Un'improvvisa
ondata di calore mi travolse mentre il respiro mi si mozzava in gola. Eravamo uno di fronte all’altro,
schiacciati tra il desiderio di stringerci fino ad assorbirci e quello di stare
a guardarci: sarei rimasta a fissarlo per ore.
Ad
un tratto Julien mi soffiò sulle labbra, un soffio leggero che mi fece fremere.
Arrossii per quello che stavo per dire:
“Ti voglio…”
Mi
stupii dei miei
stessi pensieri. Non ero mai stata così sfacciata.
“Io sono già tuo” mi sussurrò all’orecchio.
Mi sentii avvampare le gote
nonostante il freddo. Abbassai gli occhi per la vergogna. Julien mi sollevò il
mento:
“Guardami”
La sua richiesta risuonò come una
dolce melodia. Obbedii incatenando i miei occhi ai suoi. Le sue mani
scivolarono sui miei fianchi, strinsero maggiormente la mia vita facendomi
tremare di trepidazione e di piacere.
Sentii il suo respiro farsi più
profondo, lento, pieno. Ero come
ipnotizzata dai suoi occhi cerulei, stregata dal fascino che emanava la sua
figura. Null’altro esisteva intorno.
Mi strinsi a lui, chiudendo gli
occhi e appoggiando il viso sulla sua spalla: avrei voluto fondermi in uno con il suo corpo. Mandai al diavolo le regole
del pudore e lo baciai con una passione che avrebbe potuto incendiare una
foresta. Sentii la mia pelle bruciare da fantasie e desideri nascosti. Avrei
voluto privarmi dei vestiti per permettere al mio corpo di aderire
perfettamente al suo.
“Resta con me”
Non mi servì udire altro. Cercai nuovamente le sue labbra e lo ricoprii di
baci. Quegli occhi azzurri, così profondi che al solo guardarli mettevano
soggezione, brillavano, oscurati dal desiderio e dalla passione.
Nel cielo appena imbrunito era intanto comparsa la luna. Il freddo
cominciava a farsi pungente ma per fortuna non pioveva. Nonostante soffiassimo una nuvola di fumo ad ogni respiro la voglia di stare insieme era più
forte di qualsiasi gelo. I nostri sguardi parlavano per noi.
“So che devi essere a casa per cena, ma ci tenevo a farti vedere una cosa”
esclamò.
Lo fissai con aria interrogativa.
“C-cosa?"balbettai.
“Vieni con me” sentenziò prendendomi per mano.
La sua moto era parcheggiata a
qualche isolato di distanza. Appena montammo in sella Julien sgasò per poi schiacciare la frizione. Uno
scatto in alto della leva cambio e ingranò la prima, rilasciò
dolcemente la frizione e altrettanto dolcemente cominciammo a muoverci. Il
contachilometri si alzò e la lancetta
instabile andava da 10 a 20, per poi
aumentare ad ogni cambio di marcia. Mi strinsi forte a lui nascondendo il viso
contro la sua
schiena e chiusi gli occhi lasciando che il vento mi accarezzasse i capelli.
In pochi minuti raggiungemmo il
suo appartamento. Le luci erano spente, le persiane abbassate e un silenzio che
inquietava.
La porta della cucina si spalancò
di colpo e la casa venne invasa da una voce allegra e pimpante: “signora venga, sono arrivati ”
La madre di Julien si teneva al
braccio di una ragazza dai capelli castano chiaro, lunghi e ricci. Fissai la
sua figura snella e sinuosa, i nobili lineamenti del volto, i suoi occhi color
nocciola. Sentii la gelosia farsi spazio dentro di me. Da quando avevo
conosciuto le “gioie” dell’amore mi ero riscoperta diffidente e possessiva,
caratteristiche che ignoravo di avere.
Lanciai un’occhiata obliqua al
viso tranquillo di Julien.
“lei è Valentine” dichiarò.
“Finalmente ti conosco!” esclamò lei entusiasta “sei proprio come ti immaginavo ”
Mi guardò sorridente mentre io la
guardavo stranita: “ Emh...ciao,
Valentine, io sono Ginevra” farfugliai.
“La tua fama ti ha preceduta” continuò
la ragazza “ Julien non ha fatto altro
che decantare le tue lodi”
Arrossii
violentemente ma respirai di sollievo: gli occhi di Valentine erano veri e dal
suo sorriso capii che quella ragazza voleva essermi sinceramente amica.
Due
colpi di tosse destarono la mia attenzione. La madre di Julien mi fissava con
insistenza. Abbassai lo sguardo per evitare di incrociare il suo, quasi fossi
colpevole di chissà quale crimine.
Julien
intrecciò la sua mano alla mia e la strinse forte, infondendomi calore, amore.
