Separated
. {maybe we never were close}
Allen
~
Ti
sembra passata una vita intera dall’ultima volta che
l’hai visto, un’eternità
dall’ultima volta che l’hai toccato, abbracciato, baciato.
Dentro
questa stanza dove la luce del sole non entra mai, il tempo si perde
per vie
sconosciute, camminando lungo sentieri infiniti che non portano da
nessuna
parte.
Quanto tempo
è
passato? Quanti giorni, quanti mesi? Dov’è lui?
Sta bene?
Vorresti
chiederlo, a Link, quando ogni giorno entra a portarti da mangiare,
ricordandoti che non sei ancora morto; ma non ne trovi mai la forza,
così lasci
che lo sguardo segua percorsi immaginari sul soffitto, leggendo parole
inesistenti – che poi sono i tuoi pensieri – sui
muri, simili alla carta bianca
su cui Lavi usa scrivere.
Fa
freddo, in questa stanza, così freddo che quasi non senti
più le dita delle
mani e dei piedi; e allora rimpiangi di non poter uscire
all’aria aperta, dove
la tua pelle pallida potrebbe essere riscaldata almeno un
po’dai raggi del
sole, in mancanza del calore delle mani di Lavi, in mancanza del suo
sorriso.
Ti
raggomitoli un po’ di più contro il muro,
chiudendo gli occhi color del
ghiaccio e immaginandoti tra le sue braccia, con il suo respiro a
scompigliarti
dolcemente i capelli bianchi e sottili. Ma non riesci più a
sentire il suo
profumo di inchiostro e carta, non riesci più a immaginarti
la consistenza del
suo corpo sotto le dita: è come se l’immagine che
hai di lui dentro la tua
testa si stesse scomponendo lentamente, come un puzzle che viene
distrutto una
volta finito, e Timcampi ti tira un colpo con la coda, quasi ad esserti
più
vicino.
Sospiri
sconfortato e, dentro questa grigia prigione, ti chiedi se lui sia
esistito
veramente o se è stato soltanto un parto della tua mente,
un’illusione per
farti sentire meno solo, perché mai come ora il rosso
accesso dei suoi capelli
ti è sembrato stinto e spento.
Lavi
~
Il
respiro è un mezzo rantolo che si blocca a metà
della gola, al sentir pronunciato
quel nome: “Quattordicesimo”.
Stringi
con quella poca forza che ti è rimasta i braccioli della
poltrona rossa su cui
i Noah ti hanno costretto, serrando le labbra in una linea sottile e
tesa,
mordendoti l’interno della guancia.
Non
vuoi che lui venga chiamato così, perché lui
è Allen e nient’altro. Non importa
se è il Distruttore del Tempo, non importa se è
il Quattordicesimo, non importa
nemmeno se è semplice inchiostro nero: lui è
Allen, il tuo Allen, e non
permetterai a nessuno di portartelo via, men che
meno al Conte del Millennio.
Le
parole di Bookman e del Noah ti giungono come ovattate alle orecchie,
sebbene
tu ti stia sforzando di seguire la conversazione, ma la presenza del
Noah
dietro di te e il costante pensiero di Allen t’impediscono di
concentrarti come
vorresti.
“Road mi ha detto che …
all’incirca
trentacinque anni fa.”
“V..
Vecchio” chiami, in un mormorio appena udibile. Vuoi che ti
spieghi quello che
sta succedendo, ma lui neanche si volta a guardarti. È
troppo occupato ad
ascoltare il discorso di Cheryl.
“
E ciò che … il
Quattordicesimo”
“Bene..
dica il suo
punto.. ?”
Quello
che senti sono appena strascichi di frasi, ne intuisci a malapena il
senso e
tutto questo non fa che aumentare l’inquietudine che ti monta
in petto. Perché
lo sai. Sai che stanno parlando di Allen – del Quattordicesimo
– e vuoi capire che sta succedendo, con tutte le
tue forze, ma, ancora, le loro parole ti sfuggono e raccogli solo pezzi
di
quelle frasi che, messe assieme, formerebbero un unico, grande, puzzle.
