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Autore: Little Firestar84    26/02/2011    1 recensioni
Bruno Heller ha spesso deliziato i fan con dei bellissimi momenti romantici, simpatici, dolci e a volte anche tristi, fra i nostri personaggi preferiti. Ma non sempre le cose si sono concluse come noi fan avremmo voluto! Anzi è successo praticamente sempre così :)
ecco perchè ora tocca a noi scrivere quei momenti mancati! Tocca a noi scrivere cosa avremmo voluto vedere: facciamo sognare noi stesse!
è richiesta la partecipazione di tutte (se volete ovviamente!)!!
un bacione:)
Giada
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 TITOLO: Mantra
EPISODIO DI RIFERIMENTO: 3.8 ball of fire
AUTORE:Elina
RATING:verde
PAIRING: Jisbon
 
Non parlare di una cosa, non significa che non stia accadendo.”
Le parole di Hightower si ripetono ancora e ancora nella tua mente come in automatico. Sono state il tuo mantra durante la giornata, mentre aspettavi novità su Jane, sono state il tuo mantra mentre, evitando di piangere, guardavi la conferenza stampa, osservando quella sua fotografia (alla fine della giornata, ci trovi quasi dell’ironia, quella foto è stata scattata all’epoca in cui Jane aveva lavorato al caso del padre di quella ragazza).
Quelle porle sono state il tuo mantra mentre eravate bloccati in quella cantina, e quella pazza voleva bruciarvi vivi, voleva che tu urlassi in preda all’agonia mentre Jane ti guardava e ti sentiva, morendo entrambi dentro e fuori.
Ti sei ripetuta quella parole mentre eravate ammanettati, guardandovi negli occhi, il tuo verde nel suo blu. Potevi vedere la sofferenza, nei suoi occhi. Potevi vedere quanto gli dispiacesse averti messo in quel pasticcio, e che non mentiva quando diceva che non ti avrebbe lasciato morire bruciata viva. I suoi occhi non erano proprio blu, ma un mix di blu e verde, per questo lo sai, che non mentiva. Quando sono di quel colore, ti ci perdi più facilmente, anche se sono così solo quando è triste o rammaricato. E allora, cosa c’è di sbagliato in te che perdi sempre la testa per gli uomini sbagliati, quelli con l’anima spezzata, quelli non disponibili? Forse il buon caro dottore non aveva tutti i torti, ci deve essere una parte di te che vuole soffrire perché ti senti colpevole. E non vuoi nemmeno provare a pensare di cosa potresti essere colpevole, di cosa pensi di essere colpevole.
Sai che era onesto, come sai che era onesto tutte quelle altre volte che ti ha detto che avrebbe fatto qualsiasi cosa per te, che ti avrebbe sempre salvato, che per te ci sarebbe sempre stato. Te lo ha provato volta dopo volta, e forse, forse, questo è uno dei motivi per cui hai perso la testa per lui. Jane non ti hai mai lasciata a terra ferita, figurativamente parlando (a differenza di Bosco e Minelli. E non vuoi nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se quella volta che sei stata incastrata per omicidio ci fosse stata Hightower al posto del tuo ex capo). Jane ti ha salvata quando hardy stava per premer il grilletto. Jane ti ha salvata quando Carmen ti ha incastrata per omicidio e tu non sapevi nulla di cosa avevi fatto quel giorno. Jane ti ha salvata quando Hightower ti ha sospesa, salvaguardando quel eh era rimasto della tua carriera. E queste sono solo le cose grandi, non vuoi nemmeno iniziare ad elencare tutte le piccole cose che ha fatto per te, che ancora fa, per te (origami di animali, caffè caldo al mattino, un pony, ballare con te sulle note della tua canzone preferita, sentire il tuo sorriso e così via).
