N.A: Salve a tutti. Questa è una piccola
raccolta SpaMano che ho cominciato per pura noia mentre
sfogliavo il vocabolario. Ho deciso di prendere delle parole a caso su di esso e la prima è proprio Indipendenza. Sembra quasi
fatto apposta! XD Prima di lasciarvi alla lettura vorrei precisare che
l’introspettività delle shot che qui vi presento,
varia da parola a parola.
In
questo caso sono i pensieri di Romano/Lovino.
First
word:
~ Indipendenza ~
Una volta lessi su di un libro
una parola che per me aveva un significato piuttosto nullo.
Indipendenza.
Cos’era?
Me lo chiesi. Ovviamente ero troppo piccolo,
all’epoca, quando la lessi o non ricordo se me la
lesse a suo tempo Spagna.
Un tempo in cui l'unica cosa che mi importava, era solamente mangiare e nutrirmi per
diventare più grande ogni giorno.
Non avrei mai potuto minimamente immaginare che
un giorno quella stessa parola si sarebbe ripercossa su di me, con conseguenze
completamente disastrose, non certo per quando
riguardava me e la mia terra.
Quando chiesi a Spagna il significato di quella
parola mi disse che non ero ancora abbastanza grande
per poterlo comprendere appieno.
Ed aveva avuto perfettamente
ragione.
Ricordo ancora l'odore di cuoio della valigia che tenevo sotto il mio letto e che, dopo anni ed anni, avevo deciso di tirare
fuori per fare i bagagli ed andarmene. Voi mi chiederete: "Così all'improvviso?"
Ebbene sì, mi ero accorto che potevo vivere in modo autosufficiente , potevo trascorrere perfettamente il resto della mia vita da solo, senza dipendere da qualcuno che fosse Spagna, o chissà quale altra nazione. Potevo difendermi benissimo
da me, il mio esercito era più che forte
Ma ovviamente glielo chiesi con ESTREMA gentilezza prima di decidere e fare le valige.
"LASCIAMI L'INDIPENDENZA, STRONZO!"
"Dovrei?" Commentò lui storcendo appena le labbra mentre alzava il viso dalle carte che stava leggendo - ed era la prima
volta che glielo vedevo fare da quando ero lì da lui. Ovviamente avrei dovuto combattere anche con le sole parole, non
mi andava di ricorrere direttamente alla violenza, ma i Borboni erano diventati di peso per la mia terra.
"Sì! Siete una massa di fottutissimi scrocconi! State distruggendo tutto il raccolto e per non parlare delle tasse!" Battei
un piede per terra facendo traballare la scrivania, vedendo come il mio interlocutore stava sobbalzando. Per una volta fui
davvero lieto di vederlo tremare di paura, perchè sì, facevo decisamente sul serio.
"Andiamo Roma, non prenderla così a male!" Cominciò lui, prendendo a ridere mentre si affiancava a me, scostando l'enorme
poltrona di pelle.
"Non c'è davvero bisogno di andartene, in fondo sei sempre stato così bene qui a casa mia, a mangiare pomodori, sonnecchiare
sotto gli alberi dopo pranzo no? Tre pasti al giorno e un pisolino, non erano questi gli accordi?"
"Diciamo che il cibo ora non m'interessa granché, sto pensando solamente alla mia gente che sembra ridotta alla fame, per
colpa di voi maiali spagnoli!" Lo scostai violentemente prendendo la valigia che, sì avevo già preparato a differenza di quello che stavate sicuramente credendo, e me ne andai dalla porta sbattendola violentemente. In quella porta vi era una grossissima crepa creata da un moschetto inglese durante le guerre che lo avevano visto contro il Signor Inghilterra, e la forza che ci misi dentro, permise di far cadere un buon pezzo di legno davanti a lui.
Non so cosa gli fosse passato per la mente, non so nemmeno se abbia provato a rincorrermi, non mi sono voltato indietro
per vedere se lo stesse facendo. Non avevo alcuna intenzione di tornare indietro da lui, e non ce l'ho tutt’ora ovviamente.
Ma sono assolutamente sicuro che dentro di lui si fosse smosso qualcosa, facendogli capire che quella era seriamente la fine,
la fine di un ciclo che ci aveva visti insieme. Di un ciclo dove io ero stato il suo schiavetto o forse la cosa più import-
tante della sua vita. Non me ne può fregare un cazzo che cosa sia stato per lui tutto il tempo che avevamo passato insieme..
Per me era giunto il momento di crescere, a modo mio.