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Autore: Sameth    23/02/2011    5 recensioni
Light non è il vero Kira. Non lo è mai stato. Qualcuno aveva manovrato che fosse lui a trovare il Death Note. Quel qualcuno pensava che fosse una scelta sensata aver scelto lui. Ma si sbagliava.
Perché lui è l'unico che sa davvero usare quel Quaderno.
Genere: Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Light/Raito, Near
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In the end, the truth

In the end, the truth           

 

Era iniziato tutto per curiosità.

Era iniziato tutto quando aveva trovato quel quaderno nero con lapidarie parole scritte sulla copertina. “Death Note”, il quaderno della morte.

È vero. All’inizio pensava che fosse solo uno stupido scherzo di qualche persona altrettanto stupida. Poi aveva ragionato con calma sulle istruzioni scritte all’interno. Troppo elaborato per essere uno scherzo. L’aveva provato. Tutto ciò che c’era scritto era vero.

Aveva ricevuto un’arma. E non aveva provato un attimo di tentennamento, di ripensamento, quando posava la penna sulla pagina bianca e vergava un nome.

Perché era giusto così, l’aveva sempre pensato. Gli era stato inculcato che l’ingiustizia va combattuta. Era cresciuto con il mito di L, l’esempio di L, sempre presente nella sua vita. L. L. L. L’uomo che dedicava la sua vita a combattere i crimini. Non l’aveva mai visto in volto, è vero, ma provava nei suoi confronti un senso incondizionato di devozione.

E quindi se era giusto eliminare l’ingiustizia, era giusto eliminare chi la provocava. Con la testa, ovvio. Ragionando, chiaramente. Non facendosi scoprire, far passare il tutto come una causa ovvia e naturale. Non dare nell’occhio. Era questo che era riuscito a fare con il Quaderno.

Finché non aveva capito che, nonostante tutto, era troppo rischioso. E allora aveva cominciato a cercare persone intelligenti come lui nel mondo. Sì, nel mondo, perché sebbene l’orfanotrofio ne fosse pieno, passare il Quaderno a un’altra persona lì dentro avrebbe comportato solo un rischio in più.

Ma di tutte quelle che aveva trovato, nessuna aveva abbastanza sangue freddo. Esseri troppo deboli che pregavano in ginocchio lo shinigami di dare una fine al senso di colpa e all’orrore che strisciava loro nelle viscere.

Era arrivato persino a pensare di essere l’unico a poterlo usare. Invece, finalmente, aveva trovato il giusto essere umano. Light Yagami. Liceale, ottimi voti, studente modello. Abitava nella zona del Kanto, Giappone.

Non batteva ciglio quando vergava quei nomi. Anche Light, come lui, voleva eliminare tutte le impurità di quel mondo corrotto. Anche Light pensava prima di mangiare le pedine avversarie.

Ma non tutto è perfetto. E anche Light era così. Si era fatto notare ed L era intervenuto.

L. Il suo mito era intervenuto nel gioco. Pensava che il ragazzo non poteva vincere in una gara d’astuzia contro L. Pensava che anche lui si sarebbe arreso come tutti gli altri. Invece aveva tradito le sue previsioni. Aveva vinto.

Ma L era morto.

Come tutti lì all’orfanotrofio era rimasto profondamente shockato. Il mito che credevano immortale era stato consegnato al nulla. Impossibile. Inammissibile.

Ma dall’altra parte sapeva che adesso toccava a lui portare avanti le indagini, anche se insieme all’altro. Ciò significava che poteva tenere ancora più sott’occhio ciò che combinava Light.

Tuttavia il ragazzo aveva cominciato a esagerare. Era sempre più esaltato nel suo piano di pulizia del mondo. Ciarlava sul diventare un dio. Non andava bene, la follia aveva intaccato la sua mente.

E intanto anche Mello era morto. Troppe persone care erano morte a causa di Light, doveva sbrigarsi a dare fine a quella storia e a riappropriarsi del Quaderno.

E adesso si apprestava all’ultimo atto della tragedia. Lo Yellow Box.

Era appena entrato un certo Mikami, Light pensava di eliminare anche l’ultimo ostacolo che gli era rimasto, lui, Near.

Idiota.

Erano passati 40 secondi esatti dal momento in cui Mikami aveva scritto tutti i nomi sul Death Note. Ma nessuno moriva. Era stato troppo facile incastrarli.

Mikami era stato bloccato, Near teneva in mano il Quaderno e lo mostrava alla squadra del finto L.

-I primi quattro nomi sono senza ombra di dubbio i veri nomi dei membri dell’SPK. Inoltre, l’unico tra i presenti di cui manca il nome è Light Yagami. Mikami ti ha chiamato “dio” e ha detto di aver fatto ciò che tu gli avevi ordinato. È palese. Tu sei Kira.

Light aveva provato a ribattere sostenendo che era tutta una trappola.

Beh, forse si sarebbe anche potuta chiamare così. Una trappola per riavere indietro l’arma necessaria a debellare l’ingiustizia. Una trappola perché Near diceva che Light era Kira, ma non ammetteva che era da lui che era partito tutto. Una trappola in cui, tutto sommato, Light ci era cascato a peso morto.

Ormai era la fine. Le prove c’erano. La fine di Kira era prossima.

Inutile il tentativo di Light di discolparsi. Inutile il tentativo di Light di far capire quanto erano nobili le sue ragioni. Inutile ogni azione fatta da Light dopo essere stato accusato di essere Kira.

Inutile.

Inutile anche il tentativo di fuga dopo essere stato colpito più volte dalla pistola di Matsuda.

Inutile anche la richiesta allo shinigami di uccidere tutti i presenti nella stanza tranne lui.

Alla fine era come aveva sempre pensato. Solo lui, Near, sapeva usare il Quaderno senza dare nell’occhio e senza cedere alla follia. E avrebbe continuato a usarlo, all’ombra del suo ruolo di detective.

Alla fine erano ritornati di nuovo loro due. Lo shinigami nero e il ragazzo bianco.

 

 

 

--------------

 

Fine.

Chiedo scusa a tutte le fangirl di Near. Io amo Near. (spupazza pupazzo di Near, mentre nasconde quello di Light)

Questa storia è assurda lo so.

Ma è che mi ero messa a pensare che alla fine sopravvive solo Near.

Poi quando mi metto a pensare non mi fermo e mi è venuto in mente questo: “Non è che in realtà Kira è Near?”

Domanda assurda lo so.

Però mi sono messa a battere a computer la storia, e in quasi due ore è venuta fuori ‘sta roba.

Nonostante tutte le assurdità, che ne pensate?

Spero che me lo facciate sapere nelle recensioni (se avrete voglia di scriverle, ovvio).

sameth

 

  
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