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Autore: V a l y    27/02/2011    5 recensioni
“E devi essere ardente!”
“... devo prendere fuoco?”
“In senso lato, idiota.”
{Partecipante all’iniziativa di Fanworld “Un prompt al giorno”. Prompt usato: “Rabbia”}
Post-serie, Zuko/Toph
Alla mia geniaccia Mala Mela ♥
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Toph, Zuko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Post lampo lampissimo in pieno periodo esami. D:
Questa storia era già stata scritta su fanworld, e ho voluto postarla anche qui aggiungendo le parti mancanti che non ero riuscita a inserire in quella vecchia, visto che era per un'iniziativa giornaliera e mancava poco alla mezzanotte...
Qualcuno mi ha fatto notare che Zuzu è un po' OOC, perciò ho cambiato leggermente due sue battute, anche se di molto poco...
E' un tantino remissivo, sì, ma nella terza stagione era un po' quel tipo di ragazzo, che cercava comprensione e perdono... è un personaggio decisamente complesso nei suoi molteplici lati, alcuni più in vista, altri un po' più nascosti.
E poi ho anche pensato che Toph è bella proprio perché fa paura. xD
Risponderò alle recensioni quando mi sarò liberata dalle ultime fatiche universitarie... (...perché ci saranno delle recensioni... o forse no?)
E finisco col dire, da brava nerd della serie: AMO AVATAR CON TUTTO IL CUORICINO!

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Eccola, la ruga, quella piccola ruga tra un sopracciglio e l'altro, il presagio di un'imminente arrabbiatura. Ormai Zuko riesce a identificarla al primo colpo, a forza di averne subìto le terrificanti conseguenze in tutti quegli anni. Perché non c'è niente di più spaventoso di Toph che perde le staffe, e lo sostiene uno che ha trascorso l'infanzia con una sorella squilibrata e un padre despota e scontroso.
Zuko alza le mani, facendo segno di calmarsi. “Dai, va bene, Toph...”
“No che non va bene, moody princess, o sei tu ad essere diventato cieco?”
La cecità è sempre stata un argomento di pericolosa portata con lei. Zuko sospira e glissa cautamente la questione, volgendo la discussione verso un'altra strada:
“D'accordo, dimmi cos'è che non va.”
“Come cos'è?! Si vede lontano un miglio!”
E lo dice lei che non può vedere lontano neppure mezzo millimetro. Con grande sforzo, Zuko si tiene saggiamente quella considerazione per sé. Quella di Toph era solo una frase fatta, dopotutto. Non merita una così puntigliosa analisi concettuale. Così come lui non merita le ire che ne discenderebbero.
“E allora illuminami, Toph, cos'è che non va?”
“La tua faccia.”
Ma dopo questa, persino Zuko non riesce più a trattenersi...
“Scusa se ti sembrerò indiscreto, ma che ne sai tu di come è la mia faccia?”
“Sarò anche cieca, ma non sono idiota. Quell'urlo di prima non era convincente, di conseguenza non lo è neanche la tua faccia.”
“Ma davvero?” chiede il ragazzo con eloquente sarcasmo. “E dimmi, cosa dovrei fare per sembrare più convincente?”
“Devi spaventare, impaurire! Non come prima, che sembravi più moscio di Katara quando si mette a parlare delle sue foche.”
“Che vorresti dire, che ero noioso? Solo perché non ho–”
Un eloquente sbadiglio di Toph lo interrompe a metà frase. Imbestialito come non mai, Zuko le lancia uno sguardo furibondo, una delle poche cose che può permettersi senza avere il timore di farla arrabbiare o farsi scoprire.
“Il tuo problema è che non prendi abbastanza seriamente questo allenamento,” dice Toph in tono solenne. “Invece, devi avere la mentalità di uno che si trova davvero in mezzo a un grosso pericolo, e uno sbaglio, anche minimo, può portare a conseguenze catastrofiche, capito? Ora, per incentivarti al meglio, immaginati la cosa che più ti spaventa...”
Zuko ci pensa su qualche secondo. Basta poco, e la risposta vien subito. Ce l'ha proprio davanti. Ma la sua parte più saggia, ancora una volta, gli suggerisce di rimanere zitto, magari buttando lì una qualche bugia salvifica.
“Uhm... tutto l'esercito della Nazione del Fuoco messo insieme?”
Quantomeno, è la bugia che più si avvicina alla verosimiglianza.
“Perfetto! Hai un intero esercito della Nazione del Fuoco che ti sta guardando, pronto ad attaccarti. E se sbagli anche soltanto un–”
“D'accordo, ho capito, non me lo ripetere.”
