Pensieri di Paura

La porta si apre, liberando sbuffi e folate di follia che m’invadono come una cascata di sangue marcio sul corpo caldo di dolore.

Sudo, ansimando e respirando il miasma che la follia ha generato nella stanza che contiene Chrona.

Vorrei scappare e lasciarmi alle spalle le ferite che bruciano, scavando solchi nella carne e nell’anima.

«Soul, entriamo in risonanza» la mano che Maka m’offre sembra quasi un ancora di salvezza che la mia anima lacera.

Annuisco afferrando quelle dita piccole e fragili, ma dalla stretta ferrea e decisa.

Solo lei può sembrare così forte dentro un corpicino da donna così sottile e magro. Le lancio un’occhiata di sottecchi osservandola, bene.

La sua espressione è decisa, indissolubile, inamovibile…

Ma nonostante il suo tocco appaia quasi gentile, mi sembra di camminare sul filo del rasoio, con la ragione ridotta a una sottile e sfilacciata corda che trattiene a stento i miei piedi dal cadere nel baratro della pazzia più cupa che il demone dalla pelle rossa m’istiga a inseguire.

Mi sento un’inutile strumento, incapace di ergersi al di sopra dell’agonia che m’affligge.

Le piccole dita della mia Master si stringono attorno al palmo della mano, facendomi sentire il calore della sua pelle.

Lei è calda… io mi sento freddo…

 Attendiamo che le porte si spalanchino del tutto mentre la follia c’avvolge.

«Una tremenda lunghezza d’onda piena di follia» sussurra con voce piatta assottigliando le palpebre, fino a far assomigliare le iridi a due fessure verde foresta.

Dentro di me, il demone ride, e la sua risata riempie la mia testa.

Il Jazz ripetitivo e stonato del grammofono s’accende… mentre il cuore sussulta e le ferite tremano.

«Senti la follia…» ghigna il demone con voce sgraziata.

Avvolta in una sfera di sangue nero cristallizzato, Chrona si nasconde ai nostri occhi emanando pungenti nebbie di malsana follia.

Devo resistere… per Maka… per me…

«Quella sfera sta emettendo una gran quantità di follia… dobbia… dobbiamo distrugegrla…» ansimo portandomi una mano sulla cicatrice che deturpa il mio corpo.

Maka si volta in uno svolazzo di capelli biondi e m’inchioda con il suo sguardo premuroso.

«Soul ce la fai?»

«Certo» ghigno a mezza bocca, nascondendo un più evidente no.

Ansimo pesantemente, mentre la carne lascia il posto all’acciaio… e il mio corpo diventa la Death Scyte che lei sta perfezionando.

Vorrei… essere più forte, senza ricorrere a certi mezzucci come la follia… diavolo sarebbe come barare se la usassi…

«STUPIDA CHRONA!»

Le sue dita sul mio corpo fatto di metallo scorrono come acqua, accarezzandone ogni centimetro… lentamente…

Chiudo gli occhi e vedo il sangue avvolgermi…. È nero… un macabro sudario sul mio animo dolorante.

Cerco di scaccialo dalla mia pelle… ma è inutile. È attaccato a me, come un parassita orripilante dalle velenose sembianze.

«Basta… Basta… BASTA!» grido mentre l’oscurità m’avvolge, soffocandomi.

Sto forse morendo, in questo mare di follia tossica?

Respiro profondamente mentre il demone mi porge la sua repellente mano. Non voglio che lui mi aiuti… mi trascinerà nella follia…

Quasi perdo la speranza mentre il sangue nero diventa una cortina omogenea intorno a me…

«Soul…» la voce soffusa della mia Master diventa un canto di speranza non appena la sua mano buca il muro di tenebra.

Il suo corpo sbuca e s’avvolge a me, in un abbraccio che sa di vita.

«Non lasciarti sopraffare… » sussurra e mi stringe a se.

Lei è la mia forza… 

Ciao a tutti, spero la storia vi piaccia, è un'esperimento perchè di cose simili non ne ho mai scritte. Abbiate pazienza ok? Bacioni!!!