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Autore: UnintendedChoice    01/03/2011    6 recensioni
Più Matt gli si avvicinava, abbassando il volume della sua canzonetta a un sussurro divino, suadente, più la testa di Dom girava vorticosamente, forse non solo per l'eccessivo tasso di alcol che gli scorreva dentro.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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«Qui eravamo...»
«A Heathrow Park, in giugno. Siamo rimasti lì per due giorni, a dormire sotto lo scivolo».
«Ma certo!». Ridacchiarono. «Che poi mi svegliai con i piedi nella pozza di birra e dovetti tornare in stazione con le scarpe in mano!».
Risero per l'ennesima volta in quella sera, mentre Matt voltava ancora un'altra pagina del vecchio album di fotografie di Emma, la sorella di Dom.

La piccola pausa a Teignmouth, il giorno dopo il gran ritorno in scena dei Muse con il Seaside Rendez-vous , era servito ai ragazzi a respirare dopo tanto tempo l'aria della cittadina che li aveva visti crescere, a ripercorrere i viali del Den che li aveva fatti incontrare, e sì, anche a rivedere i volti di persone che, ad ogni partenza, pensavano sempre di non rivedere più.

Per Matt l'incontro con Marilyn Bellamy non era stato certo facile come quello di Dom con la sorella, anima pia che aveva deciso di rimanere in quel buco di città, a pochi chilometri dalla perenne dimora della loro mamma.
Emma e Dom si adoravano troppo, unici due figli dei loro genitori, e il loro incontro di qualche giorno prima aveva quasi commosso Matt.
Inoltre, solo nel momento in cui i due Howard si erano rivisti Matt si era accorto che era un bel po' di tempo che non vedeva Dom così felice. O almeno così sorridente.
Da qualche mese infatti il batterista non sembrava più lo stesso, agli occhi di Matt come agli occhi di tutti. Quelle poche volte -erano state poche, doveva ammetterlo. Che pessimo amico- che aveva provato a parlargli, era come se lui si chiudesse sempre più in se stesso.
Be', pensò Matt, dopotutto quella sera erano lì, insieme, e si stavano divertendo da matti a rivivere la loro adolescenza tra una birra e una foto. Forse ciò che Dom necessitava l'aveva ottenuto riallacciando anche per un po' i contatti con la loro vecchia vita, e il frontman non si fece troppi scrupoli nel continuare a ridere beatamente assieme a lui.
«Guarda» esclamò d'un tratto «la vecchia matta! Com'è che si chiamava?».
«Com'è che la chiamavamo, vorrai dire», sorrise Dom. «"Mrs Simpatia, la più Zitella che ci sia"».
«Ahahah, giusto! Chissà che fine avrà fatto...».
«Sicuramente sarà morta...».
«Ehi!» lo ammonì Matt.
«Che c'è? Insomma, era sola da una vita, e anziana, come vuoi che sia andata?».
Matt lo rimproverò con lo sguardo. «Viva la positività! Da quand'è che siamo così pessimisti, eh?».
Dom abbassò gli occhi, quasi ammettendo la sua colpa. Sospirò, titubò, ma prima che potesse aprire bocca Matt stava già pensando alla foto successiva.
Rinunciò, forse per la miliardesima volta.

«Guarda Dom, qui siamo al Den!», esclamò Matt, indicando una foto ritraente un giovane Dom dalla lunga chioma bionda, scompigliata dall'impertinente mano di un Matt estremamente rachitico che sorrideva beffardo.
«Ecco», sospirò Dom. «queste sono quelle abitudini che non ti toglierai mai.».
«Uhm, e cioè?» chiese, realmente interrogativo, Matt.
Dom abbassò la voce a un sibilo e affilò lo sguardo.
«Rompermi il cazzo, sempre e comunque.».
Rise di gusto, con la testa all'indietro e le mani sulla pancia, nel vedere la finta espressione risentita di Matt che si trasformava nell'ennesima risata.

_


Due ore dopo erano ancora su quel divanetto, quarta birra alla mano -vino, per Matt-, qualche avanzo di pizza lasciato nei cartoni sul tavolino, sul quale il chitarrista poggiava i piedi sfoggiando dei calzini verde fluo, e le ultime due pagine dell'album da gustarsi.
Il senso del tempo (e quello del buonsenso) erano andati perduti già da un po', ma i morbidi cuscini in pelle trattenevano senza pietà i due. Le sghignazzate erano divenute schiamazzi insopportabili, soprattutto quando Matt se ne usciva con quella sua stridula, ma adorabile risata.
«Ahahah, guarda Chris!! Ricordo quando portava 'sti capelli assurdi!». Matt quasi piangeva, forse dimenticando di quanto altrettanto buffi potessero essere stati anche i suoi, di capelli, a quell'epoca. In effetti quelle ciocche crespe e malmesse erano davvero brutte, ma la foto di un Chris ripreso proprio nel momento in cui aveva realizzato che presto si sarebbe trovato con il sedere in terra, di certo non gli rendeva giustizia.
«E-eddai, finiscila....». Nemmeno Dom riusciva a trattenersi. «Qua ricordo che si fece un gran male!». A stento finì la frase, con le lacrime agli occhi.
«Ah, peccato che Chris sia da Kelly, questa davvero doveva vederla! Oh, Wolstenholme!». Altre risate isteriche.