“E devi essere ardente!”
“... devo prendere fuoco?”
“In senso lato, idiota,” dice Toph, aggiudicandosi la seconda occhiataccia di Zuko di quel giorno, la quattrocentonovantesima da quando l'ha conosciuto. “Ma penso che in fondo non sia una cattiva idea... sì, penso che tu debba prendere fuoco ancor prima di cominciare, d'accordo?”
“Così mi sento davvero uno stupido...” dice Zuko, e non l'avesse mai fatto.
La fronte di Toph viene nuovamente solcata da quella ruga pericolosa, e Zuko deglutisce, suda e si ritrae istintivamente, tutte e tre le cose insieme.
Quando si tratta dei suoi allenamenti, Toph diventa oltremodo suscettibile. Non si arrabbia mai così tanto in altre circostanze. Ma a modo suo è spassosa, Zuko lo riconosce. Il suo innato e mefitico senso dell'umorismo lo ha sempre divertito fin da quando era una ragazzina, un po' di più quando le sue mire erano Aang o Sokka, un po' di meno quando se la prendeva con lui...
Aang lo aveva anche avvertito sulla sua crudele irascibilità durante i suoi addestramenti, raccontando di massi volanti, pareti appuntite e torture psicologiche di vario genere, ma Zuko non ci aveva mai dato il giusto peso. Bello sbaglio a non fidarsi della parola dell'Avatar. Lo imparò a sue spese.
Ma ecco che la ruga pericolosa si ammorbidisce, arcuandosi delicatamente verso l'alto. E l'espressione di Toph muta con essa, diventando dolce e indulgente, occhi da cerbiatto così grandi e commoventi da intenerire il più duro degli uomini.
Ormai le viene naturale cambiare faccia in quel modo, affinando la tecnica con genitori che per dodici anni l'avevano sempre creduta un'altra, una povera ragazzina impacciata, docile e garbata.
“Lo sai quanto ci tengo...”
Zuko sa bene che è solo una recita. Eppure, non riesce mai a resistere...
“Va bene...” mormora, sconsolato. Appena un secondo dopo, sulla faccia di Toph spunta il consueto ghigno furbo e divertito; mezzo secondo dopo ancora, tira una pacca sulla schiena del ragazzo talmente forte da farlo traballare.
E dopo tutti quegli anni, Zuko riesce ancora a impressionarsi del fatto che in meno di due secondi Toph riesca da finta femminuccia senza difese a diventare più cafona dei beduini del deserto di Si Wong, in un'interpretazione così impeccabile da far soltanto vergognare quegli attori di bassa lega dell'isola di Ember.
Zuko si mette in posizione d'accatto, chiude gli occhi, emette un lungo respiro e si concentra. “Ok, Toph... sono pronto.”
La terra sotto ai suoi piedi trema, e dai pugni chiusi si elevano due altissime lingue di fuoco che si inseguono a spirale convergendo verso il cielo. Questa volta, non avrebbe commesso alcun errore.
“Il mio amore per te,” urla estatico, “è un fuoco che arde più forte di una roccia!”
“E il mio amore per te è cieco come il buio di una grotta senza fine!”
Il fuoco di Zuko si affievolisce fino a scomparire, e un sorriso si dipana finalmente sul suo volto. “Perfetto.”
“Uno schifo!” contraria apertamente Toph.
“Scommetto che è perché non va ancora bene la mia faccia...” ironizza Zuko.
“No, è la tua posa.”
Il ragazzo si schiaffeggia la fronte in segno di disperazione. “Ti sembrerò ancora una volta indiscreto, ma che ne sai tu di come è la mia posa?”
“E' per la voce, si capisce. E' uscita come uscirebbe a uno con la gobba.”
“Ti scongiuro, non farmelo fare più...”
“Mi dispiace, ma ci ho messo un giorno intero a ideare questa trovata modestamente geniale, e sarà la dichiarazione di fidanzamento più spettacolare che sia mai stata fatta nella storia delle dichiarazioni di fidanzamento! Quando Aang e Katara verranno qui e la sentiranno, dovranno rimanerne estasiati e invidiosi! Quei due sono stati la coppia dell'anno per troppi anni, adesso ce la meritiamo noi questa nomina!”
Lo aveva avvertito, Aang, che nei suoi allenamenti, oltre ad essere una sadica nevrastenica, Toph è anche una perfezionista. Zuko sospira scuotendo la testa, poi sorride. In fondo, se c'è una cosa che gli è sempre piaciuta è quella parte di lei rimasta un po' bambina.
  
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