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Autore: _LadyMarion_    19/02/2011    9 recensioni
"Damon?" lui le rispose con un grugnito e lei capì che quello era il segno che la stava ascoltando. "Noi siamo amici?". Il moro avrebbe voluto scoppiare a ridere e spiegarle che no, loro non avrebbero mai potuto essere amici, almeno non da parte sua, non da quando provava per lei qualcosa di ben diverso. E fu proprio quello che fece.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The end of the story

Sedeva scompostamente ai piedi del divano, una gamba piegata e l'altra stesa sul tappeto persiano, il braccio posato sul ginocchio a reggere il bicchiere finemente lavorato. Gli occhi di ghiaccio fissavano stancamente l'imponente camino, dal quale le fiamme indorate mandavano sinistri arabeschi ad infrangersi sul collo niveo del ragazzo e su una porzione di petto lasciata scoperta dalla camicia bianca parzialmente sbottonata.

Damon svuotò completamente il bicchiere di scotch, lasciando che il liquido ambrato gli scivolasse in gola e lo stordisse, così da non sentire la familiare e ormai onnipresente sensazione di vuoto e dolore che lo sfiancava, giorno dopo giorno.

L' amore fa schifo, si disse, e tu, Damon, sei stato davvero stupido ad abboccare di nuovo. Davvero non ti è bastata la prima esperienza? La verità, sola e unica, era che lui non aveva avuto intenzione di innamorarsi, affatto, ma non aveva potuto farne a meno. Perchè checchè ne dicesse suo fratello, lui non aveva visto Katherine in Elena, aveva semplicemente visto....bhe, tutto ciò che Katherine non era. Ma questo non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura, neache se Stefan gli avesse gettato nel cesso le sue personali risorse di sangue e costretto a bere sangue animale sventolandogli sotto il naso uno dei suoi amici leprotti con cui tanto si divertiva a fare allegre scampagnate per i boschi.

Sentì la porta di casa aprirsi scricchiolando e non si voltò neanche per vedere chi fosse, perchè aveva percepito anche da quella distanza il profumo di violette di Elena. Lei avanzò con quel passo così leggero, da ballerina quasi, fino al divano dove c'era Damon e si posizionò accanto a lui, portandosi le gambe snelle al petto. Passarono parecchi minuti prima che qualcuno dei due cominciasse a parlare, e alla fine fu il moro a rompere il silenzio.

"Stefan non c'è. Sta chiedendo a Bambi di diventare suo amico." berciò sarcastico.

"E' incredibile come tu possa fare dell'umorismo in momenti come questo."

"E' incredibile come io possa fare ancora dell'umorismo in momenti come questo." la corresse lui. " E poi....quali momenti come questo?" domandò leggermente confuso.

Elena scosse leggermente le spalle." Quelli in cui io e te sembriamo poter avere una conversazione civile senza che tu mi provochi con il tuo umorismo all' inglese e io ti lancio una battuta al vetriolo." spiegò senza scomporsi.

"Già". Passarono alcuni minuti in cui i due non si guardarono nemmeno. "Damon?" lui le rispose con un grugnito e lei capì che quello era il segno che la stava ascoltando. "Noi siamo amici?". Il moro avrebbe voluto scoppiare a ridere e spiegarle che no, loro non avrebbero mai potuto essere amici, almeno non da parte sua, non da quando provava per lei qualcosa di ben diverso. E fu proprio quello che fece. La stanza si riempì della sua risata roca e ogni filamento nel corpo di Elena vibrò.

"Elena, noi non siamo mai stati amici, non lo siamo ora, e probabilmente non lo saremo mai." sorrise amaro.

"Perchè?" domandò lei con un filo di voce, l'unica che le era rimasta.

"Perchè io non sono il buono, Elena. Non faccio buone azioni, non proteggo le persone che amo, anzi le ferisco. Non sono l'eroe, nè tantomeno il principe....io sono Damon, sono cattivo, possessivo, capriccioso, stronzo, arrivista e assassino e credimi, Elena, puoi aspirare a meglio." concluse asciutto.

"Tu non capisci...." sussurrò.

Damon rise di nuovo, senza gioia." Io non capisco, Elena? Tu non sai cosa vuol dire amare una persona che ti chiede di essere suo amico." sibilò. E così, infine, lo aveva detto. Si era strappato di dosso l'ultimo brandello di orgoglio che aveva e adesso stava letteralmente cadendo a pezzi.

"Tu sei ubriaco." aveva scossa la testa testardamente.

"Io sono innamorato." aveva ribattuto."E non ho intenzione di diventare tuo amico e stare a vedere mentre il mio stupido fratello è accanto a te, mentre io potrei guardarti mentre dormi per ore, mentre potrei amarti fino a scoppiare, mentre potrei baciarti fino a non respirare più. Non posso diventare tuo amico sapendo che i tuoi occhi diventano di un tono più scuro quando sei triste o arrabbiata, sapendo che quando sei nervosa o imbarazzata ti porti una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro, sapendo che il tuo colore preferito è l'azzurro perchè era il colore degli occhi di tua madre, sapendo che hai una piccola e quasi invisibile cicatrice sotto il labbro che nessuno ha mai notato perchè tu la nascondi con il trucco. Sapendo che con il sole i tuoi capelli assumono alcune tonalità del rosso, che ti piacciono i biscotti con la cannella e le gocce di cioccolato ma che li odi se tua zia ci aggiunge la vaniglia, che odi quando la gente ti mente o ti tratta come una bambina, che odi il vestito verde di Caroline. Ma soprattutto, sapendo che ti amo."

Adesso la stava guardando e lei aveva gli occhi sgranati e le labbra socchiuse in una muta espressione di sorpresa. Damon allungò la mano bianca e le accarezzò i capelli con le lunghe dita da pianista. " Sei bella, Elena, tanto bella che fa male guardarti. E non immagini minimamente cosa sarei capace di fare se ti succedesse qualcosa; quindi devo difenderti."

"Da chi?"

"Da me stesso."

Elena gli gattonò più vicino e gli cinse la vita con le braccia esili." Io non voglio un eroe, o un principe....io voglio il mio Damon. Voglio che continui a prendermi in giro con le tue sfiancanti battute, voglio chi mi dici che sono una patetica liceale innamorata, e voglio che mi ricordi quanto io sia solo una patetica umana. Ti prego Damon, io ho bisogno di te ."

Damon sorrise appena e ricambiò la stretta."Elena, piccola Elena, sei così indifesa...Tu non provi quello che provo io, non sai cosa significa amare, forse un giorno lo saprai, ma non è ancora il tuo momento."

"Ti prego Damon, non lasciarmi" disse in un sussurro che solo l'udito fine del vampiro poteva sentire. Damon scosse la testa."Non ho intenzione di farlo, ma non sarò tuo amico.Ti proteggerò, da lontano, come ho sempre fatto."

"Perchè?"

"Perchè la storia si ripete, Elena, sempre. Non ricordi? Sempre e solo Stefan."

E la bella Elena andò via, annaspando in cerca d'aria, consapevole che ancora una volta Damon Salvatore non aveva voluto ascoltare la fine della storia che, questa volta, avrebbe forse potuto avere un finale diverso.

  
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