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Autore: AvevoSolo14Anni    21/02/2011    8 recensioni
È così che ci si sente, dunque, continuò a pensare tra sé Kurt. Ma... Lui non sentiva nulla.
[Kurt/Blaine e Kurt/Dave]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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{ Thinking Of You
 

'Cause when I'm with him I am
Thinking of you... Thinking of you...
What you would do if
You were the one who was spending the night?
Oh, I wish that I
Was looking in to your
Eyes...
[ Thinking Of You; Katy Perry ]


 


Allora è così che ci si sente ad essere baciati, pensò Kurt.
Il momento che aveva tanto a lungo atteso era finalmente giunto: Blaine, leggermente imbarazzato ma dolce e carino come sempre, pochi istanti prima gli aveva confessato di aver sviluppato col tempo certi sentimenti nei suoi confronti, per poi baciarlo teneramente.
È  così che ci si sente, dunque, continuò a pensare tra sé Kurt. Ma... Lui non sentiva nulla.
Come poteva essere possibile? Le labbra di Blaine - non di un ragazzo qualunque, diamine, era Blaine! - erano sulle sue, ne sentiva il gusto buonissimo. E nonostante la poca esperienza, poteva dire con una certa sicurezza che Blaine baciasse bene. Allora perchè continuava a non sentire niente di niente?
Nessuna farfalla svolazzava fastidiosa nel suo stomaco, nessun vago tremolio alle ginocchia, e si sentiva ben poco emozionato.
Non poteva essere! Erano ormai quanti... Quattro mesi? Di più? Da quando aveva conosciuto Blaine, e fin dal primo giorno non aveva voluto altro che un momento come quello che stava vivendo proprio ora.
Così, sforzandosi di tornare in sé, cercò di ricambiare al meglio il bacio appassionato del ragazzo, serrando gli occhi e lasciandosi dominare dagli istinti. Mosse le sue labbra con decisione, ricreando nella sua mente l'immagine di quel momento - poiché aveva gli occhi chiusi - e finalmente iniziò a sentire qualcosa...
Poi si rese conto di cosa, o meglio chi stava immaginando, e sgranando gli occhi si fermò del tutto, allontanandosi da Blaine.
"Tutto bene, Kurt?" domandò quello, stranito dalla sua reazione.
"Io... Io... No" realizzò Kurt. "Mi dispiace Blaine. Tu sei stupendo, davvero fantastico, e ho voluto baciarti fin dalla prima volta che ti ho incontrato. Ti ho aspettato così tanto... Che solo adesso mi rendo conto di essermi spazientito. Mi dispiace, ho aspettato troppo... Abbiamo avuto tante occasioni, adesso è troppo tardi."
Così dicendo, ferito dalle sue stesse parole, Kurt corse fuori dalla sua stanza della Dalton. Lui voleva davvero stare con Blaine, era il ragazzo perfetto per lui. Perchè ora che finalmente anche Blaine stesso sembrava essere d'accordo su questo, non poteva amarlo come prima?
Continuò a correre fino a raggiungere la sua macchina, in preda ad un'irrazionale disperazione. Era più confuso in quel momento di quanto non lo fosse stato la prima volta che si rese conto di essersi preso una cotta per un ragazzo.
Era così preso dal cercare di capire cosa provasse, che si rese conto di dove era diretto solo quando rallentò, entrando nel parcheggio del McKinley.
Che diavolo di faceva in quel luogo?
La risposta venne da sé, così assurda e malsana che Kurt cercò con tutte le sue forze di aggrapparsi al volante per non scendere da quel veicolo sicuro e accogliente.
Eppure sapeva di doverlo fare... Non aveva scelta.
Scese d'in macchina, e con passo esitante si diresse verso il campo da football sul retro della scuola. Quando giunse alle gradinate, si fermò per scrutare il grande campo fangoso.
La fortuna - o forse la sfortuna, non si riusciva a decidere su questo - sembrava essere dalla sua parte: Dave Karofsky era lì, tutto solo, a fare flessioni proprio in mezzo al campo.
Kurt si avvicinò - non se lo riusciva proprio ad impedire, era come se fosse posseduto da chissà quale povero pazzo - silenziosamente, e giunto vicino al grosso giocatore si schiarì la voce.
Karofsky si voltò di scatto, sorpreso di scoprire di non essere solo: era tardi, i suoi compagni se ne erano andati da un pezzo. La sorpresa aumentò notevolmente quando vide chi aveva interrotto i propri allenamenti.
"Che ci fai qui?" chiese di getto, con tono duro e privo di emozioni. Dentro, però, di emozioni ne aveva fin troppe: il suo piccolo elfo era di nuovo lì, davanti a lui, tanto bello da sembrare un miraggio.
"Non lo so" rispose sinceramente Kurt. "Ma penso di voler parlare son te."
"Non ho tempo né voglia di parlarti, Hummel" mentì subito Dave, voltandosi e incamminandosi verso gli spogliatoi.
"Blaine mi ha baciato" quasi urlò l'altro, seguendolo a pochi passi di distanza.
Dave si fermò, inchiodato sul posto da quelle parole. Dunque per quello era lì, per vendetta: voleva ferirlo come lui aveva ferito Kurt. Ma quelle parole, per Dave, furono ben più dolorose che qualsiasi granita in faccia, spinta sull'armadietto o altro tipo di aggressione avesse mai fatto.
