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Autore: Haruakira    22/02/2011    4 recensioni
Camus legge una poesia scrittagli da una persona speciale che gli farà una proprosta altrettanto speciale.
Una storia brevissima e senza pretese per Milo e Camus, uno dei molteplici e possibili punti di vista sul loro rapporto.
Genere: Introspettivo, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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poesia
Dominus


Fende e colpisce con la spada regale
l' anima mia
assediata, vinta e infine domata
come terra tumultuosa e di conquista
piegata
infine agli umori e ai capricci di un re.
Dominus,
accetta la resa di un uomo che
servo d' amore
a te dona pensieri e servigi.
Ora dolce compagno,
ora indomito amante,
ora fedele innamorato
sarei.
Spirito caldo o spirito greco
appellato
che vivace scintilla scoppietta negli occhi
turchesi,
pozze marine,
trasparenti di arguto ingegno
e di odissiaca furbizia.
Fuoco vivo è la persona sua
che ora divampa, incendia, imperversa.
Fiamma mai immota
agitata dal vento egli è.
Il guerriero, quello dell' ottavo,
non irrigidito dal gelido soffio
d' amore e di vita e divino
che il corpo e l' anima
piuttosto rinvigorisce
amando l' algido signore dell' aere freddo
mortalmente letale
alle calde membra dei dei più,
addormentandosi nello splendore della
gelida Aurora elegante
di belle e composte fattezze.

                                                     Milo
 

Il cavaliere di Aquarius ripiegò lentamente il foglio mentre le sue labbra si distendevano in un quieto sorriso domandandosi da quando il cavaliere dell' ottavo tempio avesse deciso di mettersi a scrivere poesie.
Il ragazzo seduto su di una comoda poltrona, tolse gli occhiali da lettura e li posò su di un basso tavolo. Attendeva un ospite.La stanza, immersa nella penombra era illuminata dal fuoco che scoppiettava nel camino, l' aria si riempiva delle note di Mozart. Musica composta per gli dei.
Un requiem invase l' atmosfera quando la porta si aprì impercettibilmente. Il suo ospite.
Il giovane uomo, compagno di armi lo salutò con un sorriso e si apprestò silenzioso a lui come un predatore con l' ignara preda. Inginocchiandosi prese le mani candide del cavaliere tra le sue chiedendo:- Hai letto la mia lettera?
-La tua poesia-  precisò Camus- sì-
-Sono solo uno scribacchino, non volermene se non ne è risultato un capolavoro- si scusò ridendo.
Il riso gioviale lasciò il passo ad un volto più serio e composto e lo sguardo  del cavaliere assorto in arcani pensieri indugiò sulle belle mani dell' Aquario.
Frugando nelle tasche per qualche istante, ne tirò infine fuori un pacchettino di velluto. Abile e veloce lo aprì e mostratolo brevemente al compagno che seguiva attento ogni suo gesto senza parlare, lo prese tra le mani per metterlo al candido dito del giovane.
La stanza si fece carico di un silenziò colmo di attese mentre le  note di Mozart impazzivano sfumando nell' aria.
-Mi sposeresti?- chiese serio Milo
Camus non rispose subito. I suoi occhi diventarono inquieti, il viso si  accigliò, la mano tremò un attimo, impercettibile.
-Mi temi?- domandò allora il cavaliere dello Scorpione sorridendo malizioso
-Temere un mio pari? Che idea balzana- rispose con calma il compagno, ora arcuando le fini sopracciglia 
-E allora perchè sei turbato? Come mai non odo le tue labbra poferire risposta alcuna? Forse hai paura che io sia velenoso anche per te?- chiese ancora Milo quieto in apparenza e sorridendo di falsa arroganza per nascondere in realtà una certa insicurezza.
Camus pensò che quella proposta di  matrimonio era piuttosto insolita. Non avveniva alla luce, non con il sottofondo di una romantica canzone, nè dopo una cena romantica, ma accadeva nella penombra del suo salotto circondato da librerie infinite e tomi antichi,  nell' aria allietata da un Requiem che pure rendeva gli animi quieti, durante un incontro che era figlio  di un' agognata quotidianità strappata alle guerre.
- Se tu fossi  folle veleno che uccide  e dilania gli impavidi che con te hanno l' ardore scontrarsi, e tanto più saresti velenoso  se in balia delle emozioni più feroci, tanto più io berrei di quel veleno che è morte altrui e vita per me. E dunque no, non sei velenoso- rispose enigmatico.-
-Devo dedurre...-lasciò il cavaliere dell' ottavo fuoco la frase in sospeso
-Che ti sposerei- sorrise ampiamente Camus baciando e facendosi baciare in ogni dove dal compagno mentre dirompevano,  quasi volessero festeggiare un clima di rinnovata vita e gioia, i colori delle note di una serenata.*





*Pensavo alla serenata nottura n. 6 di Mozart....è meravigliosa ^^

   
 
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