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Autore: Khaleesi    16/02/2011    3 recensioni
E se Anna non morisse? E se Jeremy prendesse il suo sangue e diventasse un vampiro? Cliccate, e scoprirete la storia che vi è stata negata...
Genere: Dark, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anna, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Jeremy Gilbert | Coppie: Anna/Jeremy
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve! :D Sono una Jeranna convinta, e questo ha fatto sì che io inventassi la mia storia ideale su questi due piccioncini! :D Spero ancora in un miracolo! Per il momento riverso il mio amore sui personaggi di Caroline, Jeremy, Kathrine e Tyler! Spero che questa storia vi piaccia, se è così... Lasciate un commentino e ditemi i vostri pareri! Susù! (:

-Ash



Anna aprì gli occhi e si trovò a fissare il soffitto di uno scantinato, incapace di muoversi. La testa le esplodeva e aveva così tanta sente… Si guardò intorno, era il caos, uomini e donne erano distesi a terra, gemevano e imprecavano a più non posso.

Cercò di alzarsi al sedere, brutta mossa. Una ondata di fuoco avvolse tutto il suo corpo, facendola contorcere per il dolore, preferiva morire piuttosto che sentire quella tortura dentro di lei. Iniziò a strillare forte, ignorando le smorfie degli altri vampiri…

“Ragazzina ‘sta zitta!”, le urlò contro uno di loro.

Lei si voltò e vide gli occhi di Damon che si aprivano stupiti nel vederla, Annabelle iniziò a piangere, non voleva morire, non ora!

Aveva trovato un compagno, Jeremy, e lo amava più di chiunque altro al mondo, non lo voleva lasciare, non voleva che lui la dimenticasse. Desiderò ardentemente accarezzarlo e baciarlo e…

La sua fantasia divagò, facendo scendere altre lacrime. Damon la richiamò.

“Usciremo da qui, insieme!”, le promise, cercando di farle coraggio.

Un uomo scese proprio in quell’istante le scale dello scantinato, aveva un paletto di legno alla mano e si diresse velocemente verso di lei. Si inginocchio vicino al suo corpo e le spostò qualche ciocca dei capelli castani e ricci dal volto. “Anna”, sussurrò divertito.

“J-John!”, esclamò la ragazza cercando di sottrarsi al tocco di lui.

John Gilbert alzò il paletto di legno in modo teatrale, e prese le coordinate per il cuore di Anna.

Ti prego! Non farlo!”, singhiozzò la ragazza, implorandolo con gli occhi.

“Shh! Andrà tutto bene, finalmente andrai nel posto che ti spetta… All’inferno!”, disse lui spuntandola in faccia, con un ghigno soddisfatto.

Schifoso bastardo! Fallo e non avrai più amore nella tua vita, tutti ti odieranno! Perfino il tuo adorato nipote Jeremy non riuscirà più a rivolgerti la parola, anzi desidererà ucciderti… Nessuno proverà più qualcosa per te!”, gli urlò contro Anna, abbandonandosi al suo destino.

“Neanche Elena…”, aggiunse Damon da lontano, guardandolo dritto negli occhi.

“E cosa ne volete sapere voi? Luridi cadaveri?”, chiese sprezzante l’uomo.

“Anche due come noi sono riusciti a stringere un legame con le persone che ami, mentre tu non ci sei riuscito…”, disse Anna in un sussurro, voltandosi a guardare Damon.

“Chiediti perché zio John!”, disse ridendo Damon, e poi aggiunse “Uccidici e nessuno dei tuoi famigliari ti rivolgerà più una parola, non ti guarderà in faccia neanche per insultarti, John”.

Sul volto di Gilbert una smorfia di dolore apparve, gettò il paletto a terra e fulminò i ragazzi con un occhiata di puro odio. Prese un recipiente che era lì vicino e incomincio a spargere il liquido che vi era contenuto sui vampiri e sulle mura, “Addio”, disse a Damon ed Anna e buttando una fiammella di fuoco sulla benzina, scappò via per le scale. Anna trasalì alla vista delle fiamme, chiuse gli occhi paziente e aspettò con tranquillità e una punta di tristezza di morire.

Passarono diversi minuti e poi… “Prendi Anna, Stefan!”, urlò Damon.

“Non riesco, ci sono troppe fiamme! Dobbiamo andare…”, gridava di rimando l’altro ragazzo.

“Anna, alzati! Mettimi un braccio attorno al collo… Così!”, Damon le fu accanto in un secondo e se la stava mettendo sulle spalle, ritornò da Stefan e furono fuori all’istante.