“abbiamo … uccidere
il Quattordicesimo, poco ma sicuro..”
Trasali
impercettibilmente, la parola “uccidere”, subito
seguita da “Quattordicesimo”
ti ha messo sull’attenti, e proprio non riesci a capire
perché Bookman non
ribatta, perché non faccia valere il fatto di essere solo un
Osservatore, non
un reale soldato (come tanto ama ricordarti), – in
modo da poter tornare
all’Ordine e controllare che Allen stia bene –
.
“.. tutto sul Quattordicesimo…”
Vorresti
alzarti, e tirare un pugno a quel bastardo che se ne sta seduto davanti
a te,
ma non ne hai la forza: il virus che ti hanno
“iniettato” ti rende fiacco e
debole, facendoti sentire impotente. Non hai mai sentito
così tanta rabbia, in
vita tua – anzi, non l’hai proprio mai sentita
prima d’ora –
“Non
vuoi perdere
un altro successore… vero?”
Sbatti
le palpebre perplesso a quella domanda impertinente che sa tanto di
minaccia,
lanciando al Vecchio Panda un’occhiata colma di stupore; ma
lui non bada a te,
non si smuove, rimane seduto rigidamente sulla poltrona accanto alla
tua
fissando il Noah con quello che potrebbe sembrare odio ma
Bookman non ha
cuore, giusto? Un Bookman non può amare come non
può odiare. Senti il Noah
che sta dietro di te che si sporge un po’ in avanti, come a
evidenziare ancor
di più il massaggio.
Che
cosa vuol dire, quella frase? Perdere un altro successore? Ce
n’era un altro,
prima di te? Cosa gli è successo?
Ma
non importa, davvero. Avrai un sacco di tempo, per discuterne con il
Vecchio,
ora l’importante è Allen. E, se quel poco che hai
capito è corretto, allo
stesso filo cui è appesa la tua vita, è appesa
anche la sua.
Forse
non avrai tutto questo tempo, per parlare con Bookman. Forse non ne
avrai
affatto.
Perché
sarai ben lieto di morire, se questo è il prezzo da pagare
per tenere Allen, il
tuo Allen, al sicuro.
NdA~
UHUH,
seconda shot pubblicata in questo fandom. * si sente quasi
fiera di sé *
Probabilmente
fa schifo. Anzi, di sicuro, perché è la prima
Laven che scrivo – beh, non
proprio, contando un altro paio di tentativi mal riusciti – .
Oh,
insomma, a voi il giudizio.
Per
me è già un traguardo essere riuscita a scrivere
qualcosa che potesse
somigliare allo shonen-ai. Forse, forse,
un giorno, riuscirò a farli tenere per mano.
Non
che io abbia qualcosa contro lo Yaoi/Shonen-ai. Figurarsi. Passo le mie
ore
buche a parlare di yaoi con la mia socia. Il problema è che proprio non riesco a scriverle. Non mi
viene. Non so perché. Dev’esserci un blocco
all’interno del mio cervello, o
qualcosa di simile, che m’impedisce di scrivere anche solo
una shonen-ai
decente >.<
Quindi,
già aver scritto questa shot, è una grande
vittoria personale * si
auto-congratula*
Sono
partita con una Laven perché è, ovviamente,
la mia coppia preferita <3
E
perché, sempre ovviamente,
è
praticamente canon *convinta * ù.ù
Si,
non si può dire che io sia esclusivamente
per le Laven (a me basta che ci sia Lavi, infondo
ù.ù) ma sono sicuramente
le mie predilette. *__*
Bien,
fuggo a cercare un qualcosa che mi ripari dal futuro lancio dei
pomodori.
See
ya! <3
_ L a l a