No, non hai perso la testa per Patrick Jane, capisci mentre lo guardi che finge di dormire sul suo divano. Sei oltre quel punto, molto, molto oltre. Sei innamorata di Jane, sei innamorata di Patrick Jane. Non sai come, quando e perché, ma durante questi quattro anni al sua fianco, ti sei in qualche modo innamorata di lui. Forse stavolta è la volta buona che la smetti di dirti bugie, di mentirti, dicendoti che l’unica ragione per cui non riesci a smettere di pensare a lui quando non siete insieme, quando tu sei a casa che stai per andare a mangiare, stai per andare a dormire, quando sogni, è perché ti preoccupi per lui perché è un buon e caro amico. Lui ti vedrà coma la sua amica, ma tu sai che voi non siete amici, tu vorresti essere molto di più, tu non vuoi esserli solo amica. Peccato che tu sappia che, qualora tu decidessi di dirgli cosa provi veramente per lui, lui ti allontanerà, ti respingerà, rovinando quel piccolo rapporto di amicizia che ancora vi lega. E tu vuoi tutto tranne che questo.
Almeno, questo è ciò ti sei ripetuta fino ad ora.
Ora te ne stai a guardare Jane che sul suo divano finge di dormire (o magari lo fa sul serio, è stata una giornata molto stressante dopo tutto) e non riesci a scacciare quelle parole, non riesci a sradicarle dalla tua mente (sono diventata davvero il tuo mantra). Non parlare di una cosa, non significa che non stia accadendo.” Hightower ti ha detto questo. Questo è ciò che ti stai ripetendo. E’ un ordine interiore, silenti, ad arrendersi, a porre fine a questa lotta. Se non puoi avere Patrick, allora è giusto che tu non possa avere nemmeno Jane. Ciò che provi per lui non sparirà dal tramonto all’alba se continui a stargli accanto, se continui ad avvicinarti sempre di più a lui come stai facendo, come provi a fare, loro diventeranno sempre più forti, e più diventeranno forti, più grande sarà la tua sofferenza, e il giorno in cui il tuo cuore si spezzerà definitivamente, sai che non sarai in grado di gestire una cosa del genere.(E forse è il caso che la tua mente la smetta di mostrarti immagini di Jane che cammina verso il tramonto mano nella mano con un’altra).
Controlli capelli, vestiti e trucco per l’ennesima volta (sei andata a casa a farti una doccia per toglierti il sangue di dosso alcune ore fa, e per toglierti quell’odore di dosso di docce ce ne sono volute ben sette), e poi, prendendo un sospiro, vai verso il suo  divano, dopo alcune ora fa avete avuto una piacevole conversazione, piacevole per i vostri standard, almeno.
Non sorridi, sei solo molto preoccupata quando, prendendo un altro, ennesimo, sospiro, te ne stai davanti a lui, in silenzio, ripetendoti per l’ennesima volta nella giornata quelle parole nella tua testa.Non parlare di una cosa, non significa che non stia accadendo.” Sai che il tuo capo ha ragione. Come sai che, qualora Jane dovesse dirti di no, ti obbligheresti a lasciare il tuo incarico, ma non puoi farne a meno. E’ il momento, non il più opportuno, questo è certo, ma è il momento. Non puoi aspettare oltre, ora o mai più.
“Desideri forse condividere qualcosa con me, Lisbon?” siede sul suo divano mentre ti pone la domanda, con quel suo sorriso malandrino. Sai che, nonostante abbia gli occhi chiusi, ti può vedere arrossire, perché lui è così (ed è una delle ragioni per cui lo ami così tanto).
Ti siedi al suo fianco, così vicini che quasi vi toccate., ma non parli né lo guardi. Ti mordi le labbra, e lui apre gli occhi, ti studia, intrigato, gli occhi curiosi, prendendo la tua sinistra nella sua mano. Cerca i tuoi occhi, e tu pensi che forse, forse non dovresti farlo, forse non dovresti dirgli queste cose, forse lui non è pronto (al diavolo, lui non è pronto! Per l’amore del Cielo, Lisbon, dopo sette anni porta ancora la fede al dito!), ma forse, in realtà, a non essere pronta sei tu.
 Non parlare di una cosa, non significa che non stia accadendo.” Ti ripeti le parole, il respiro ti muore in gola, il tuo petto ti fa male, sul serio, e ora lo sai, non puoi parlare, non ci riesci. Sei sull’orlo di un attacco di panico, perché devi parlare ma non ci riesci, non ne sei in grado. E Jane è così vicino che non capisci più nulla, il suo profumo e il suo dopobarba ti riempiono le narici, non trovi le parole, anche se dovresti, se devi, anche se finirai solo per renderti ridicola.
