Un anno.
Era passato esattamente un anno da quando eravamo tornati insieme.
Ed era il nostro anniversario.
Il sorriso non se n’era ancora andato dal mio volto.
Per tutto il giorno avevo girato per migliaia di negozi a cercare il regalo perfetto per lui.
Per il mio Duncan.
E finalmente lo vidi.
Dopo aver girato migliaia di vetrine, vidi il regalo perfetto.
Mi precipitai a prenderlo.
Duncan aveva preso una camera d’albergo per tutta la notte.
Sapevo cos’aveva in mente.
E l’idea non mi dispiaceva, per niente.
Passai tutto il pomeriggio a decidere cosa mettere.
Cosa si può mettere per un anniversario?
Cosa si può mettere se il tuo ragazzo ha intenzione di finire per… be’ avete capito, no?
Alla fine ho messo la prima cosa che mi è capitata.
Una maglietta rosa, dei pantaloncini verdi e una giacca azzurra.
Era estate, ma le nuvole facevano intendere pioggia.
Duncan aveva detto che era meglio se non ci vedevamo tutto il giorno.
Diceva che valeva la pena di aspettare per goderci di più la serata.
All’inizio rimasi perplessa, però accettai.
L’appuntamento era alle otto di sera.
E adesso erano le cinque.
Provai a studiare per distrarmi, ma niente.
Non mi sorprendo, anche se sono brava a scuola, non vuol dire che mi piaccia studiare.
Non guardare l’ora, il tempo passerà più in fretta, continuavo a ripetermi.
Eppure non smettevo di guardare l’orologio.
Erano le sei, e avevo passato un’ora a guardare l’orologio.
Andiamo Courtney, calmati e non ci pensare. Troppo difficile.
Alla fine arrivarono le otto di sera.
Corsi all’albergo, più felice che mai.
Arrivai davanti alla porta e presi la tessera della camera che avevo preso alla reception.
Aprii la porta piano, per cogliere Duncan di sorpresa, perché lui era già lì.
Quando lo vidi mi sentii uno schifo.
Duncan era con una ragazza, si stavano baciando, erano sul letto.
Dal sentirmi uno schifo passai alla collera.
Strinsi con tutta la forza che avevo il giacchetto che tenevo in una mano.
Le lacrime scendevano e sembrava che mi bruciassero il viso.
Uscii sbattendo la porta.
Non so che cosa fece Duncan, so solo che pioveva a dirotto.
Ero fradicia.
Mi fermai sul ponticello a fissare la luna.
Le lacrime scendevano senza sosta.
Sentii qualcuno che mi chiamava.
Duncan.
Arrivò vicino a me e mi pregò di dargli retta.
Gli tirai uno schiaffo, molto più forte di quanto non avessi mai fatto.
Lui non fece una piega.
Quel mostro mi aveva tradita… DI NUOVO!
Lui cercava di giustificarsi e io gli urlavo dietro.
In vita mia non avevo mai detto parolacce, ma in quel momento le recuperai tutte.
Gli diedi un altro schiaffo e me ne andai.
Sono passati tre giorni e il dolore non passa, ma aumenta.
Non piango neanche più, sono diventata apatica.
L’unica persona che riesco a vedere senza fargli una scenata è Bridgette.
La mia unica amica.
Mi è stata vicina e mi ha aiutata in questi tre giorni.
Però non ce la faccio più.
Prendo un coltello dal cassetto della cucina.
Non avrò mai il coraggio di farlo.
-Principessa!- Che diavolo ci fa a casa mia?
Già, ormai non mi preoccupo neanche di chiudere la porta.
La rabbia comincia a salire, come si permette di chiamarmi ancora così?
Per la rabbia faccio un urletto nervoso e mi do un colpo allo stomaco.
La rabbia mi ha offuscato la mente, facendomi dimenticare di avere il coltello in mano.
E il coltello lacera la mia carne, penetrando a fondo, provocando un dolore lancinante.
Cado a terra, la vista mi sta abbandonando.
Ma, in fondo, il dolore provocato dalla ferita non mi fa sentire quello provocato da Duncan.
E chiudo definitivamente gli occhi, spero per sempre.



Per questa storia mi sono ispirata a una Fan-Art, ovviamente non mia.
 
Ho già detto che sono una Fan dei finali tristi... be' fatemi sapere cosa ne pensate, baci, Maggie.