"Buon per te, fatina" sputò fuori, sentendosi come se gli mancasse l'aria. Sentiva degli spasmi di rabbia – o forse sarebbe meglio dire gelosia – provenire da tutto il corpo. "Mi dispiace, ma non sono di certo la persona adatta a cui puoi parlare di quanto sia stato meraviglioso slinguazzare con il tuo damerino."
Così dicendo, riprese a camminare a grandi passi verso la scuola. Kurt era alle sue spalle, affrettandosi - era difficile per lui mantenere il passo di Dave – e quest’ultimo si chiese disperatamente perchè lo stesse seguendo. Non era ancora soddisfatto? Quanti colpi avrebbe voluto infliggergli prima di lasciarlo libero di nascondersi per leccarsi le ferite?
"Non è questo il punto!" urlò alle sue spalle Kurt, per poi aggrapparsi alla lurida maglia da football che Dave stava indossando per tentare di fermarlo.
Karofsky lo accontentò: sapeva quanto fosse ostinato Hummel, perciò non se ne sarebbe comunque andato prima di essere certo di avergli inferto tutti i colpi mortali di cui disponeva. Irrigidendosi si preparò all'impatto, consolandosi un minimo col pensiero che almeno aveva potuto rivederlo.
"Il punto" iniziò Kurt, arrestandosi poi imbarazzato. Prese un grande sospiro d'incoraggiamento, poi gettò fuori le parole tutte d'un fiato: "Il punto è che mentre mi baciava io stavo pensando a te."
Dave si sentì morire e rinascere, per poi morire ancora per altre cinque o sei volte. Sentirgli dire quella frase fu più bello e eccitante di quanto non lo fossero tutte le sue più sfrenate fantasie notturne - sempre su di lui, ovviamente - e un brivido lo scosse violentemente. Aveva... Aveva sentito bene? Kurt Hummel aveva appena confessato di aver pensato a lui - proprio a lui, il bullo gay e omofobo che per mesi lo aveva tormentato e baciato inspiegabilmente - mentre quel tappo vanitoso - proprio lui, quello carino e adorabile e affascinate che lo aveva da subito aiutato - lo baciava? Questo non aveva il benché minimo senso, constatò.
Ma che importa che abbia senso?, avevano pensato entrambi.
Dave si voltò completamente verso Kurt, avvicinandosi lentamente - non voleva correre il rischio di spaventarlo con gesti duri e frettolosi - e poi, con tutta la dolcezza di cui era capace, accarezzò lievemente la sua guancia sinistra con una mano, per poi posare le sue labbra su quelle del giovane cantante.
E fu così che per Kurt tutto divenne chiaro: era così che ci si sentiva quando si veniva baciati. Questo era giusto, tutto era come aveva immaginato dovesse essere: stomaco attorcigliato, cuore in aritmia, gambe a rischio di cedimento e non un solo pensiero coerente per la testa. Si sentì ribollire dalla testa ai piedi, così si fiondò addosso a Dave, e con tutta la forza che aveva si strinse al suo collo, con tutte le intenzioni di non lasciarlo andare mai più.
Mentre per Dave, oh, per lui fu come essere catapultato in paradiso, insieme al più bell'angelo che si potesse immaginare, con la più bella voce che si potesse udire.
Poi, dopo chissà quanto tempo, i due ragazzi si allontanarono, entrambi senza fiato, guardandosi intensamente negli occhi: entrambi lessero nell'altro tutte le promesse e i sentimenti profondi che provavano, e non ci fu bisogno di aggiungere altro.
Dave gli baciò la fronte, in un gesto tenero che stupì persino se stesso, poi se lo strinse al petto per qualche istante: aveva bisogno di sentirlo lì, di sentirlo suo, per convincere se stesso che quello non fosse l'ennesimo bel sogno.
Poi gli strinse una mano, tornando a guardarlo negli occhi blu che lo facevano impazzire. "Hai da fare stasera?" chiese velocemente, prima di poterselo impedire.
"No" rispose subito Kurt, sorridendo felice.
"Adesso sì" ribatté Dave, stringendolo al suo fianco e iniziando a pensare a dove potesse portarlo.



Spazio dell'autrice:
Salve a tutti! Che dire... Avevo voglia di scrivere, e questo è quello che è uscito. U.U
Sarà che ultimamente mi è tornata la passione per Katy Perry (colpa di chissà quale bel ragazzo che ha cantato divinamente Teenage Dream) e riascoltando appunto Thinking Of You mi sono immaginata questa piccola storia. :)
Il finale non mi soddisfa più di tanto... Ma è uscito così e non saprei come modificarlo. Amen. Spero vi sia piaciuta almeno un po'! XD
Dedico questo breve racconto a tutte le persone a cui come me piace questa coppia stupenda! Anche se sinceramente amo allo stesso modo i Klaine. <3 (Sì, ho le idee molto chiare come sempre. :D)
Scommetto che dedicare trenta secondi della vostra vita a commentare con due parole non vi costa niente... Ma di certo non posso costringervi. XD
Baci e alla prossima!

 

Juls. <3

 


 

  
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