Vedo scendere dai tuoi occhi
La luce di un mondo
Ormai svanito;
Vittima del Destino
Svanisci
Senza lasciar più traccia…
Dimenticata dai molti
Ritorni
Dove la Primavera non giunge;
Per te
Le Parche hanno intessuto
Un Fato crudele,
Senza più traccia
Di quello che Era.
Ricordi quasi
Dolce fanciulla
Una mattina d’Estate,
Che si prepara a dire Addio;
Una donna,
Sola;
Il dramma
Di una Madre.
Proserpina... un mito fantastico. E basta. In realtà è cominciata come una poesia sulle lacrime, poi è proseguita da sola, quasi non ricordo di averla scritta. Mi è sembrata adata a Proserpina. O, meglio, a sua madre. Ovviamente, nel caso non l'aveste notato, i nomi romani non li sopporto. Quindi... grazie a chi la leggerà, e un grazie ancora più grande (e ce ne vuole!) a chi la recensisce. Anche se non ho speranze. Baci a tutti!^^ Eva.