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Autore: kiss88    17/02/2011    6 recensioni
In centocinquant'anni nessuno gli ha mai fatto gli auguri di compleanno....
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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REGALO DI COMPLEANNO.

http://www.youtube.com/watch?v=4tVuk0fZufQ&feature=fvsr

 

Centocinquant’ anni.

Cinquantaquattromilasettecentocinquanta  giorni.

Era il tempo in cui lui viaggiava su questa terra, come un lupo solitario e tra meno di due ore gli anni sarebbero stati centocinquantuno.

Da quando era nato nessuno, tranne forse sua madre nei primi anni della sua vita gli aveva mai fatto gli auguri di compleanno, tanto meno un regalo.

Non si era mai preoccupato di questo, non gli importava di ricevere degli stupidi auguri che segnano un anno in più nella tua vita. Che senso ha fare gli auguri a qualcuno che è appena invecchiato di un anno e che vede la sua morte un anno più vicina?

Nessun senso.

Allora perché si sentiva così triste per il fatto che nessuno, neanche questa volta gli avrebbe detto quella dannatissima parola?

In effetti non riusciva a spiegarselo neanche lui e questa, era la cosa peggiore. Non riusciva neanche più a capire se stesso,  i suoi sentimenti, le sue emozioni.

Lui non ci riusciva, ma lei si.

Dava una sua definizione ad ogni suo comportamento, stava lì a psicanalizzarlo in ogni momento e riusciva a trovare sempre la strada giusta per arrivare ai suoi sensi di colpa, al suo cuore.

Forse se le avesse parlato di come si sentiva lei avrebbe visto qualcosa di più in lui, se si fosse aperto con lei come faceva suo fratello “sonounvampiropentitopienodiamoreesetimentiStefan, lei avrebbe iniziato ad avere dei dubbi e forse avrebbe iniziato ad amarlo.

Forse.

O forse no.

Stava camminando da ormai un tempo indefinito, era uscito di casa sua presto, non voleva vedere nessuno.

Era già difficile vivere con tutti quei sensi di colpa e quell’odio per Stefan ogni giorno, quella notte voleva stare solo.

O almeno era quello di cui cercava di convincersi da solo perché ora le sue dannatissime gambe lo avevano portato davanti a casa sua, di Elena.

Mancavano ormai pochi minuti a mezzanotte, un pugno di minuti e lui sarebbe stato un anno più vecchio, un anno più infelice, un anno più solo.

Con un solo balzo si ritrovò in camera di Elena, se non poteva essere felice, almeno si sarebbe regalato la sua visione mentre dormiva, in un certo senso credeva di meritarselo, dopotutto tra poco sarebbe stato il suo compleanno.

Era bella da far male, talmente bella e pura che, ogni volta che la guardava si sentiva un po’ in colpa, aveva paura di sporcarla. Tutte le volte in cui la vedeva sorridere e star bene lui a amava sempre un po’ di più, in un modo che non riteneva possibile, che non doveva essere possibile.

La mezzanotte era passata, ora aveva centocinquantuno anni, doveva cambiare, era giunto il momento. Lo doveva fare per lei, per Elena. Se fosse cambiato forse non si sarebbe più sentito in colpa, non avrebbe più avuto paura di sporcarla tutte le volte che pensava a lei e a quanto l’amava.

Stava per andare via, quando una piccola scatola sopra la sua scrivania attirò la sua curiosità, sapeva di non dover essere lì e sapeva anche che se Elena lo avesse scoperto le cose avrebbero potuto prendere una piega inaspettata ed allora si, che gli avrebbe fatto la festa.

Si trovò a sorridere pensando a questo, però la curiosità era troppo forte.

Decise così di avvicinarsi lentamente e di dare solo uno sguardo: la scatolina era incartata con una carta azzurra, quasi ghiacciata e sopra, c’era una piccola coccarda nera, poco comune per Elena.

Appoggiata alla scatola c’era una bustina, era piccola e al buio non riusciva a vedere bene quello che c’era scritto sopra. Usò tutta la sua forza per riuscire a leggere le parole sopra la busta e quando finalmente ci riuscì, rimase senza fiato.

                A Damon, per il suo compleanno.

Si ritrovò a sorridere, come non faceva da tempo o come forse non aveva mai fatto nella sua vita.

Uscì dalla camera di Elena diretto a casa, prima di andare via alzò la testa un ultima volta verso quella finestra e con un altro sorriso si ritrovò a pensare che forse, quel compleanno infondo non sarebbe stato tanto male.

  
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