“Grazie…”, tossì fuori Annabelle rivolta ai due vampiri, si appoggio alla parete e respiro profondamente, salva.

 
 

Intanto a Casa Gilbert...

Deve essere viva!”, sussurrava tra sé e sé Jeremy, cercando di convincersi. Si stese sul letto con in mano la fialetta che conteneva il sangue della ragazza che amava, pensando seriamente di divenire immortale solo per poter stare con lei. Si diresse verso il bagno che condivideva con la sorella Elena, aprì il cassetto dei medicinali e gettò sul marmo bianco del lavello alcune confezioni, assortite. Una volta scelto non si torna più indietro, pensò guardando la sua immagine riflessa allo specchio. Era pallido, gli occhi marrone cioccolato contornati da profonde occhiaie, i capelli castani erano appiccicati per il sudore alla fronte, si passo la mano sinistra tra le ciocche di capelli, per staccarle. Deglutì rumorosamente.

“Devo considerare i pro e i contro”, disse rivolto allo specchio.

“Pro - iniziò ad alta voce - diventerò immortale e starò con Anna per sempre”, annuì consapevole. “Contro: Anna non farà più parte della mia Vita”, disse amaramente.

Ma un altro ‘Contro’ gli si era bloccato in gola quello che recitava ‘Dovrai lasciare la tua famiglia, non li potrai rivedere più e probabilmente ucciderai delle persone per la tua inesperienza’ .

Ma avrebbe imparato a cacciare solo animali, come Stefan oppure a bere solo il sangue dei donatori come faceva da secoli Anna.

Anna…

Aveva già fatto la sua scelta, da quando aveva capito cos’era lei in realtà ed erano rimasti assieme, uniti. Lei lo aveva scelto, nonostante i Gilbert fossero stati degli stronzi con sua madre secoli fa. E lui semplicemente l’amava, non gli importava se significava andare in luoghi dimenticati dalla gente oppure dire addio alla sua famiglia, lui desiderava solamente Anna.

Prese in mano diverse scatole di medicinali, leggendo i nomi sulle etichette, poi trovò quella dei sonniferi che usava Elena di tanto in tanto, era ancora piena.

La prese in mano e la portò in camera sua, poggiandola vicino alla fialetta di sangue. Scese giù in cucina e cercò un bicchiere abbastanza capiente e una bottiglia d’acqua che poggio, una volta ritornato su, sopra la sua scrivania. Bevve il sangue di Anna e aspetto qualche secondo prima di immergere tutti i sonniferi nel bicchiere, poi se li versò in gola.

Si mise comodo sul letto, prese un lettore CD e delle cuffiette lì vicino e iniziò ad ascoltare musica, chiuse gli occhi. Inspirò profondamente e si preparò a morire.

 
 

Fuori dallo scantinato…

“Anna va tutto bene?”, le chiese preoccupata Elena poggiandole una mano sulla schiena.

Lei annuì vigorosamente, “Grazie ancora a tutti quanti”, aggiunse guardandoli negli occhi uno a uno. Elena le sorrise e poi disse “Jeremy era con te?”. Anna ebbe un piccolo fremito e si affrettò a rispondere “Si, ha visto mentre venivo portata via… Gli ho detto di correre a casa”.

Si passò una mano tra i capelli, ravvivandoseli.

“Vado a vedere se sta bene. Non  vi ring razzierò mai abbastanza!”, disse Anna abbracciandoli tutti. “A più tardi…” e si avviò verso la via dove aveva parcheggiato la macchina. Arrivò a casa Gilbert dopo 10 minuti, e con un balzo fu alla finestra del secondo piano, trovò accesa solo la lampada della scrivania, la finestra era chiusa dall’interno. Ruppe il vetro con una leggera pressione ed entrò con un balzo nella camera, vide Jeremy steso sul letto con le cuffie nelle orecchie. Si accovacciò vicino a lui e , spento il lettore CD, disse “Jeremy! Sono io, Anna…”.

Il ragazzo rimase addormentato, lei lo scrollò per una spalla, ma lui non aprì gli occhi.

Fu allora che Anna vide la fialetta che conteneva il suo sangue, vuota. Sulla scrivania giaceva ancora il contenitore dei sonniferi, ad Annabelle venne un groppo alla gola.