Jane sta ancora cercando i tuoi occhi, lo sai, quando, finalmente, ti fai forza e ti volti e guardarlo. Il respiro, di nuovo, ti muore in gola. Devi farlo, lo sai, e ora, sai che puoi farlo, che ne sei in grado. Sai anche che quello che sati per fare è l’unico modo in cui puoi dirgli la verità. Perciò, prendendo l’ennesimo profondo respiro, lo fai.
Baci Jane, baci Patrick. È un bacio di labbra su labbra, dolce e lento, insicuro e terrorizzato, e piangi perché tu sei spaventata, e poi finisce, presto, troppo presto. Ti stacchi presto, perché lui non risponde alle tue labbra sulle sue, e tu non ti fermi a guardare il suo volto incredibilmente stupito, non lo vedi sfiorare le sue labbra con due dita per capire se sì, è successo davvero. Ti limiti ad alzarti dal tuo posto al suo fianco in tutta fretta.
Ed è allora che Jane ti ferma, afferrandoti per un polso, tirandoti a forza a sedere nuovamente al suo fianco. Ma non è al suo fianco che ti ritrovi, non sai se voluto e meno, ti ritrovi a sedere sulle sue ginocchia.
Sei seduta sulle sue ginocchia, accoccolata, rannicchiata contro di lui,e all’improvviso le sue labbra sono sulle tue, e stavolta è lui ad avere iniziato il contatto. Nello stesso modo, all’improvviso, le tue mani sono nei suoi ricci, portandolo più vicino a te perché il bacio sia più profondo di come è già, e le sue mani stanno percorrendo il tuo viso, i suoi polpastrelli disegnano linee invisibili come se ti stesse studiando, come se ti volesse memorizzare attraverso il tatto.
Vi baciate come se il domani non ci fosse, come se foste gli ultimi umani sulla faccia del pianeta. Mentre lo baci gli dici ogni cosa senza parlare, e allo stesso tempo lui ti risponde, nello stesso modo, risponde a tutte le domande che non hai posto ma che, al contempo, gli hai fatto. E ti dice così tanto, ti chiede così tanto con quel bacio che ti fa mancare la terra sotto i piedi, quel bacio da fine del mondo. Dite tutto senza dire una parola. Sai cosa ti vuole dire quando lo guardi negli occhi, una volta che vi siete divisi. Sono sempre verde-blu, ma più blu (è felice). Lo so, sto provando ad andare avanti ma non sono ancora in grado di farlo, provo lo stesso, dammi un altro po’ di tempo, voglio arrivare lì, aspettami, farò qualsiasi cosa per te, ti proteggerò sempre, da me e chiunque altro.
Fai segno di sì con la testa, formando la tua accettazione con un piccolo bacio, una pacca sulle labbra, così veloce che lui non può nemmeno rispondere, e come lui gli dici tutto senza parole. Ti amo, non posso né voglio vivere senza di te, ti darò tutto il tempo che ti serve, spero che tu provi davvero lo stesso, voglio che tu possa arrivare qui, ti aspetterò, so che faresti di tutto per me, e io farei lo stesso per te, promettimi che non mi spezzerai il cuore.
Ti alzi e lasci l’ufficio, senza mai smettere di guardare Jane, il tuo Patrick, lanciandogli sguardi d’intesa, e non puoi fare a meno di sorridere come una ragazzina quando lui ricambia con uno dei suoi sorrisi, di quelli veri.
Non sarà ancora tuo per ora, ma prima o poi lo sarà, e non avrete detto le parole ad alta voce, ma il qualcosa, quel qualcosa, lo avete detto, comunque (il tuo bacio, dopo tutto, ha parlato più di tante parole).
E poi, almeno, adesso hai una cosa che fino a stamattina non avevi, un cosa che non avevi nemmeno dieci minuti fa, una cosa che non pesavi di avere, che avresti avuto, un giorno… la speranza. 


( e ci sarebbero almeno altri 3 what if, che ho scritto in inglese, da tradurre, sulla stagione tre, nel remoto caso foste interessati.. e indovinate un po'? Sì, hanno tutti del Jisbon, più o meno calcato, dentro.) 
 
PS-Un grazie infinito a tutte quelle che mi recensiscono!         
   
 
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