16/02/2011
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Il richiamo della Dea
Qualcosa di pesante m’impedisce di muovermi, i miei polsi sono legati da forti catene di ferro le quali mi hanno procurato vari lividi violacei su tutte e due le braccia, i miei muscoli sono tesi e la cosa pesante che mi ostacola è un muro invisibile che solo esseri divini riescono a percepire.
Sospiro sconsolata, quanto vorrei in quest’istante essere fra le coperte del mio letto, purtroppo per aver disubbidito alla loro sacra Dea devo pagare, lei è divina va protteta cosi la pensavo anche io, beh prima che lui morisse fra le sue braccia, mi fa ridire, quella Dea divina ma se sa solo portare distruzione e morte, perchè morte? Perchè ha ucciso mio fratello e la qui presente la odia profondamente.
Odia tutto il suo mondo, odia la guerra, la morte e i suoi Cavalieri anche se una volta ero perfino io un cavaliere. Un cavaliere senza stella o galassia la cui armatura rappresentava il vuoto, ero un cavaliere bianco, ero la feccia della società, io ero e ancora oggi sono un cavaliere che ha ucciso innocenti per ordine di quella Dea che tutti chiamano Atena.
Il mio sguardo si volge verso una figura a me ben famigliare.
I suoi passi sono leggeri come farfalle, la sua bellezza e paragonabile a un Dio, la sua armatura d’oro brilla in quest’oscurità, dove mi hanno rinchiuso, i capelli scuri come gli occhi verdi mi hanno sempre attratto a voler'esplorare la sua doppia natura, aspetta ha i capelli scuri?!
Accidenti a loro! Sanno bene che non riesco a resistergli! Adesso so perché l'hanno inviato qui, cercano di farmi convincere di chiedere perdono alla Dea, ma se lo possono scordare.
- Sai bene che hai commesso un atto impuro!- mi sussurra dolcemente accarezzandomi la testa, a quel gesto non posso far meno di arrossire, sono abituata a nascondere le mie emozioni però davanti a lui non ci riesco mai.
- Non me ne pento.- affermo fredda, detesto quella ragazza più della mia stessa vita.
-Ti faranno del male.-
-Non importa.- rispondo abbassando gli occhi, ogni sua carezza mi fa venire dei brividi piacevoli.
-Saga non ho paura!- esclamo sorridendo amaramente.
-Sarai giudicata ed esiliata dalla Grecia se non ti penti!- la sua voce è preoccupata e lo sento ma non importa, io ho già fatto la mia scelta.
-Fammi solo una promessa.- lo guardo fisso negli occhi, che devo prometterli?
-Elis, quando Atena ti perdonerà, tu ritorna perché noi ti aspettiamo, io ti attendo.- dice sussurrandomele all’orecchio destro, le sue parole mi lasciano spiazzata.
Abbasso gli occhi e annuisco.
-Te lo prometto Gemini Saga.-
Non so perché feci questa promessa, ero sicura di mantenerla, avevo solo quattordici anni non potevo conoscere la vera vita e le vere promesse, avrei capito molto più tardi il significato di quella promessa e delle sue conseguenze.