Lo ha fatto, pensò, ha bevuto il mio sangue e si è tolto la vita…

Prese il corpo di Jeremy tra le braccia e in un lampo lo portò in bagno, lo mise sotto la doccia e aprì l’acqua. Jeremy con un sussultò aprì gli occhi e corse fuori dalla doccia imprecando sottovoce. “Anna!”, gridò lui, l’abbraccio e incomincio a baciarla appassionatamente. Lei ricambiò il bacio una dozzina di volte, sempre con crescente passione. Ritornarono in camera di Jeremy, e Annabelle scostandosi un po’ da lui disse “Sei come me, ora. Non pensavo che… Ero convinta che avessi definitivamente rifiutato la mia scelta!”.

Lui sorridendo beato le rispose “Non è stato così, come potrei rifiutare qualcosa da te?”.

Ricominciarono a baciarsi e si stesero sul grande letto blu, accarezzandosi e stuzzicandosi a vicenda fino a quando Jeremy non disse “Ho… fame, una fame enorme!”.

Lei saltò giù dal letto e abbottonò tutti i bottoni che il ragazzo era riuscito a slacciare.

“Devi bere del sangue, alla svelta.”, lo stava già trascinando giù per le scale ma lui si oppose.

“No, devo essere sicuro che se me ne andrò da questa casa non ci ritornerò mai più. Mi farebbe troppo male, e poi Mystic Falls non è più un posto sicuro per quelli come te… come noi!”, si corresse subito. Anna sorrise, e chiese “Cosa vorresti fare?”.

“Vorrei scrivere un biglietto ad Elena, dove le spiego tutto ciò che è successo, e dove andremo. E poi…”, Jeremy ci pensò su.

“Credo che tua sorella vorrebbe parlarti di tanto in tanto, sapendo come stai. Le potresti scrivere il mio numero di telefono, lo uso solo per le emergenze e nessuno sa il mio numero”, concluse Anna prendendo un foglio di carta e una penna dalla scrivania. Le perso al ragazzo che iniziò subito a scarabocchiarci sopra.

 


Nella stanza di Jeremy, pochi minuti più tardi…

Il ragazzo ammirò il foglio, rigirandoselo tra le mani, con una grafia comprensibile ci aveva inciso sopra queste parole:

“Elena, so che non accetterai mai quello che ho fatto. Mi sono trasformato e quando Anna è venuta a casa mi ha trovato disteso sul mio letto, oramai morto. Stiamo andando via, Mystic Falls non è più sicura per i vampiri. Vorrei che chiedessi a Stefan o Damon di modificare i ricordi di Zia Jenna, falle raccontare in giro che sono partito per qualche vacanza-studio o una cosa del genere, scegli tu. Non abbiamo ancora deciso dove andremo, ma te lo faremo sapere presto. Anna mi ha raccontato che l’avete salvata, grazie di cuore perché così avete salvato anche me.

Scusami ma ti devo una confezione di sonniferi.

Ti voglio bene, te ne vorrò in eterno.

Jeremy.”

Seguiva il numero di Anna e una breve spiegazione su quello che doveva farci. Lo infilò sotto le coperte di Elena, sperando tuttavia, che passasse la notte con Stefan. Ritornò nella sua camera e trovò Anna che chiudeva una grossa borsa, “Ho preso lo stretto necessario”, disse la ragazza.

Lui annuì solennemente. La prese per mano e uscirono di casa, una volta entrati nella macchina di lei si fermarono vicino ad un vicolo dove dei senzatetto passavano la notte. Lui guardò Anna perplesso, poi capì all’istante. “Mi aiuterai, vero?”, chiese dolcemente.

“Ma certo amore!”, rispose lei accarezzandolo. Scesero dalla macchina e si diressero verso il barbone. Jeremy si faceva sempre più irrequieto, la gola bruciava sempre di più. Dei canini aguzzi lacerarono le sue gengive e lui gridò così forte che sveglio il barbone, il quale si mise sulla difensiva. “Tranquillo, va tutto bene. Nessuno ti farà del male.”, lo ammaliò Anna.

Jeremy si avvicinò a quell’uomo e senza esitare affondò i denti nella gola e iniziò a bere, ogni sorso era come linfa vitale che lo faceva diventare più forte e ironicamente più vivo.

Anna gli tenne la mano per tutto il tempo, poi ad un certo punto, gliela strinse dicendogli “Basta così, non vogliamo ucciderlo.”. Con riluttanza Jeremy si staccò pazientemente dall’uomo che si rimise a dormire senza troppi complimenti. Ritornarono in macchina.


 

Fuori dai confini statunitensi, parecchie ore dopo…

“Allora è ufficiale!”, disse Jeremy attirando a se la ragazza minuta.

“Cosa?”, chiese lei baciandolo dolcemente.

“Siamo io e te…”, rispose eccitato lui.
“Per sempre!”, confermò Annabelle.





   
 
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