le disse che sarebbe stato pericoloso uscire in quelle condizioni. I mostri non si erano ancora calmati e avrebbero continuato ad attaccare chiunque trovassero per la strada. La sciamana provò a convincere Quera per farla andare via. Non ci riuscì. Fortunatamente trovarono un accordo. L’adolescente sarebbe andata a Lindblum accompagnata dalla maestra di Quina. Le due si prepararono e si avviarono verso il fortissimo regno di Lindblum.
I soldati di Burmesia avevano appena finito di medicare le ferite di Gidan quando quest’ultimo chiese loro cos’era successo mentre loro combattevano contro quelle bestie inaudite. Cominciò a parlare un soldato che disse:
“I mostri sono impazziti ed hanno scaraventato tutti e tutto via. Hanno cominciato ad avanzare verso l’entroterra quasi come se volessero evitare qualcosa. Anche quelli rinchiusi nelle gabbie sono riusciti a scappare. Le hanno distrutte e l’Aironet che ci hai aiutato a prendere è uno di loro. Non abbiamo capito perché siano usciti così fuori di testa ma facevano davvero paura. I loro occhi erano gonfi e avevano uno sguardo che faceva più o meno tenerezza. Non li avevamo mai visti in questo modo. Comincio a pensare che avessero paura di qualcosa, anche se non capisco di cosa. Adegheiz e Ghizamaluk non hanno neanche provato a colpire la nostra città. Quella voce che ha parlato ha detto solo stupidaggini. Non mi sembra proprio che il mondo sia stato distrutto. L’unica cosa che ha fatto quella voce è stato spaventare i mostri.”
Lo Jenoma ringraziò per le notizie ricevute e li salutò. Cominciò ad uscire da Burmesia mentre pensava perché quelle bestie si fossero così spaventate. Dopo di tutto loro attaccavano chiunque, non avevano nessun motivo per aver paura. Loro si sarebbero assolutamente alleate con i nemici. Era davvero strano quello che era successo. Uscendo dalla città vide molti mostri correre intorno senza una meta, erano davvero usciti fuori di testa. Il biondino cominciò a pensare che non fosse niente di cui preoccuparsi, forse erano soltanto diventati matti.
Garnet era stata bloccata dal moguri che non voleva che se ne andasse. La fanciulla cercò di dirgli che doveva vedere cos’era successo ai suoi amici e al suo regno. Il piccolo essere insistette e riuscì a far rimanere con se la regina di Alexandria. Le cominciò a parlare di tutto quello che era successo e perché non voleva che lo lasciasse solo. Le disse che tutti i nemici si erano avvicinati a Brambal e quindi non si poteva più uscire senza dover combattere contro moltissimi nemici. Daga pensò che sarebbe stata una passeggiata farli fuori con le sue invocazioni e subito evocò al suo cospetto Shiva. Non venne nessuno, caddero dal cielo solo dei pezzi di ghiaccio ma niente di più. Le invocazioni erano state distrutte. Non aveva più nessun potere dentro di lei, era nuovamente vuota come quando sua madre adottiva le estrasse gli spiriti dell’invocazione. Guardò a terra e una lacrima cominciò a rigarle il viso. Subito l’essere volatile le asciugò la lacrima e le sorrise per tirarla su di morale. Le disse che Brambal si era innalzata perché le terre circostanti erano state distrutte da Ghizamaluk ed Adegheiz perché avevano fatto partire i loro attacchi da lì. Era praticamente impossibile quindi uscire da quella “città”. Non più a causa dei nemici ma dell’altezza. Sorpresa dalle parole di Mimosa la ragazza andò a controllare e rimase stupefatta dall’altezza. Se si fosse buttata giù, sarebbe stato il suo ultimo movimento prima della sua morte. Subito corse verso l’entrata di Brambal e guardando l’essere propose di entrare dentro. Avrebbero dovuto aspettare che qualcuno venisse a prenderli, non c’era modo che scappassero da sole. Si addentrarono in quel luogo e videro che non c’era anima viva, neanche un singolo mostro. Si ritrovarono nella Sala dei Pianeti e furono subito accolti da Moel che aveva sorriso appena le aveva incontrate. Aveva tanta paura di restare da solo, tutti i nemici che c’erano prima erano scomparsi e non poteva neanche più fare amicizia con loro. I due moguri si abbracciarono e cominciarono ad andare avanti fin quando non sentirono un rumore dalla stanza davanti. Gli esseri volatili si rifugiarono dietro Garnet che dovette avanzare fino ad arrivare sull’ascensore che si attivò in fretta. Una volta giunti a destinazione si ritrovarono contro di lui. L’unico e l’inimitabile.
