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Autore: visbs88    20/02/2011    5 recensioni
Totosai riflette su Sesshomaru mentre è intento a fabbricare il fodero per Bakusaiga.
Scritta per l'iniziativa "Un prompt al giorno", prompt "Fodero".
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Toh, guardate un po’. Non ritorno dopo secoli.
Ok, vado un po’ di fretta! Due dediche veloci e poi vi lascio!
Grazie a eien91, Harte, My Pride e Alys93 per le recensioni a “Naraku no Tanjo”, all’ultima per ricordate e seguite e ad Harte sempre per le seguite!
Va bene, spero che anche questa vi piaccia!
Buona lettura!
 
Totosai rifletteva, mentre fabbricava con calma un fodero. Non un fodero qualsiasi, bensì quello che sarebbe diventato il fodero di Bakusaiga, la nuova spada di Sesshomaru.
Quel ragazzino impertinente, che pretendeva sempre di saperne di più degli altri e non ascoltava mai quello che si aveva da dirgli. Testardo come un mulo, superbo, arrogante e soprattutto così fastidiosamente capace di terrorizzarlo. Con quella sua aria truce gli metteva i brividi, sia di timore che di freddo. Non credeva di aver mai visto uno sguardo più gelido di quello del figlio maggiore di Inu no Taisho.
Scosse la testa, pensando che probabilmente il padre dei due fratelli attaccabrighe avrebbe potuto far loro capire quello che voleva diversamente. Per Inuyasha non c’era problema… ma Sesshomaru, malgrado cercasse di nasconderlo, doveva aver sofferto.
Doveva essere demotivante, pensare di non valere nulla per il proprio genitore. Sesshomaru era ambizioso e superbo, ma Totosai pensava che, se all’inizio ciò che lo spingeva a bramare Tessaiga fosse solo la voglia di dominio, col passare del tempo il ragazzo fosse cambiato. Che avesse iniziato a provare più compassione, quello era certo. Ma c’era dell’altro. Tessaiga era sempre stata la spada per eccellenza del padre, preferita a Sounga. Forse, Sesshomaru la vedeva come un modo per essergli più vicino, e che quel desiderio di un briciolo di affetto paterno fosse spuntato proprio dopo la morte di Inu no Taisho, in seguito alla quale il ragazzo era sì diventato ancora più chiuso in sé stesso, ma anche molto più tormentato.
Stupido. Scaricava tutta la frustrazione per non essere il preferito di papà sugli altri. Primo fra tutti su Inuyasha. Certo, Totosai condivideva la convinzione che quel mezzodemone fosse troppo irruente, manesco e maleducato, ma c’era un limite a tutto.  Negli ultimi tempi i due fratelli si erano avvicinati ed avevano smesso di litigare ad ogni loro singolo incontro, ma c’era sempre quel velo che non permetteva a Sesshomaru di avvicinarsi ad Inuyasha, quel velo invisibile eppure così materiale, quel velo fatto di gelosia e antico rancore. Il demone poteva dire quello che voleva, era palesemente geloso. Lo avrebbe mai ammesso? Figurarsi, quello era troppo orgoglioso e pieno di sé.
Tuttavia, negli ultimi tempi non lo biasimava poi così tanto. Tutta la verità sulle spade era venuta a galla forse in modo troppo rapido e doloroso per Sesshomaru, che sicuramente, frettoloso e impulsivo com’era, aveva pensato di essere stato uno strumento del padre perché Inuyasha raggiungesse degli obbiettivi. Ci si era pure messo in mezzo quell’idiota di Shishinchi, il vero creatore del Meido Zangetsuha, ad alimentare i dubbi del ragazzo. Dopo aver creduto di essere entrato in possesso di una tecnica leggendaria e inarrestabile, aveva scoperto che essa era stata sia copiata che destinata a qualcun altro. Magari se quel “qualcun altro” non fosse stato Inuyasha, forse Sesshomaru l’avrebbe presa meno male. Invece il destino sembrava essere particolarmente crudele con il ragazzino impertinente: figlio incompreso, con un caratteraccio tremendo e pure sminuito. A volte la vita giocava davvero dei brutti scherzi.
Sospirò, guardando il fodero ormai finito e attendendo che il padrone si avvicinasse per reclamarlo. Sperava che almeno adesso Sesshomaru la finisse di lamentarsi, per una buona volta. Gli doleva ammetterlo, ma era piuttosto fiero dei progressi di quel ragazzo ed era ben sicuro che anche Inu no Taisho lo fosse. Era stato perfino più rapido del previsto, a superare il trauma e a rinunciare per sempre alla brama di Tessaiga. Ciò gli aveva procurato una spada ben superiore, che con un colpo semplice eguagliava la forza distruttrice di un Bakuryuha scagliato alla massima potenza. Se solo Sesshomaru avesse evitato di fare la testa dura e avesse capito prima, si sarebbe trovato tra le mani quel portento di arma con molto anticipo. Brutta cosa, la testardaggine.
Lo vide avvicinarsi, il muscoloso braccio sinistro che finalmente sbucava dalla manica sinistra del kimono e Bakusaiga al fianco. Mentre si apprestava a consegnargli il fodero, avrebbe voluto dirgli tutto quello che pensava. Meglio di no. Quello era capace di tagliarlo in due, con i semplici artigli, per una battutina.
Non si sarebbe mai stancato di ripeterlo.
Quel ragazzino impertinente, che era perfino arrivato a superare suo padre e a potersi definire un vero Demone Maggiore, era potente sì, ma davvero troppo, troppo permaloso.

 
Hihihihihi…
Sessho-chan, non fraintendere, io ti voglio tanto bene ^^ mi sono divertita un casino, però, a descriverlo dal punto di vista di Totosai xD che lo ritiene davvero un “ragazzino impertinente”, non me lo sono inventata.
Ho ripreso alcune idee di “Non riesco a capire, padre”, ma spero di non esservi risultata ripetitiva, anche perché ora siamo un po’ più avanti.
Ok, ora vado a nanna!
Notte e baci!
Visbs88
   
 
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