“Non pensavo di trovarti ancora a casa”
Il
tono di Julien era sprezzante, freddo e distaccato. Nei suoi occhi riconobbi quell’espressione
glaciale che col tempo avevo imparato ad amare.
Rabbrividii
mio malgrado. Lui se ne accorse e mi baciò teneramente.
“Non potevo andare via” esclamò sua
madre.
“Non sono stato io a prendere questa decisione ” disse.
“Ti prego Julien, parliamone”
La voce della donna sembrava una preghiera. Lunghi capelli
corvini, raccolti dietro alla nuca, facevano da cornice al suo volto segnato,
piegato dal dolore come dopo una pesante fatica fisica.
Scuotendo la testa si strinse nello scialle di lana spessa,
sapeva bene che nulla avrebbe scalfito il suo amore per me, pertanto si appoggiò al braccio di Valentine,
avvinta.
Ad un tratto mi sentii invadere da un senso di angoscia,
non volevo essere la causa delle loro
incomprensioni, per quanto provassi antipatia per quella donna vederla così
abbattuta mi addolorava.
“Non puoi lasciare che vada” esclamai.
Julien sembrò non prestare ascolto alle mie parole sebbene
i suoi occhi tradissero una certa inquietudine.
“Amore, ascoltami ..” insistetti io “guardami Julien!”
Incatenai i miei occhi ai suoi cercando di trasmettergli solo
pensieri positivi, il ghiaccio si sciolse e il sorriso tornò ad illuminare il suo volto.
“Sappiamo entrambi che non è questo che non è questo che vuoi”
proferii “dovete trovare un punto d'incontro ”
Julien tornò improvvisamente serio e volgendosi verso
Valentine le raccomandò sua madre. Il mio cuore si strinse in una morsa e lo
stomaco vibrò: non potevo permettergli di commettere quest’errore nonostante
provassi piacere nel constatare che aveva scelto me, al di sopra di ogni cosa.
“Non proverò a farti cambiare idea”
esclamò la donna “sei
mio figlio e io ti amo incondizionatamente, come solo una madre
è capace di fare. Desidero solo vederti felice e se per te
essere felice significa stare con questa ragazza io non mi
opporrò. Non lo farò più.”
Notai in lui una certa irritazione, come se quelle parole
gli fossero scivolate addosso, lasciandolo assolutamente indifferente. Le
lanciò un’occhiata scettica che poi cancellò con un sorriso, come per esprimere
che non gli importasse davvero.
“Con noi starà bene” disse Valentine “sono sicura che dopo aver schiarito le idee vedrai tutto sotto una luce diversa”
“Non
sarò più un ostacolo per il vostro amore, ed è
proprio in nome di questo amore, tesoro mio adorato, che auguro di
essermi sbagliata”
Non capii il senso di quella frase ma se era il suo modo
per benedire la nostra unione non poteva che rendermi felice. Le cose pian
piano si stavano mettendo a posto.
Appena la porta si chiuse alle nostre spalle lo abbracciai
da dietro, baciandogli la spalla, respirando il suo profumo. I nostri corpi si
unirono come due poli opposti di una calamita. Ci baciammo disperatamente
come mai era successo prima di quel momento: le nostre lingue danzavano
all’unisono, le nostre mani si sfioravano a vicenda.
“Vieni con me” disse ansimando.
Julien
mi prese per mano e mi condusse nella sua stanza illuminata dalla vivida luce
di alcune candele. Petali di rosa erano sparsi sul letto mentre sullo scrittoio
spadroneggiava una bottiglia di spumante accompagnata da succulenti grappoli di
uva. Ne staccò un bell’acino e lo portò alla mia bocca. Le mie labbra
succhiarono quel nettare delizioso ed imprigionarono le sue dita in una dolce
morsa. Lo sentii fremere leggermente, sapevo perfettamente che effetti aveva il
mio tocco su di lui.
Questa
volta fui io a staccare lentamente un acino dal grappolo d’uva, glielo porsi
affinché anche lui ne sentisse il sapore zuccherino, la consistenza liscia
della buccia, la polpa succosa.
Sentii
il desiderio crescere dentro di me. Bramai le sue carezze e pretesi le sue
labbra. Il bacio che ne seguì fu l’inondazione che travolse tutti gli argini
del nostro controllo. Cademmo sul letto schiacciando i petali di rosa, accentuando
con il calore dei nostri corpi il loro dolce profumo.
Senza
attendere oltre gli sfilai la maglietta sfiorandogli i pettorali perfetti: finalmente
potevo nuovamente esplorare quel corpo divino.
