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Autore: Yin Mei    16/02/2011    7 recensioni
La storia di Undertaker ripresa dal punto in cui "giustizia" Robin Hodd e Maria Antonietta; spero vi piaccia!
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Undertaker
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Legendary Shinigami

Year 2th August 1240

Silenzio, tutta foresta di Sherwood era silenziosa per la morte di un suo idolo che riuscì a dare comunque il suo contributo alla storia, rubando ai ricchi per donare ai poveri, rischiando la sua vita nel bene e nella cattiva sorte ma ora nemmeno Fra Tac poteva aiutarlo.
-Robin Hood, detto Sir Robin di Loxley… - un uomo fece un passo in avanti per mostrarsi alla luce lunare che filtrava da un buco nella parete, -… Sono venuto qua per giustiziarti, Sir Robin - continuò aggiustandosi gli occhiali che gli coprivano interamente gli occhi semi coperti a loro volta dalle ciocche grigiastre della lunga frangia.
-Giustiziarmi… ? Chi sei tu?- chiese l'altro disteso sul letto con i segni della morte in volto, poi accennò un sorriso continuando a respirare faticosamente, -Ho sentito parlare di voi Shinigami, allora… pare che il mio giorno è oramai giunto… - girò ancora il capo per poggiarlo sul duro cuscino, sorrise ancora come se avesse accettato quel giorno deciso.
-In tal caso… - fece lo Shinigami impugnando la Death scythe che nel frattempo era legata alla lunga giacca nera che gli arrivava fin sotto le ginocchia, appena all’inizio del polpaccio ­­­­dove arrivavano i capelli grigi chiari.
Un taglio in una zona vitale del mio corpo ed è tutto finito” pensava Robin stringendo gli occhi. Ricordava il passato con i peccati che aveva commesso e le azioni buone che gli uscivano dal cuore aiutando la gente povera, andicappata, ma non poteva scordare anche quelle persone alle quali aveva rubato anche l’anima, si chiedeva: qual era il posto in cui si sarebbe diretto una volta terminata questa vecchia vita, qual era il luogo in cui lo shinigami lo dirigeva; una risposta che solo l'altro uomo gli avrebbe dato.
Nella stanza regnava il silenzio poi giunse un rumore di una maglia che si squarciava seguito da un urlo di dolore poi… poi più niente.
-Sir Robin di Loxley, - ripeté lo shinigami sistemandosi per l’ennesima volta gli occhiali con il medio e l’indice della mano destra mentre con quella sinistra stringeva il tronco della propria falce sporca di sangue -il paradiso ti aspettava- e con un sorrisetto ironico uscì un fazzoletto dalla tasca del pantalone per inumidirlo con un po’ di acqua piovana di un secchio che raccoglieva le gocce in un angolo dell’abitazione, e passarlo sulla lama dell’arma.
Una volta pulita decise di raggiungere la porta e uscire chiudendo quest’ultima alle sue spalle come se lui non fosse mai passato. Solo allora si accorse che le nuvole cominciavano a coprire la luna mentre in lontananza, dal luogo da cui proveniva, cominciava a piovere, -La notte sarà senza luna, eh?- chiese come se la domanda era rivolta al cielo, lui amava la luna proprio come amava i funerali e ridere alle battute sadiche o sarcastiche che siano che non facevano ridere, anche se per lui avevano un effetto completamente contrario. Accennò un sorrisetto ironico seguito da un sonoro ghigno divertito, inserendo la falce nel fodero legato alla schiena della giacca per poi incamminarsi verso il Dispatch. Come al solito un’altra anima è stata raccolta ed era ora di andarlo a riferire a Joseph.
-Undertaker, vedo che hai adempito al tuo lavoro con discretezza, come al solito- soffermò l’uomo notando che lo shinigami stava facendo il suo ingresso. Lui chiuse la porta per poi avviarsi alla scrivania del collega poggiando in fine il Cinematic Record dell’ultima anima da lui stesso raccolta, -Vedi che posso anche superare la discretezza che tanto sopravvaluti, caro Joseph T. Spears- e detto ciò si sedette sul divano posizionato al lato destro della scrivania.
-Ciò che hai detto non m’interessa per niente- disse con ironia l’altro, -Infatti, se tu riesci a superare questo limite che da anni ormai giudico è solo una tua conquista, non mia-, afferrò il libro voluminoso e mettendolo insieme agli altri due continuò il suo lavoro.
-Eh eh e tu che mi dici invece? Sei sempre rinchiuso in quest’ufficio a svolgere le tue cosiddette “faccende”, perché invece di stare sempre seduto su quella poltrona non esci un po?- chiese con sarcasmo poggiando il braccio sullo schienale del divano rilassandosi, -Ti sta anche scendendo la pancetta…!- fantasticò in fine ridacchiando.
-Molto divertente, Undertaker, come se a me piacesse stare tutto il giorno qui- rispose sistemando i fogli che precedentemente erano in disordine sulla scrivania, trattenendo a fatica l’istinto di sbuffare, -Se stasera faccio l’ennesimo ritardo mio figlio non mi guarderà più in faccia- brontolò.
Undertaker sgranò gli occhi, anche se coperti dagli occhiali, spalancando anche la bocca dalla sorpresa per poi arricciare le labbra in un semi sorrisetto da presa in giro, -Da quanto hai un figlio?- chiese per poi scoppiando a ridere.
-Da tre anni, ricordi? Te lo feci anche vedere quando compì 1 anno- puntualizzò Joseph fulminando con lo sguardo Undertaker. Lui era molto geloso del figlio e gli voleva un bene come nessun altro al mondo, anche se non rientrava nel suo carattere lo coccolava quando tornava a casa ignorando completamente la fatica del lavoro, adorava tutto del figlio specialmente la sua celeste risata.
-E come si chiama?- chiese poi il collega ritornando alla solita espressione concentrata.
Si sistemò gli occhiali per poi alzare la testa con fierezza e orgoglio, -William T. Spears!- esclamò orgoglioso come nessun padre lo era nei confronti del proprio figlio.
-Eh eh ti sei montato la testa ora che hai un figlio… Ma non è contro le regole?- chiese Undertaker poggiando i piedi sul tavolino per poi accavallarli, -Insomma, per noi Shinigami è proibito avere una relazione e un figlio-
L’altro arricciò le labbra stentando a non ridere, -Solo per voi cacciatori di anime è proibito averli- si poggiò allo schienale della poltrona per stiracchiarsi mandando all’indietro le braccia per stirare i muscoli e ritornare normale sistemandosi i capelli come un damerino, -…. Eh già!-.
Undertaker divenne d’un tratto serio come se volesse far pagare il compagno per ciò che ha appena annunciato con estrema facilità, -Prima o poi mi farai leggere questo bastardo regolamento!- esclamò mettendo il broncio come un bambino viziato.
-Certamente, non appena termino qui- rispose con sarcasmo.

Bene! Primo capitolo terminato! Ci sto mettendo passione con questa quì, non so se si nota ma non importa. Ci risentiamo nel secondo! Kissu Kissu!

   
 
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