Cielo d’estate, mare d’autunno.
I died so many years ago, you can make me feel like it isn’t so.
Senza di lei sento il mio corpo vuoto, irrealmente pesante, inutile. La mia pelle è elettrica, trasuda rabbia. Un grido lampeggia nei miei occhi, vorrebbe esplodere nei miei polmoni, perché non lo sente nessuno?
And why you come to be with me, I think I finally know.
Vaghi per quelle stanze, osservando il nulla che lei ha lasciato dietro di sé. In questo momento potresti distruggere ogni cosa, fare a pezzi le terre, bruciare i mari. E invece non tocchi nulla, ti limiti a fissare le tracce che lei ha lasciato, cerchi di dimenticare il dolore che ti sta soffocando nutrendoti di ciò che di lei rimane.
Fino a poco fa, su quel cuscino poggiava la sua testa, e i suoi capelli morbidi erano sparsi proprio così, sembravano corona di spine, la più delicata che tu abbia mai sfiorato. Ecco, si sente ancora la sua fragranza così strana, così incomprensibile, perché è buona e sa di mamma e di lenzuola pulite e di cespugli di lavanda, ma è anche forte come la terra bagnata da un acquazzone estivo e triste come le camelie appassite sul tavolo in sala da pranzo.
Lei era sempre un po’ triste, te lo ricordi questo? E a volte quando facevate l’amore lei ti chiamava con un nome che non era il tuo, e poi le hai chiesto il perché, dico bene? Ti ricordi come ti ha fissato, in quel momento, come potresti dimenticarlo?
Ti ha spogliato della pelle, del sangue, delle carni. Eravate solo tu e lei. Fissava i tuoi occhi azzurri, cielo d’estate, mare d’autunno. Pensasti che era splendida, con quella smorfia sul volto, e ti venne da sorridere, ma non ti muovesti, non respirasti nemmeno, era così piacevole farsi spogliare da lei. Era tutto così spontaneo.
Rammenti cosa avvenne poco dopo? Trovasti quella foto, nella sua borsa, mentre lei faceva la doccia. Il ragazzo che la abbracciava era davvero diverso da te, tranne che per quegli occhi azzurri, cielo d’estate, mare d’autunno, appena un po’ più chiari, appena un po’ più grandi dei tuoi.
E lei sorrideva come tu non l’avevi mai vista, era meravigliosamente allegra, e più bella che mai. Diventasti triste, ricordi?
A te non avrebbe mai sorriso così.
Rimettesti via la foto con cura. E ora sei qui, solo, e ti chiedi il perché.
Forse lei ha capito che tu hai capito.
Forse non voleva darti spiegazioni, un semplice incontro di due persone sole.
O forse era solo il suo destino, il destino di un anima in cerca di un ricordo, di una carezza, di un paio di occhi irrimediabilmente perduti.
«Auguro a tutti una vita lunga e felice»
Susie Salmon, “Lovely Bones”
Commentate, commentate! È il mio secondo lavoro e ho ancora tanto da imparare…
Le frasi all’inizio del testo sono tratte dalla canzone “Let Me Rest in Peace”, della puntata 7 (“La vita è un musical”) della sesta stagione del telefilm Buffy l’Ammazzavampiri.
Abbracciosamente, NEne