Quina si destreggiava tra i fornelli come nessun’altro poteva fare. Era davvero abilissima nell’arte della cucina e anche del mangiare. I moguri la guardavano impressionati dal suo talento, non si ricordavano che fosse così brava a cucinare. Se la ricordavano per quanto mangiava non per il suo talento culinario. Ad un certo punto Morfello la fermò e le disse che le dovevano parlare. Avrebbero preferito farlo con qualcun altro ma non c’era altra anima viva. Le disse che gli attacchi di Ghizamaluk e di Adegheiz avevano provocato moltissimi danni da quelle parti. Avevano distrutto le montagne che dividevano Madain Sari da Conde Petit e dall’Albero di Lifa. Gran parte del muro dell’invocazione era crollato e aveva distrutto moltissime fonti sull’era dell’invocazione. Ad un certo punto le immagini di quasi tutte le invocazioni si sono illuminate e continuano ad emettere una luce propria. I nemici invece avevano scavato delle buche dove si erano rifugiati, avevano lavorato in coppia per salvare la loro vita. Era tutto molto strano perché era raro che dei mostri diversi lavorassero insieme. Il discorso di Morfello fu bloccato da delle scosse sul terreno. Sembrava che fosse un terremoto a scatti. Una scossa e dopo dei secondi un’altra scossa. Ad un certo punto la città sciamanica fu ricoperta dall’ombra di un solo corpo che stava per schiacciare la città. Tutti i moguri con Quina corsero verso di lui e cominciò un’altra battaglia.
Freija corse verso la Caverna di Quan da dove era provenuto l’urlo. Subito arrivò ed una volta entrata vide un uomo accovacciato vicino all’acqua. Dal liquido uscivano delle bolle diverse dalle solite bolle di quell’acqua. C’era qualcuno dentro e subito si fecero vedere. Non c’era un solo nemico ma ben due nemici. Vedendolo la draghiera sussultò, quei due nemici li aveva già sconfitti Garnet. Erano i nemici che si trovavano nel passaggio segreto tra Toleno ed Alexandria. Che ci facevano lì? Come ci erano arrivati? Subito la ragazza saltò giù e disse all’uomo di scappare. Il poveretto subito lo fece e cominciò a salire sopra con la fune. Freija guardò il Larvada e il Larvadyus. I due cercarono di colpirla lateralmente ma con un salto evitò i loro colpi. Saltò sulla testa del Larvadyus e cominciò a corrergli sul corpo e saltò via quando Larvada cercò di colpirla con una testa che finì per colpire il suo “compagno”. La draghiera approfittò della distrazione dei due per mettere a segno l’attacco Araldo. I due mostri subirono un grava danno e cominciarono a contorcersi. La ragazza pensò che la battaglia fosse finita ma era appena cominciata e si ritrovò di nuovo ad evitare i colpi dei nemici che si muovevano più rapidamente di prima. Freija saltò in alto e con tutta la forza che aveva lanciò la sua arma contro il Larvada trafiggendolo. Riprendendosi la lancia, la draghiera pensava di averlo finito e aveva ragione ma come ultima volontà il nemico l’attaccò con Ragnatela. La poveretta rimase incastrata e mentre cercava di liberarsi fu attaccata ripetuta temente dal Larvadyus, prendendo così il soppravvento. Ad un certo punto sferrò l’attacco Ultrasuoni che rimpicciolì la ragazza. Grazie alla sua nuova statura riuscì a liberarsi dalla ragnatela e cominciò a combattere contro il nemico. Non arrecava molti danni, anzi non ne arrecava affatto. Provò la tecnica Araldo che arrecò danni al nemico anche se molti di meno di quello ad inizio battaglia. Il nemico, stupidamente, riutilizzò la tecnica Ultrasuoni che riportò Freija alla sua altezza normale e con la sua Tecnica Tango di Petali mise fine all’esistenza del Larvadyus. Dopo aver distrutto anche lui, si sentì un terremoto e dalle profondità dell’acqua uscì un tentacolo che strinse la caviglia della draghiera e la portò con se nell’acqua.