Le
sue mani tenevano fermi i miei polsi mentre catturò in un bacio le mie labbra. Ero
completamente persa nei suoi occhi, quell’azzurro screziato di grigio ebbero
l’effetto di paralizzarmi in un’ instante. I nostri respiri irregolari ansimavano
travolti dal desiderio ed io necessitavo dei suoi baci, delle sue carezze, del
suo corpo, come dell’aria che respiravo.
Quando
il bisogno di lui si fece impellente mi liberai dei vestiti pretendendo di
essere sua: i nostri corpi presero a danzare, fluttuando senza sosta come le
fiamme.
Ricademmo
ansimanti sul letto, ancora abbracciati. Eravamo appagati ed esausti del nostro
amore. Appoggiai la testa sul suo petto e da lì potei sentire ogni singolo
battito del suo cuore. Chiusi gli occhi:
non ero più la ragazza timida di una volta, il sentimento che sentivo crescere
in me aveva contribuito a farmi maturare. Mi inebriai del suo profumo, unico ed
inconfondibile, dimenticandomi del tempo.
Le
sue braccia mi avvolsero, cullandomi sul suo petto.
“A cosa stai pensando” chiesi fiebole.
Julien
sospirò pesantemente chiudendo per un
attimo gli occhi, come se stesse raccogliendo le forze necessarie per
rispondere.
“Sei preoccupato per tua madre?”
“No.. so che a casa di Valentine
starà bene” disse “stavo pensando ad altro..”
Il
tono della sua voce sembrava serio, a cosa alludeva? Non volevo angustiarmi con
le mie solite paranoie e rovinare questo momento magico ma ormai avevo imparato
a conoscere le mille sfaccettature del
suo carattere e ad interpretare ogni suo gesto.
“Tu mi ami, vero?”
Sorrisi
sornione, fingendo di prendere tempo per rispondere ma lui mii fissò negli
occhi, dove
l’espressione dell'animo traspare più che in ogni altra parte, quasi a
pretendere chissà quale verità.
“Ma che domanda è?” esclamai incredula “possibile che tu abbia ancora dei dubbi??”
“Non ho dei dubbi.. ho solo bisogno che tu
me lo dica, guardandomi diritto nei occhi”
Sebbene
non avessi capito il senso della sua domanda, esaudii la sua richiesta. Non
avrei potuto fare altrimenti, i suoi occhi inquieti erano concentrati sui miei,
interrogavano, supplicavano, sfidavano, imploravano.
“Più della mia stessa vita”
“Giurami che tra noi non ci saranno mai
segreti e che sarai sempre sincera con me” incalzò lui.
Mi
scostai quel tanto da mormorare: non ti
fidi ancora di me?
“Certo che mi fido di te” disse “ non ci pensare, mi sono lasciato
coinvolgere dagli avvenimenti di oggi”
Lo
abbracciai forte, la discussione con sua madre lo aveva scosso più di quanto
volesse farmi credere. Con quella stretta avrei voluto cacciare via tutti i
brutti pensieri. Ripensai alle sue parole e colsi diversi significati, come un
improvviso colpo di fulmine capii che era una confessione ciò che mi stava
chiedendo.
Ma
perché continuavo a tacergli la presenza di Antonio? Non riuscivo a dare una
spiegazione a questo mio comportamento.
Di cosa avevo paura? Mi morsi il labbro inferiore costretta, mio
malgrado, ad ammettere la mia codardia.
Scossi la testa nel tentativo di scacciare quei pensieri e profondai tra le sue braccia, come se il resto improvvisamente non esistesse più.
rossa_na: scusa
il ritardoooo sono imperdonabile, ho avuto poco tempo per scrivere e non mi
andava di buttare via un capitolo, soprattuto ora che si sta avvicinando l'ora
clou! Spero che continuerai a leggere la mia storia. Prometto che per il
prossimo chappy non ti farò attendere tutto questo tempo. Aspetto con ansia il
tuo commento.
jessikina_swan : che dire... mi
inchino e chiedo umilmente scusa, ho postato tardissimoooo! Spero di non averti
persa come lettrice. Un bacio
vanessaacullen_: ciaoooo
eccomi finalmente di ritorno, spero che la mia storia ti sia mancata, almeno un
po'. Un commentino?? Mi farebbe immensiamente piacere constatare che non mi hai
abbandonata. A prestoooo
Miki 91 : ecco postato il nuovo
chappy, che ne pensi? Spero che l'attesa non vi abbia deluso o scoraggiato nella
lettura.. mi spiace un casino non esser riuscita a scrivere prima. Aspetto una
tua recenzione. Baci.
ilovedward_90 : scusa scusa scusa,
non ho altre parole. Spero continuerai a commentare la mia storia. Un abbraccio
fortissimo :)