Legendary
Shinigami
Year
2th August 1240
Silenzio,
tutta foresta di Sherwood era silenziosa per la
morte di un suo idolo che riuscì a dare comunque il suo
contributo alla storia,
rubando ai ricchi per donare ai poveri, rischiando la sua vita nel bene
e nella
cattiva sorte ma ora nemmeno Fra Tac poteva aiutarlo.
-Robin Hood, detto Sir
Robin di Loxley… - un uomo fece un passo in
avanti per mostrarsi alla luce
lunare che filtrava da un buco nella parete, -… Sono venuto qua per
giustiziarti, Sir Robin - continuò
aggiustandosi gli occhiali che gli coprivano
interamente gli occhi semi coperti a loro volta dalle ciocche
grigiastre della
lunga frangia.
-Giustiziarmi…
? Chi sei tu?- chiese l'altro disteso sul letto con i
segni
della morte in volto, poi accennò un sorriso continuando a
respirare
faticosamente, -Ho
sentito parlare di voi Shinigami, allora… pare che il mio
giorno è oramai giunto… -
girò ancora il capo per poggiarlo sul duro cuscino,
sorrise ancora come se avesse accettato quel giorno deciso.
-In tal caso… -
fece lo Shinigami impugnando la Death scythe che nel frattempo
era legata alla lunga giacca nera che gli arrivava fin sotto le
ginocchia,
appena all’inizio del polpaccio dove
arrivavano i capelli grigi
chiari.
“Un taglio in
una zona vitale del mio corpo ed è tutto finito”
pensava Robin
stringendo gli occhi. Ricordava il passato con i peccati che aveva
commesso e
le azioni buone che gli uscivano dal cuore aiutando la gente povera,
andicappata, ma non poteva scordare anche quelle persone alle quali
aveva
rubato anche l’anima, si chiedeva: qual era il posto in cui
si sarebbe diretto
una volta terminata questa vecchia vita, qual era il luogo in cui lo
shinigami
lo dirigeva; una risposta che solo l'altro uomo gli avrebbe dato.
Nella stanza regnava il silenzio poi giunse un rumore di una maglia che
si
squarciava seguito da un urlo di dolore poi… poi
più niente.
-Sir Robin di Loxley, -
ripeté lo shinigami sistemandosi per l’ennesima
volta
gli occhiali con il medio e l’indice della mano destra mentre
con quella
sinistra stringeva il tronco della propria falce sporca di sangue -il paradiso
ti aspettava- e con un sorrisetto ironico uscì
un fazzoletto dalla tasca del
pantalone per inumidirlo con un po’ di acqua piovana di un
secchio che
raccoglieva le gocce in un angolo dell’abitazione, e passarlo
sulla lama
dell’arma.
Una volta pulita decise di raggiungere la porta e uscire chiudendo
quest’ultima
alle sue spalle come se lui non fosse mai passato. Solo allora si
accorse che
le nuvole cominciavano a coprire la luna mentre in lontananza, dal
luogo da cui
proveniva, cominciava a piovere, -La
notte sarà senza luna, eh?- chiese come se
la domanda era rivolta al cielo, lui amava la luna proprio come amava i
funerali e ridere alle battute sadiche o sarcastiche che siano che non
facevano
ridere, anche se per lui avevano un effetto completamente contrario.
Accennò un
sorrisetto ironico seguito da un sonoro ghigno divertito, inserendo la
falce
nel fodero legato alla schiena della giacca per poi incamminarsi verso
il
Dispatch. Come al solito un’altra anima è stata
raccolta ed era ora di andarlo a
riferire a Joseph.
-Undertaker, vedo che hai
adempito al tuo lavoro con discretezza, come al
solito- soffermò l’uomo notando che
lo shinigami stava facendo il suo ingresso.
Lui chiuse la porta per poi avviarsi alla scrivania del collega
poggiando in
fine il Cinematic Record dell’ultima anima da lui stesso
raccolta, -Vedi che
posso anche superare la discretezza che tanto sopravvaluti, caro Joseph
T.
Spears- e detto ciò si sedette sul divano posizionato al
lato destro della
scrivania.
-Ciò che hai
detto non m’interessa per niente- disse con
ironia l’altro,
-Infatti, se tu riesci a
superare questo limite che da anni ormai giudico è
solo una tua conquista, non mia-, afferrò il
libro voluminoso e mettendolo
insieme agli altri due continuò il suo lavoro.
-Eh eh e tu che mi dici invece? Sei sempre rinchiuso in
quest’ufficio a
svolgere le tue cosiddette “faccende”,
perché invece di stare sempre seduto su
quella poltrona non esci un po?- chiese con sarcasmo poggiando il
braccio sullo
schienale del divano rilassandosi, -Ti sta anche scendendo la
pancetta…!-
fantasticò in fine ridacchiando.
-Molto divertente,
Undertaker, come se a me piacesse stare tutto il giorno qui-
rispose sistemando i fogli che precedentemente erano in disordine sulla
scrivania, trattenendo a fatica l’istinto di sbuffare, -Se stasera faccio
l’ennesimo ritardo mio figlio non mi guarderà
più in faccia- brontolò.
Undertaker sgranò gli occhi, anche se coperti dagli
occhiali, spalancando anche
la bocca dalla sorpresa per poi arricciare le labbra in un semi
sorrisetto da
presa in giro, -Da quanto
hai un figlio?- chiese per poi scoppiando a ridere.
-Da tre anni, ricordi? Te
lo feci anche vedere quando compì 1 anno-
puntualizzò
Joseph fulminando con lo sguardo Undertaker. Lui era molto geloso del
figlio e
gli voleva un bene come nessun altro al mondo, anche se non rientrava
nel suo
carattere lo coccolava quando tornava a casa ignorando completamente la
fatica
del lavoro, adorava tutto del figlio specialmente la sua celeste risata.
-E come si chiama?-
chiese poi il collega ritornando alla solita espressione
concentrata.
Si sistemò gli occhiali per poi alzare la testa con fierezza
e orgoglio,
-William T. Spears!-
esclamò orgoglioso come nessun padre lo era nei confronti
del proprio figlio.
-Eh eh ti sei montato la
testa ora che hai un figlio… Ma non è contro le
regole?- chiese Undertaker poggiando i piedi sul tavolino
per poi accavallarli,
-Insomma, per noi
Shinigami è proibito avere una relazione e un figlio-
L’altro arricciò le labbra stentando a non ridere,
-Solo per voi cacciatori
di
anime è proibito averli- si poggiò
allo schienale della poltrona per
stiracchiarsi mandando all’indietro le braccia per stirare i
muscoli e
ritornare normale sistemandosi i capelli come un damerino, -…. Eh già!-.
Undertaker divenne d’un tratto serio come se volesse far
pagare il compagno per
ciò che ha appena annunciato con estrema
facilità, -Prima
o poi mi farai
leggere questo bastardo regolamento!- esclamò
mettendo il broncio come un
bambino viziato.
-Certamente, non appena
termino qui- rispose con sarcasmo.
Bene! Primo capitolo terminato! Ci sto mettendo passione con questa quì, non so se si nota ma non importa. Ci risentiamo nel secondo! Kissu Kissu!