E se fosse per
sempre, mi stupirei.
E se fosse per
sempre, ne gioirei.
Ore 3.21 del mattino. Due persone abbracciate in un letto.
« Sta piangendo».
« Lo so, lo sento». Attimo di silenzio.
«Gwen… c’è tuo figlio che sta piangendo… di nuovo». Altra obbiezione.
« Perché è mio figlio solo quando piange di notte ed è “l’amore di papino” tutte le altre volte? ».
« Beh perché lo abbiamo deciso quando è nato».
« No scusa e che cos’è che avremmo deciso?».
« Beh che tu avresti fatto il lavoro sporco e io mi sarei vantato di lui con gli altri, ovvio no?».
« Oh ma certo amore mio, ovvio... e adesso noi decidiamo che da adesso in poi sarà tuo figlio dalle 10 di sera fino alle 6 del mattino, quindi ops! Sono le 3.27 del mattino, è tuo figlio…Fila! Io il lavoro sporco l’ho fatto per nove mesi.».
«Ma Gwen!»
«Niente ma! Se vai subito, poi dopo ti prometto che sarò tutta per te!» fece ammiccante la donna.
L’uomo fece un sorriso malizioso, si sporse verso la moglie e la baciò velocemente «L’hai promesso, dolcezza».
Cosi Kevin si diresse verso la cameretta del bimbo, che nonostante fosse ancora sprovvisto della parola reclamava prepotentemente la presenza di un genitore. L’uomo lo prese in braccio sollevandolo dalla sua culla.
«Che ha l’amore di papino? Che ha? Ha fatto un brutto sogno? Ha fame?» disse con tono infantile e sfregando il suo naso contro quello del piccolino, che non accennava a smettere di urlare.
«Dai, andiamo dalla mamma che ci consola» disse stampandogli un bacio sulla testolina.
«Amore, Tj non la smette di piangere» disse entrando in camera da letto.
«Avrà una piccola colica, massaggiagli la schiena» sussurrò stancamente Gwen. Kevin si diresse verso il letto e si sdraiò con il piccolo sul suo petto, appoggiando la testa alla testiera del matrimoniale che ormai da due anni divideva con sua moglie, Gwen.
La donna si avvicinò a suo marito e mise la mano sulla piccola schiena di Tj massaggiandola. Il piccolo si era ormai calmato e si stava riaddormentando.
«Kevin, riportalo di là e torna a dormire, dai» bisbigliò Gwen.
«E se avesse un’altra colica? E se stesse ancora male? Possiamo tenerlo qua stanotte? Solo per stanotte! Ti prego!» implorò Kevin con aria da cucciolo bastonato.
La donna sorrise a quelle parole «Si tienilo qua. Coprilo che se no prende freddo», disse accoccolandosi sulla spalla del marito e addormentandosi.
Kevin a quel quadretto non seppe non sorridere. Era felice, felice come non lo era mai stato. Era sposato con la donna che amava di più al mondo e aveva anche un figlio da lei, e in quel momento dormivano rispettivamente una sulla sua spalla e l’altro sdraiato sul suo petto. L’indomani mattina avrebbe avuto dolori dappertutto, ma in quel momento, ne valeva proprio la pena.
L'insanità mentale avanza,
non c'è speranza.
Oddio, non ci credo, sono di nuovo qui a rompere le scatole
al mondo e a infestare questo sito con la mia presenza molesta. Cosa
dire di
questo ammasso informe di parole, non lo so nemmeno io! xD Ma mi
sembrava una
cosa tanto carina e dolce questo momento cosi personale tra i due *_*
Spero di
vederli vivamente cosi nella serie, quei due sono fatti per stare
insieme,
punto(oggi non sono in particolare forma mentale, dopo 6 ore di lezione
e 4 di
buco, anche io comincio a dare leggeri segni di squilibrio).
Siccome sono passati mesi e mesi
ringrazio davvero di cuore
chi ha letto gli ultimi scarti che ho postato e ancora di
più chi ha
commentato. Tutte le volte ancora mi stupisco che perdiate tempo a
leggere le
mie vaccate storiche.
Vi lascio con una notiziona bomba,
è in cantiere un mega
schifo, mi cimento in una AU, a breve dovrei postare il primo capitolo
del
parto malato della mia mente.
Besitos a todos el mundo, hasta la
proxima ff!!
Grazie mille davvero!
Vale