Amarant guardava il nemico destreggiarsi nell’aria come se potesse farlo di nuovo dopo tanto tempo. Beh, erano passati cinque anni da quando non si muoveva più. Finalmente aveva ripreso a vivere e poteva vendicarsi dei torti subiti in passato. Era il Walzer n°3 che subito volò contro il ragazzo e cercò di colpirlo. L’uomo Salamandra subito evitò il colpo e lo guardò intensamente. Lo avrebbe osservato per un po’ per poi farlo fuori miseramente. Voleva lasciargli un po’ di spazio. Il nemico volava avanti e indietro e cercava di colpire il mercenario ogni volta che scendeva di quota. Ad un certo punto Amarant si stancò e quando il mago provò un attacco, fu colpito da un violentissimo Exterminio che lo scaraventò lontanissimo. Da dietro il mercenario arrivarono gli altri due Walzer che sferrarono un Fire e un Fira. Andarono a segno ma non arrecarono nessun danno al ragazzo che con un rapido scatto li colpì con un Exterminio contemporaneamente. Erano già tutti e tre a terra. Non c’era voluto molto tempo per farli fuori ma non era ancora finito lo scontro. L’uomo Salamandra si avvicinò al ruscello per bere un po’ d’acqua e i tre Walzer approfittarono di questa distrazione per effettuare un loro attacco combinato. Colpirono con i loro attacchi più forti la montagna sulla quale giaceva la città di Alexandria, facendo cadere un enorme masso verso Amarant. Nella città ci fu una forte scossa che infierì di più sulle condizioni già precarie della città. Il masso colpì interamente il ragazzo che si ritrovò schiacciato in balia di tre maledetti maghi neri. Si doveva solo alzare e poi li avrebbe fatti fuori in un secondo. Il problema era togliere quel masso che giaceva interamente su di lui. Lo stava comprimendo. Il terreno sotto di lui stava cominciando a schiacciarsi. Rendendo l’uomo salamandra gli ingredienti che si trovano dentro un Sandwich. I Walzer intanto continuarono a colpirlo di magie fin quando non decedettero di passare sull’attacco fisico colpendolo con le loro aste. Il mercenario in preda all’ira lanciò un Exterminio sul masso, generando un' esplosione che colpì tutti quanti compreso lui. Si ritrovò alla base della montagna che ospitava la Grotta di Ghiaccio. Si alzò molto lentamente e vide che i Walzer erano spariti. Zoppicò fino ad arrivare vicino al ruscello dove avrebbe bevuto un altro po’. Senza che se ne potesse accorgere, i maghi neri lo avevano circondato e due di loro lo colpirono con Blizzard mentre l’altro con Gelicidio. Amarant si ghiacciò diventando un pezzo di ghiaccio e con se anche l’acqua che stava bevendo. Mentre era ghiacciato fu poi portato nella Grotta di Ghiaccio dove i Walzer stavano preparando un rito.
Steiner era sul suo letto insieme alla sua amata Beatrix. Quest’ultima cominciò a dire al suo amato quello che era successo ad Alexandria.
“Un maremoto e un tornado hanno colpito la città in lungo e in largo ed è sorprendente come riesce a stare ancora in piedi. I cittadini sono spaventati e urlano come non mai. Molti cittadini sono morti a causa di quegli attacchi naturali e molti bambini sono diventati orfani. Come se non bastasse la città è stata completamente assediata da Piros e da Mal Bernardo, hanno una sete di sangue da far paura. Sono entrati in città e subito hanno cominciato ad attaccare tutti quelli che hanno trovato. La squadra Pluto, la mia squadra ed io abbiamo cercato di difendere la città con tutte le nostre forze. Poi mi hanno detto che tu eri qua e sono venuta subito. Le nostre squadre stanno ancora combattendo contro quei maledetti mostri ma ne sono troppi. Sembrano non finire mai, questa potrebbe essere la fine di Alexandria. Tutti questi attacchi l’hanno devastata e non sono ancora finiti. Non posso credere che dopo tutti questi anni di vita, Alexandria sia finita.”
Steiner la bloccò e le disse che non era finito un bel niente ma il suo rimprovero fu bloccato da una scossa sismica. Delle guardie subito informarono che una parte della roccia su cui era situata Alexandria si era caduta giù. Come se le brutte notizie non fossero abbastanza, un’altra guardia arrivò di corsa e disse che un libro stava attaccando tutte le persone nel castello. La Shogun rimase di stucco quando le dissero che era un semplice libro ad attaccare le persone. Steiner le disse che quel libro potesse essere Dantarian e doveva sistemarlo in fretta. La ragazza si lamentò delle parole dell’amato, dicendogli che voleva rimanere ad ogni costo. Il cavaliere la zittì e le disse che era il suo lavoro e che non poteva tirarsi indietro per nessun motivo al mondo a meno che non glielo ordinassero. Beatrix annuì con il capo e gli disse che sarebbe ritornata subito. Sguainò la Save The Queen e corse verso la Biblioteca.
 
 
 
Scusate per questo capitolo. Non è il meglio che potevo scrivere ma andavo di fretta. Domani sarò interrogato e devo ancora studiare. Posterò ogni mercoledì un nuovo capitolo e spero che la storia vi prenda. L’unica cosa che odio è che non posso scrivere i dialoghi di tutti i personaggi. Semplicemente perché distruggerei il loro carattere e poi non so scrivere i dialetti che usavano nel IX. Ho fatto parlare solo qualcuno una sola volta perché il concetto poi non si sarebbe capito bene. E’ il problema più grave e so già che non posso risolverlo. Grazie per le recensioni –mostrina- e –fflover89-. Sono contento che seguirete la mia Fan Fiction e spero che anche altri si uniscano alla lettura. Cercherò di non deludervi. Prometto.
  
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