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Autore: Sasita    25/02/2011    4 recensioni
Ho appena rivisto l'episodio 4 della terza serie, non so chi di voi l'abbia visto, anche se immagino che gli spoiler qui non facciano paura a nessuno.
Jan ha una 45 millimetri di tutto rispetto, perché mai non dovrebbe usarla per uccidere l'uomo che odia?
Leggete e commentate. ^^
Genere: Azione, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Patrick Jane, Teresa Lisbon | Coppie: Jane/Lisbon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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È tanto più facile ricambiare l'offesa che il beneficio;
perché la gratitudine
 pesa, mentre la vendetta reca profitto.
(Publio Cornelio Tacito)

 




Il dolore, il sacrificio, ne è valsa la pena?
Sì, certo.


 
Parole radicate nella mia mente, se prima volevo ucciderti, John, adesso lo voglio ancora di più.
Non c’è Lisbon che tenga, tu morirai, e per mano mia, come è giusto che sia.
Morirai, morirai, morirai...
Io non sono nessuno ma tu dovrai morire per quel che hai fatto a mia moglie e a mia figlia.
Magari molte delle famiglie a cui hai distrutto la vita non sono accanite come me in questo mio bisogno di vendetta, ma nessuna di quelle ha impiegato quello che ho impiegato io per conquistare la propria felicità. Magari la ritenevano scontata.
Ma io no.
Mia figlia, mia moglie. Loro erano la mia ragione di vita e non mi toglierai altro. Né a me né a nessuno.
Non posso riportarle indietro, ma posso fare loro giustizia. Niente mi tratterrà da questo.
-Tu non mi ucciderai, Patrick.- mi sorridi.
Mi fai schifo.
-Jane? Jane sei qui?- la voce di Lisbon mi giunge alle orecchie come da lontano ma non mi frenerà nel mio intento. Fermo, con la 45 millimetri puntata al tuo petto, porrò fine alla tua vita dedicata allo sterminio di innocenti. Per punire ciechi, sarà pure così, ma hai ucciso innocenti.
-Jane?- Sento la mano di Teresa sulla spalla, non stacco gli occhi dai tuoi, ma la sento girarsi verso di te.
-Jane, non usare quella. Usa la pistola di ordinanza, dalla a me quella 45 millimetri.-
Non posso credere alle mie orecchie, lei mi dice di usare la pistola di ordinanza? La sua pistola.
Mi giro piano verso di lei...
-No! Non perdere in contatto visivo. Tienilo d’occhio.- il cuore parte in pompa magna e non mi sento più le gambe. Lisbon mi dà il permesso. Non ho più niente che mi trattenga adesso.
Sento la mano di Teresa sfiorare la mia e afferro la 38 millimetri blu del mio capo. Mentre con l’altra lascio andare la 45 nera nella sua.
Tu rimani lì, fermo, immobile. Gli occhi gelidi fermi in un sorriso freddo, statico, famelico.
-La tua vendetta è giusta. Spara.- le parole di Lisbon mi raggiungono e stavolta sono vicine. Ha le mani sulle mie spalle e il suo respiro mi sfiora l’orecchio. Per un momento ho l’inspiegabile voglia di baciarla. Ma prima ci sei tu, da uccidere.
E le parole di Lisbon sono sincere. La vendetta è giusta. Tu devi morire.
-Spara, ci penso io, poi.-
Sorrido, di un sorriso gelido come il tuo, stringo bene la presa sulla piccola pistola di Teresa, le dita scivolano al loro posto.
-Addio.- sussurro

BANG!

Red John si accascia a terra, morto. Colpito in piena testa.
Mi volto verso Lisbon, la vedo sorridere amaramente.
-Rendimela.- impera con dolcezza e io le ripasso la pistola, inerme. Lei la prende tra le mani e la avvicina al maglione.
Sta pulendo le mie impronte per imprimere le sue. Posiziona la mano e lascia il segno dove deve e poi la rinfodera nella cintura.
Tira fuori due guanti, li infila e prende la mia 45 millimetri, pulisce anche quella, poi si gira verso di me puntandomi la pistola contro.
Sento il sangue smettere di scorrere nelle vene.
-Scusami Jane, ma devo avere avuto un motivo per sparare a John, quindi penso di doverti sparare alla spalla.- sorride incerta e punta gli occhi sulla mia spalla sinistra.

BANG!

Lo stupore del momento passa con il capire il motivo di tutto questo. Sento il sangue uscire dalla ferita, per la quale sono caduto a terra. Ma non mi importa del dolore mentre osservo la piccola Lisbon mettere con coraggio la pistola con cui mi ha sparato tra le mani inerti di John, lasciandoci sopra la impronte del mostro.
E quando si riavvicina a me tira fuori il cellulare e compone un numero.
-Cho? Sono Lisbon, Jane è ferito, John gli ha sparato. Ho dovuto ucciderlo. Siamo a Flow street, ai magazzini Stershire. Venite velocemente, Patrick perde sangue.-
Chiude la chiamata e mi guarda, preoccupata.
-Sai, devo riconfermare. Sei una bravissima attrice.- non parlo da ore e la mia voce è arrochita.
-Sta’ zitto, idiota.- asserisce.
Stringe la mia mano nella sua per farmi forza e io la tiro a me, con più energia che posso. Si avvicina, quasi preoccupata e io la catturo con il braccio. Non è il momento di baci strappalacrime o finali epocali.
Basta un abbraccio, per ora.
Quello che sentiamo è noto da tempo, ora che abbiamo la possibilità di manifestarlo, aspettare non costerà niente.





Io ho un sacco di storie da portare avanti. Lo so. Ma siccoma "a ispirazion non si comanda"... Bé, tanto vale seguirla e vedere dove porta. Per le altre storie... sono in via di sviluppo. 
Ditemi che ne pensate, è molto breve, lo so. è breve volutamente.
742 parole. 

   
 
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