L'ultima foto della penultima pagina ritraeva Dom all'età di diciassette anni, con uno dei suoi sorrisoni e gli occhi sgranati, più un Matt-photobomber sulla sfondo.
Dom sentì un leggero imbarazzo nel vedere quel suo primo piano, e istintivamente coprì la foto con la mano, borbottando un "bruuutta" distorto dal sorso di birra appena ingurgitato.
Matt subito cacciò via la mano dell'amico, protestando con parole sconnesse.
«Ma no, cosa fai?! Questa foto è belliss-». Fu interrotto dalla sua stessa risata. «È bellissima, ti dico.», riuscì a concludere, con un'espressione pseudo-seria, le sopracciglia aggrottate.
«Matt è orrenda, ti prego. Non sarebbe dovuta finire qui, l'avrò detto cento volte a Emma...».
«E invece» Matt sghignazzò forte «questa la porto io con me, eheh...».
«Non dire stronzate, lo sai come girano facilmente in internet le foto...».
«Ma certo, la porterò in giro e farò vedere a tutti quant'è bello il mio amico!».
«M-Matt...». Nonostante l'imbarazzo anche Dom non riusciva a smettere di ridere. «In quella foto sono davvero brutto, ti prego butt-» fece, cercando di strapparla dalle agili mani dell'amico, che infine, per evitare gli venisse tolta, la infilò tra il divano e il suo sedere.
«Ehi, ehi, ehi! Stai insui... insiu... insinuando che il mio migliore amico è brutto? Rimangiati tuuutto!» strepitò, puntando un dito verso Dom e poi stupendosi della forma del suo polpastrello.
Il batterista aveva smesso di ridere, con un mezzo sorriso misto a imbarazzo sul volto, e rispose: «Be', forse non proprio così brutto» e si ravviò i capelli che gli coprivano la fronte, scoppiando a ridere ancora. «Ma sì, dai, nelle foto vengo quasi sempre con una... strana faccia...» aggiunse, con un finto lamento.
Matt scosse con troppa foga la testa.
«Non dire mai mai, mai mai più questa cosa, okay?». E aggiunse con tono saggio, come se stesse dicendo davvero una cosa saggia: «Il mio amico è supersexy, eheheh...».
«Matt, sei decisamente ubriaco.».
«Uffa, parlo sul serio, io! Se fossi donna, mi ti farei.». Gli scoppiò un singhiozzo, seguito da altre risa.
«Matt!». Dom avvampò, ma non poté evitare di ridere anche lui.
«...Mmh... In effetti... Eheheh....». Il frotman cominciò a esclamare parole sconnesse. «Nessuno me lo impedisce, no?».
Dom si spostò impercettibilmente verso sinistra, sorridendo imbarazzatissimo.
«Mio Dio, abbiamo davvero bevuto così tanto?».
«Ma quale bevuto, sono lucidissimo.». Matt ritrasse i piedi dal tavolino e li piegò sotto le ginocchia, voltandosi completamente nella direzione di Dom.
Dopodiché cominciò a canticchiare, con la voce più stonata che Bellamy potesse emettere, una canzoncina che ripetereva insistentemente i due versi "Bellooo Dooom, sei belliiissimooo!".
Man mano che cantava, il frontman cominciò a gattonare con passo felino verso Dom, con uno sguardo dannatamente sexy. Farabutto.
Più Matt gli si avvicinava, abbassando il volume della sua canzonetta a un sussurro divino, suadente, più la testa di Dom girava vorticosamente, forse non solo per l'eccessivo tasso di alcol che gli scorreva dentro.
Una vampa di calore gli salì al viso e trovò difficile respirare, quando si ritrovò con Matt che lo sovrastava del tutto, a sempre meno centrimetri dal suo viso. La visione di quelle due gemme blu, rese ancora più vive dal vino, che lo bramavano languidamente, lo fece quasi gemere.
La voce di Matt era ormai un soffio.
«Sei bellissimo, Howard.».

Ma Dom non avrebbe retto così tanto.
«Matt.» esclamò, secco. Quasi contemporaneamente l'album di fotografie, che era rimasto in bilico sulla sporgenza del divano, cadde con un tonfo sordo sul parquet.
Fu forse questo che scosse Matt. Un barlume di lucidità, se lucidità era considerabile in quel frangente, gli attraversò il cervello proprio quando era a un centrimetro dalla bocca dell'altro.
Sgranò per un attimo gli occhi, ma nonostante ciò non sembrava volersi allontanare.
Dom poté quasi tornare a respirare. Anche a lui, però, una forza più intensa di quella della gravità lo fece rimanere così, sospeso tra il divano e quelle labbra.
I respiri erano affannati.
«Sarei dovuto andare con Chris. Lo sapevo, sapevo che non sarei dovuto rimanere solo con te, di sera...».
«Allora perché sei qui, Dom?» lo interruppe Matt, con un sibilo a fior di labbra.
«Perché...».
Chiuse gli occhi, li riaprì.
Per Dominic Howard il Giudizio Universale, l'Apocalisse tanto temuta/amata dai Muse, stava arrivando in quel momento. Era quella, la sua fine.
Aveva davvero creduto di poter resistere tutto quel tempo? Di poter fingere che tutto ciò che aveva sempre provato non significasse nulla?
Qualunque piano avesse elaborato, quella sera era stato ribaltato, stravolto, sconvolto dalla prepotenza blu di Matt.
Matt. Chissà se il giorno dopo si sarebbe ricordato di qualcosa. Non sapeva nemmeno se sperare di sì o di no.
No, non doveva ricordarsene. Dom poteva essere il giocattolino di Matt riguardo molte cose; poteva essere la sua vittima preferita per gli scherzi o il bersaglio prediletto dalle sue chitarre, ma non in questo caso.
Ma chi voleva prendere in giro?
«Perché io scelgo sempre te, Matt. Io ho sempre scelto te, sempre, in ogni circostanza, anche quando le situazioni mi erano insopportabili. E sì, anche quando avrei potuto prendere la decisone più facile, forse per entrambi, ho sempre optato per la più difficile. Quella che ti riguardava, Matt.
Ho sempre scelto te, e so che nonostante tutto sempre lo farò. Forse anche stanotte». Ingoiò saliva, gli occhi lucidi inchiodati in quelli dell'altro. «E questo perché sono semplicemente un masochista cronico. È l'unica risposta che riesco a darmi.».
Riuscì ad emettere un minimo d'aria.
«Dom...». Matt chinò pericolosamente la testa, gli occhi ridotti a due fessure.
«M-Matt... siamo ubriachi...».
«No, Dom.». Alzò un angolo della bocca. «L'alcol non c'entra.».
E senza che quasi finisse la frase, le sue labbra s'incontrarono, avide e dolci, con quelle morbide e roventi di Dom.
Le mani non tardarono ad arrivare, e le snelle dita di Matt s'intrecciarono tra le ciocche dorate del batterista, bramando quel volto come non mai.
Poi scesero, carezzandogli il torace, le spalle per tutta la loro ampiezza, senza tregua, come un animale affamato costretto ad anelare la sua preda per troppo tempo da dentro la gabbia, e che finalmente poteva avventarglisi contro.
La testa, il petto e ogni parte di Dom si sentivano scoppiare, esplodere come aveva fatto la sua coscienza poco prima. Mentre assaporava le labbra di Matt, lasciandosi guidare in quella danza di bocche, in quegli intrecci di gambe, con i bacini e i petti che strusciavano l'uno sull'altro, non seppe dire se quelle poche lacrime che versò erano di gioia o di dolore.
Matt avrebbe potuto dimenticare, sì, ma lui non l'avrebbe mai fatto.
Da masochista cronico qual'era sapeva che quel momento l'avrebbe portato nella sua mente e nel suo cuore per sempre, e che gli si sarebbe scaraventato contro, con forza, ogni qual volta l'avesse rivissuto nella sua testa.

Le due bocche si mossero così, all'unisono, con incastri perfetti e alternanze di movenze dolci e decise, per un tempo indefinito, forse un'ora, forse tutta la notte, forse solo qualche secondo.
Il tempo scorreva ma non contava nulla.
Le paure erano tante ma potevano essere affrontate, o forse solo ignorate, quella volta.

Matt e Dom erano due supernove lasciate libere di bruciare e consumarsi nel loro enorme universo costituito da quel salotto.







Salve! Mia prima BellDom, siate pazienti! Se vi va lasciate anche un piccolo commentino per farmi sapere come vi è sembrata. Alla prossima, spero. :)
P.s.: Giuro che questa è nata prima degli NME 2011! XD

   
 
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